Bir öyle bir böyle kelamlardan, yasaklardan
İllallah
Başına buyruk kararlardan, fermanlardan
İllallah
Aman aman bıktık valla
Aman aman şiştik valla
Bu ne kibir, bu ne öfke
Gel yavaş gel, yerler yaş
Satamayınca gölgelerini
Sattılar ormanları
Devirdiler, kapadılar
Sinemaları, meydanları
Her tarafın AVM’den
Geçesim yok bu köprüden
N’oldu bizim şehre n’oldu
Hormunlu bina doldu
Aman aman bıktık valla
Aman aman şiştik valla
Bu ne kibir, bu ne öfke
Gel yavaş gel, yerler yaş
Gel yavaş gel, yerler yaş…
Hüsnü perişan oldu bibaht kaldı aziz İstanbul
Bu gam, bu gaz bu kederle
taş kalmadı taş üstünde
Ne oldu sana böyle, söyle söyle söyle….
Seni böyle istemem, istemem
Ammaan…
Aman aman bıktık valla
Aman aman şiştik valla
Bu ne kibir, bu ne öfke
Gel yavaş gel, yerler yaş
İllallah
Başına buyruk kararlardan, fermanlardan
İllallah
Aman aman bıktık valla
Aman aman şiştik valla
Bu ne kibir, bu ne öfke
Gel yavaş gel, yerler yaş
Satamayınca gölgelerini
Sattılar ormanları
Devirdiler, kapadılar
Sinemaları, meydanları
Her tarafın AVM’den
Geçesim yok bu köprüden
N’oldu bizim şehre n’oldu
Hormunlu bina doldu
Aman aman bıktık valla
Aman aman şiştik valla
Bu ne kibir, bu ne öfke
Gel yavaş gel, yerler yaş
Gel yavaş gel, yerler yaş…
Hüsnü perişan oldu bibaht kaldı aziz İstanbul
Bu gam, bu gaz bu kederle
taş kalmadı taş üstünde
Ne oldu sana böyle, söyle söyle söyle….
Seni böyle istemem, istemem
Ammaan…
Aman aman bıktık valla
Aman aman şiştik valla
Bu ne kibir, bu ne öfke
Gel yavaş gel, yerler yaş
inviata da Riccardo Venturi - 23/9/2014 - 00:27
Lingua: Italiano
MELODIA SU PENTOLE E PADELLE
(intro in parlato)
Dirò così:
“Pentole e padelle:
è sempre la stessa vecchia melodia”.
(titolo)
“Melodia su Pentole e Padelle”
Basta con sanzioni incoerenti e divieti
İllallah
Basta con decreti ottusi e imposizioni.
Basta con sanzioni incoerenti e divieti.
İllallah
Oh poveri noi, oh poveri noi,
ne abbiamo avuto abbastanza.
Oh poveri noi, oh poveri noi,
siamo davvero stufi.
Quanta arroganza! Che odio!
Siam qui che camminiamo piano piano
perché hanno bagnato ovunque per terra.
Oh poveri noi, oh poveri noi,
ne abbiamo avuto abbastanza.
Oh poveri noi, oh poveri noi,
siamo davvero stufi.
Quanta arroganza! Quanto odio!
Obbligati a camminare piano piano
perché per terra è bagnato.
Costretti a camminare piano piano
perché il terreno è incerto.
Non potevano vendere le loro ombre
così hanno venduto le foreste.
Hanno abbattuto ogni cosa,
e hanno chiuso cinema e piazze.
Non potevano vendere le proprie ombre
così hanno venduto le foreste.
Hanno abbattuto ogni cosa,
hanno chiuso cinema e piazze,
e poi hanno coperto tutto di centri commerciali.
Non me la sento,
non so come posso attraversare il ponte.
Che cosa è successo alla nostra città?
È stravolta da costruzioni mostruose.
Oh poveri noi, oh poveri noi,
ne abbiamo avuto abbastanza.
Oh poveri noi, oh poveri noi,
siamo davvero stufi.
Che arroganza! Quanta aggressività!
Obbligati a camminare piano piano
perché hanno bagnato ovunque per terra.
Costretti a camminar pian piano
perché il terreno bagnato non è sicuro.
Condannati a fare attenzione persino a dove mettiamo i piedi
perché hanno bagnato ovunque per terra.
(Ripete)
(Assolo)
Oh, amata Istanbul,
rasa senza pietà,
la sua bellezza rovinata!
Che guaio è questo, cosa sono questi gas,
che dolore è questo?
Tutto è raso al suolo.
Che cosa mai ti è accaduto?
Dimmi, dimmi!
Tu non vuoi questo destino.
No, certo che non lo voglio!
Oh poveri noi!
(coro)
Oh poveri noi, oh poveri noi,
ne abbiamo davvero abbastanza.
Oh poveri noi, oh poveri noi,
ma siamo davvero stufi.
Quanta arroganza! Che aggressione!
Obbligati a camminare con circospezione
perché il terreno è bagnato e insicuro.
Oh mio oh mio,
davvero ne abbiamo fin troppo.
Oh mio oh mio, siamo veramente stufi.
Quanta arroganza! Quale odiosa aggressione!
Condannati persino a fare attenzione a dove mettiamo i piedi
perché hanno bagnato ovunque per terra.
Obbligati a camminar pian piano
perché il terreno è bagnato scivoloso, incerto, insicuro.
(intro in parlato)
Dirò così:
“Pentole e padelle:
è sempre la stessa vecchia melodia”.
(titolo)
“Melodia su Pentole e Padelle”
Basta con sanzioni incoerenti e divieti
İllallah
Basta con decreti ottusi e imposizioni.
Basta con sanzioni incoerenti e divieti.
İllallah
Oh poveri noi, oh poveri noi,
ne abbiamo avuto abbastanza.
Oh poveri noi, oh poveri noi,
siamo davvero stufi.
Quanta arroganza! Che odio!
Siam qui che camminiamo piano piano
perché hanno bagnato ovunque per terra.
Oh poveri noi, oh poveri noi,
ne abbiamo avuto abbastanza.
Oh poveri noi, oh poveri noi,
siamo davvero stufi.
Quanta arroganza! Quanto odio!
Obbligati a camminare piano piano
perché per terra è bagnato.
Costretti a camminare piano piano
perché il terreno è incerto.
Non potevano vendere le loro ombre
così hanno venduto le foreste.
Hanno abbattuto ogni cosa,
e hanno chiuso cinema e piazze.
Non potevano vendere le proprie ombre
così hanno venduto le foreste.
Hanno abbattuto ogni cosa,
hanno chiuso cinema e piazze,
e poi hanno coperto tutto di centri commerciali.
Non me la sento,
non so come posso attraversare il ponte.
Che cosa è successo alla nostra città?
È stravolta da costruzioni mostruose.
Oh poveri noi, oh poveri noi,
ne abbiamo avuto abbastanza.
Oh poveri noi, oh poveri noi,
siamo davvero stufi.
Che arroganza! Quanta aggressività!
Obbligati a camminare piano piano
perché hanno bagnato ovunque per terra.
Costretti a camminar pian piano
perché il terreno bagnato non è sicuro.
Condannati a fare attenzione persino a dove mettiamo i piedi
perché hanno bagnato ovunque per terra.
(Ripete)
(Assolo)
Oh, amata Istanbul,
rasa senza pietà,
la sua bellezza rovinata!
Che guaio è questo, cosa sono questi gas,
che dolore è questo?
Tutto è raso al suolo.
Che cosa mai ti è accaduto?
Dimmi, dimmi!
Tu non vuoi questo destino.
No, certo che non lo voglio!
Oh poveri noi!
(coro)
Oh poveri noi, oh poveri noi,
ne abbiamo davvero abbastanza.
Oh poveri noi, oh poveri noi,
ma siamo davvero stufi.
Quanta arroganza! Che aggressione!
Obbligati a camminare con circospezione
perché il terreno è bagnato e insicuro.
Oh mio oh mio,
davvero ne abbiamo fin troppo.
Oh mio oh mio, siamo veramente stufi.
Quanta arroganza! Quale odiosa aggressione!
Condannati persino a fare attenzione a dove mettiamo i piedi
perché hanno bagnato ovunque per terra.
Obbligati a camminar pian piano
perché il terreno è bagnato scivoloso, incerto, insicuro.
[nota:
In tutto il mondo nel vicino e medio oriente e probabilmente fin dove sono giunti i musulmani si dice Aman - che abbiamo reso con "Oh, poveri noi" - come quando noi diciamo “Dio mio!”, una parola di sottomissione al destino.]
[İllallah - che ripete un'espressione della dichiarazione di fede islamica - ironizza, anche nella gestualità, sull'ostentazione religiosa del governo turco]
[Siam qui che camminiamo piano piano perché hanno bagnato ovunque per terra. Forse sarebbe più corretto un imperativo - cammina piano - il riferimento all'uso di idranti contro i manifestanti]
[È stravolta da costruzioni mostruose. L'originale parla efficacemente di edifici ormonali, artificialmente gonfiati]
In tutto il mondo nel vicino e medio oriente e probabilmente fin dove sono giunti i musulmani si dice Aman - che abbiamo reso con "Oh, poveri noi" - come quando noi diciamo “Dio mio!”, una parola di sottomissione al destino.]
[İllallah - che ripete un'espressione della dichiarazione di fede islamica - ironizza, anche nella gestualità, sull'ostentazione religiosa del governo turco]
[Siam qui che camminiamo piano piano perché hanno bagnato ovunque per terra. Forse sarebbe più corretto un imperativo - cammina piano - il riferimento all'uso di idranti contro i manifestanti]
[È stravolta da costruzioni mostruose. L'originale parla efficacemente di edifici ormonali, artificialmente gonfiati]
inviata da Riccardo Venturi - 23/9/2014 - 01:04
Lingua: Spagnolo
Versione spagnola di Santiago
MELODÍA DE OLLAS Y SARTENES
(Introducción)
Voy a decir una cosa:
“Ollas y sartenes: es siempre la misma vieja canción”.
De inconsistentes castigos y prohibiciones ¡Ay Dios!
De intransigentes órdenes y decretos ¡Ay Dios!
De inconsistentes castigos y prohibiciones ¡Ay Dios!
De intransigentes órdenes y decretos ¡Ay Dios!
¡Ay, ya tuvimos suficiente!
¡Ay, ya estamos realmente hartos!
¡Cuánta soberbia! ¡Cuánto odio!
Vengan despacio, despacio, que el suelo está mojado.
¡Ay, ya tuvimos suficiente!
¡Ay, ya estamos realmente hartos!
¡Cuánta soberbia! ¡Cuánto odio!
Vengan despacio, despacio, que el suelo está mojado.
No pudieron vender sus sombras
así que venden los bosques,
han derribado, cerrado
cines y plazas.
No pudieron vender sus sombras
así que venden los bosques,
han derribado, cerrado
cines y plazas,
y los cubrieron con centros comerciales.
¡No quiero cruzar ese puente!
¿Qué pasó con nuestra ciudad?
la llenaron de edificios hormonales.
¡Ay, ya tuvimos suficiente!
¡Ay, ya estamos realmente hartos!
¡Cuánta soberbia! ¡Cuánto odio!
Vengan despacio, despacio, que el suelo está mojado.
Vengan despacio, despacio, que el suelo está mojado,
vengan despacio, despacio, que el suelo está mojado,
vengan despacio, despacio, que el suelo está mojado…
(Solista)
¡Oh amada Estambul,
yaces desventurada,
tu belleza arruinada!
¿Qué aflicción, qué gas,
qué pena es esta?
Todo está nivelado al piso,
¿qué pasó contigo?
¡Dime, dime!
No te quiero así.
No, no quiero.
¡Ay Dios!
¡Ay, ya tuvimos suficiente!
¡Ay, ya estamos realmente hartos!
¡Cuánta soberbia! ¡Cuánto odio!
Vengan despacio, despacio, que el suelo está mojado.
(Introducción)
Voy a decir una cosa:
“Ollas y sartenes: es siempre la misma vieja canción”.
De inconsistentes castigos y prohibiciones ¡Ay Dios!
De intransigentes órdenes y decretos ¡Ay Dios!
De inconsistentes castigos y prohibiciones ¡Ay Dios!
De intransigentes órdenes y decretos ¡Ay Dios!
¡Ay, ya tuvimos suficiente!
¡Ay, ya estamos realmente hartos!
¡Cuánta soberbia! ¡Cuánto odio!
Vengan despacio, despacio, que el suelo está mojado.
¡Ay, ya tuvimos suficiente!
¡Ay, ya estamos realmente hartos!
¡Cuánta soberbia! ¡Cuánto odio!
Vengan despacio, despacio, que el suelo está mojado.
No pudieron vender sus sombras
así que venden los bosques,
han derribado, cerrado
cines y plazas.
No pudieron vender sus sombras
así que venden los bosques,
han derribado, cerrado
cines y plazas,
y los cubrieron con centros comerciales.
¡No quiero cruzar ese puente!
¿Qué pasó con nuestra ciudad?
la llenaron de edificios hormonales.
¡Ay, ya tuvimos suficiente!
¡Ay, ya estamos realmente hartos!
¡Cuánta soberbia! ¡Cuánto odio!
Vengan despacio, despacio, que el suelo está mojado.
Vengan despacio, despacio, que el suelo está mojado,
vengan despacio, despacio, que el suelo está mojado,
vengan despacio, despacio, que el suelo está mojado…
(Solista)
¡Oh amada Estambul,
yaces desventurada,
tu belleza arruinada!
¿Qué aflicción, qué gas,
qué pena es esta?
Todo está nivelado al piso,
¿qué pasó contigo?
¡Dime, dime!
No te quiero así.
No, no quiero.
¡Ay Dios!
¡Ay, ya tuvimos suficiente!
¡Ay, ya estamos realmente hartos!
¡Cuánta soberbia! ¡Cuánto odio!
Vengan despacio, despacio, que el suelo está mojado.
inviata da Santiago - 2/7/2016 - 03:55
From Greece to Turkey, Solidarity to Grup Yorum
Αθήνα 13 Μαΐου 2020…
Στο κατώφλι του Ηρωδείου, στη σκιά της Ακρόπολης, μια μοναδική πράξη αγάπης και αλληλεγγύης προς τους άγρια διωκόμενους Τούρκους μουσικούς και ηθοποιούς του “Grup Yorum”, υπό την αιγίδα της νεοσύστατης πρωτοβουλίας καλλιτεχνών #SupportArtWorkers.
Πάνω από 120 Έλληνες μουσικοί, τραγουδιστές, ηθοποιοί, ηχολήπτες και εικονολήπτες ερμήνευσαν και απαθανάτισαν το “Tencere Τava Ηavası” των Kardeş Türküler στη μνήμη των απεργών πείνας Helin Bölek, Mustafa Koçak και İbrahim Gökçek, που πέθαναν μαχόμενοι για την ελευθερία της έκφρασής τους απέναντι στο απάνθρωπο καθεστώς του Ερντογάν.
Athens, May 13, 2020
At the entrance of Herodeion, in the shadow of Acropolis, a unique act of love and solidarity to the brutally persecuted Turkish musicians and actors of "Grup Yorum", under the newly formed #SupportArtWorkers artists' initiative.
More than 120 Greek musicians, singers, actors, sound engineers and cameramen performed and immortalized Kardeş Türküler's "Tencere Tava Havası" in memory of the hunger strikers Helin Bölek, Mustafa Koçak and İbrahim Gökçek, who died fighting for their freedom of expression against Erdogan's inhumane regime.
#GreeceToTurkey , #GrupYorum, #SolidarityToGroupYorum, #KardeşTürküler #tenceretavahavası'.
Αθήνα 13 Μαΐου 2020…
Στο κατώφλι του Ηρωδείου, στη σκιά της Ακρόπολης, μια μοναδική πράξη αγάπης και αλληλεγγύης προς τους άγρια διωκόμενους Τούρκους μουσικούς και ηθοποιούς του “Grup Yorum”, υπό την αιγίδα της νεοσύστατης πρωτοβουλίας καλλιτεχνών #SupportArtWorkers.
Πάνω από 120 Έλληνες μουσικοί, τραγουδιστές, ηθοποιοί, ηχολήπτες και εικονολήπτες ερμήνευσαν και απαθανάτισαν το “Tencere Τava Ηavası” των Kardeş Türküler στη μνήμη των απεργών πείνας Helin Bölek, Mustafa Koçak και İbrahim Gökçek, που πέθαναν μαχόμενοι για την ελευθερία της έκφρασής τους απέναντι στο απάνθρωπο καθεστώς του Ερντογάν.
Athens, May 13, 2020
At the entrance of Herodeion, in the shadow of Acropolis, a unique act of love and solidarity to the brutally persecuted Turkish musicians and actors of "Grup Yorum", under the newly formed #SupportArtWorkers artists' initiative.
More than 120 Greek musicians, singers, actors, sound engineers and cameramen performed and immortalized Kardeş Türküler's "Tencere Tava Havası" in memory of the hunger strikers Helin Bölek, Mustafa Koçak and İbrahim Gökçek, who died fighting for their freedom of expression against Erdogan's inhumane regime.
#GreeceToTurkey , #GrupYorum, #SolidarityToGroupYorum, #KardeşTürküler #tenceretavahavası'.
adriana - 24/5/2020 - 09:47
×
da Kelebekler di Miguel Martínez.*
Inizio dalla fine è sicuramente molto in sintonia con la parte del nostro blog che abbiamo intitolato mundus imaginalis in onore di Henry Corbin.
Da due video di cui si era parlato nei commenti del nostro blog, Tortuga ha tirato fuori questo testo, che le rubiamo integralmente in cambio di un poco costoso grazie!**
Ricordiamo che abbiamo già presentato qui due brani dei Kardeş Türküler, con Tencere tava havasi, torniamo per la terza volta a questo gruppo.
Tortuga ha prima tradotto il testo di “Tencere tava havası” dall’inglese dei sottotitoli, poi lo abbiamo riguardato insieme, confrontando con l’originale turco; infine, lei ha riscritto il tutto in un italiano più scorrevole – ho quindi tolto da qui la prima versione italiana, che lei, con scrupolo filologico, ha conservato sul suo blog.
In fondo al testo, dopo la nota sul termine Aman che è di Tortuga, ho aggiunto anch’io qualche nota.
Il gruppo Kardeş Türküler (tradotto sia come Canzoni Fraterne o come Ballate di Fraternità) è una band moderna turca etnico-folcloristica, che ha posto alla base della sua attività una vera e propria ricerca musicologica scientifica di raccolta delle diverse tradizioni folcloristiche della regione.
Ad eseguire i brani sono artisti Anatolici e delle regioni Balcaniche che cantano in turco, arabo ,curdo, assiro, azero, georgiano e armeno, e il patrimonio culturare di tale musica è quello dei Laz (un popolo caucasico affine ai Georgiani, ma abitanti nella Turchia nordorientale alle frontiere con le ex repubbliche sovietiche dell’Agiaristan e della stessa Georgia), Georgiani , Circassi , Rom , Macedoni e Aleviti.
Nel loro repertorio è presente “Tencere Tava Havası“ che significa “Suono di pentole e padelle”.
L’uso di pentole, padelle e altri comuni utensili da cucina per creare rumori fragorosi o per comporre – come in questo caso – vere e proprie melodie musicali da eseguire per le strade in segno di resistenza non appare come un atto minaccioso o sovversivo.
Tuttavia, azioni di questo tipo sono state utilizzate come atti di resistenza in tutto il mondo in una varietà di lotte nonviolente nel corso della storia, ed hanno creato scalpore in Turchia.
Tencere tava havası è una canzone della resistenza turca non violenta che racchiude in sé diversi aspetti della “musica di resistenza” compreso l’uso di cacerolazos (casseruole).
Si tratta di un inno che è stato adottato come simbolo musicale della lotta nonviolenta turca.
A catturare l’unità che il movimento ha cercato di creare, e l’evoluzione della stessa lotta non violenta, sono stati la canzone, il suo testo, il suo ritmo, la sua storia, la scelta strumentale, la partecipazione di artisti rappresentanti di una significativa moltitudine di riferimenti culturali, ed il fatto di aver remixato trasformando, esaltando, ampliando e amplificando il significato di un brano di musica popolare, conducendolo ad un altissimo grado di arte musicale.
(Fonte: wikipedia)
[inciso]
Comporre musica di questo genere è tutt’altro che semplice, proprio perché si serve di strumenti a suono indeterminato ed unico, ovvero ciascuna padella, teglia, pentola, bicchiere mestolo, grattugia o qualsiasi altro utensile da cucina ha un suo suono, ovvero una tonalità sua propria, che dipende totalmente dalla sua struttura, e può emettere praticamente solo una ristretta gamma di inflessioni della medesima tonalità. In questo caso tutta l’armonia del brano è stata così costruita sulle note iniziali date dai bicchieri.
Utilizzando questo tipo di strumenti, dunque, i cantanti non hanno grandi possibilità di scegliere la tonalità vocale del proprio canto, ma sono vincolati ad intonare la voce sulla base del suono che gli stumenti fornisco ed adattarla a questi ultimi, facendo dunque affidamento sulla propria agilità vocale.
Lo stile musicale appare particolarmente vicino ad una parte del blues degli spirituals, ma è anche denso di altre componenti estremamente miste (si potrebbe dire “come un valzer gregoriano”), non solo mediorientali ma anche occidentali, tanto da renderlo un brano altrettanto familiare ed “orecchiabile” per entrambi gli estremi e per tutte le culture che si trovano fra questi due estremi; è sicuramente assolutamente popolare e tipicamente denso di elementi di musica folklorica, e come tale può evocare il ricordo sia di tipicità della musica afro, che sudamericana, o altro ancora; d’altronde un notevole carattere di l’internazionalità è tipico proprio della musica folklorica: nell’istante dell’attacco dell’assolo del cantante, per un attimo può assai legittimamente sembrare di trovarsi a Napoli o in Puglia.
[fine inciso]
(prosegue traduzione da nuova fonte segnalate in calce)
Il ricorso a questo genere di espressione, battere su pentole e padelle, trasformato in una vera e propria arte di alto livello, come metodo di resistenza non violenta che Tencere tava havası rappresenta è un esempio di due elementi:
a) l’utilizzo del suono come simbolo
b) l’espressione di rivendicazioni simboliche
e questi sono 2 dei 198 metodi di azione nonviolenta che sono stati meticolosamente documentati dal famoso studioso Gene Sharp.
Sbattere pentole e padelle (o musicare con esse) è un metodo che è stato documentato in Cile nei primi anni ’70, quando la popolazione sbatteva pentole e padelle per protestare contro le condizioni economiche durante il governo di Salvador Allende, e di nuovo di fronte alle difficoltà economiche sotto il regime di Pinochet.
Questo metodo di azione nonviolenta è stato così ampiamente impiegato in tutta l’America Latina che il termine cacerolazo o cacerolada, che indica particolarmente una pentola per cucinare lo stufato, ovvero – appunto – una casseruola, è stato coniato per indicare il metodo non violento.
Ma questa tattica non è unicamente dell’America Latina né specifica esclusivamente delle crisi economiche.
Come sono sorti movimenti di protesta “cacerolazos” in Argentina nei primi anni 2000 quando scoppiò la crisi economica, così sono sorti anche a Oaxaca, in Messico, nel 2006, quando le donne hanno marciato sbattendo pentole e padelle per sensibilizzare sulla violenza e la repressione contro gli scioperi degli insegnanti, e mentre in Islanda, nel 2008, “La Rivoluzione della Cucina” ha fatto ricorso a questo metodo per protestare contro la crisi finanziaria e nel 2012, in Québec i “cacerolazos” sono stati adottati nelle zone rurali per esprimere solidarietà con i manifestanti degli studenti delle città.
L’estate scorsa un gruppo di egiziani, stufo sia dei Fratelli Musulmani che dell’esercito, ha organizzato una “protesta di pentole e padelle” addirittura come vera e propria “tattica” per sovvertire il coprifuoco attuato dai militari egiziani per la repressione delle proteste dopo che l’ex presidente Morsi era stato rovesciato.
Infatti il coprifuoco e le leggi di emergenza comportavano che dei manifestanti non potessero organizzarsi e non potessero riuscire neppure a scendere a riunirsi in strada per timore di rappresaglie violente.
Ma, ispirati dal metodi di sbattere di pentole e padelle già usato in Turchia, alle 21 di ogni notte gruppi di egiziani hanno sbattuto sulle loro pentole e padelle dalla sicurezza delle loro case.
Come un artista, che è stato intervistato in Francia dal canale 24 su tale forma decentrata di resistenza, ha detto:
“La stampa è completamente imbavagliata e le strade sono chiuse a causa dello stato di emergenza”. L’unico posto dove gli egiziani possono ancora esprimersi è sui social media. Tuttavia, questo non basta. Vogliamo usare i social media come punto di partenza per recuperare gli spazi pubblici. E quando si sbatte su pentole e padelle è abbastanza pubblico!”
L’accessibilità di pentole e padelle ha ispirato molti movimenti di tutto il mondo ad adottare questo metodo come tattica relativamente sicura. E proprio come nel testo di “Tencere Tava Havası” “Sound on Pots and Pans” dei Kardes Türküler, anche i loro testi lamentano in primo luogo la privazione del popolo del proprio spazio pubblico.
Quando guardiamo a come lo sbattere di pentole e padelle è stato utilizzato come metodo di azione nonviolenta, vediamo che si tratta di una tattica che quasi nessuno non sarebbe in grado di utilizzare.
Pentole e padelle sono strumenti comuni, e quasi tutti ne dispongono o vi possono accedere facilmente, quasi chiunque ne ha qualcuna a portata di mano nella propria cucina.
In questo senso, pentole e padelle sono una rappresentazione simbolica di gente comune.
Quando utilizzata da gruppi di donne che lavoravano in casa, la tattica potrebbe essere vista come un simbolo di partecipazione delle donne e una dimostrazione forte della loro resistenza allo status quo.
Questo è stato certamente il caso della Turchia, dove pentole e padelle sono state appunto simbolizzate tipicamente come “strumenti delle casalinghe”, e il metodo è stato utilizzato da gruppi di donne che hanno lasciato le loro case alle 21 di sera, ogni sera, per camminare per i loro quartieri battendo su pentole e padelle a sostegno della lotta non violenta in corso.
In molti casi, per battere su pentole e padelle non è necessario lasciare le proprie case al fine di partecipare all’azione.
Tatticamente parlando, nei casi in cui il “cacerolazo” è stato condotto dalla propria casa, innanzi ad una finestra aperta o in piedi su un tetto, lo sbattere di pentole e padelle è stata una tattica a basso rischio grazie all’effetto di decentramento, in quanto non richiedeva che la gente si riunisse in una determinata postazione. Questo rende alla polizia o alle forze di sicurezza difficile interrompere l’azione o reprimere le persone coinvolte nell’azione, inoltre si tratta di un’azione più agevole da mettere in atto nelle campagne, come è più facile organizzare movimenti o operare singolarmente ed anonimamente per sollecitare una diffusa partecipazione nell’azione.
Durante le proteste di piazza in Turchia, ci sono stati molti momenti in cui venivano lanciati gas lacrimogeni, e la presenza intimidatoria della polizia ha reso pericoloso per le masse di persone il fatto di riunirsi. Public Radio International ha denunciato, “non tutti potevano farlo fuori in strada per dire la loro, così lo hanno fatto da casa. Ogni sera alle 21 nei quartieri in tutta Istanbul sono scoppiati i tintinnii dei cucchiai di legno contro pentole e padelle, e di posate contro i piatti. Questa volta, il suono ha ispirato musicisti.”
Tencere tava havası è anche un esempio di recupero simbolico, riuso e remix di una dichiarazione fatta dal Primo Ministro turco che, in risposta alle proteste notturne di pentole e padelle, ha detto, “pentole e padelle è sempre la stessa melodia”.
Una agenzia di stampa ha chiamato la canzone “una risposta musicale al licenziamento del primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, da parte delle persone che hanno sostenuto le proteste in corso nel paese sbattendo su pentole e padelle.”
Tencere tava havası è un bellissimo esempio di musica di resistenza.
Con l’uso di pentole e padelle, gli strumenti della gente comune – e grazie alla quotidianità del momento di protesta – come strumentazione, e dei suoi testi che cantano le lamentele delle persone che sono stufe di divieti, comandi, arroganza, odio, corruzione e mancanza di spazio pubblico, Tencere tava havasi è diventato un inno per la resistenza che è tutt’altro che “lo stesso vecchio motivo.”
Althea Middleton-Detzner [l'autrice di questo articolo tradotto, escluso quanto fornito dalla fonte di wikipedia ed alcuni inseriti di contributi diversi] è Senior Advisor dell’istruzione e della formazione presso il Centro Internazionale sul Conflitto Nonviolento, dove ha lavorato sulla base di iniziative programmatiche ed educative per quasi otto anni. Lei è anche un consulente nel campo della resistenza civile, ha un background musicale, e crede nel potere della narrazione e le arti per creare il cambiamento sociale.
Fonte:
freedombeat.org
* Nell'articolo qui presentato sono state eseguite alcune correzioni di refusi rispetto alla fonte [CCG/AWS Staff]
** Un grazie esteso anche da parte nostra sia a Miguel Martínez che a Tortuga. [CCG/AWS Staff]