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Couché tard, levé matin

Malicorne
Lingua: Francese


Malicorne

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(Malicorne)
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(Rui Mingas‎)


[1977]
Tradizionale canadese / Traditionnel canadien
Arrangiamento / Arrangement: Gabriel Yacoub / Malicorne
Album: Malicorne 4

maliko4quintessence



Almeno qualche anno fa, ma credo (e temo) che la cosa sia ancora attualissima, andava di moda il cosiddetto “ritorno alla natura”, con frotte di cittadini, spesso di estrazione borghese o piccolo-borghese, che vendevano tutto e acquistavano la casetta nelle campagne con annesso terreno coltivabile (vigna, frutteto, campo). La “frenetica vita” della città creò frotte di buffi laudatores temporis acti che, durante il fine settimana, smesse le giacche e cravatte di impiegato o professionista, si bardavano da contadini alle prese col ramato, la vanga, la raccolta delle ulive, magari pure qualche capo di allevamento e il quasi immancabile trattorino sotto il quale non di rado finivano schiacciati non sapendolo portare. La famosa vita sana dei campi, tipica di generazioni che non si sono neppure mai immaginate che cosa fosse, la vita da contadino. Cosa volesse dire fare il mezzadro, o il bracciante. Cosa volesse dire trarre il proprio sostentamento dall'agricoltura, anche se si aveva la fortuna di essere proprietari di qualcosa. E che cosa fosse, in realtà, la civiltà rurale quando nelle campagne non c'erano né i contadini per hobby, né le aziendine “bio” e compagnia bella. Eppure, di testimonianze ben precise la civiltà contadina ne ha fornite parecchie; e nessuna è una testimonianza piacevole. Se il contadino si metteva a cantare di se stesso, quel che ne veniva invariabilmente fuori era una storia di stenti, di fatiche, di lavoro durissimo, di rassegnazione. Coricarsi tardi, alzarsi al mattino presto, come dice questa canzone tradizionale che i Malicorne inserirono nell'album Malicorne IV del 1977. Canzone che aggiunge i consueti dati al problema: primo fra tutti la sana dieta a base di acqua fresca e pan vecchio, che non rende vigorosi di certo. Certamente, il canto che abbiamo sottomano viene da secoli lontani, e di cose ancor più terribili se ne potrebbero aggiungere tante altre; tra queste tante, che bisognerebbe anche, spesso, rivedere molte visioni sulle “masse contadine” mandate a morire nelle varie guerre, mondiali o meno. E' un dato di fatto che parecchi giovani contadini preferirono di gran lunga la vita militare, in pace o in guerra, a quella nei campi. Ho sempre in mente quel che mi disse un mio zio, vale a dire d'aver mangiato per la prima volta la carne di manzo sotto le armi, in marina. Un suo fratello, vale a dire un altro mio zio mai conosciuto, morì in guerra, disperso a Capo Matapan; succedeva. La vita da contadini era quella descritta in questa antica canzone canadese: lavorare come bestie e fare la fame, in una società patriarcale. Il “buon tempo antico” era tutt'altro che buono, se si nasceva contadini. I quali, per dircelo ai loro tempi, avevano pochissimi mezzi. Uno di questi era qualche canzone, come questa; ottima per levare tanti grilli dal capo al sor ragioniere, al sor notaio e anche al giovane operajo che si va a seppellire in campagna con la famigliuola. La vita nei campi è stata millenni di dolore, di lavoro da schiantare, di fame, di violenza. Mai riposo: neppure la domenica, perché prima di andare nel campo bisognava andare alla messa, a rendere omaggio al principale del parroco che, non di rado, era anche il padrone del campo o della vigna. [RV]
Le dimanche, faut aller à la messe
Et le lundi, il faut semer le pain,
Et le lundi, il faut semer le pain

Couché tard, levé matin
C´est pas ça qui fait du bien
De l´eau fraîche et du pain vieux
Ça ne rend pas vigoureux

Le lundi, il faut semer le pain
Et le mardi, faut aller faire les foins,
Et le mardi, faut aller faire les foins

Couché tard, levé matin
C´est pas ça qui fait du bien
De l´eau fraîche et du pain vieux
Ça ne rend pas vigoureux

Le mardi, faut aller faire les foins
Le mercredi, faut aller battre le grain,
Le mercredi, faut aller battre le grain

Couché tard, levé matin
C´est pas ça qui fait du bien
De l´eau fraîche et du pain vieux
Ça ne rend pas vigoureux

Le mercredi, faut aller battre le grain
Et le jeudi, on le porte au moulin,
Et le jeudi, on le porte au moulin

Couché tard, levé matin
C´est pas ça qui fait du bien
De l´eau fraîche et du pain vieux
Ça ne rend pas vigoureux

Le jeudi, on le porte au moulin
Le vendredi, il faut faire cuire le pain,
Le vendredi, il faut faire cuire le pain

Couché tard, levé matin
C´est pas ça qui fait du bien
De l´eau fraîche et du pain vieux
Ça ne rend pas vigoureux

Le vendredi, il faut faire cuire le pain
Et le samedi, on a bien mal aux reins,
Et le samedi, on a bien mal aux reins

Couché tard, levé matin
C´est pas ça qui fait du bien
De l´eau fraîche et du pain vieux
Ça ne rend pas vigoureux

Le samedi on a bien mal aux reins
Et on recommence ainsi le lendemain,
Et on recommence ainsi le lendemain

Couché tard, levé matin
C´est pas ça qui fait du bien
De l´eau fraîche et du pain vieux
Ça ne rend pas vigoureux

Couché tard, levé matin
C´est pas ça qui fait du bien
De l´eau fraîche et du pain vieux
Ça ne rend pas vigoureux

inviata da Riccardo Venturi - 16/10/2014 - 22:56



Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
17 ottobre 2014
CORICARSI TARDI, ALZARSI AL MATTINO PRESTO

La domenica tocca andare alla messa
E il lunedì bisogna seminare il pane,
E il lunedì bisogna seminare il pane

Coricarsi tardi, alzarsi il mattino presto
Di certo questo non fa granché bene
Acqua fresca e pane vecchio
Questo non rende vigorosi

Il lunedì bisogna seminare il pane
E il martedì tocca la fienagione,
E il martedì tocca la fienagione

Coricarsi tardi, alzarsi il mattino presto
Di certo questo non fa granché bene
Acqua fresca e pane vecchio
Questo non rende vigorosi

Il martedì tocca la fienagione
E il mercoledì battere il grano,
E il mercoledì battere il grano

Coricarsi tardi, alzarsi il mattino presto
Di certo questo non fa granché bene
Acqua fresca e pane vecchio
Questo non rende vigorosi

Il mercoledì battere il grano
E il giovedì portarlo al mulino,
E il giovedì portarlo al mulino

Coricarsi tardi, alzarsi il mattino presto
Di certo questo non fa granché bene
Acqua fresca e pane vecchio
Questo non rende vigorosi

Il giovedì portarlo al mulino
E il venerdì, bisogna cuocere il pane,
E il venerdì, bisogna cuocere il pane

Coricarsi tardi, alzarsi il mattino presto
Di certo questo non fa granché bene
Acqua fresca e pane vecchio
Questo non rende vigorosi

Il venerdì, bisogna cuocere il pane
E il sabato si ha un gran male alle reni,
E il sabato si ha un gran male alle reni

Coricarsi tardi, alzarsi il mattino presto
Di certo questo non fa granché bene
Acqua fresca e pane vecchio
Questo non rende vigorosi

Il sabato si ha un gran male alle reni
E poi si ricomincia all'indomani,
E poi si ricomincia all'indomani

Coricarsi tardi, alzarsi il mattino presto
Di certo questo non fa granché bene
Acqua fresca e pane vecchio
Questo non rende vigorosi

Coricarsi tardi, alzarsi il mattino presto
Di certo questo non fa granché bene
Acqua fresca e pane vecchio
Questo non rende vigorosi

17/10/2014 - 11:09


Quello dei Malicorne è l'adattamento di una canzone proveniente dal Canada. Vorrei aggiungere che alla fine della canzone, Marie Yacoub ne canta una seconda versione appresa in Savoia nel 1976 da una sconosciuta cantante del Quebec.
La canzone in questione è incisa originariamente nel disco IV del 1977 e non in Quintessence che altro non è se non una raccolta uscita nello stesso anno.

PS. Vi prego di correggere un errore ortografico:
"Il lunedì bisogna seminare il panne"

Flavio Poltronieri - 17/10/2014 - 17:37


Ecco rimessa la pagina; purtroppo, ho la tastiera del pc in condizioni talmente disastrate, che a volte qualche refuso mi scappa...

Riccardo Venturi - 17/10/2014 - 20:33




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