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Il naufragio del Katër i Radës

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Lingua: Italiano


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2007
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La Katër i Radës, realizzata in Unione Sovietica negli anni cinquanta come motosilurante, era stata trasformata in pattugliatore costiero negli anni settanta.

Era stata rubata al porto di Saranda da gruppi criminali che gestivano il traffico di immigrati clandestini. Partì da Valona nel pomeriggio del 28 marzo 1997carica di profughi che cercavano di raggiungere le coste italiane, per fuggire dall'Albania in preda all'anarchia. Sulla piccola imbarcazione, progettata per 9 membri dell'equipaggio, avevano trovato invece posto verosimilmente 142 persone.



Alle 17:15 fu avvistata dalla fregata Zeffiro, impegnata nell'operazioneBandiere Bianche, nome in codice con cui era nota l'operazione di blocco navale realizzata per limitare gli sbarchi delle cosiddette carrette del mareprovenienti dalle coste albanesi. La Zeffiro intimò alla Katër i Radës di invertire la rotta, ma la nave albanese proseguì.

Quindici minuti più tardi la nave viene presa in consegna dalla corvetta Sibilla, più piccola ed agile, che si occupò di effettuare le manovre di allontanamento, avvicinandosi in cerchi sempre più stretti alla Katër i Radës.

Alle 18:45 avvenne l'urto; alle 19:03 la nave affondò. Secondo i giudici la colpa era da dividere tra i comandanti delle due imbarcazioni: sia la sentenza di primo grado, giunta nel 2005, che quella di secondo grado, del 2011, hanno stabilito che il comandante della Katër i Radës aveva effettuato delle manovre scorrette, non ascoltando le intimazioni, mentre la corvetta italiana cercava energicamente di impedire il passaggio. La condanna per Namik Xhaferi, alla guida della nave albanese, fu a quattro anni di carcere, poi ridotti in appello a tre anni e dieci mesi; quella per Fabrizio Laudadio, comandante della Sibilla, ammontava a tre anni, poi ridotti a due anni e quattro mesi. Il relitto della nave, recuperato, è diventato a Otranto un monumento ad opera dell'artista greco Costas Varotsos.


Il 26 gennaio 2000 è stata presentata alla Camera, l'interpellanza parlamentare (2-02197) a firma Nardini, Giordano, Vendola, Mantovani, De Cesaris per chiedere al Presidente del Consiglio e al Ministro della Difesa di riferire in merito al "verbale della testimonianza del capitano di corvetta Angelo Luca Fusco i cui contenuti – se confermati – indicano una grave responsabilità dei vertici militari e politici nell'affondamento della nave albanese". In una puntata della trasmissione televisiva Ballarò di qualche anno fa, viene riportata una dichiarazione di Romano Prodi, all'epoca dei fatti Presidente del Consiglio: "La sorveglianza dell'immigrazione clandestina attuata anche in mare rientra nella doverosa tutela della nostra sicurezza e nel rispetto della legalità che il governo ha il dovere di perseguire".
Gli occhi verso Est a montagne non più mie
dentro il mio domani vedo ciò che non riavrò

sogni al posto di illusioni
ci hanno promesso un mondo
ci hanno venduto un dio
che non c'è

E i giorni sono andati
e oggi amore mio
io non ti dico ciao
ti dico addio

Gli occhi dritti ad Est io ti lascio Albania
Gli occhi verso Est io ti lascio terra mia

inviata da dq82 - 21/1/2015 - 15:40


Il monumento del relitto della Katër i Radës si trova in Piazza all'Umanità migrante a Otranto, la piazza antistante il porto

Piazza all'Umanità migrante

Dq82 - 4/5/2019 - 15:08




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