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Chant des Réfractaires

anonimo
Lingua: Francese



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[1942?]
Canzone di autore anonimo, sull’aria di “Au devant de la vie” (1935), canzone del Front Populaire scritta da Jeanne Perret prendendo a prestito una composizione di Dmitrij Šostakovič di qualche anno prima.
Testo trovato su “Chants des maquisards et réfractaires”, raccolta edita dall’Association Nationale des Francs-tireurs et Partisans Français.

Francs-Tireurs et Partisans Français

I “réfractaires au STO” durante l’occupazione tedesca della Francia erano i francesi che rifiutavano di essere inviati in Germania a lavorare per il Terzo Reich, così come disponeva la legge sul lavoro obbligatorio varata dal governo collaborazionista di Vichy. Siccome poi i renitenti – considerati “ennemis intérieurs” al pari di partigiani, dissidenti, prigionieri politici evasi ed ebrei – venivano braccati dalle Brigades Spéciales del regime, giocoforza erano costretti alla clandestinità e quasi sempre entravano nelle formazioni della Resistenza.




Nel 1963 il Governo francese istituì addirittura una speciale onorificenza, la “medaille du réfractaire”, per coloro che avevano rifiutato il lavoro obbligatorio e, quindi, di collaborare con l’occupante e con il regime di Vichy.



Il Laval di cui alla prima strofa è Pierre Laval (1883-1945), Primo Ministro nel governo di Vichy, fautore del lavoro obbligatorio nonché feroce persecutore di ebrei e partigiani. Alla Liberazione cercò di fuggire in Svizzera, dove gli fu negato asilo, e poi si rifugiò a Barcellona, dove forse credeva di essere protetto dal governo franchista, che invece lo consegnò a De Gaulle. Il processo a Laval fu molto sommario, tanto che l’imputato rinunciò a difendersi, e si concluse con una scontata condanna a morte. Il 15 ottobre del 1945, data prevista per l’esecuzione, Laval tentò il suicidio ingerendo una capsula di cianuro: venne salvato per poi essere fucilato qualche ora più tardi.

Pour travailler en Allemagne
Laval nous contraint de partir,
Une juste fureur nous gagne,
La France ne veut pas mourir.

Français debout, pour nos libertés,
Soyons unis.
Il faut libérer nos cités,
Notre pays.

De la ville et de la campagne
Nos jeunes partent en chantant
Pour rejoindre dans la montagne,
Nos francs-tireurs, fiers combattants.

Français debout, pour nos libertés,
Soyons unis.
Il faut libérer nos cités,
Notre pays.

Francs-tireurs, fidèle à l'adage
Tu préfères mourir debout,
Que de supporter l'esclavage
Et de rester vivre à genoux.

Français debout, pour nos libertés,
Soyons unis.
Il faut libérer nos cités,
Notre pays.

Abats les ennemis, les traîtres,
Que tous, succombent sous tes coups.
Par toi la France va renaître,
Les chacals mourront par les loups.

Français debout, pour nos libertés,
Soyons unis.
Il faut libérer nos cités,
Notre pays.

Par tes combats et tes souffrances,
Ta valeur et ta volonté,
Tu sauvas l'honneur de la France
Et nous rendis la liberté.

Français debout, pour nos libertés,
Soyons unis.
Il faut libérer nos cités,
Notre pays.

inviata da Bernart Bartleby - 17/12/2014 - 14:22




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