Al partigiàn ad Piasẽisa
Mario Gallinari e Quinto Canevari
Langue: italien (Emiliano Piacentino (Piasintẽi))
Al partigiàn ad Piasẽisa
L’è sẽipr’ astà unurà
In fat ad cumpetẽisa,
‘D gueriglia e da sc’iuptà,
Hi ‘l na g’ha mia paghïra
Di infam republicàn,
Né di tugnìn ca gira
So e su par la citè.
Forsa ragàs ch’i èn i ultim pas,
Che pe ‘ndùm su con decisiõn
Noi obi muscòt, lur cei canõn,
I scaparàn ‘d disperasiẽn.
Daai to, Gigìn, col to muscèt,
Tìragh pïr dei da maladòt,
Forsa Tarsan co’il bomb a man
Mitralia e Sten i cantaràn.
Prest noi a gnìm si a Piasẽisa,
Va gnùm a liberà,
Fi mia la fasia scïra
Sa sùm un po’ strasà,
Sùm d’uri idea sula,
L’ari same imparà,
Un cumandant in testa,
E via par la citè.
.
Scapa i tugnìn, i republicàn,
con tilt it dẽn asfegatà,
Che s’ia ciapïm is fùm tusù
Dai nos barber specialisè,
Gh’è un po’ di colt da regulà
Cumprès Pipelu e it Pudestà,
Al siur Parfèt con Federal,
I èn tïta gint da masacrà.
Nui sùm la in sla muntagna,
Urn fat dal tributè
Par culpa dla Germania
Urn fat di gran sc’iuptà,
e se quãidõi la tésta ag gira
Parché ‘g tucà scapà,
Sanòn e compagnia
Ag la farùm pagà.
L’è sẽipr’ astà unurà
In fat ad cumpetẽisa,
‘D gueriglia e da sc’iuptà,
Hi ‘l na g’ha mia paghïra
Di infam republicàn,
Né di tugnìn ca gira
So e su par la citè.
Forsa ragàs ch’i èn i ultim pas,
Che pe ‘ndùm su con decisiõn
Noi obi muscòt, lur cei canõn,
I scaparàn ‘d disperasiẽn.
Daai to, Gigìn, col to muscèt,
Tìragh pïr dei da maladòt,
Forsa Tarsan co’il bomb a man
Mitralia e Sten i cantaràn.
Prest noi a gnìm si a Piasẽisa,
Va gnùm a liberà,
Fi mia la fasia scïra
Sa sùm un po’ strasà,
Sùm d’uri idea sula,
L’ari same imparà,
Un cumandant in testa,
E via par la citè.
.
Scapa i tugnìn, i republicàn,
con tilt it dẽn asfegatà,
Che s’ia ciapïm is fùm tusù
Dai nos barber specialisè,
Gh’è un po’ di colt da regulà
Cumprès Pipelu e it Pudestà,
Al siur Parfèt con Federal,
I èn tïta gint da masacrà.
Nui sùm la in sla muntagna,
Urn fat dal tributè
Par culpa dla Germania
Urn fat di gran sc’iuptà,
e se quãidõi la tésta ag gira
Parché ‘g tucà scapà,
Sanòn e compagnia
Ag la farùm pagà.
envoyé par Riccardo Venturi (in onore di Daniela -k.d.-) - 10/2/2015 - 12:19
Langue: italien
Traduzione italiana
(Da Canti di Lotta).
Nota. Nel testo sono nominate figure piacentine dell'epoca (evidentemente fascisti), come Pipelu e Zanoni, sulle quali non siamo riusciti a reperire notizie precise.
(Da Canti di Lotta).
Nota. Nel testo sono nominate figure piacentine dell'epoca (evidentemente fascisti), come Pipelu e Zanoni, sulle quali non siamo riusciti a reperire notizie precise.
IL PARTIGIANO DI PIACENZA
I1 partigiano di Piacenza
è sempre stato onorato,
in fatto di competenza,
di guerriglia e di schioppettate.
Lui non ha mica paura
degli infami repubblichini
né dei tedeschi che girano
su e giù per la città.
Forza ragazzi, che sono gli ultimi passi
che poi scendiamo con decisione
noi coi moschetti, loro con i cannoni
scapperanno dalla disperazione
dai tu, Gigino, col tuo moschetto
dacci pur dentro da maledetto
forza, Tarzan, con le bombe a mano,
mitraglia e Sten canteranno.
Presto, noi, scendiamo a Piacenza
vi veniamo a liberare,
non fate la faccia scura
se siamo un po' stracciati
siamo di un'idea sola
l'avrete già imparato,
un comandante in testa
e via per la città.
Scappano i tedeschi, i repubblichini
con tutte le donne sfegatate
che se le prendiamo le facciamo tosare
dai nòstri barbieri specializzati.
Ci sono un po' di conti da regolare
compreso Pipelu e il Podestà,
il signor Prefetto col Federale
son tutta gente da massacrare.
Noi siamo sulla montagna,
abbiamo tribolato
per colpa della Germania
abbiamo fatto delle gran schioppettate.
E se a qualcuno gli gira la testa
perché gli tocca scappare,
Zanoni e compagnia
gliela faremo pagare.
I1 partigiano di Piacenza
è sempre stato onorato,
in fatto di competenza,
di guerriglia e di schioppettate.
Lui non ha mica paura
degli infami repubblichini
né dei tedeschi che girano
su e giù per la città.
Forza ragazzi, che sono gli ultimi passi
che poi scendiamo con decisione
noi coi moschetti, loro con i cannoni
scapperanno dalla disperazione
dai tu, Gigino, col tuo moschetto
dacci pur dentro da maledetto
forza, Tarzan, con le bombe a mano,
mitraglia e Sten canteranno.
Presto, noi, scendiamo a Piacenza
vi veniamo a liberare,
non fate la faccia scura
se siamo un po' stracciati
siamo di un'idea sola
l'avrete già imparato,
un comandante in testa
e via per la città.
Scappano i tedeschi, i repubblichini
con tutte le donne sfegatate
che se le prendiamo le facciamo tosare
dai nòstri barbieri specializzati.
Ci sono un po' di conti da regolare
compreso Pipelu e il Podestà,
il signor Prefetto col Federale
son tutta gente da massacrare.
Noi siamo sulla montagna,
abbiamo tribolato
per colpa della Germania
abbiamo fatto delle gran schioppettate.
E se a qualcuno gli gira la testa
perché gli tocca scappare,
Zanoni e compagnia
gliela faremo pagare.
envoyé par Riccardo Venturi - 10/2/2015 - 12:50
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Sull'aria di In sal lugiõn dal Municipal
(Caret-Testori)
Secondo Canti di Lotta (sito distinto dal Deposito), i versi di questo canto sarebbero stati composti tra il 1944 e il 1945 dai partigiani piacentini Mario Gallinari e Quinto Canevari, appartenenti alla 59a Brigata Garibaldi. La melodia a ispirata ad una canzonetta locale intitolata In sal lugiõn dal Municipal [Nel loggione del (teatro) Municipale] (parole di E. Caret, la, musica di Testori), nota gia prima dell'inizio della seconda guerra mondiale. La canzone a stata registrata a Piacenza il 12 giugno 1975 da Mario Di Stefano, informatrice Luisa Vaccari. Fin qui le notizie sul canto; ma c'è da dire qualcosa sul testo. Diffusosi da "Canti di Lotta" in alcuni altri siti con una grafia piacentina non pienamente rispondente, e soprattutto senza l'accentazione delle finali laddove necessaria, è stato qui ricostruito integralmente cercando anche di rendere un particolare fonema del piacentino, indicato qui con [ ẽ ], presente tra l'altro nel nome stesso della città, che in mancanza d'altro ho definito vocale nasale denasalizzata. È da anni la mia disperazione; pur conoscendo dozzine di lingue o quasi, non mi è mai riuscito pronunciare correttamente Piasẽisa. Sono assolutamente certo che si tratta di un fonema presente soltanto in alcuni dialetti groenlandesi settentrionali e nella lingua delle Isole Andamane. Per pronunciarlo, sono giunto alla conclusione che occorra articolare la "e" nasale del francese facendola però impercettibilmente tendere verso la "a" e infilandosi previamente un Cotton Fioc nel naso. [RV]