Die Osseger Witwen im Witfrauenkleid
sind nach Prag gekommen zu fragen:
Was wollt ihr tun für unsre Kinder, liebe Leut?
Sie haben noch nichts gegessen heut!
Und ihre Väter liegen in euren Gruben erschlagen.
Was, haben die Prager Herren gefragt,
was soll man tun mit den Osseger Witwen?
Die Osseger Witwen im Witfrauenkleid
sind begegnet den Polizeisoldaten.
Was wollt ihr tun für unsre Kinder, liebe Leut?
Sie haben noch nichts gegessen heut!
Nun, da haben die Herren Polizisten ihre Gewehre geladen.
Das, haben die Herren Polizisten gesagt,
das wollen wir tun für die Osseger Witwen.
Die Osseger Witwen im Witfrauenkleid,
zum Parlament sind sie vorgedrungen.
Was wollt ihr tun für unsre Kinder, liebe Leut?
Sie haben Hunger und müssen essen heut!
Nun, da haben die Herren Deputierten eine Rede geschwungen.
Das, haben die Herren Deputierten gesagt,
das können wir tun für die Osseger Witwen.
Die Osseger Witwen im Witfrauenkleid
blieben nachts in den Straßen hocken.
Einer muß doch was für uns tun hier in Prag!
Nun, es war ein Novembertag,
und da ist Schnee gefallen, große nasse Flocken.
Das, hat der Schnee gesagt,
das können wir tun für die Osseger Witwen.
sind nach Prag gekommen zu fragen:
Was wollt ihr tun für unsre Kinder, liebe Leut?
Sie haben noch nichts gegessen heut!
Und ihre Väter liegen in euren Gruben erschlagen.
Was, haben die Prager Herren gefragt,
was soll man tun mit den Osseger Witwen?
Die Osseger Witwen im Witfrauenkleid
sind begegnet den Polizeisoldaten.
Was wollt ihr tun für unsre Kinder, liebe Leut?
Sie haben noch nichts gegessen heut!
Nun, da haben die Herren Polizisten ihre Gewehre geladen.
Das, haben die Herren Polizisten gesagt,
das wollen wir tun für die Osseger Witwen.
Die Osseger Witwen im Witfrauenkleid,
zum Parlament sind sie vorgedrungen.
Was wollt ihr tun für unsre Kinder, liebe Leut?
Sie haben Hunger und müssen essen heut!
Nun, da haben die Herren Deputierten eine Rede geschwungen.
Das, haben die Herren Deputierten gesagt,
das können wir tun für die Osseger Witwen.
Die Osseger Witwen im Witfrauenkleid
blieben nachts in den Straßen hocken.
Einer muß doch was für uns tun hier in Prag!
Nun, es war ein Novembertag,
und da ist Schnee gefallen, große nasse Flocken.
Das, hat der Schnee gesagt,
das können wir tun für die Osseger Witwen.
envoyé par Bernart Bartleby - 29/10/2014 - 14:11
Langue: italien
Traduzione italiana di Ruth Leiser e Franco Fortini, da “Brecht. Poesie e Canzoni”, Einaudi 1962 (terza edizione)
BALLATA DELLE VEDOVE DI OSSEG
Le vedove di Osseg tutte vestite a lutto
Sono venute a Praga a domandare:
Che cosa farete per i nostri figliuoli, cara gente?
Oggi non hanno ancora mangiato nulla!
E i loro padri son giù, nelle vostre miniere, ammazzati.
Che cosa, hanno chiesto i signori di Praga,
Che cosa dobbiamo fare delle vedove di Osseg?
Le vedove di Osseg tutte vestite a lutto
Si sono trovate davanti i soldati di polizia.
Che cosa farete per i nostri figliuoli, cara gente?
Oggi non hanno ancora mangiato nulla!
Ecco, i signori agenti hanno allora caricato i fucili.
Questo, hanno detto i signori agenti,
Questo vogliamo fare per le vedove di Osseg.
Le vedove di Osseg tutte vestite a lutto
Sono arrivate fino al Parlamento.
Che cosa farete per i nostri figliuoli, cara gente?
Oggi hanno fame e devono oggi mangiare!
Ecco, i signori deputati hanno allora declamato un discorso:
Questo, hanno detto i signori deputati,
Questo possiamo fare per le vedove di Osseg.
Le vedove di Osseg tutte vestite a lutto
Restarono, la notte, rannicchiate sulla via.
Qualcuno dovrà pur far qualcosa per noi, qui a Praga!
Ecco, era una giornata di novembre
E allora la neve è caduta, grandi, molli fiocchi.
Questo, ha detto la neve,
Questo possiamo fare per le vedove di Osseg.
Le vedove di Osseg tutte vestite a lutto
Sono venute a Praga a domandare:
Che cosa farete per i nostri figliuoli, cara gente?
Oggi non hanno ancora mangiato nulla!
E i loro padri son giù, nelle vostre miniere, ammazzati.
Che cosa, hanno chiesto i signori di Praga,
Che cosa dobbiamo fare delle vedove di Osseg?
Le vedove di Osseg tutte vestite a lutto
Si sono trovate davanti i soldati di polizia.
Che cosa farete per i nostri figliuoli, cara gente?
Oggi non hanno ancora mangiato nulla!
Ecco, i signori agenti hanno allora caricato i fucili.
Questo, hanno detto i signori agenti,
Questo vogliamo fare per le vedove di Osseg.
Le vedove di Osseg tutte vestite a lutto
Sono arrivate fino al Parlamento.
Che cosa farete per i nostri figliuoli, cara gente?
Oggi hanno fame e devono oggi mangiare!
Ecco, i signori deputati hanno allora declamato un discorso:
Questo, hanno detto i signori deputati,
Questo possiamo fare per le vedove di Osseg.
Le vedove di Osseg tutte vestite a lutto
Restarono, la notte, rannicchiate sulla via.
Qualcuno dovrà pur far qualcosa per noi, qui a Praga!
Ecco, era una giornata di novembre
E allora la neve è caduta, grandi, molli fiocchi.
Questo, ha detto la neve,
Questo possiamo fare per le vedove di Osseg.
envoyé par Bernart Bartleby - 29/10/2014 - 14:11
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Versi di Bertolt Brecht, in “Svendborger Gedichte” (1937), la prima grande raccolta di poesie pubblicata in esilio.
Musica di Stefan Wolpe (1902-1972), compositore tedesco, comunista, come Brecht esule dopo il 1933. Nel disco “Lieder. Battle Piece” (1942–1943, 1947), con Gunnar Brandt-Sigurdsson, tenore, e Johan Bossers, pianoforte.
Nella terza edizione di “Bertolt Brecht. Poesie e canzoni”, a cura di Ruth Leiser e Franco Fortini (Einaudi, 1962), la “Ballata delle vedove di Osseg” è annotata da Brecht come segue (in traduzione):
“120 vedove e 80 bambini di minatori periti nella miniera Nelson di Osseg vennero nell’aprile [o piuttosto novembre, stando all’ultima strofa, ndr] del 1934 a Praga e mossero verso il Parlamento per appoggiare le loro richieste.”
Osek (in tedesco Ossegg) è una città della Repubblica Ceca nel distretto di Teplice, nella regione di Ústí nad Labem, nella regione storica della Boemia, dove poi, nel 1939, il regime nazista estese i suoi artigli costituendo il Reichsprotektorat Böhmen und Mähren.
Nei primi giorni del 1934 circa 160 minatori rimasero intrappolati in un pozzo, dopo un’esplosione di gas tanto terribile da distruggere alcune strutture in superficie, della miniera di carbone Nelson III di Osek, vicino a Duchcov (Dux, in tedesco). Morirono tutti, i più asfissiati.
Le vedove, rimaste senza risorse e con i figli da sfamare, si recarono a Praga a chiedere aiuto alle autorità e ai proprietari della miniera. Al piccolo e tragico corteo, scortato dalla polizia a fucili spianati, fu consentito di raggiungere la piazza antistante il Parlamento, dove “i signori deputati declamarono alcuni bei discorsi”. Le vedove e gli orfani restarono fino al giorno dopo in attesa di una risposta che non arrivò. Arrivò solo la neve nella notte fredda di Praga.