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Language: Russian


Anton Aleksandrovič Amosov [Arkadij Archangelskij] /  Антон Александрович Амосов [Аркадий Архангельский]

List of versions


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Малолетка
(Gennadij Vladimirovič Molčanov / Геннадий Владимирович Молчанов)
Я люблю тебя, жизнь
(Ėduard Savelevič Kołmanovskij / Эдуард Савельевич Колмановский)


[1878 ?]
Vy žertvoju pali
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat:
Anton Aleksandrovič Amosov / Антон Александрович Амосов (1854 - 1915)
1. "Идет он усталый, и цепи звенят..."
2. "Мы жертвою пали борьбы роковой..." [1870]
Musica / Music / Musique / Sävel:
Popolare russa / Russian folk tune / Mélodie populaire russe / Venäjän kansanmusiikki
[ Hа погребение английского генерала сира Джона Mура, Ivan Kozlov, 1826 ]

vyzhertvojupali


Titled »You Fell a Victim« and written in late 1800s (probably 1878) by Anton Aleksandrovich Amosov (pseudonym name Arkady Arkhangelsky), this poem is a well-known Russian funeral march or requiem for the fallen heroes of the revolution. The composer of the song is unknown. The melody is propably based on that of a Russian romance to Ivan Kozlov's translation of Charles Wolfe's 1817 poem »The Burial of Sir John Moore after Corunna«. [JR]

Arkadij Archangelskij [1854-1915]
Arkadij Archangelskij [1854-1915]
Si tratta di una delle due più celebri marce del movimento rivoluzionario russo (l'altra è Замучен тяжелой неволей), direttamente collegata alla rivoluzione del 1905. Il testo originale autoriale sembra essere la contaminazione (o combinazione) di due poesie preesistenti di Arkadij Archangelskij (Anton Aleksandrovič Amosov, 1854-1915); a volte Arkadij Archangelskij è indicato come autore di una sola di esse (stampata e pubblicata legalmente a suo nome); negli ultimi anni del XX secolo il problema dell'attribuzione è stato finalmente risolto, e Archangelskij è stato riconosciuto come autore dell'intero testo. La melodia risale al popolare canto intitolato Hа погребение английского генерала сира Джона Mура, il cui testo è la traduzione russa (di Ivan Kozlov, 1826) di The Burial of Sir John Moore after Corunna del poeta irlandese Charles Wolfe (1791-1823; la poesia è del 1817). La melodia è di origine popolare russa, forse rielaborata; il canto di Kozlov era già stato utilizzato in ambito militare in occasione dei funerali del generale Bistrom durante la serie di guerre del Caucaso (1817-1864). I cosacchi ne cantarono una versione modificata.

Вы жертвою пали, eseguita da una banda di ottoni, è familiare anche per essere presente in numerosi film sulla guerra civile russa: veniva eseguita ai funerali dei combattenti Rossi. Il canto fu eseguito legalmente per la prima volta ai funerali delle vittime della Rivoluzione di Febbraio; non di rado, veniva intonata prima di un'esecuzione capitale. In particolare, un testimone oculare ricordò di averla sentita cantare prima dell'esecuzione di 19 marinai che avevano preso parte alla rivolta di Kronstadt del 1906. La marcia divenne poi praticamente standard per i funerali di rivoluzionari e alti membri del Partito: fu suonata anche ai funerali di Lenin nel 1924.

Dopo la Rivoluzione d'Ottobre, il canto passò in Germania con una versione tedesca preparata dal celebre direttore d'orchestra Hermann Scherchen (nato a Berlino nel 1891 e morto a Firenze il 12 giugno 1966 per un infarto cardiaco, mentre dirigeva l'orchestra del Maggio Musicale Fiorentino nell'Orfeide di Gian Francesco Malipiero). La versione tedesca, Unsterbliche Opfer (“Vittime immortali”) fu composta mentre Hermann Scherchen era prigioniero di guerra in Russia (in un campo negli Urali) durante la I guerra mondiale; tornato in Germania dopo il 1917 e la Rivoluzione, la rese nota assieme ad altri canti rivoluzionari russi. Una libera (e breve) versione francese, intitolata Le Chant des martyrs, circolava già negli anni '20 del XX secolo in Francia; su di essa si basa palesemente la versione italiana, intitolata Il canto del martirio, che ebbe probabilmente origine durante la II guerra mondiale e la Resistenza. [DQ82 - RV]


Nota testuale. Il testo di Arkadij Archangelskij ha vicende complicate e presenta numerose versioni, spesso abbreviate (si veda questa pagina di pesni.org in lingua russa). Qui ne presentiamo sia una versione standard, sicuramente già cantata, sia una abbreviata (con relative traduzioni integrali). Viene presentato anche il testo poetico integrale di Arkadij Archangelskij, risultante dalla combinazione delle sue due poesie. Per la “versione standard” del canto è stato scelto, in via del tutto eccezionale e per la sua importanza storica, di presentare la sua versione standard nella grafia russa antecedente alla riforma del 1918, vale a dire nella sua forma grafica originale dell'epoca (si veda anche l'immagine). Da ricordare, comunque, che l'intera vicenda rivoluzionaria russa -inclusa la Rivoluzione d'Ottobre- si è svolta nella vecchia ortografia. Per l'occasione, la traslitterazione in caratteri latini è leggermente diversa da quella standard utilizzata in questo sito, e segue criteri storici.
Вы жертвою пали въ борьбѣ роковой [1]
Любви беззавѣтной къ народу,
Вы отдали все, что могли, за него,
И молодость, жизнь и свободу.

Порой изнывали въ тюрьмахъ сырыхъ,
Свой судъ беззаконный свершая,
Судьи палачи приговоръ изрекли:
Идите гремя кандалами.

Идете усталые, цѣпью гремя,
Закованы руки и ноги,
Спокойно и гордо свой взоръ устремя
Впередъ по пустынной дорогѣ.

Нагрелися цепи отъ знойныхъ лучей
И въ тѣло впилися змеями.
И каплетъ на землю горячая кровь
Изъ ранъ, растравленныхъ цепями.

А деспотъ пируетъ въ роскошномъ дворцѣ,
Тревогу виномъ заливая,
Но грозные буквы давно на стенѣ
Ужъ чертитъ рука роковая.

Настанетъ пора и проснется народъ,
Великій, могучій, свободный!
Прощайте же, братья, вы честно прошли
Свой доблестный путь, благородный!
[1] Vy žertvoju pali vŭ borbě rokovoj
Ljubvi bezzavětnoj kŭ narodu,
Vy otdali vse, čto mogli, za nego,
I molodostĭ, žiznĭ i svobodu.

Poroj iznyvali vŭ tjurmachŭ syrychŭ,
Svoj sudŭ bezzakonnyj sveršaja,
Sudĭi palači prigovorŭ izrekli:
Idite gremja kandalami.

Idete ustałye, cěpĭju gremja,
Zakovany ruki i nogi,
Spokojno i gordo svoj vzorŭ ustremja
Vperedŭ po pustynnoj dorogě.

Nagrelisja cepi otŭ znojnychŭ lučej
I vŭ tělo vpilisja zmejami.
I kapletŭ na zemlju gorjačaja krovĭ
Izŭ ranŭ, rastravlennychŭ cepjami.

A despotŭ piruetŭ vŭ roskošnomŭ dvorcě,
Trevogu vinomŭ zalivaja,
No groznye bukvy davno na steně
Užŭ čertitŭ ruka rokovaja.

Nastanetŭ pora i prosnetsja narodŭ,
Velikij, mogučij, svobodnyj!
Prošćajte že, bratĭja, vy čestno prošli
Svoj doblestnyj putĭ, błagorodnyj!

Contributed by Juha Rämö / CCG-AWS Staff 04-12-2019 - 2015/4/7 - 15:23




Language: Italian

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 4-12-2019 08:11

"Eterno ricordo per i combattenti caduti per la libertà" (nella vecchia ortografia russa)
"Eterno ricordo per i combattenti caduti per la libertà" (nella vecchia ortografia russa)
SIETE CADUTI VITTIME

Siete caduti vittime di una lotta fatale,
Per amore disinteressato verso il popolo.
Per lui avete dato tutto il possibile,
Per la sua vita, per l'onore e la sua libertà.

A volte languivate in umide carceri,
Il loro illegale giudizio su di voi
I giudici carnefici avevan già da tempo emesso:
Andate, gemendo in catene.

E voi andate stanchi, gemendo in ceppi
Incatenati mani e piedi,
Con calma ed orgoglio fissando avanti
Lo sguardo a una strada deserta.

Ceppi arroventati da raggi cocenti
Avviluppati al corpo come serpenti,
Ed il sangue caldo cola per terra
Dalle ferite aperte dalle catene.

E il despota festeggia in un sontuoso palazzo
Innaffiando l'ansia con il vino,
Ma sul muro già da tempo la mano
Traccia lettere terrificanti.

È giunto il momento, il popolo s'è destato
Grande, possente, libera.
Addio, fratelli! Con onore avete percorso
Il vosto nobile e valoroso cammino.

Siete caduti vittime di una lotta fatale,
Per amore senza riserve verso il popolo.
Per lui avete dato tutto il possibile,
Per la sua vita, per l'onore e la sua libertà.

2019/12/4 - 00:03




Language: Russian

Versione abbreviata cantata comunemente
Abridged version as commonly sung
Version abrégée comme on la chante normalement
Laulun lyhennetty vakioversio


1905, Yaroslavl.
1905, Yaroslavl.


Si tratta del testo originale di questa pagina, vale a dire così come è stato inserito da Juha Rämö nel 2015. Il testo è in grafia moderna.
Lyrics as originally contributed by Juha Rämö in 2015. In standard modern Russian spelling.


ВЫ ЖЕРТВОЮ ПАЛИ [1]

Вы жертвою пали в борьбе роковой 
Любви беззаветной к народу.
Вы отдали все, что могли за него,
За жизнь его, честь, и свободу.

Порой изнывали по тюрьмам сырым,
Свой суд беспощадный над вами
Враги-палачи уж давно изрекли,
И шли вы, гремя кандалами.

А деспот пирует в роскошном дворце,
Тревогу вином заливая,
Но грозные буквы давно на стене
Уж чертит рука роковая.

Настала пора, и проснулся народ,
Великий, могучий, свободный.
Прощайте-же братья, вы честно прошли
Свой доблестный путь благородный.

Вы жертвою пали в борьбе роковой
Любви беззаветной к народу.
Вы отдали все, что могли за него,
За жизнь его, честь, и свободу.
[1] VY ŽERTVOJU PALI

Vy žertvoju pali v boŕbe rokovoj
Ljubvi bezzavetnoj k narodu.
Vy otdali vse, čto mogli za nego,
Za žizń ego, česť, i svobodu.

Poroj iznyvali po tjurmam syrym,
Svoj sud bespošćadnyj nad vami
Vragi-pałači už davno izrekli,
I šli vy, gremja kandalami.

A despot piruet v roskošnom dvorce,
Trevogu vinom zalivaja,
No groznye bukvy davno na stene
Už čertit ruka rokovaja.

Nastała pora, i prosnułsja narod,
Velikij, mogučij, svobodnyj.
Prošćajte-že braťja, vy čestno prošli
Svoj doblestnyj puť błagorodnyj.

Vy žertvoju pali v boŕbe rokovoj
Ljubvi bezzavetnoj k narodu.
Vy otdali vse, čto mogli za nego,
Za žizń ego, česť, i svobodu.

Contributed by Juha Rämö / Riccardo Venturi - 2019/12/4 - 08:20




Language: Italian

Traduzione italiana della versione precedente
Italian translation of foregoing version
Traduction italienne de la version précédente
Edellisen version italiankielinen käännös
:
Riccardo Venturi, 4-12-2019 00:02
SIETE CADUTI VITTIME

Siete caduti vittime di una lotta fatale,
Per amore disinteressato verso il popolo.
Per lui avete dato tutto il possibile,
Per la sua vita, per l'onore e la sua libertà.

A volte languivate in umide carceri,
Il loro spietato giudizio su di voi
I carnefici nemici avevan già da tempo emesso,
E voi siete andati gemendo in catene.

E il despota festeggia in un sontuoso palazzo
Innaffiando l'ansia con il vino,
Ma sul muro già da tempo la mano
Traccia lettere terrificanti.

È giunto il momento, la gente s'è destata
Grande, possente, libera.
Addio, fratelli! Con onore avete percorso
Il vostro nobile e valoroso cammino.

Siete caduti vittime di una lotta fatale,
Per amore senza riserve verso il popolo.
Per lui avete dato tutto il possibile,
Per la sua vita, per l'onore e la sua libertà.

2019/12/4 - 08:32




Language: Russian

Le poesie originali di Arkadij Archangelskij (ca. 1870)
Arkady Archangelsky's original poems (ca. 1870)
Les poèmes originaux d'Arkadij Archangelskij (ca. 1870)
Arkadi Arhangelskin alkuperäiset runot (+/- 1870)


Il testo delle due poesie proviene da questa pagina di pesni.org, che è in pratica la fonte principale di tutta questa pagina ristrutturata. I testi sono qui presentati in grafia moderna (senza traslitterazione in caratteri latini). Un'avvertenza: in molte versioni cantate sono presenti strofe riprese dalle due poesie originali, in aggiunta o al posto di quelle comunemente cantate. Secondo la pagina-fonte, i testi qui presenti sono ripresi da una copia manoscritta della raccolta poetica Отголоски революции redatta a Taganrog nel 1886. Da notare che i testi sono qui alla 1a persona plurale: "siamo" caduti vittime. [RV]
1.

Мы жертвою пали борьбы роковой,
Любви беззаветной к народу;
Мы отдали всё, что могли, за него,
За жизнь его, труд и свободу.

Порой изнывали мы в тюрьмах сырых...
Свой суд беззаконный над нами
Судьи-палачи изрекли, и на казнь
Идем мы, гремя кандалами.

А деспот пирует в роскошном дворце,
Тревогу вином заливая,
Но грозные буквы давно на стене
Уж чертит рука роковая.

2.

Идет он усталый, и цепи звенят;
Закованы руки и ноги.
Спокойный, но грустный он взгляд устремил
Вперед по пустынной дороге.

Полдневное солнце нещадно палит,
И дышится трудно от пыли,
И вспомнил он живо о тех, что пред ним
Дорогою той проходили.

Тоскою смертельною сжалася грудь,
Слезой затуманились очи...
А жар все сильнее, и думает он:
«Скорее бы холода ночи!..»

Нагрелися цепи от жгучих лучей
И в тело впилися змеями,
И льется по каплям горячая кровь
Из ран, растравленных цепями.

Но он терпеливо оковы несет:
За дело любви он страдает,
За то, что не мог равнодушно смотреть,
Как брат в нищете погибает.

И долго ему приведется нести
Тяжелое бремя страданья!..
Не вырвется стон из разбитой груди
Исчадиям тьмы в посмеянье!..

В груди его вера святая царит,
Что правда сильнее булата,
Что время настанет — оценят ту кровь,
Которую льет он за брата!..

Падет произвол, и восстанет народ
Великий, могучий, свободный!
Прощайте же, братья, вы честно прошли
Свой доблестный путь благородный.

Contributed by Riccardo Venturi - 2019/12/4 - 09:12




Language: Italian

Traduzione italiana delle poesie originali
Italian translation of original poems
Traduction italienne des poèmes originaux
Alkuperäisten runojen italiankielinen käännös
:
Riccardo Venturi, 4-12-2019 18:33
1.

Siamo caduti vittime di una lotta fatale,
Per amore disinteressato verso il popolo.
Per lui abbiamo dato tutto il possibile,
Per la sua vita, per il lavoro e la libertà.

A volte languivamo in umide carceri,
Il loro illegale giudizio su di noi
I giudici carnefici hanno emesso; e in prigione
Andiamo, gemendo in catene.

E il despota festeggia in un sontuoso palazzo
Innaffiando l'ansia con il vino,
Ma sul muro già da tempo la mano fatale
Traccia lettere terrificanti.

2.

Egli cammina stanco, risuonano i ceppi,
In catene sono mani e piedi;
Calmo, ma triste, fissava avanti
Lo sguardo a una strada deserta.

Il sole di mezzogiorno arde spietato
E respira affannosamente per la polvere;
Ricordava vividamente chi, prima di lui,
Aveva percorso quel cammino.

Si serrava il petto in mortale tristezza
Con gli occhi annebbiati dal pianto...
Più forte si fa il caldo, e egli pensa:
“Sarebbe meglio il freddo della notte!..”

Ceppi arroventati da raggi cocenti
Avviluppati al corpo come serpenti,
Ed il sangue caldo scorre goccia a goccia
Dalle ferite aperte dalle catene.

Ma egli porta le catene con pazienza:
Soffre per la causa dell'amore
Perché non poteva guardar con indifferenza
Come un fratello muore in povertà.

E per molto tempo dovrà sopportare
Il pesante fardello della sofferenza...!
Dal petto spezzato non gli uscirà un lamento
Per scherno a quei diavoli delle tenebre!...

Nel suo petto regna la santa fede
Che la verità sia più forte dell'acciaio damaschino,
Che verrà il tempo in cui sarà apprezzato
Il sangue che ora egli versa per il suo fratello.

Scomparirà la prepotenza e il popolo insorgerà
Grande, possente, libero!
Addio, fratelli, con onore avete percorso
Il vostro nobile e valoroso cammino.

2019/12/4 - 18:34




Language: French

Le Chant des martyrs: La versione francese
Le Chant des martyrs: La version française
Le Chant des martyrs: the French version
Le Chant des martyrs: Ranskankielinen versio

"Le Chant des martyrs est à la fois une marche funèbre et un chant révolutionnaire datant de la révolution russe de 1905 en souvenir de ses morts. Le texte russe est de W. G. Archangelski [??] et le compositeur a été probablement N. N. Ikonnikov. C'est un des plus célèbres chants du mouvement ouvrier. Il a été interprété lors des funérailles de Lénine (1924), Leonid Brejnev (1982), de Youri Andropov (1984) et Konstantin Tchernenko (1985). C'est aussi à la manifestation annuelle à l'occasion de l'anniversaire de la mort de Rosa Luxemburg et de Karl Liebknecht à la mémoire des socialistes dans le cimetière central de Friedrichsfelde à Berlin. Le chant des martyrs est également utilisé dans le 3ème mouvement de la 11ème symphonie de Dmitri Chostakovitch dite "L'année 1905". - fr.wikipedia



La (breve) versione francese intitolata Le Chant des martyrs (da notare che il termine originale russo, жертва, può valere anche come “martire”) circolava in Francia già dagli anni '20 del XX secolo. L'autore è sconosciuto, o perlomeno non indicato nelle fonti disponibili in Rete (come autore del testo originale russo le fonti francesi – e tedesche – riportano sempre un “V. G. Archangelski”, le cui iniziali sono discrepanti, mentre l'autore o rielaboratore della melodia è indicato invariabilmente come “N. N. Ikonnikov”). Su questa versione francese si basa palesemente Il canto del martirio, la versione italiana. [RV]
LE CHANT DES MARTYRS

Vous êtes tombés pour tous ceux qui ont faim,
Tous ceux qu'on méprise et opprime,
De votre pitié pour vos frères humains,
Martyrs et victimes sublimes.

Mais l'heure a sonné et le peuple vainqueur
S'étire, respire, prospère.
Adieu, camarades, adieu, nobles cœurs,
Adieu, les plus nobles des frères.

Pour prix de vos peines, la peine de mort,
Ou bien la prison pour la vie,
Du bruit de vos chaînes sont pleines encore
Les plaines de Sibérie.

Mais l'heure a sonné et le peuple vainqueur
S'étire, respire, prospère.
Adieu, camarades, adieu, nobles cœurs,
Adieu, les plus nobles des frères.

Contributed by Riccardo Venturi - 2019/12/4 - 20:26




Language: Italian

Il Canto del Martirio: La versione italiana dall'album "Storia del Partito Comunista Italiano"
Italian version from the album "History of the Italian Communist Party
Version italienne tirée de l'album "Histoire du Parti Communiste Italien"
Italiankielinen versio albumista "Italian Kommunistisen Puoulueen Historia"

Storia Del Partito Comunista Italiano


Il "Canto del martirio" è la libera traduzione in italiano di una canzone popolare russa, presente in un doppio album, dal titolo "Storia del Partito Comunista Italiano" e cantata originariamente da Adriana Martino (soprano lirico e sorella maggiore dell'attrice e cantante Miranda Martino). L'album è introvabile e in rete è rintracciabile solo una versione in inglese dal titolo "Immortal victims". Questa è la versione cantata dal Canzoniere dell'ANPI di Jesi per lo spettacolo Un Gramsci mai visto, di e con Angelo D'Orsi. [Leonardo Lasca]



La versione italiana, come già accennato, si basa invece palesemente su quella francese, Le chant des martyrs, di cui riprende anche il titolo. Si tratta, praticamente, di una sua traduzione. Non deve stupire: in Italia, i canti rivoluzionari e di lotta internazionali, se non provenienti direttamente dalla Francia sono sempre stati comunque mediati attraverso il francese. Praticamente impossibile che lo fossero direttamente, ad esempio, da lingue assolutamente sconosciute ai più come il russo. [RV]
IL CANTO DEL MARTIRIO

Caduti voi siete
per quelli che han fame
per tutti gli oppressi e i liberi.

Del vostro amore
per la verità
voi siete le vittime sublimi.

Ma l’ora suonò
Ed il popolo eroe
Si stende, respira, ricresce

Addio cari compagni
Addio puri cuori
Addio tra i più nobili fratelli

Contributed by Leonardo Lasca - 2019/12/3 - 10:17




Language: German

Unsterbliche Opfer: La versione tedesca di Hermann Scherchen
German version by Hermann Scherchen
Deutsche Nachdichtung von Hermann Scherchen




scherchen

Hermann Scherchen, nato il 21 giugno 1891, è stato un grande musicista e direttore d'orchestra berlinese dalla vita assai avventurosa. Nel 1914 si trovava a Jūrmala, in Lettonia, per dirigere l'Orchestra Sinfonica di Riga; allo scoppio della guerra, fu trattenuto e internato come prigioniero in Russia in quanto cittadino di un paese nemico. In questo periodo, internato in un campo di prigionia negli Urali, continuò a dirigere, a tenere lezioni e a comporre; tra le altre cose, la versione tedesca di Вы жертвою пали (e anche di Смело, товарищи, в ногу, ovvero Brüder, zur Sonne, zur Freiheit!). Nel 1933 Scherchen, di simpatie comuniste, fuggì dalla Germania; visse per quasi tutta la vita in Svizzera, a Gravesano nel Canton Ticino. Morì il 12 giugno 1966 a Firenze, mentre dirigeva a suo modo (vale a dire rigorosamente senza bacchetta, solo con le mani) l'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino nell'Orfeide di Gian Francesco Malipiero, colpito da un infarto sul podio.


Das Lied Unsterbliche Opfer ist ein Trauermarsch, der an die Russische Revolution von 1905 und ihre Toten erinnert. Der russische Text stammt von W. G. [??] Archangelski. Die deutsche Fassung stammt von Hermann Scherchen, der mit dem Lied in russischer Kriegsgefangenschaft vertraut geworden war. Komponist war vermutlich N. N. Ikonnikow. Das Lied zählt zu den bekanntesten politischen Liedern der Arbeiterbewegung. Dmitri Schostakowitsch verarbeitete die Melodie im dritten Satz seiner 11. Sinfonie. Ebenso wird das Thema im vierten Satz in Karl Amadeus Hartmanns Concerto funebre aufgegriffen. Im DDR-Fernsehen konnte man das Lied bei Trauerzeremonien von Leonid Breschnew (1982), Juri Andropow (1984) und Konstantin Tschernenko (1985) hören. Außerdem wurde es bei der jährlichen Demonstration anlässlich des Todestages von Rosa Luxemburg und Karl Liebknecht zur Gedenkstätte der Sozialisten auf dem Zentralfriedhof Friedrichsfelde in Berlin intoniert. Der Marsch war auch ein Bestandteil des Großen Zapfenstreich der Nationalen Volksarmee der DDR. In Eisenhüttenstadt wurde es zu DDR-Zeiten anlässlich des Tages der Befreiung jedes Jahr am 8. Mai auf dem Platz der Deutsch-Sowjetischen-Freundschaft zur Kranzniederlegung am Ehrenmal für die gefallenen sowjetischen Soldaten von einem Blasorchester der Sowjetarmee vorgetragen. - de.wikipedia
UNSTERBLICHE OPFER

Unsterbliche Opfer,
ihr sanket dahin,
wir stehen und weinen,
voll Schmerz, Herz und Sinn.
Ihr kämpftet und starbet
um kommendes Recht,
wir aber, wir trauern,
der Zukunft Geschlecht.

Einst aber,
wenn Freiheit den Menschen erstand
und all euer Sehnen Erfüllung fand:
dann werden wir künden,
wie ihr einst gelebt,
zum Höchsten der Menschheit
empor nur gestrebt!

Einst aber,
wenn Freiheit den Menschen erstand
und all euer Sehnen Erfüllung fand:
dann werden wir künden,
wie ihr einst gelebt,
zum Höchsten der Menschheit
empor nur gestrebt!

Contributed by Juha Rämö - 2015/4/7 - 15:24




Language: Finnish

Surumarssi: La versione finlandese di Esa Paavo-Kallio
Surumarssi: Esa Paavo-Kallion suomennos
Surumarssi: the Finnish version by Esa Paavo-Kallio
Surumarssi: la version finnoise d'Esa Paavo-Kallio



paavokallioEsaias (Esa) Paavo-Kallio, o Paavonkallio, era nato a Isokyrö il 5 gennaio (secondo altre fonti: il 1° maggio) 1858. Morì a Kuortane il 18 dicembre 1936. Insegnante di scuola elementare, fu anche folklorista e scrittore sempre di genere popolare. Aveva studiato a Jyväskylä, dove si era diplomato nel 1884. Lavorò poi anche come fittavolo, predicatore, oratore evangelico e, infine, come oratore per il movimento operaio. Inizialmente nazionalista religioso e conservatore, divenne gradualmente socialista. [RV]
SURUMARSSI

Henkenne veljet uhrasitte kansallenne,
pyyteettömästi taistelunne taistelitte.
Kalleimpannekin alttiiksi veitte puolesta sen,
sen elämän, sen arvon ja vapauden.

Tyrmistä kolkoimmat saitte tulla tuntemaan,
tuomiot ankarat langetettiin aikanaan.
Pyövelin kourat tarttuivat teihin armottomat,
mestattavaksi kahleissa kuljettivat.

Tsaarin me näemme palatsiinsa kätkeytyvän,
viinillä mieltään levotonta tyynnyttävän.
Kauan on silti kirjoitus ollut seinällä sen,
uhkaavat lauseet synkästi liekehtien.

Kun hetki lyö, saatte nähdä kansan mahtavan
oikeutta vaatien uuteen taistoon nousevan.
Nyt hyvästimme lausumme veljet haudallanne,
uljaasti loppuun saakka te taistelitte.

Contributed by Juha Rämö - 2015/4/7 - 15:26




Language: Finnish

Traduzione finlandese di Reino Sandell
Finnish translation by Reino Sandell
Suomennos Reino Sandell
SURUMARSSI

Matkansa päähän toverimme saapunut on,
ihmisen retki siinä aina muuttumaton.
Kerran on meidän viimeinen askel astuttava,
toisilla vielä matka on jatkuva.

Rauhan me silloin saamme loppumattoman,
kun meidät lasketaan helmaan maamme armahan.
Pois murheet, vaivat, pois kyynelvirrat silloin jo on,
matkamme päähän koska saavuttu on.

Taistellen kulki toverimme matkansa tään,
aina sai nähdä retkillänsä kirkkahan sään.
Nyt vaivat loppui, suojaansa kutsui vaeltajan
maaäiti lapsensa, maan taivaltajan.

Rauhan me silloin saamme loppumattoman,
kun meidät lasketaan helmaan maamme armahan.
Pois murheet, vaivat, pois kyynelvirrat silloin jo on,
matkamme päähän koska saavuttu on.

Contributed by Juha Rämö - 2015/4/7 - 15:27




Language: Swedish

Versione svedese / Swedish version / Version suédoise / Svensk version / Ruotsinkielinen versio

Fonte / Source / Källa / Lähde: Socialistiska kampsånger 1925
NI FÖLLO SOM OFFER

Ni föllo som offer i mördande strid,
av kärlek till folket ni föllo.
Ni gåvo det allt vad ni kunde därvid,
allt, allt vad ni heligast höllo.
Och redde en hänsynslös dom eder grav
i fuktiga fängelsegropar,
bland bojornas skrammel ni hälsades av
ett hånrop från bödlarnas hopar.

Despoten i slottet vid bägarens rand
sin oro i vinerna dränker,
men ödet sen länge sin hotande hand
mot skälvande murarna sänker.
Det kommer en morgon då folken har nått
den frihet, den kraft som ni anar.
Farväl då, kamrater, som modigt ha gått
er sköna, er härliga bana.

Se kämpar beredda att offra sitt blod
er följa beständigt i spåren.
Farväl då, kamrater, som gingo med mod
framåt mot den gryende våren.
Ni föllo som offer i mördande strid,
av kärlek till folket ni föllo.
Ni gåvo det allt vad ni kunde därvid,
allt, allt vad ni heligast höllo.

Contributed by Juha Rämö - 2020/4/10 - 23:26




Language: Finnish

Versione finlandese 3 / Finnish version 3 / Version finnoise 3 / Suomenkielinen versio 3: autore sconosciuto / author unknown / auteur inconnu / tekijä tuntematon

Sung to a tune different from the original music, this Finnish version of the song by an unknown author was first published in 1923 in Köyhälistön laulukirja (Proletarian Songbook).

Source: Ilpo Saunio & Timo Tuovinen: Edestä aattehen - suomalaisia työväenlauluja 1890 - 1938 (For the Cause - Finnish Working Class Songs 1890 - 1938, Tammi Publishing Company, Helsinki 1978)
HAUTAUSMARSSI

Te kaaduitte taistelussa vapauden,
eestä ihmisarvon ja oikeuden.
Te annoitte kaikki teidän voimanne
sen suuren puhdistustyön etehen.

Teitä kidutettiin kosteissa vankiloissa
ja kärsimykset oli teillä kuumia.
Teurastajat tuomion toimeen panivat,
he ihmisyyttä vailla kaikki olivat.

Teitä kuljetettiin väsyneinä, ketjut helisi,
ne oli kiinnitetty käsihin ja jalkoihin,
vaan tyynesti te astelitte aina eteenpäin,
olittehan seuranneet aatteita näin.

Tulistuivat ketjut kuumuudesta,
ilmassa oli matoja niin myrkyllisiä.
Veri tippui maahan tulikuumana
kahleiden repimistä haavoista.

Te kannoitte kahleenne hiljalleen
sen suuren puhdistustyön etehen.
Kun ette voineet katsella vapaamielellä
veljienne nälissänsä nääntyvän.

Kun hirmuvallan salongit on kullalla verhottu
ja myrkkymalja köyhän kansan kurkkuun kaadettu.
Vaan ne kirjoitukset ankarat seinillä on nyt
piirtänyt käsi, joka on paljon kärsinyt.

Totuus sydämess' on puhdas ja vakava,
se on vakavampi kuin valhevalta maailman.
Aika tulee vielä, jolloin veri punnitaan,
jonka ootte vuodattaneet eestä veljein maan.

Aika tulee vielä, jolloin kansa on nouseva
suurena, mahtavana, voimakkaana.
Hyvästi siis, veljet, siskot, kerta viimeinen,
te rehellisnä taistelitte vereen viimeiseen.

Contributed by Juha Rämö - 2021/11/4 - 09:05




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