Oh sì! È proprio vero: Ricco è bello, Ricco è splendido, dio sia benedetto per aver creato il Ricco, la Donna Ricca, gli Imprenditori e soprattutto i Banchieri! Alleluiah!
Ricco è fulgido
Ha lo splendor di un angelo
Ha un fascino terribile
E dio l’ha benedetto
Poi se l’è stretto al petto
Lo bacia e gli fa coccole
Lo tiene presso a sé!
I sacri testi dicono
Che fu Martin Lutero
Che grazie ad una folgore
Beccata in un luna-park
A svolgere il pensiero
Che assolse dal peccato
L’arraffo e l’avidità.
Iddio non è più povero
Non ha il vestito straccio
È pieno di quattrin
E tu eterno pavido
Pedate in faccia avrai
E lui lo scaltro abile
Eletto in ciel sarà!
Ricco è fulgido
Ha lo splendor di un angelo
Ha un fascino terribile
E dio l’ha benedetto
Poi se l’è stretto al petto
Lo bacia e gli fa coccole
Lo tiene presso a sé!
Ricco è fulgido
Ha lo splendor di un angelo
Ha un fascino terribile
E dio l’ha benedetto
Poi se l’è stretto al petto
Lo bacia e gli fa coccole
Lo tiene presso a sé!
I sacri testi dicono
Che fu Martin Lutero
Che grazie ad una folgore
Beccata in un luna-park
A svolgere il pensiero
Che assolse dal peccato
L’arraffo e l’avidità.
Iddio non è più povero
Non ha il vestito straccio
È pieno di quattrin
E tu eterno pavido
Pedate in faccia avrai
E lui lo scaltro abile
Eletto in ciel sarà!
Ricco è fulgido
Ha lo splendor di un angelo
Ha un fascino terribile
E dio l’ha benedetto
Poi se l’è stretto al petto
Lo bacia e gli fa coccole
Lo tiene presso a sé!
inviata da Bernart Bartleby - 27/8/2014 - 15:06
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Canzone scritta da Dario Fo che chiude la commedia “Il ratto della Francesca” interpretata da Franca Rame.
“[…] Venendo al dunque, di che cosa tratta questa nostra commedia? Qual è l’impegno? I più svelti fra di voi l’avranno già capito. Si tratta di un’opera in difesa dei ricchi. Sì, avete capito bene: in difesa dei ricchi! Certo, la nostra compagnia non ha buona reputazione né buona fama in merito. In molte occasioni, dobbiamo ammetterlo, siamo andati giù pesanti con la satira contro gli abbienti e i potenti. Ma concedeteci il rinsavimento. Oggi sentiamo il dovere, di fronte alla folle campagna che si sta organizzando contro i ricchi, di correre in loro difesa. Ve ne sarete di certo resi conto a vostra volta, nello stesso istante in cui il ricco è tornato di moda e lo si ama, sono scoppiati l’odio e l’idiosincrasia per i signori da parte di certi ambienti. Aggressioni morali e fisiche a tormentone, rapimenti, attentati, estorsioni, ricatti e perfino arresti con tanto di manette fra due carabinieri... come Pinocchio!
Neanche lo Stato, la polizia e la magistratura li rispettano più. Dio santo! Un tempo c’era un accorto ritegno da parte della giustizia a criminalizzare un ricco. Il ricco era giustamente protetto, godeva di adeguate coperture, di appoggi da parte dei governanti, di amicizie tra le forze dell’ordine, di affettuose comprensioni da parte dei cardinali... Spesso giudici, questori e ministri erano di famiglia.
Oggi tutto è sovvertito: t’imbatti in terribili procuratori generali emergenti da classi inferiori, che, nelle vesti di angeli vendicatori, battono la mazza di una giustizia uguale per tutti e ti sbattono in galera industriali, banchieri e agrari come fossero assessori dei comuni di Savona o Torino. [...]
Sono i ricchi che fanno la moda, il gusto e la cultura... infatti chi ha inventato di mettersi l’orologio sopra il polsino e gli scarponcini fino al polpaccio anche col tight? È nostro dovere proteggere questa razza se non vogliamo vederla sparire. Propongo che il ricco sia iscritto nella lista delle specie in via d’estinzione. Ma non sono d’accordo con quelli che hanno proposto di raccoglierli tutti e di alloggiarli in zone protette quali il parco d’Abruzzo o quello della Val d’Aosta, compresa Saint Vincent col suo casinò annesso. No, il ricco, specie quello nostrano, non può essere isolato, esso ha bisogno di vivere con individui umani normali... ha bisogno di sviluppare la propria grande attività creativa. Organizzare spostamenti di masse lavoratrici, tagliare rami secchi operativi, liberarsi della mano d’opera in eccedenza, ristrutturare, modernizzare, condurre una lotta dura e spregiudicata contro maestranze e sindacati ribelli.
Parliamoci chiaro, ormai gli operai hanno abbandonato da tempo la lotta di classe, gli unici che continuano a portarla avanti, imperterriti, se pur con grande difficoltà... da soli... sono gli imprenditori. Loro non mollano!”
(Dario Fo, Intermezzo de “Il ratto della Francesca”, Milano, F.R. La Comune, 1986, pp. 21-24)