Pizarro mató a Atahualpa
sin ver que mataba el sol,
mi mundo se ha derrumbado
igual que mi corazón.
La sangre que se derrama
es sangre de mi señor.
El cosmos se va con ella,
ha muerto un Hijo del Sol.
¿Qué abismo abrirá sus fauces
para tragar mi dolor?
Pizarro mató a Atahualpa
y el Cuzco entero murió.
sin ver que mataba el sol,
mi mundo se ha derrumbado
igual que mi corazón.
La sangre que se derrama
es sangre de mi señor.
El cosmos se va con ella,
ha muerto un Hijo del Sol.
¿Qué abismo abrirá sus fauces
para tragar mi dolor?
Pizarro mató a Atahualpa
y el Cuzco entero murió.
envoyé par DoNQuijote82 - 26/11/2014 - 22:43
L’ultimo sovrano Inca Ata-wallpa è ancora oggi il simbolo della lotta dei nativi di lingua quechua contro i conquistadores spagnoli. In molte canzoni Ata-wallpa viene dipinto come da noi il Cristo, il cui ritorno è atteso per la liberazione dei fedeli…
In realtà Ata-wallpa (Quito, Ecuador, 1497 – Cajamarca, Perù, 1533) non fu che uno dei potenti sanguinari di cui è costellata la Storia. Alla morte del padre, l’imperatore Huayna Cápac (che aveva trascorso tutta la sua vita a conquistare e massacrare), i suoi figli Ata-wallpa e Huáscar sprofondarono il regno in una guerra civile che si risolse col successo del primo, al costo di migliaia di morti. Huáscar fu catturato e costretto ad assistere al massacro, previe torturazze, di mogli, figli e cortigiani. Intanto, mentre gli Inca si sbudellavano tra di loro, un pugno di spagnoli arrivava indisturbato fino alle porte del regno (prima di loro era già arrivato il vaiolo). Il vittorioso guerriero ne sottovalutò a tal punto la pericolosità da lasciarli avvicinare e avvicinarli senza alcun timore, anzi, con superbia e supponenza (non mancando di trucidare per vigliaccheria un manipolo di suoi guerrieri che si erano spaventati di fronte ai cavalli montati dai nuovi arrivati). Così un giorno di novembre del 1532 il grande sovrano se lo prese per bene nel culo, finendo catturato dagli spagnoli dopo che questi – 150 in tutto, con una cinquantina di cavalli, qualche colubrina e un paio di cannoncini - avevano sterminato in men che non si dica un paio di migliaia di pretoriani della sua guardia personale. Il superbo imperatore cercò di salvarsi la vita offrendo ai carcerieri un riscatto in oro e argento che anche oggi sarebbe una fortuna… Quelli se lo presero e poi lo fecero fuori, a garrota.
Non fosse che il nome di Ata-wallpa, come quello di altri nativi che combatterono la Conquista, ha assunto nel tempo una valenza simbolica in relazione alla sacrosanta lotta degli indigeni latinoamericani per preservare la propria dignità e cultura, beh, non credo proprio che meriterebbe proporre su queste pagine canzoni su di lui…
In realtà Ata-wallpa (Quito, Ecuador, 1497 – Cajamarca, Perù, 1533) non fu che uno dei potenti sanguinari di cui è costellata la Storia. Alla morte del padre, l’imperatore Huayna Cápac (che aveva trascorso tutta la sua vita a conquistare e massacrare), i suoi figli Ata-wallpa e Huáscar sprofondarono il regno in una guerra civile che si risolse col successo del primo, al costo di migliaia di morti. Huáscar fu catturato e costretto ad assistere al massacro, previe torturazze, di mogli, figli e cortigiani. Intanto, mentre gli Inca si sbudellavano tra di loro, un pugno di spagnoli arrivava indisturbato fino alle porte del regno (prima di loro era già arrivato il vaiolo). Il vittorioso guerriero ne sottovalutò a tal punto la pericolosità da lasciarli avvicinare e avvicinarli senza alcun timore, anzi, con superbia e supponenza (non mancando di trucidare per vigliaccheria un manipolo di suoi guerrieri che si erano spaventati di fronte ai cavalli montati dai nuovi arrivati). Così un giorno di novembre del 1532 il grande sovrano se lo prese per bene nel culo, finendo catturato dagli spagnoli dopo che questi – 150 in tutto, con una cinquantina di cavalli, qualche colubrina e un paio di cannoncini - avevano sterminato in men che non si dica un paio di migliaia di pretoriani della sua guardia personale. Il superbo imperatore cercò di salvarsi la vita offrendo ai carcerieri un riscatto in oro e argento che anche oggi sarebbe una fortuna… Quelli se lo presero e poi lo fecero fuori, a garrota.
Non fosse che il nome di Ata-wallpa, come quello di altri nativi che combatterono la Conquista, ha assunto nel tempo una valenza simbolica in relazione alla sacrosanta lotta degli indigeni latinoamericani per preservare la propria dignità e cultura, beh, non credo proprio che meriterebbe proporre su queste pagine canzoni su di lui…
Bernart Bartleby - 27/11/2014 - 11:12
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