Danno gli occhi alla Pioggia nella Notte più nera
Hanno il passo di chi non s’arrende alla Bufera
E con l’anima in spalla nella notte più scura
vanno via fra un campo di grano e un filare di uva
Sono quelli dell'ottavo chilometro,
partigiani una volta
partigiani per sempre
e la notte li attende su un sentiero che passa e che va
da qui, da qui, da qui, da qui, da qui fino all'eternità
Rosso è lo straccio che portano al collo
e tengono stretta una foto all'altezza del cuore
per chi li aspetta sarà triste la cena
chi prega per loro avrà l'anima in pena
Sono quelli dell'ottavo chilometro,
partigiani una volta
partigiani per sempre
e la notte li attende su un sentiero che passa e che va
da qui, da qui, da qui, da qui, da qui fino all'eternità
Sono quelli dell'ottavo chilometro,
partigiani una volta
partigiani per sempre
e la notte li attende su un sentiero che passa e che va
da qui, da qui, da qui, da qui, da qui fino all'eternità
Hanno il passo di chi non s’arrende alla Bufera
E con l’anima in spalla nella notte più scura
vanno via fra un campo di grano e un filare di uva
Sono quelli dell'ottavo chilometro,
partigiani una volta
partigiani per sempre
e la notte li attende su un sentiero che passa e che va
da qui, da qui, da qui, da qui, da qui fino all'eternità
Rosso è lo straccio che portano al collo
e tengono stretta una foto all'altezza del cuore
per chi li aspetta sarà triste la cena
chi prega per loro avrà l'anima in pena
Sono quelli dell'ottavo chilometro,
partigiani una volta
partigiani per sempre
e la notte li attende su un sentiero che passa e che va
da qui, da qui, da qui, da qui, da qui fino all'eternità
Sono quelli dell'ottavo chilometro,
partigiani una volta
partigiani per sempre
e la notte li attende su un sentiero che passa e che va
da qui, da qui, da qui, da qui, da qui fino all'eternità
inviata da DonQuijote82 - 26/7/2014 - 14:44
Esiste una versione ancora poco conosciuta di "Ottavo chilometro". Una versione forse ancora più intensa e realizzata per un progetto particolare.
Alle 04:00 di mattina del 20 maggio 2012, e più di una settimana dopo, alle 09:00 del 29, una serie di scosse sismiche con epicentro nella provincia di Modena hanno modificato per sempre la fisionomia dell’Emilia, procurando danni, vittime, feriti e macerie in numero incalcolabile. Quattro anni più tardi, molti obiettivi della ricostruzione ancora debbono essere raggiunti: diversi centri storici, per dire, sono a tutt’oggi quasi completamente nascosti dietro impalcature e ponteggi, e l’emergenza abitativa, per centinaia di famiglie, è lungi dall’essersi riassorbita. Se la distruzione di edifici, fabbricati, monumenti, chiese e strade rappresenta l’effetto più visibile del terremoto di allora, non meno critica, per il territorio e i suoi residenti, è stata la situazione generata dalla repentina interruzione di servizio subìta da negozianti, esercenti e attività produttive in genere, da un giorno all’altro costretti a lasciare i periclitanti locali dove fino a qualche minuto prima si trovavano il lavoro e le attrezzature di una vita.
Tra questi Daniele Andinetti, il proprietario degli studi di registrazione Music Inside di Rovereto sul Secchia, che pur avendo perso nel terremoto la propria abitazione, si è messo immediatamente in moto per rendere di nuovo agibili le sue sale d’incisione, peraltro spesso teatro di esibizioni dal vivo. Esibizioni dalle quali è nato l'album "Silver Lining" (da un’espressione dell’ottimismo anglosassone: Every cloud has a silver lining, «ogni nuvola ha il suo lato positivo», come a dire che ogni evento tragico può essere digerito e superato), tredici canzoni inedite, tutte (tranne due) catturate al Music Inside, per ricordare, sostenere, promuovere il lavoro di Daniele, la solidarietà degli artisti e lo spirito resistente della terra emiliana, sempre pronta a rimettersi in piedi e a rimboccarsi le maniche nonostante le disgrazie sofferte.
Nel disco appaiono musicisti nostrani e internazionali, i Gang si appoggiano alla fisa inconfondibile di Garth Hudson (The Band) per offrire una cinematografica versione folk-rock di questo brano.
Alle 04:00 di mattina del 20 maggio 2012, e più di una settimana dopo, alle 09:00 del 29, una serie di scosse sismiche con epicentro nella provincia di Modena hanno modificato per sempre la fisionomia dell’Emilia, procurando danni, vittime, feriti e macerie in numero incalcolabile. Quattro anni più tardi, molti obiettivi della ricostruzione ancora debbono essere raggiunti: diversi centri storici, per dire, sono a tutt’oggi quasi completamente nascosti dietro impalcature e ponteggi, e l’emergenza abitativa, per centinaia di famiglie, è lungi dall’essersi riassorbita. Se la distruzione di edifici, fabbricati, monumenti, chiese e strade rappresenta l’effetto più visibile del terremoto di allora, non meno critica, per il territorio e i suoi residenti, è stata la situazione generata dalla repentina interruzione di servizio subìta da negozianti, esercenti e attività produttive in genere, da un giorno all’altro costretti a lasciare i periclitanti locali dove fino a qualche minuto prima si trovavano il lavoro e le attrezzature di una vita.
Tra questi Daniele Andinetti, il proprietario degli studi di registrazione Music Inside di Rovereto sul Secchia, che pur avendo perso nel terremoto la propria abitazione, si è messo immediatamente in moto per rendere di nuovo agibili le sue sale d’incisione, peraltro spesso teatro di esibizioni dal vivo. Esibizioni dalle quali è nato l'album "Silver Lining" (da un’espressione dell’ottimismo anglosassone: Every cloud has a silver lining, «ogni nuvola ha il suo lato positivo», come a dire che ogni evento tragico può essere digerito e superato), tredici canzoni inedite, tutte (tranne due) catturate al Music Inside, per ricordare, sostenere, promuovere il lavoro di Daniele, la solidarietà degli artisti e lo spirito resistente della terra emiliana, sempre pronta a rimettersi in piedi e a rimboccarsi le maniche nonostante le disgrazie sofferte.
Nel disco appaiono musicisti nostrani e internazionali, i Gang si appoggiano alla fisa inconfondibile di Garth Hudson (The Band) per offrire una cinematografica versione folk-rock di questo brano.
dq82 - 22/9/2016 - 15:29
Ieri sera Marino ha raccontato di avere chiesto a Wilfredo Caimmi, una volta entrato più in confidenza, "senti Wilfredo ma quelle armi perché non le hai consegnate?" sentendosi rispondere : "A chi? E quando?". (lo racconta anche nel video riportato nell'introduzione)
Lorenzo - 10/9/2018 - 16:31
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2015
Sangue e cenere
La scorsa estate i Gang hanno deciso di utilizzare la modalità del crowdfunding, con grandissimo successo, visto che hanno raccolto 10 volte la cifra richiesta, lo hanno fatto per finanziare la realizzazione del nuovo disco Sangue e cenere, che arriva quindi ben 14 anni dopo Controverso, il loro ultimo album di inediti.
Certo in questi anni c’è sempre stata una intensa attività live con oltre 100 concerti ogni anno, ci sono stati parecchi dischi tra live, cover, riletture, collaborazioni ( La Macina, Daniele BiacchessiMassimo Priviero, Gaetano Liguori) ma gli amanti della band aspettavano sempre un nuovo lavoro di inediti, che ora è finalmente nel nostro lettore.
Con i fondi raccolti hanno potuto fare le cose per bene, registrazioni in USA con una bella produzione di Jono Manson, una ricca strumentazione che vede ad accompagnare i fratelli Severini Charlie Cinelli, basso e contrabbasso, Marzio Del Testa, batteria e percussioni, e molti ospiti di qualità come Jason Crosby, piano,violino e tastiere, John Egenes, mandolino, banjo e pedal steel, Brant Leeper, organo e fisarmonica, Garth Hudson fisarmonica, Eric Ambel chitarra elettrica, una sezione fiati di lusso, quella di Bruce Springsteen, e addirittura in un brano la presenza di un’intera orchestra, una splendida copertina, che per certi aspetti ricorda quella dei Basement tapes, con belle foto e ricco booklet almeno nella limited edition inviata a tutte le 1.186 persone, tutte citate nel libretto, nella veste di co-produttori.
In questi nuovi undici brani dei fratelli Severini non ci sono più l’irruenza e la rabbia giovanile, ci sono meno chitarre e viene dato più spazio a vari tipi di tastiere, ai fiati e altri strumenti, sono privilegiate le atmosfere più rilassate, le ballate, i momenti struggenti e melanconici, la poetica, la saggezza, ma non mancano mai entusiasmo, passione e quei sani principi e valori, di onestà, di impegno civile e sociale, di denuncia, insomma i Gang sanno sempre, anche a distanza di molti anni, da che parte stare.
La title track Sangue e cenere apre questo nuovo lavoro ed è il brano rock che ben rappresenta il nuovo corso di Marino e Sandro, Non finisce qui è una ballata di denuncia e rabbia per le troppe morti impunite dovute all’amianto “… e polvere d’amianto prima ti avvelena il sangue poi diventa cancro …” , la successiva Alle barricate è invece uno scatenato ed epico combat-rock con venature irish, omaggio alla resistenza della città di Parma che nel 1922 respinse per cinque giorni i fascisti, vero nuovo inno per i concerti dei Gang.
Ci sono due brani che ci ricordano la terribile guerra negli anni ’90 nella ex- Jugoslavia, Gli angeli di Novi Sad lungo, toccante ed emozionante brano con L’Orchestra Pergolesi diretta dal Maestro Stefano Campolucci e la splendida Più forte della morte è l’amore, omaggio a Gabriele Moreno Locatelli, religioso e pacifista dei Beati Costruttori di Pace ucciso da un cecchino a Sarajevo, uno dei veri eroi e Giusti di quest’epoca, calda ballata ricca di soul con la sezione dei fiati in grande spolvero .
La Resistenza ritorna in Ottavo chilometro, delicata, poetica e nostalgica ballata per “… partigiani una volta, partigiani per sempre …” con una deliziosa fisarmonica di Garth Hudson e non mancano temi più attuali come in Marenostro, lunga struggente invocazione, quasi una preghiera, per quei disperati che arrivano e spesse volte muoiono, nelle traversate coi barconi dall’Africa.
Da segnalare il primo singolo Nel mio giardino, brano rock-soul, insolitamente “nero” per i Gang, con un grande uso dei fiati che qui conducono decisamente la danza, e Perché Fausto e Iaio, dove con suoni potenti, hammond in evidenza, due lap steel, i Gang ci regalano un altro brano epico da cantare ai loro concerti, in ricordo dei due ragazzi uccisi da cinque anonimi sicari fascisti nella Milano degli anni ‘70 ( a proposito non perdetevi il bel libro che Daniele Biacchessi ha dedicato alla loro vicenda ).
Uno splendido lavoro che ci riporta, dopo oltre venti anni, ai grandi fasti di due capolavori comeLe radici e le ali e Storie d’Italia, un disco suonato e arrangiato (e sì, si sente la presenza di Jono Manson) alla grande, con testi che lasciano sempre il segno e che fanno riflettere, un album che ci pervade totalmente.
Abbiamo bisogno dei fratelli Severini, fanno parte di quelle necessità fondamentali, come pane, giustizia e libertà, abbiamo bisogno di loro, di questo potente antidoto contro le banalità e le superficialità della vita, il razzismo dilagante, la guerra, la perdita di memoria storica .
Ora e sempre Gang!
mescalina
Sangue e cenere - Non finisce qui - Alle barricate - Ottavo chilometro - Marenostro - Perché Fausto e Iaio - Nino - Gli angeli di Novi Sad - Più forte della Morte è l’Amore - Nel mio giardino - Mia figlia ha le ali leggere
I Gang stanno preparando un nuovo disco, al momento inedito.
sul loro sito c'è un diario di bordo e la presentazione dei nuovi brani. Giusto per accrescere l'attesa iniziamo a inserirli man mano.
Nato ad Ancona nel quartiere popolare del Piano San Lazzaro. Comunista, partigiano a 18 anni aderì alle Brigate Garibaldi.
A Wilfredo devo molto perché fu soprattutto lui a farmi capire in occasione di diversi incontri, quanto fossero importanti le canzoni come strumento e linguaggio per tenere vivo e acceso il fuoco della memoria della Resistenza. E questa canzone è una promessa fatta a lui ma anche a tanti tanti partigiani e partigiane che ho incontrato in questi anni in Italia. Il titolo della canzone è tratto da quello di uno dei libri di Caimmi “Ottavo chilometro. Memorie di vita partigiana nelle Marche“, scritto insieme ad Alfredo Antomarini.
Spero che questa canzone sia anche un prestesto affinché questo libro venga ristampato.
Wilfredo è scomparso il 17 ottobre del 2009.
Di Wilfredo posso raccontarvi soltanto un episodio che risale al 1990 e che lo portò alla ribalta nazionale: Al riguardo prendo in prestito un articolo di Fosco Giannini sulla vicenda: “Da un sottoscala della sua abitazione esce acqua; l’idraulico chiamato dal condominio a riparare il guasto sfonda una parete, trovandosi di fronte ad un vero e proprio arsenale militare: erano le armi – fucili, pistole, decine di mauser tolte ai tedeschi, mitragliatrici – che il comandante Rolando, (il nome di battaglia di Wilfredo) dopo la Resistenza, non aveva consegnato e che aveva invece accuratamente custodito, oleato e tenuto in funzione per 45 anni, forse nell’illusione – all’inizio – che il Vento del Nord e la rivoluzione potessero proseguire e certamente nel tentativo – passati i decenni – che la memoria della lotta non svaporasse.
La giustizia borghese, tuttavia, non può conoscere, né accettare il sogno: Caimmi, a 65 anni suonati, finisce nelle prigioni anconetane e vi rimane chiuso – con la sua salute incerta - per oltre sette mesi. Anche l’Anpi locale non scherza: il comandante Rolando, la medaglia d’argento per la lotta di Liberazione, è espulso “per detenzione d’armi”.
Poi, tutto si razionalizza: Caimmi – ma dopo la galera – viene da tutti, compresa l’Anpi (che lo riammette nelle sue fila), riabilitato; il suo nome torna di cristallo e il vasto arsenale incidentalmente scoperto viene organizzato ed esposto – per tramandare lo spirito della lotta di Liberazione – nel museo della Resistenza di Falconara, vicina ad Ancona."