When they created a monster
They did a helluva job
They took a little kid and they taught him how to build a bomb
It could’ve been you
It could’ve happened to me
it was a Canadian son in a land of hostilities
Let’s welcome
Welcome back Khadr
Did they teach him to hate
Did they train him to kill
Were they screaming jihad just as the bombs above them fell
When the soldiers found him
shrapnel had left him blind
Then they put two bullets in his back
It’s a miracle our boy is still alive
Let’s welcome
Welcome back Khadr
Welcome back
In bloody orange jumpsuits
in Guantanamo
They’re caged like animals and Omar just cries for home
But it was a one-way ticket
into this black hole
The Harper regime turned their back
When the rest were rescuing their own
Let’s welcome
Welcome back Khadr
This is a call for compassion and who can blame
child soldiers for being child soldiers
With a soft will so easy to break, children tragically make
child soldiers, child soldiers
Great pains are taken to rescue and undo the damage done to
child soldiers, child soldiers
Target the people who indoctrinate and charge the people who train child soldiers but NOT the child soldiers
So Canada’s complicit in America’s vice
violence begets violence with no end in sight
we fuel the fires of al Qaida’s rage
you know anyone who’s been wronged
wants justice just the same
To those still sneering like really who cares
Try Amnesty, try UNICEF, try Romeo Dallaire
So we created a monster
Well let’s show them once and for all
That we in Canada believe that love can rebuild after any fall
Let’s welcome, Welcome back Khadr
It’s been too long, Little child soldier
We’re so sorry, Little man Khadr
Welcome back
They did a helluva job
They took a little kid and they taught him how to build a bomb
It could’ve been you
It could’ve happened to me
it was a Canadian son in a land of hostilities
Let’s welcome
Welcome back Khadr
Did they teach him to hate
Did they train him to kill
Were they screaming jihad just as the bombs above them fell
When the soldiers found him
shrapnel had left him blind
Then they put two bullets in his back
It’s a miracle our boy is still alive
Let’s welcome
Welcome back Khadr
Welcome back
In bloody orange jumpsuits
in Guantanamo
They’re caged like animals and Omar just cries for home
But it was a one-way ticket
into this black hole
The Harper regime turned their back
When the rest were rescuing their own
Let’s welcome
Welcome back Khadr
This is a call for compassion and who can blame
child soldiers for being child soldiers
With a soft will so easy to break, children tragically make
child soldiers, child soldiers
Great pains are taken to rescue and undo the damage done to
child soldiers, child soldiers
Target the people who indoctrinate and charge the people who train child soldiers but NOT the child soldiers
So Canada’s complicit in America’s vice
violence begets violence with no end in sight
we fuel the fires of al Qaida’s rage
you know anyone who’s been wronged
wants justice just the same
To those still sneering like really who cares
Try Amnesty, try UNICEF, try Romeo Dallaire
So we created a monster
Well let’s show them once and for all
That we in Canada believe that love can rebuild after any fall
Let’s welcome, Welcome back Khadr
It’s been too long, Little child soldier
We’re so sorry, Little man Khadr
Welcome back
Contributed by Bernart Bartleby - 2014/8/15 - 10:30
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Nell’EP intitolato “Does Not Equal”.
Le foto ritraggono un ragazzino giovanissimo, appena quattordicenne, ed un adulto tra i 25 e i 30 anni. Sono della stessa persona, Omar Ahmed Khadr, nato in Canada nel 1986 da un egiziano e una palestinese lì immigrati. La famiglia si trasferì poi a Peshawar, in Pakistan. Nel 1995 il padre di Omar fu arrestato con l’accusa di aver contribuito a finanziare l’attentato all’ambasciata egiziana a Islamabad. Passò un anno prima che venisse rilasciato per l’assoluta mancanza di prove a suo carico. Nel 1996 la famiglia si trasferì nuovamente, questa volta a Jalalabad, in Afghanistan, dove il padre aveva trovato impiego presso una ONG. Ma dopo l’11 settembre 2001 e l’inizio della “War On Terror” di Bush, a causa dei continui bombardamenti americani sui campi, veri o presunti, di al-Qā‘ida in Afghanistan, la madre e i figli sfollarono sulle montagne del Waziristan. Lì, nel 2002, il quindicenne Omar Khadr finì a fare da interprete a degli “arabi” che facevano parte del gruppo di Abu Laith al-Libi, un libico che era arrivato in Afghanistan vent’anni prima per combattere contro i sovietici e che poi era diventato un grosso esponente di al-Qā‘ida (ucciso nel 2006). Omar Khadr finì in un campo di addestramento dell’organizzazione terrorista. Gli insegnarono i primi rudimenti nell’uso delle armi e nella preparazione di quei micidiali IED (Improvised Explosive Device) che negli anni passati hanno mietuto molti soldati occidentali in Afghanistan come in Iraq.
Il mattino del 27 luglio del 2002 una squadra delle forze speciali americane di stanza a Khost, durante un pattugliamento, ricevette ordine di andare a controllare un edificio da cui era appena partita una chiamata satellitare. Arrivati sul posto, pare che i soldati furono quasi subito accolti da scariche di AK47 e lanci di granate. Poi arrivarono un paio di elicotteri Apache e un altro paio di jet Hornet che spianarono tutto quanto sotto una pioggia di fuoco. Pensando che nessuno dei nemici fosse sopravvissuto, i marines si addentrarono tra le macerie ma furono sorpresi dal lancio di una granata: in cinque rimasero seriamente feriti, uno di loro morì qualche settimana dopo. Uno dei due combattenti ancora attivi fu eliminato all’istante, l’altro, già ferito, fu colpito ripetutamente ma non fu ucciso: era il quindicenne Omar Khadr.
Omar fu curato, si salvò e fu quindi internato prima a Bagram e poi a Guantanamo, dove è rimasto per 10 anni indiziato della morte di un soldato americano e di aver costruito ordigni utilizzati contro gli occupanti, ma senza essere mai formalmente accusato nè rinviato a giudizio nè tanto meno processato, se non davanti ai "Combatant Status Review Tribunals", le commissioni militari istituite da Donald Rumsfeld nel 2005, il cui compito era però non quello di arrivare a sentenza ma solo di decidere sullo stato di “enemies combatants” dei prigionieri, per poterne estendere la detenzione senza processo.
Nel 2010, dopo svariati ricorsi e controricorsi, l’unica alternativa per Omar Khadr, dopo 8 anni di pesante detenzione, è stata quella di dichiararsi colpevole. Così, nel settembre del 2012 è stato rilasciato da Guantanamo per essere internato in un carcere di massima sicurezza in Canada, dove rimane tuttora (fonte: en.wikipedia).
Mentre approfondivo la storia di Omar Khadr, un quindicenne scambiato per un pericoloso terrorista e sbattuto in galera senza processo per un tempo che ad oggi è ancora indefinito, leggevo insieme le biografie di personaggi come Ayman al-Zawahiri, il capo di al-Qā‘ida, e Abu Bakr al-Baghdadi, il recentemente autoproclamatosi emiro dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante: il primo fu arrestato dai russi in Cecenia nel 1996 e rilasciato dopo pochi mesi; il secondo è stato detenuto dagli americani a Camp Bucca per quasi tutto il 2004 e poi improvvisamente liberato senza alcuna spiegazione...
Beh, mi pare che qualcosa non torni...
Avrà mica ragione Edward Snowden quando sostiene che i pezzi grossi del terrorismo islamico sono stati creati ed addestrati dai servizi segreti britannici, americani e israeliani perchè, in base alla strategia chiamata “nido di calabroni”, “the only solution for the protection of the Jewish state is to create an enemy near its borders”?!?
Le teorie del complotto e le dietrologie lasciano sempre il tempo che trovano, anche perchè non sono mai pienamente verificabili, ma credo che non ci piova sul fatto che il radicalismo islamico sia un “prodotto di laboratorio”, magari sfuggito al controllo, e che l’originario terreno di coltura sia stato proprio il conflitto israelo-palestinese, negli anni in cui lo Stato ebraico ha eliminato la controparte laica fomentando quella islamica radicale... In questo senso, Gaza non è solo il ghetto più grande mai esistito ma anche il primo laboratorio in cui è stata sperimentata questa strategia di guerra permanente che annienta popoli e nazioni e rafforza sempre di più le diverse élites dominanti... Chissà se Omar Khadr ha mai riflettuto su questo, sul fatto di essere stato solo una misera pedina di questo gioco mortale di cui tutti ormai - la gente che muore in Palestina, in Siria, in Iraq, ecc., ma anche noi nelle nostre “sicure” fortezze - siamo vittime...