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A United Earth (I, II, III)

Alan Stivell


Alan Stivell

Lista delle versioni e commenti


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(Alan Stivell)


[1998]
Parole e musica di Alan Stivell
Nell’album intitolato “1 Douar”
Con Youssou N'Dour (I e II) e Ashley Maher (III)

1 Douar

Nel 1998, quando Alan Stivell scrisse questo pezzo multilingue (bretone, francese e inglese, più la parte in wolof cantata da Youssou N'Dour e della quale in rete non si ha traccia), Alan Stivell era ormai ànema e core nella sua fase “world”: world music, world spirit, world 'gniòsa [1]. Insomma, lo spered hollvedel (spirito universale) di un suo famosissimo brano strumentale. Si deve prendere quindi questo brano, giustappunto, in questo spirito: una sorta di “imram” (viaggio spirituale) alla ricerca delle radici comuni di tutti gli esseri umani in tutte le loro diversità. Princìpi senz'altro nobilissimi, sui quali ci sarebbe ben poco da dire: solo che, ci dispiace molto per il sig. Cochevelou / Kozh Stivelloù, il mondo sembra essere andato, come di consueto, da tutt'altra parte. Il limite di tutto il “world movement”, con tutta la sua spiritualità, è purtroppo questo: non accorgersi mai che dello “spirito” agli esseri umani non importa praticamente nulla, e che nessuno “spirito” potrà prevalere senza la coscienza di un radicale cambiamento di sistema. Argomento che sembrava un po' affiorare nel primo Stivell giovanile, ma che poi si è perso in Acquarii, spiriti e compagnia bella. Preferivo di gran lunga lo Stivell che cantava in bretone stretto, ridando vita a una lingua dimenticata da Iddio e dagli uomini, che ai “mix” con pure l'inglese di mezzo; ma tant'è e sono cose mie personali. Non amo però i “parlamenti mondiali”, ce n'è già uno (si chiama ONU) che si vede bene come parlamenta; per non parlare del “Parlamento Europeo” e roba del genere. Restano comunque i nobilissimi principi di cui sopra, ma per “intendersi tutti assieme” ci sarebbe bisogno di ben altro. Ma forse questo “ben altro” non starebbe molto bene nello star system in cui Alan Stivell si è ormai infilato da tempo. Come quasi sempre, bisogna tenersi i ragazzini e decidersi invece a mandare al diavolo i settantenni diventati saggi. [RV]
I


Dalc'homp d'hon Imram war lestr an Douar
'Vit pell 'maomp ni aman marse 'walc'h
O veajiñ en Hollved a-gevret
Leun eo 'r c'harr-nij, gwelloc'h n'em glevet
Disheñvel omp breton pe gall, du pe gwenn
Kendere omp, pep hin' zo mabden

Continuant le voyage sur le vaisseau terrestre
Pour longtemps nous y sommes, c'est probable
Visitant l'univers ensemble
L'avion est plein, mieux vaut s'entendre
Différents, Bretons, Français, noirs ou blancs,
Un humain égale un humain.

Let's pursue our quest on the vessel of the earth
We'll be on board for a long time to come
Together we 'll visit the universe
Our flight is full, surely better get on well together
Different all, Breton or French, black or white
Each man equal to anonther

II


Diboa ma zeg vloaz hunvreet 'm eus dalc'hmat 'n ur bed unanet
Mil dileuriad o ren e dael meur an douar
Disheñvel ha par, digor d'ar re all
Astennet ar spered gant ijin pobloù all

Rak plij' a ra din an evn o nijal a-hus d'an harzoù ijinet gant mabden

Dao eo deomp bevañ ni holl asambles, n'hon eus ket a choaj
Hor beaj wa' 'n douar 'badfe ket hir 'mod all
Ken 'vo gant 'n holl dud dre 'man asantet bezañs ar re all
Ne 'vo ket plijadur 'ba 'r vuhez wa' 'n douar

Ka' plij' a ra din an evn o nijal a-hus d'an harzoù ijinet gant an den

Depuis mes dix ans j'ai sans cesse rêvé à un monde uni
Mille députés siégeant à la haute assemblée terrienne
Egaux et dissemblables, ouverts au génie des autres peuples
Elargissant l'esprit de chacun

Car j'aime le vol de l'oiseau au-dessus des frontières inventées par l'homme

Il nous faut vivre tous ensemble, nous n'avons pas le choix
Notre voyage sur terre ne serait pas long autrement
Tant que tous ici n'auront accepté l'existence des autres
Il n'y aura pas de vrai bonheur sur Terre

Car j'aime le vol de l'oiseau au-dessus des frontières inventées par l'homme

We are to live here, all of us together, we have got no choice
Our trip on earth wo'nt be long otherwise
Different and equals, broken be the walls,
Richer be our minds growing from other grounds...

For I love the bird's flight over or man-made frontiers...

III


Etre daou Ifern
N'eus c'hoazh nemet un hent digor
Etre daou ifern
N'eus 'met un tu mont 'dreuz un nor

Douzh un tu 'n ifern
Gant tud rannet, serret d'ar re all
lec'h all un niverenn
Evit tud dizanv ha heñvel

Entre deux enfers
Un seul chemin ouvert
Entre deux enfers
Un passage nous est offert

D'un côté l'enfer
Des gens fermés
De l'autre celui des nombres
Remplaçant les noms

In between two hells
There is only one open road
In between two hells
There's a way to pass thru the door

On one side a hell
Separate people, close to one another
On the other side faceless numbers
To replace human names
[1] Il livornese 'gniòsa ("ogni cosa, tutto") è parola che mostra in pieno una "mutazione", come il 90% dei dialetti toscani e tutte le lingue celtiche. Con buona pace dei Legaiuoli "prima fase", è molto più "celtico" il livornese che i loro dialetti galloitalici.

inviata da Bernart Bartleby - 12/1/2015 - 13:44



Lingua: Italiano

Traduzione italiana (del testo bretone) di Riccardo Venturi
16 gennaio 2016

Due parole del traduttore. Assumendo (del tutto arbitrariamente) che il testo bretone sia quello "guida" di questo brano (ma, del resto, viene in prima posizione...), ho scelto di tradurre proprio questo senza tenere conto delle versioni in francese e inglese (che in alcuni punti sono divergenti dal bretone e anche divergenti tra di loro). Il bello del bretone è che, nel profondo, è ancora una lingua prettamente contadina e terra-terra, molto chiara e semplice; quindi ho tradotto alla lettera (con qualche nota, anche linguistica; non che pretenda che chi eventualmente legga si metta a imparare il bretone, ma chissà che a qualcuno non faccia venire la voglia). Purtroppo, con tutta probabilità, non si saprà mai che cosa voglia dire la parte in wolof.
TERRA UNITA I, II, III

I. Continuiamo il nostro Viaggio [1] sul vascello della Terra
Ci staremo a lungo, probabilmente a sufficienza
Per viaggiare insieme nell'Universo
Pieno è l'aereo, è meglio intendersi
Siamo differenti, bretoni o francesi, neri o bianchi
Siamo uguali, ognuno è un essere umano [2]

II. Da quando avevo dieci anni ho sognato sempre un mondo unito
Mille deputati al grande parlamento terrestre [3]
Diversi e pari, aperti agli altri
Si accresce lo spirito con l'ingegno degli altri popoli

Perché mi piace il volo degli uccelli sopra le frontiere create dall'uomo

Dobbiamo vivere tutti assieme, non abbiamo la scelta
Il nostro viaggio sulla terra non durerebbe a lungo, altrimenti
Finché da tutti non sarà accettata l'esistenza degli altri
Non ci sarà gioia di vivere sulla terra.

Perché mi piace il volo degli uccelli sopra le frontiere create dall'uomo

III. Tra due inferni
Non c'è che una strada aperta
Tra due inferni
Non c'è che un mezzo [4] per attraversare una porta [5]

Da una parte [6] l'inferno
Con persone ottuse, chiuse agli altri
Dall'altra un numero
Per le persone senza nome e uguali.
[1] La parola imram non è bretone: è in antico irlandese. Significa, alla lettera, "viaggio per mare a remi" ed è stata storicamente usata per i monaci irlandesi che, nell'alto medioevo, si gettarono letteralmente su barchette a remi per andare a ridiffondere nel continente il patrimonio culturale classico che era stato da loro salvato nei loro monasteri, e per fondarne di nuovi. Viene usata adesso per il "viaggio alla ricerca di qualcosa", il viaggio spirituale. E' stata scelta anche per denominare un importante premio letterario (il premio Imram, appunto) destinato ad opere originali in lingua bretone: la prima edizione (nel 1986) la ha vinta una nostra conoscenza, Maodez Glanndour; nel 1998 lo ha ricevuto Anna Mouradova, una russa moscovita che scrive in bretone. Nel 2006 lo ha vinto Alan Stivell.

[2] Per "essere umano" il bretone utilizza alla lettera la dizione biblica ebraica: "figlio dell'uomo" (ebraico: בן אדם).

[3] Nella traduzione si è scelto di eliminare il termine o ren, che sembra curiosamente un po' in contrasto con tutto l'egualitarismo del testo: significa "che dirigono, che conducono" e addirittura "che regnano" (il senso etimologico, dal francese régner). Decisamente contraddittorio.

[4] In questi due punti si hanno esempi del termine bretone dai significati più vari e numerosi: tu. Significa praticamente tutto, come il tedesco Zug protagonista di un famoso pezzo satirico di Mark Twain.

[5] Nota squisitamente linguistica: "porta" si dice dor in bretone, ed è antichissimo termine indoeuropeo (inglese door, greco φόρος, latino forum eccetera). Quando piglia l'articolo determinato, in bretone diventa an nor ed è l'unico caso in cui in bretone si ha la "mutazione nasale" che invece è rimasta pienamente operante in gallese. In questa lingua, "Galles" si dice Cymru, ma "in Galles" si deve dire yng Nghymru. Carino, no?

[6] v. nota 4.

16/1/2016 - 07:41


Spero solo che le parti in bretone siano corrette...
Flavio e Riccardo, potete controllare? Grazie!

Bernart Bartleby - 12/1/2015 - 13:46


perfette, Bernart!

Flavio Poltronieri - 12/1/2015 - 16:57


Meno male! Sudavo freddo con voi, irrudicibili Armoricaines, nei paraggi!
Grazie per la traduzione di Pouvoir.
Saluti

Bernart Bartleby - 13/1/2015 - 00:26


manca pero' la parte iniziale in wolof cantata da Youssou N'Dour. Il wolof e' sistematicamente discriminato nei siti che riportano i testi delle canzoni...

CCG Staff - 13/1/2015 - 08:31


Assolutamente giusta l'osservazione dello Staff di un anno fa. Nel rimettere questa pagina (che qualche piccola imperfezione la aveva, specialmente nella resa del testo bretone: curioso che sia stata ripresa di peso dal forum ufficiale di Alan Stivell!), mi sono un po' rimesso a cercare se per caso in rete qualcuno avesse messo la parte in wolof di Youssou N'Dour: inutile. Eppure " N'Dour " sarebbe la cosa più "world" del mondo: un nome senegalese che in bretone, per coincidenza, significherebbe "l'acqua" (e, per aumentare ancora di più il "world", tale antica parola indoeuropea è esattamente la stessa, etimologicamente, del greco antico ὕδωρ, dell'inglese water, dell'ittita watar...). Se ne deduce che, almeno nei siti di liriche stivelliane, nei suoi forum e nei video, il wolof proprio non lo càano. Eppure è lingua scritta, ufficiale di uno stato di questo Mondo Unito (!?!) e parlata da quasi 4 milioni di esseri umani anche nelle nostre città: io mi sono fatto tradurre la dicitura "Canzoni contro la guerra" in wolof (Wey ak khekh) da un ragazzo senegalese che spostava e rimetteva a posto i carrelli alla defunta Esselunga di via dell'Argingrosso. Specifico che in via dell'Argingrosso finora non ho mai incontrato nessuno che spostasse i carrelli in bretone.

Richard Gwenndour - 16/1/2016 - 07:22


Nota tecnica per il webmaster: sarebbe possibile rendere operanti le note "new style" anche nelle introduzioni? Grazie!

Riccardo Venturi - 16/1/2016 - 08:37


Alan Stivell
Renaissance Of The Celtic Harp

Kris Bran - 13/10/2020 - 23:09


C'era una giovane l'inglese che girava per l'Italia centrale e suonava una piccola arpa da viaggio per le strade intorno al 2000. Qualcuno di Voi l'ha conosciuta?

Kris Bran - 13/10/2020 - 23:34




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