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Principe mio

Collettivo G. Bosio
Langue: italien



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(Collettivo G. Bosio)


[1973?]
Testo trovato su “I Giorni Cantati”, Bollettino di Informazione e Ricerca sulla Cultura Contadina e Operaia, a cura del Circolo Gianni Bosio di Roma (numero 2 - gennaio 1974).

Principe mio, signore del mondo
le pietre si svegliano e cozzan tra loro
le spighe dei campi non sono piegate
da genti e da piogge e da grandinate
la vita continua nei tristi sentieri
che disseminasti di biechi scudieri
le fredde madonne dalle gradinate
nell'olio bollente saranno gettate - per sempre.

Principe nostro, abbiamo covato
nelle tue segrete un odio sfrenato
se noi potevamo rubare le armi
facendo alleati gli stessi gendarmi
non l'abbiamo fatto perché per guarire
non basta soltanto sapere morire
l'abbiamo capito, un morto di meno
a noi fa più comodo che al tuo cimitero - di sempre.

Principe nostro, quegli esseri scuri
che ti offrono l'acqua nei tristi tuguri
non sono soltanto una copia infelice
la deformazione del tuo esser felice
ma sono la copia dell'odio di classe
da sempre diversi a senza speranze
non puoi ricondurli ai teneri ovili
perché sono lupi e non agnellini - da sempre.

Principe nostro, sventato l'agguato
hai sempre paura del cappio celato
la terra nasconde chissà quali insidie
che nei conosciamo, ma non le tue guide;
la caccia continua ma senza cinghiale
che un giorno funesto colpisti ma male
non bastano i cani né l'urlo dei corni
per intimorire chi conta i tuoi giorni - da sempre.

Principe azzurro, con te a cavalcare
non c'è Biancaneve né il mago del male
né tutti i fantasmi che tu ti inventavi
per farci sembrare dei semplici nani
e nella miniera noi siamo operosi
ma non per scavare i nostri rifugi
bensì per minare delle fondamenta
castelli e palazzi dei quali fai festa - da sempre.

Principe nero, signore del mondo
sapessi che voglia di infiggerti a fondo
il pugnale nel cuore come nei bei tempi
di fosche congiure contro i prepotenti;
ma voglio temprare più ancora la lama
e rendere ancora più fitta la trama
siam pronti da sempre ma ancora aspettiamo
quel giorno solenne in cui ogni sovrano - cadrà.

envoyé par Bernart Bartleby - 26/9/2014 - 13:40




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