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Langue: yiddish


Mark Varshavski [Mark Warshawsky] / Марк Маркович Варшавский / מאַרק וואַרשאַווסקי

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(Mark Varshavski [Mark Warshawsky] / Марк Маркович Варшавский / מאַרק וואַרשאַווסקי)


Oyfn pripetshik
[1872]
Testo e musica di Mark Varshavski
Lyrics and music by Mark Varshavski
Paroles et musique de Mark Varshavski

hebalf


Quante volte, in questa sezione yiddish del sito, abbiamo avuto modo di parlare dell'alfabeto ebraico in note e commenti; forse anche, per chi scrive, quelle lettere vecchie quanto il mondo, o quasi, rappresentano un legame con un passato del tutto sconosciuto ma che, in una maniera che non so, sento anche mio. Questa canzone, tra le più famose in lingua yiddish, parla proprio dell'alfabeto ebraico, di quelle lettere che un vecchio rabbino e maestro insegna ai bambini della scuola di un qualche shtetl del vecchio Impero. L'autore di questa canzone, Mark Varshavski (Mark Markovič Varšavskij) era nato a Odessa nel 1848 ed era stato uno dei più prolifici autori di canzoni popolari; si dice che, quando furono ascoltate dal grande scrittore Sholem Aleichem, questi non disse dapprima nulla, si alzò, e andò a abbracciare e baciare Varshavski. Aggiunse poi: “Farabutto, ma perché non le pubblichi? Se non sapessi che queste canzoni sono tue, giurerei di averle sentite cantare da mia madre!”. Nacquero così le Yidishe folkslider, stampate nel 1914, da allora tra i canzonieri più amati in lingua yiddish.

Mark Varshavski.
Mark Varshavski.
Talmente connaturate con il vecchio e sterminato ebraismo dell'Europa orientale, da essere considerate canzoni popolari non appena nascevano e venivano messe in circolazione. Oyfn pripetshik (“Sul focolare”) era già divenuta, verso la fine del XIX secolo (Varshavski morì nel 1907) una delle canzoni yiddish più popolari. Riflette la vita grama di ogni comunità ebraica del tempo: una povera cucina a legna, una scuola improvvisata e un maestro che insegna ai bambini l'alef-bet. E' l'Europa prima della Shoah, ma comunque immersa in un presente di pogrom, di ghetti, di povertà, di emigrazione. L'apprendimento dell'antico alfabeto va quindi ben oltre la semplice lettura: esso rappresenta un legame, un appiglio, un compagno di vita che darà forza nelle sicure avversità e negli esili che tutti dovranno patire. “La storia degli Ebrei è scritta nelle lacrime”: ”Quando sarete cresciuti, bambini / Capirete di quante lacrime / Sono fatte queste lettere / E di quanto dolore.” Questo è il significato della canzone e della semplice storia che racconta.

Quel che sarebbe accaduto di lì a non molto tempo non deve far perdere mai di vista che si tratta, comunque, di una canzone nata per dare speranza in un presente già difficile e doloroso. Incisa su disco per la prima volta nel 1918 da Nahum Koster, da allora non ha mai conosciuto momenti di oblio ed è tuttora cantata ovunque nelle scuole ebraiche fin da quando si comincia a compitare l'alef-bet-gimel. E, del resto, la sentii nominare (anche se non cantare) per la prima volta proprio dalla mia prima insegnante, Tali, al momento in cui imparavo a leggere in ebraico nel 1998, a Livorno. Non avevo ricollegato di averla già sentita cantare in un'indimenticabile scena di Schindler's List. Oggi arriva, in ritardo, a questo sito; ma ci arriva. [RV]

אויפן פריפעטשיק ברענט אַ פייערל
און אין שטוב איז הייס,
און דער רבי לערנט קליינע קינדערלעך
דעם אלף־בית.

זאגט זשע, קינדערלעך, געדענקט זשע טייערע,
וואס איר לערנט דא;
זאגט זשע נאך אַ מאל, און טאַקע נאך אַ מאל:
קמץ־אלף: אָ!

לערנט, קינדער, מיט גרויס חשק,
אזוי זאג איך אייך אן;
ווער ס'וועט גיכער פון אייך קענען עברי,
דער באקומט א פאהן.

זאגט זשע, קינדערלעך, געדענקט זשע טייערע,
וואס איר לערנט דא;
זאגט זשע נאך אַ מאל, און טאַקע נאך אַ מאל:
קמץ־אלף: אָ

לערנט, קינדער, האט נישט מורא,
יעדער אנהייב איז שווער;
גליקלעך דער וואס האט געלערנט תורה,
צי דארף א מענטש נאך מער?

זאגט זשע, קינדערלעך, געדענקט זשע טייערע,
וואס איר לערנט דא;
זאגט זשע נאך אַ מאל, און טאַקע נאך אַ מאל:
קמץ־אלף: אָ

איר וועט, קינדער, עלטער ווערן,
וועט איר אליין פארשטיין,
וויפל אין די אותיות ליגן טרערן
און וויפל געוויין...

זאגט זשע, קינדערלעך, געדענקט זשע טייערע,
וואס איר לערנט דא;
זאגט זשע נאך אַ מאל, און טאַקע נאך אַ מאל:
קמץ־אלף: אָ

אז איר וועט, קינדער, דעם גלות שלעפן,
אויסגעמוטשעט זיין,
זאלט איר פון די אותיות כוח שעפן,
קוקט אין זיי אריין.

זאגט זשע, קינדערלעך, געדענקט זשע טייערע,
וואס איר לערנט דא;
זאגט זשע נאך אַ מאל, און טאַקע נאך אַ מאל:
קמץ־אלף: אָ

envoyé par Riccardo Venturi - 4/1/2015 - 13:00




Langue: yiddish

Trascrizione del testo in caratteri latini
Romanized Yiddish lyrics

alefbeth
OYFN PRIPETSHIK

Oyfn pripetshik brent a fayerl,
Un in shtub iz heys,
Un der rebe lernt kleyne kinderlekh,
Dem alef-beys.

Zet zhe kinderlekh, gedenkt zhe, tayere,
Vos ir lernt do;
Zogt zhe nokh a mol un take nokh a mol:
Komets-alef: o!

Lernt, kinder, mit groys kheyshek,
Azoy zog ikh aykh on;
Ver s'vet gikher fun aykh kenen ivre -
Der bakumt a fon.

Zet zhe kinderlekh, gedenkt zhe, tayere,
Vos ir lernt do;
Zogt zhe nokh a mol un take nokh a mol:
Komets-alef: o!

Lernt, kinder, hot nit moyre,
Yeder onheyb iz shver;
Gliklekh der vos hot gelernt toyre,
Tsi darf der mentsh nokh mer?

Zet zhe kinderlekh, gedenkt zhe, tayere,
Vos ir lernt do;
Zogt zhe nokh a mol un take nokh a mol:
Komets-alef: o!

Ir vet, kinder, elter vern,
Vet ir aleyn farshteyn,
Vifl in di oysyes lign trern,
Un vi fil geveyn.

Zet zhe kinderlekh, gedenkt zhe, tayere,
Vos ir lernt do;
Zogt zhe nokh a mol un take nokh a mol:
Komets-alef: o!

Az ir vet, kinder, dem goles shlepn,
Oysgemutshet zayn,
Zolt ir fun di oysyes koyekh shlepn,
Kukt in zey arayn!

Zet zhe kinderlekh, gedenkt zhe, tayere,
Vos ir lernt do;
Zogt zhe nokh a mol un take nokh a mol:
Komets-alef: o!

envoyé par Riccardo Venturi - 4/1/2015 - 13:07




Langue: italien

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
4 gennaio 2015

La copertina (bilingue) della prima edizione delle Yidishe folkslider di M. Varshavski (1914).
La copertina (bilingue) della prima edizione delle Yidishe folkslider di M. Varshavski (1914).


Due parole del traduttore. Nel ritornello della canzone è contenuta una vera e propria regola di lettura dello yiddish: komets alef si legge “o”. Si tratta della alef (la prima lettera dell'alfabeto, che non ha un valore proprio) che deve leggersi “o” quando ha, sotto di essa il segno “komets” ( אָ ) (che in ebraico si chiama qamats ed ha un diverso uso ed anche nessuno, visto che nell'ebraico moderno corrente non lo si scrive mai). Il termine pripetshik è russo: припечек. Si tratta del tipico focolare o stufa russa in muratura, esistente fin dal XV secolo, sormontato da uno scaffale in legno, usato sia per riscaldare la casa, sia per cucinare e bollire l'acqua. La traduzione "focolare" è per approssimazione: il complesso del focolare-stufa è detto Печь (peć), mentre il припечек (pripeček) è proprio lo scaffale, o "soprastufa".

pripechek
SUL FOCOLARE

Sul focolare arde un focherello,
e in casa c'è caldo,
e il rabbino insegna
ai bambini l'alfabeto.

Guardate, bimbi, e pensate,
cari, a che cosa state imparando;
ripetete, e poi ripetete ancora:
komets alef: o !

Imparate, bambini, con gran gioia,
così come vi insegno io;
chi di voi imparerà più veloce l'ebraico
avrà in regalo una bandiera.

Guardate, bimbi, e pensate,
cari, a che cosa state imparando;
ripetete, e poi ripetete ancora:
komets alef: o !

Imparate, bimbi, non abbiate paura,
all'inizio è sempre dura;
felice è chi ha appreso la Torà,
di che cosa in più si ha bisogno?

Guardate, bimbi, e pensate,
cari, a che cosa state imparando;
ripetete, e poi ripetete ancora:
komets alef: o !

Quando sarete cresciuti, bimbi,
allora capirete da soli
quante lacrime son dentro a queste lettere,
e quanto pianto.

Guardate, bimbi, e pensate,
cari, a che cosa state imparando;
ripetete, e poi ripetete ancora:
komets alef: o !

E quando, bimbi, sopporterete l'esilio
e sarete sconfortati,
da queste lettere trarrete forza,
scrutate dentro di loro!

Guardate, bimbi, e pensate,
cari, a che cosa state imparando;
ripetete, e poi ripetete ancora:
komets alef: o !

4/1/2015 - 19:01




Langue: hébreu

La traduzione ebraica di Pesach Kaplan
תרגומו של פסח קפלן
חדר קטן

חדר קטן, צר וחמים,
ועל הכירה - אש,
שם הרבי את תלמידיו
מורה אלף־בית.

את תורתי, ילדי חמד,
שמעו, זכרו נא!
שנו, ילדים, וחזורו:
קמץ־אלף - א.

שימו עין, הטו אזן
אל הכתוב פה,
מי שיקרא היטב עברית,
דגל אתן לו.

את תורתי, ילדי חמד,
שמעו, זכרו נא!
שנו, ילדים, וחזורו:
קמץ־אלף – א

התחלות תמיד קשות,
אחר יקל מאד,
אשרי מי שלמד תורה!
מה ליהודי עוד?

את תורתי, ילדי חמד,
שמעו, זכרו נא!
שנו, ילדים, וחזורו:
קמץ־אלף – א

עת תזקינו, אף תבינו
באותיות שם,
תראו, כמה דמעות תוכן,
וכמה נחלי דם.

את תורתי, ילדי חמד,
שמעו, זכרו נא!
שנו, ילדים, וחזורו:
קמץ־אלף – א

ועת בגלות תשאו עלכם,
אף תאנחו מר,
באותיות אז תבקשו
נחם מכל צר

את תורתי, ילדי חמד,
שמעו, זכרו נא!
שנו, ילדים, וחזורו:
קמץ־אלף - א

envoyé par Riccardo Venturi - 4/1/2015 - 19:51


Nel caminetto, testo italiano dagli Archivi ebraici del Piemonte, Comunità ebraica di Vercelli, trascrizione in lettera di Giulio Dal Monte.
Nel caminetto, testo italiano dagli Archivi ebraici del Piemonte, Comunità ebraica di Vercelli, trascrizione in lettera di Giulio Dal Monte.

Bernart Bartleby - 16/11/2016 - 22:18




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