Lingua   

Corsicana

Maria Carta
Lingua: Corso (Gallurese (Gadduresu))


Maria Carta

Lista delle versioni e commenti


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[fine 800]
Testo tradizionale in corso gallurese (Gadduresu) risalente alla fine dell’Ottocento, famoso canto sui banditi, adattamento di Maria Carta (che in un 45 giri del 1971 la intitola “Antoneddu, Antoneddu”).
Canto della Gallura, diffuso ampiamente nel Logudoro, denominato Corsicana perché ritenuto originario della Corsica.
Presente anche nel repertorio di Elena Ledda.
Interpretato da voce maschile e chitarra nel disco “Musica Sarda Vol.1” realizzato nel 1964 a cura di Diego Carpitella, Pietro Sassu e Leonardo Sole.
Testo trovato sul sito della Fondazione Maria Carta

Elena Ledda - “Is Arrosas”, 1984
Musica Sarda Vol.1

Un canto che è una schermaglia a tre, tra il bandito e le sue donne, moglie e madre.
Ma nelle due ultime strofe (che Maria Carta non canta e di cui l’ultima, in particolare, è comune anche ad altre canzoni) sono sintetizzati i motivi che hanno fatto dell’uomo un fuorilegge (le comodità sono solo per i ricchi, per i poveri pene e pianto) ed è anche chiaramente suggerita la rabbia minacciosa dei diseredati (quelle roncole che brillano al sole, il loro rumore nel fendere il grano, sinistro ed evocativo di vendetta...)
(La moglie)
Cant’è tristu lu me cori,
lu mancammi mè maritu,
pa li falsu traditori
tre anni l’hagghju banditu:
girendi pa li muntagni
pa li soi falsi cumpagni.

(La madre)
Antuneddu, m’Antuneddu,
tuttu lu mundu si lagna:
ti ulìa meddu moltu
chi banditu alla muntagna.
ti ulìa meddu moltu
chi banditu alla muntagna.

(Il bandito)
Cara mamma, mamma mia
no ti lu piddar’ a cori,
si stocu pa li muntagni
no stocu pa disonori.
si stocu pa li muntagni
no stocu pa disonori.

(La moglie)
Nu l’asculti i no l’intendi
chista boci di dolori
Veni chi m’è manchendi
bene, amor, vita e cori.
Veni chi m’è manchendi
bene, amor, vita e cori.

[Li nostri antichi l’haiani sempri in manu,
taddendi mucchju pa semina lu granu:
bianca comu l’aglientu chi briddaa da luntanu.
E s’intendia dalla spiagghja
lu crà crà di la rustagghja.

Lu trenu di Bastia
è fattu pa li signori
Piegnini li carritteri
suspirani li pastori]

inviata da Bernart Bartleby - 1/6/2014 - 22:30



Lingua: Italiano

Traduzione italiana dal sito della Fondazione Maria Carta
CORSICANA (ANTONEDDU, ANTONEDDU)

Quanto è triste il mio cuore,
per colpa dei falsi traditori,
mio marito è da anni bandito
e gira sulle montagne
per colpa dei suoi falsi compagni

Antoneddu, Antoneddu
tutti si lamentano di te
e io vorrei fossi morto
piuttosto che bandito alla montagna.

Cara mamma,
non prendertela a cuore,
se mi nascondo, tu lo sai
non è per disonore.

Ma tu non l’ascolti, non la vuoi sentire
questa voce di dolore
vieni, perché mi sta mancando
il bene, l’amore, la vita, il cuore.

I nostri antichi l’avevano sempre in mano
tagliavano l’erba per seminare il grano
era bianca come l’argento e brillava da lontano.
E si sentiva dalla spiaggia
il crà crà della roncola.

Il treno di Bastia
è fatto per i signori
Piangono i carrettieri
sospirano i pastori

inviata da Bernart Bartleby - 1/6/2014 - 22:30


in realtá il testo non é in gallurese, e tra l'altro il gallurese non è corso, è gallurese. Il gallurese antico e non italianizzato ha un contrasto abbastanza forte con il corso e si trovano molteplici differenze, e lo dico da Gallurese (galluresofona) DOC, (perché in gallura parluamo anche sardo), comunque il testo in realtà è un po' un invenzione di Ciccheddhu Mannoni che ha creato l'accordo alla corsicana ed ha creato anche il testo ispirandosi alla lingua e melodie corse che sentiva alla radio facendo un po' un miscuglio.

5/11/2024 - 23:06




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