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Lied des Gefangenen

Heinrich Heine
Lingua: Tedesco


Lista delle versioni e commenti


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[1817-21]
Versi di Heinrich Heine, nella raccolta “Buch der Lieder” (sezione “Junge Leiden”, capitolo “Romanzen”), pubblicata nel 1827.
Questa poesia è già strutturata di per sé come canto, ma è stata comunque musicata da diversi compositori quali Bernhard Jestl, Wilhelm Kempff, Franz Theodor Kugler ed Eduard Steuermann (si veda The LiederNet Archive)

Buch der Lieder


Un condannato a morte, nelle sue ultime ore di vita, ricorda il destino della nonna processata per stregoneria e messa al rogo. Trasformatasi in corvo nel momento del trapasso, la vecchia indomita che rifiutò di confessare è invocata dal prigioniero alla vigilia della sua impiccagione. (Stefania Sbarra)
Als meine Großmutter die Lise behext,
Da wollten die Leut sie verbrennen.
Schon hatte der Amtmann viel Dinte verklext,
Doch wollte sie nicht bekennen.

Und als man sie in den Kessel schob,
Da schrie sie Mord und Wehe;
Und als sich der schwarze Qualm erhob,
Flog sie als Rab in die Höhe.

Mein schwarzes, gefiedertes Großmütterlein!
O komm mich im Turme besuchen!
Komm, fliege geschwind durchs Gitter herein,
Und bringe mir Käse und Kuchen.

Mein schwarzes, gefiedertes Großmütterlein!
O möchtest du nur sorgen,
Daß die Muhme nicht auspickt die Augen mein,
Wenn ich luftig schwebe morgen

inviata da Bernart Bartleby - 23/2/2015 - 11:08




Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Stefania Sbarra, da “La forma chiusa. Poesia dal carcere”, in “Semicerchio. Rivista di poesia comparata”, febbraio 2007.
CANTO DEL PRIGIONIERO

Quando la mia nonna stregò la Lise
La gente voleva bruciarla.
Già molto inchiostro aveva sprecato il podestà,
Ma lei non confessò.

E quando la spinsero nella caldaia,
Gridò agli assassini e lanciò maledizioni,
E quando il denso fumo si levò
Spiccò il volo del corvo.

La mia nonnina dalle nere piume!
Oh, vieni a trovarmi nella torre!
Vieni, vola svelta e attraversa la grata,
E portami formaggio e dolci.

La mia nonnina dalle nere piume!
Ti prego, assicurati
Che la tua comare non mi strappi gli occhi
Quando domani penderò nell’aria!

inviata da Bernart Bartleby - 23/2/2015 - 11:09




Lingua: Francese

Traduzione francese di Pierre Mathé da The LiederNet Archive
CHANSON DU PRISONNIER

Quand ma grand-mère ensorcela Lise,
Les gens voulurent la faire brûler.
Déjà le magistrat avait répandu beaucoup d'encre,
Mais elle ne voulait rien reconnaître.

Et quand on la jeta dans le chaudron,
Alors de douleur, elle hurla à la mort ;
Et quand une épaisse fumée noire s'éleva,
Elle s'envola dans les airs comme un corbeau.

Ma petite grand-mère, noire et emplumée !
Ô rends-moi visite dans la tour !
Viens, vole vite, entre par la grille,
Et apporte-moi du fromage et du gâteau.

Ma petite grand-mère, noire et emplumée !
Ô puisses-tu juste t'assurer
Que ma tante ne me picore pas les yeux
Demain quand je planerai dans les airs.

inviata da Bernart Bartleby - 23/2/2015 - 11:09




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