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Francesco Guccini: Canzone per un'amica (In morte di S.F.)

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Lingua: Italiano


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Versione Originale di Guccini


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it.fan.musica.guccini
[1967]
Folk Beat n°1. Francesco (Guccini), 1967.
Folk Beat n°1. Francesco (Guccini), 1967.

Testo e musica di Francesco Guccini
da "Folk Beat n°1"

45 giri dei Nomadi - Canzone per un'amica (lato B di "Ho difeso il mio amore") - 1968
45 giri dei Nomadi - Canzone per un'amica (lato B di "Ho difeso il mio amore") - 1968
Canzone per un'amica (nota anche come In morte di S.F.) è una canzone di Francesco Guccini, scritta nel 1967 e pubblicata nello stesso anno all'interno del suo primo album, Folk beat n. 1. È famosa per essere stata da sempre la canzone di apertura di ogni suo concerto, tranne che nel tour del 2002 in cui venne eseguita dopo Libera nos Domine (erano gli anni del G8 di Genova e dll'attentato alle torri gemelle, ma questa è un'altra storia).

La genesi della canzone deriva dalla morte di una cara amica di Guccini nel 1966 (Silvana Fontana). Così racconta Franco Ceccarelli componente della band Equipe 84, di cui Francesco era collaboratore:
« Eravamo al Festival Nazionale dell'Unità a Ferrara. Pochi minuti prima di salire sul palco, qualcuno ci venne a dire che Silvana, una della compagnia del bar Grande Italia era appena morta, in un incidente stradale. Ma davanti a noi c'erano circa cinquantamila persone che ci aspettavano, e non sapevano che Silvana era una nostra cara amica, e che se n'era andata »
(Franco Ceccarelli)

La notizia arrivò alle orecchie del cantautore mentre stava finendo di registrare le canzoni del suo album di esordio Folk beat n. 1 a Milano; tornato a Pavana, scrisse quindi un brano in suo onore, In morte di S.F., con gli accordi del chitarrista Deponti, e lo inserì all'ultimo minuto nell'album. Il brano In morte di S.F., fu poi ridepositato dopo l'iscrizione di Guccini alla SIAE, con il testo a suo nome (la musica rimase intestata a Deponti), con delle lievi modifiche, ma soprattutto col titolo cambiato (per consentirne il rideposito) in Canzone per un'amica. L'ANAS, infatti, fece pressioni per evitare una cattiva pubblicità in tema di sicurezza stradale, riuscendo a farle cambiare il titolo e a censurarla.

Nell'archivio delle opere musicali SIAE sono presenti, come opere distinte, sia In morte di S.F. sia Canzone per un'amica, e per entrambe l'unico autore è Francesco Guccini. Guccini, nelle incisioni dal vivo, userà sempre il nuovo titolo.

Il brano piacque così tanto anche ad Augusto Daolio, allora leader dei Nomadi, che la volle incidere l'anno successivo con la sua band (è contenuta nell'album I Nomadi).

Nel 1995 Enrico Ruggeri eseguì la canzone in versione rock (con il titolo Canzone per una amica) per l'album Tributo ad Augusto dedicato al cantante storico dei Nomadi Augusto Daolio.

Nel 2012 I Luf la reinterpretano nell'album "I Luf cantano Guccini".


Canzone per un'Amica una CCG? forse sì, forse solo da spostare tra gli Extra. Ma faccio alcune considerazioni a riguardo.
Innanzitutto cito un passo del piccolo trattato di ciclosofia di Didier Tronchet:

Si potrebbe pensare che, con i suoi 10.000 morti l'anno nella sola Francia (35 milioni di morti dalla sua invenzione, secondo la Croce Rossa), l'automobile è diventata il primo predatore dell'uomo.
Ciò nonostante la crescita dell'industria automobilistica è considerata un indicatore di prosperità.
Si è presi da un senso di vertigine di fronte alla capacità di auto-obnubilamento dell'umanità che, in una certa misura, organizza il proprio sterminio. Per non parlare poi del fascino (degno di quello del cobra prima dell'attacco mortale) che la macchina esercita sulle sue vittime (presenti e future). Fscino le cui manifestazioni più aberranti sono le riviste specializzate, le pubblicità sgargianti che esaltano la velocità, e i numerosi Saloni dell'auto.
Nessun altra specie nella storia della creazione ha mai generato il proprio predatore con tanto entusiasmo.
I topi non sono mai andati al Salone del gatto.


La canzone fu corretta, censurata, criticata. Insomma, come si disse, per la Società Autostrade in autostrada si viaggia, non si muore. Per carità... lo speriamo tutti... ma in quegli anni vigeva molto la censura, e anche "Canzone per un'amica" ne fu vittima. All'inizio della prima versione, addirittura, si sentiva uno strillone urlare la notizia della morte della giovane citata nella canzone. Negli anni in cui cominciava il consumismo, i viaggi estivi di massa, guai a dire che le auto potessero essere elemento di morte.

Altra considerazione da fare è che in questo delirio di esaltazione della potenza e della velocità delle auto si pensa di poter correre senza limiti, e una volta entrati all'interno delle automobili diventiamo tutti aggressivi, violenti e ci sentiamo padroni della strada. Inoltre pensiamo che siano più importanti 10 minuti della nostra vita, piuttosto che la vita di qualcun altro. Le auto sono delle vere e proprie armi di distruzioni (e di distrazione) di massa.

DQ82
Lunga e diritta correva la strada,
l'auto veloce correva
la dolce estate era già cominciata
vicino lui sorrideva,
vicino lui sorrideva...

Forte la mano teneva il volante,
forte il motore cantava,
non lo sapevi che c'era la mort
quel giorno che ti aspettava,
quel giorno che ti aspettava...

Non lo sapevi che c'era la morte,
quando si è giovani è strano
poter pensare che la nostra sorte
venga e ci prenda per mano,
venga e ci prenda per mano...

Non lo sapevi, ma cosa hai sentito
quando la strada è impazzita,
quando la macchina è uscita di lato
e sopra un'altra è finita,
e sopra un'altra è finita...

Non lo sapevi, ma cosa hai pensato
quando lo schianto ti ha uccisa,
quando anche il cielo di sopra è crollato,
quando la vita è fuggita,
quando la vita è fuggita...

Dopo il silenzio soltanto è regnato
tra le lamiere contorte:
sull'autostrada cercavi la vita,
ma ti ha incontrato la morte,
ma ti ha incontrato la morte...

Vorrei sapere a che cosa è servito
vivere, amare, soffrire,
spendere tutti i tuoi giorni passati
se [così]* presto hai dovuto partire
se presto hai dovuto partire...

Voglio però ricordarti com'eri,
pensare che ancora vivi,
voglio pensare che ancora mi ascolti
e che come allora sorridi
e che come allora sorridi...
* presente solo nella prima versione di Guccini, eliminato dai Nomadi e successivamente anche da Guccini stesso

inviata da DonQuijote82 - 20/5/2014 - 17:55




Lingua: Inglese

Versione inglese di ZugNachPankow
English Version by ZugNachPankow

Ho alterato leggermente il significato di alcune frasi per rendere scorrevole la traduzione.
I tried to make the translation as "natural" as possible, at the expense of preserving the exact meaning of some sentences.
SONG FOR A FRIEND
Translated by ZugNachPankow

The road went long and straight,
the car ran fast,
it was already summer
she smiled by his side,
she smiled by his side...

His hand was on the [steering] wheel,
the engine roared,
didn't you know?
Death was waiting for you,
death was waiting for you...

Didn't you know about death,
when you're young, you just don't
think that one day
you run into bad luck,
run into bad luck...

You didn't know, but what did you feel
when you lost control,
the car went off the road
on top of another one,
on top of another one...

You didn't know, but what did you think
when you were killed in the crash,
when the sky fell on you,
when life went away,
when life went away...

Afterwards, only silence
on the road:
on the highway you were seeking life,
but you ran into death,
but you ran into death...

I want to know what's the point
in living, loving, suffering
spending all those days together
if you left us so early,
if you left us so early...

Regardless, I want to remember how you were,
I want to think you're still alive,
I want to think you're still listening
and smiling, like you used to
and smiling, like you used to...

inviata da ZugNachPankow - 25/10/2015 - 00:50




Lingua: Esperanto

Versione in esperanto di ZugNachPankow
KANTO PRI AMIKINO

Longa kaj rekta estis la vojo,
forte kantis la motoro
Jam komencis la dulĉa somero,
ŝi ridetis ĉe li,
ŝi ridetis ĉe li...

Forte stringis la mano la stirilon,
forte kantis la motoro
Ĉu vi ne sciis ke la morto vin atendis tiutage,
la morto vin atendis tiutage?

Vi ne sciis ke ĝi estis la morto
Juntempe, ĝi estas malkutima,
zorgi ke la morto venus kaj nin prenus je la mano,
venus, kaj nin prenus je la mano...

Vi ne sciis, sed kion vi provis
kiam la vojo freneziĝis
kiam la aŭtomobilo iris elvoje
kaj sur alia iris,
kaj sur alia iris?

Vi ne sciis, sed kion vi provi
kiam la kunpuŝiĝo vin mortiĝis
kiam la ĉielo falis
kiam la vivo vin forlasis
kiam la vivo vin forlasis?

Poste, estis nure silento fra rompitaj ladoj
Sur la aŭtovojo vi serĉis la vivon,
sed vi trovis la morton,
sed vi trovis la morton...

Al kio ĝi utilis
vivi, ami, suferi
multajn tagojn kune foruzi
se vi tiel rapide moris,
se vi tiel rapide moris?

Mi deziras memori kiel vi estis
Pensi ke vi ankoraŭ vivas
Mi deziras pensi ke ni ankoraŭ interparolas
ke kial tiam vi ridetas...

inviata da ZugNachPankow - 30/12/2015 - 00:31




Lingua: Latino

La versione latina di Magnapyxis et Rellaecarens
"Ab opere F. Gucciniorum" (Gucciniorum ?!?!? O quanti Guccini ci sono?!?!?)

AMICAE CARMEN
De morte S.F.

Longa directaque via currebat,
currebat rapidus currus
suavis aestas iam inceperat,
te iuxta ea ridebat,
te iuxta ea ridebat.

Fortiter manus tenebat volantem,
fortiter motor canebat;
non intellegebas tu mortem esse
eo die quae te exspectabat,
eo die quae te exspectabat.

Non intellegebas tu mortem esse;
iuvenis cum sis est mirum
ut possis cogitare fatum tuum
venire manum tuam captum,
venire manum tuam captum.

Id non sciebas at quid perspexisti
cum ea via insanivit,
cum extra limitem exivit currus
et super alium incidit,
et super alium incidit.

Id non sciebas, quid verum sentisti
quando te ictus occidit,
cum atque caelum superne corruit,
cum ex te effugit vita,
cum ex te effugit vita.

Posthac silentium tantum regnavit
in medium ferrum contortum,
vitam per viam tu olim petebas,
at tibi obvia mors venit,
at tibi obvia mors venit.

Scire ego velim ad quid usui fuerit te
vivere et amare et dolere,
et omnes perfectos consumere dies
cum tibi mox obiendum fuerit,
cum tibi mox obiendum fuerit.

Sed recordari te ut eras volo
et putare te vivam esse,
putare volo te nunc me audire,
ridere te ut ridebas,
ridere te ut ridebas.

26/1/2016 - 15:18


Caro DonQuijote82,

non è che voglio rompere la minkia come al mio solito... Io stesso ho contribuito diverse canzoni che hanno a che fare con la civiltà dell'auto (e la più rappresentativa credo sia L'ingorgo di Lucio Dalla che comunque compare come Extra)... Il fatto è che non mi pare proprio che il contenuto di "Canzone per un'amica" sia ascrivibile in alcun modo alle CCG. Con la tua introduzione ti arrampichi parecchi sui vetri, anzi, sui parabrezza perchè non c'è nulla in questa canzone che denunci l'auto come WMD, nè dal punto di vista dei morti ammazzati sulle strade, nè dei morti ammazzati in fabbrica, nè dei morti ammazzati dai veleni immessi nell'atmosfera... niente di tutto questo. E' una "Canzone per un'amica" tristemente perita in un incidente stradale: punto e basta.

Se passasse la tua impostazione, allora chiunque potrebbe dedicarsi a postare sulle CCG una qualunque delle molte canzoni che compaiono nella lista di en.wikipedia intitolata List of car crash songs

Saluti

Bernart Bartleby - 20/5/2014 - 18:17


la mia preferita nella lista delle car crash songs è "Last Kiss" nell'interpretazione dei Pearl Jam :)



Voto anch'io per spostarla negli extra...

Lorenzo - 20/5/2014 - 19:55


CANZONE PER LA PLOG
di Riccardo Venturi.

plog


plognight


Ebbene, stasera ho imparato che esistono persino le "Car crash songs"; mènghia. Così, profittando di questa pagina automobilistica e dell'inserimento della famosa canzone di Guccini sull'amica spiaccicata sull'autostrada, ho pensato di dedicare una canzone alla Plog. La Plog è la mia macchina, e poi vi spiego perché si chiama così: è una Mercedes W123 di classe 200 con impianto a GPL (a benzina farebbe 2 metri con un litro...), 2000 di cilindrata, quasi cinque metri di lunghezza, due tonnellate e rotte di peso, freno di stazionamento a pedale e sgancio a mano, spaventomila chilometri, adesivi dei Malasuerte FI*Sud e "Ateo a bordo", eccetera. E' un carro armato: già appartenente a una attivista NO TAV, a Firenze girano leggende sul fatto che si diverta a ridurre in poltiglia le Smart e altre macchinine modajole, che provenga dalla guerra civile libanese e che il suo baule venga affittato per trasportare ostaggi (leggende che, naturalmente, mi guardo bene dallo smentire). E' stata immatricolata il 27 giugno 1979 a Massa Carrara e ritargata Firenze nel 1987: ha quindi trentacinque anni. La targa è pure tutto un programma: FI HO (fiorentino per "fico")- 90 (la paura) - 47 (il morto che parla). Ha guadagnato, oltre a fotografie quasi quotidiane, persino la prima pagina dell'edizione fiorentina di "Repubblica" e un video YouTube con oltre 17.000 visualizzazioni grazie alla band dei Petralana che l'ha "ingaggiata":



Nella canzoncina che segue, oltre a celebrarne le gesta leggendarie (la mia macchina è molto più famosa di me...), ho finalmente sfogato tutto il mio livore contro le Smart e le Mini (quelle di ora), nonché contro i ciclisti (Alessio Lega, altro spatentato come Guccini, dice che la "rivoluzione arriverà in bicicletta", ma io sostengo che la rivoluzione viene meglio con un paio di Leopard e qualche altro mezzo corazzato, ivi compresa la Plog che è corazzata di suo); mi sono permesso anche uno squisito anacronismo, immaginando che sia stata lei a far fuori l'amica di Guccini, cosa impossibile perché la canzone è del '67 e quindi, casomai, S.F. sarebbe stata spiaccicata da una W113. Comunque sia, Guccini può stare al sicuro: con la sua stazza, sono certo che potrebbe essere preso in pieno anche da uno Hummer senza patire danni.

Ad ogni modo, si chiama "Plog" per una sua caratteristica: ha un clacson talmente vasto e sensibile, che è praticamente impossibile non suonarlo mentre si gira il durissimo sterzo (detto, per questo, lo "squarto": bisogna essere Maciste per girare il volante, e non ha nessun "servo": né servi e né padroni!) Per cui fa sempre "Plooog!", dal famoso urletto del commissario Adamsberg di Fred Vargas.

Pronti a cantare ora...? 1..2..3..

Lunga e diritta correva la strada,
la Plog tranquilla arrancava,
dietro, la Mini di merda suonava,
la Smart davanti schizzava,
la Smart davanti schizzava.

Forte la mano stringeva il volante
che, del resto, non sterzava,
c'era bisogno di muscoli a morte
sennò la Plog non girava,
sennò la Plog non girava.

Due tonnellate di regal ferraglia,
Sembra aver fatto la guerra,
Mancava solo montar la mitraglia
e un missile terra-terra,
e un missile terra-terra

Sembra da Beirut venire a marciare
O dai Balcani in battaglia,
non vi consiglio di farla incazzare,
cià un po' la coda di paglia,
cià un po' la coda di paglia.

Prendi la Smart che è uscita di lato
per lo spostamento d'aria,
o quella Mini ridotta a un pelato
per inchiodata sommaria,
per inchiodata sommaria.

Forse fu lei, chissà, ad ammazzare
l'amica di Francesco Guccini,
ecco perché unn'ha imparàho a guidare,
si fa scarrozzar da Biondini,
si fa scarrozzar da Biondini.

Ma vo' cantare questa gran canzone
alla mia Plog quarantenne,
massa di ruggine, puzza ch'è un caprone
ancor maestosa e solenne,
ancor maestosa e solenne.

Envoi

M'hanno scassato pedoni a bizzeffe,
vadano in culo i ciclisti,
grazie infinite agli automobilisti
che han spiaccicato Esse Effe,
che han spiaccicato Esse Effe!

Riccardo Venturi - 21/5/2014 - 04:23


LA PIU' FAMOSA CAR CRASH SONG ITALIANA: NON CORRERE PAPA'



Altro che "Canzone per un'amica"...! Dal film Il Pap'occhio di Renzo Arbore (1980). Un epico capolavoro interpretato dall'attore e cantante Dino Cassio, già componente dei Brutos.

Centoquaranta all'ora...vado via,
Il cielo si fa scuro nella sera,
Premo l'accelerator senza paura,
Non mi fermo nemmeno all'autogrill.

Non correre papà,
non correre papà,
la mamma è morta già sull'autostrà',
Non correre papà,
non correre papà,
la mamma è morta già sull'autostrà'


Centocinquanta all'ora nella notte,
Son partito da Roma alle ventuno,
Da casello a casello cinque ore,
Arrivo a casa prima delle tre.

Non correre papà,
non correre papà,
la mamma è morta già sull'autostrà',
Non correre papà,
non correre papà,
la mamma è morta già sull'autostrà'


Un camion col rimorchio, un furgoncino,
Sorpasso un'Alfasud metallizzata,
Oddio! C'è il guard-rail così vicino,
La curva...freno! Sbando!... e vado giù...!

Non torna il mio papà,
non torna il mio papà,
è tutto spiaccicà' sull'autostrà'!
Non torna il mio papà,
non torna il mio papà,
è tutto spiaccicà' sull'autostrà'!

Papà, papà, te l'avevo detto di non correre!
Così era successo anche alla mamma!
Papà, papà, te l'avevo detto di non correre!
Papà! Papà! Papà Papà!


Ero andato a vedere il film appena uscito in compagnia della pischella (avevamo, rispettivamente, 17 e 16 anni nel 1980). L'intenzione era quella di un'adolescenziale pomiciata al cinema, ma arrivati a questa scena rischiammo la vita per sbellicamento dalle risate. Piegati in due sui seggiolini del vecchio Supercinema. Be' tempi!

Riccardo Venturi - 21/5/2014 - 05:20


LA CCG CAR

CCGr4

adriana - 21/5/2014 - 13:51


Hi, streguzza, ma quella lì la Plog di Riccardo te la schiaccia come un insetto!

Bernart Bartleby - 21/5/2014 - 14:16


Che il Gauchito Gil ti perdoni .....come puoi pensare che la Plog possa far del male alla MITICA!! :-)

adriana - 21/5/2014 - 14:32


Scusa, ma qui l'hashtag non è #car crash songs#?

Bernart Bartleby - 21/5/2014 - 14:37


Non me ne intendo di asc'tagghe e diavolerie del genere, però la Plog non stiaccerebbe mai la MITICA sorellina né le altre sorelline Errequattro! La Plog stiàccia solo Smart, Ford Ka, Mini, finte Fiat 500 e le costosissime macchinine Chatenet dei sedicenni ricchi! Che il mondo lo sappia!

Riccardo Venturi - 21/5/2014 - 16:23


Allora posso stare tranquillo... c'ho la Panda Young 2002 (rigorosamente Grrranata!).

B.B. - 21/5/2014 - 16:29


Direi tranquillissimo, tra l'altro con una Panda Young dell'89 ci sono andato un'estate in Sardegna nel '91! A proposito di Grrrranata: ma che cavolo ha combinato Alessio Cerci...? Io l'altra sera tifavo Toro come tutto lo stadio di Firenze...

Riccardo Venturi - 21/5/2014 - 16:36


"Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore,
non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia..."
("La leva calcistica della classe '68", Francesco De Gregori, da "Titanic", 1982)

Certo che l'Europa League... porko kane!

Bernart Bartleby - 21/5/2014 - 16:57


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v...


Spero che si legga...è l'articolo pubblicato da "La Stampa" del 3 agosto 1966.
Saluti,

Vito

Vito Vita - 22/8/2018 - 02:27


Beppe Carletti ha recentemente dichiarato che una delle prime volte che, a Modena, i Nomadi eseguirono dal vivo "Canzone per un'amica" (che Francesco aveva da poco scritto), il fratello di Silvana Fontana li affrontò arrabbiatissimo.......

Flavio Poltronieri - 15/8/2019 - 11:15


A me sembra una reazione esagerata, quella del fratello.
Francesco Guccini non mi ha mai appassionato, anche se ha scritto qualche bella canzone. E non capisco chi, di questi personaggi, venera il mito. Sono esseri umani anche loro. Luci ed ombre, vizi e virtù...

sergio falcone - 15/8/2019 - 13:32


Versione di Graziano Romani
da Augusto: Omaggio alla voce dei Nomadi (Route 61 Music, 2020)
Augusto

Dq82 - 8/10/2020 - 10:00


Indiscutibilmente la diffusione dell'automobile produce un incremento della mortalità (soprattutto tra chi non ne fa uso: pedoni, ciclisti...). In particolare nei Paesi a basso reddito, l'Africa in primis.
Eppure la narrazione più diffusa rimane quella delle "magnifiche sorti e progressive, ossia l'aumento di automobili, strade e autostrade (asfaltate, beninteso).



L’INCUBO AUTOMOBILE SI AGGIRA PER L’AFRICA (ANCHE) E FA STRAGE .
CHI VUOLE PUO’ CHIAMARLO PROGRESSO…



Gianni Sartori

Ovviamente, provenendo da ambienti interessati all’Africa in quanto fonte di affari e profitto, la notizia veniva data avvolta in un alone positivo, ottimistico.

Per la serie delle “magnifiche sorti e progressive”.

Mi riferisco all’ulteriore asfaltatura delle strade in Camerun prevista per il 2013.

Ma facciamo qualche passo (a piedi, ca va sans dire) indietro.

E’ ormai risaputo, se non proprio universalmente, almeno tra gli “addetti ai lavori” che in Africa di incidenti stradali si muore più che per l’Aids. Come confermano certi ambienti missionari di mia conoscenza la cui frequentazione con il Continente Nero (o “Vero” come si va diffondendo in ambienti moderatamente progressisti) è ormai secolare.

Statisticamente qui si registrano più incidenti che in ogni altro continente. E il tasso medio di mortalità stradale (dati dell’OMS) sarebbe di 26,6 morti ogni 100mila abitanti (il triplo rispetto all’Europa). Riesce a far peggio solo la Repubblica Dominicana. Seguita da una lista di ben 24 paesi africani.

Tra i primi: Zimbabwe, Malawi (nel 2018 un camion era piombato sul mercato di Kampepuza uccidendo oltre 20 persone), Liberia, Eritrea, Uganda…ma anche Kenya (12° posto, 48 morti ogni 100mila abitanti), Nigeria, Egitto e Sudafrica non scherzano.

In Sudafrica, per dire, nel 2022 circa 22,7 vittime ogni 100mila abitanti (nonostante da anni sia attiva una campagna - Be safe-get there - per “arrivare vivi”). Mentre in Nigeria (41.709 vittime sulle strade tra il 2013 e il 2020) come causa di morte è allo stesso livello del banditismo e degli attacchi jihadisti.

Fermo restando che presumibilmente anche in Africa chi muore dopo qualche giorno o qualche settimana (sebbene la causa principale sia l’incidente) non rientra nel calcolo complessivo (rimanendo statisticamente classificato tra i “feriti”).

Tra le cause, l’alcol (forse la principale), la mancanza di rispetto per la segnaletica e l’eccesso di velocità. Al solito, non si considera adeguatamente, tantomeno si cerca di quantificare, l’incidenza dell’uso del cellulare (o di altri marchingegni analoghi) durante la guida. Oltre naturalmente alla cronica corruzione per cui le infrazioni al codice della strada spesso si possono sanare pagando direttamente l’agente.

Quanto all’obiezione in merito al “cattivo stato delle strade”, in diversi casi sterrate, si tratta - a mio avviso ovviamente - di un falso. In realtà l’eventuale asfaltatura (sempre che non serva a ricoprire - ricordate in Somalia all’epoca di Ilaria Alpi? Altro che la nostra A31! - quantità industriali di rifiuti tossici) servirebbe soltanto a incentivare la velocità e quindi i rischi di incidenti più o meno mortali.

Invece, come dicevo all’inizio, è stato commentato positivamente il recente annuncio (v. conferenza semestrale dei capi dei servizi centrali e decentrati del ministero dei Lavori pubblici del Camerun) del ministro Emmanuel Nganou Djoumessi. Ossia la prossima asfaltatura di oltre 700 km di strade in Camerun entro il 2023.

Quasi quanto quelli asfaltati nel 2021(778,6 km) e più del doppio di quelli (395) del 2022.

Più o meno contemporaneamente giungeva la notizia di quello che probabilmente resta il peggior incidente nella storia del Camerun.

Il 25 gennaio 2023 (verso le tre di notte) ben 53 persone perdevano la vita (un numero destinato ad aumentare in quanto risultano anche una trentina di feriti in gravi condizioni) non lontano dalla città di Dschang lunga una strada con molte curve.

Qui un autobus delle linee urbane si era scontrato con un furgone utilizzato per trasportare carburante. Nell’incendio immediatamente divampato i corpi delle vittime venivano letteralmente divorati dalle fiamme e resi irriconoscibili. Tra le ipotesi, un cattivo funzionamento dei freni del furgone, la scarsa visibilità e - ovviamente - la velocità eccessiva. Problemi che difficilmente si potrebbero risolvere ricoprendo la strada d’asfalto (tra l’altro, osservando le foto, in molti tratti sarebbe già asfaltata).

Altra strage su una arteria stradale africana (anche in questo caso già asfaltata in quanto autostrada, la Kano-Zaria), quella del 6 gennaio in Nigeria. Confermato il decesso pressoché immediato di 19 persone. A cui da allora se ne saranno sicuramente aggiunte altre in quanto quelle gravemente ferite erano almeno una trentina.

Stando alle dichiarazioni del Frsc (Federal road safety corps) si sarebbe trattato di uno scontro frontale tra due autobus. Sempre a causa dell’alta velocità e anche in questo caso i veicoli si sono immediatamente incendiati.

Da un articolo di Edward Duncan e Isabelle Uny apparso circa tre anni fa su “The Conversation”, si apprendeva che “gli incidenti stradali rappresentano l’ottava causa di morte al mondo” e che “la stragrande maggioranza di questi decessi avviene in Paesi a basso reddito come quelli dell’Africa subsahariana”. Pur essendo questi Paesi quelli “con le percentuali più basse in termini di veicoli posseduti per ogni abitante”.

Inoltre, spiegavano i due esperti “qui gli incidenti stradali hanno un impatto maggiore rispetto a malattie mortali come la malaria, la tubercolosi e – in alcune zone- l’HIV e l’AIDS”. Anche nell’Africa sub-sahariana — lo davo per scontato - la maggior parte delle vittime stradali “sono pedoni, ciclisti e motociclisti, dato che per molti camminare e andare in bicicletta restano gli unici mezzi di trasporto a disposizione”.

Surreale però la successiva affermazione (da cui traspare un certo "stupore", tutto occidentale)   per cui sarebbe “una cosa normale vedere bambini, adulti e anche venditori ambulanti camminare lungo i bordi delle strade estremamente trafficate”. Scusate, ma proprio non capisco. Perché camminare lungo le strade non dovrebbe essere "normale"? Dove dovrebbero andare? “A campi”? In giro per la savane…?  Evidentemente mi sono perso qualcosa.

Duncan e Uny denunciavano poi le carenze in materia di pronto intervento, pronto soccorso, cure mediche e riabilitazione. Per cui, ma era prevedibile “molti dei feriti poi muoiono" (anche se, aggiungo, presumibilmente non rientreranno nelle statistiche).



Tralascio per ora di approfondire altri aspetti della questione.



Come la relazione (già documentata) tra lo sviluppo della viabilità e la diffusione dell’Aids (in particolare grazie alle camionabili, dove migliaia di povere donne, spesso abbandonate con figli, si prostituivano agli autisti che poi, viaggiando su gomma, portavano l’infezione a centinaia di chilometri). Oppure le stragi di bambini lungo le piste della Parigi-Dakar (quelle del percorso originario dove, pare, non sarebbe più gradita dagli indigeni).



Ma concludo dicendo che se i progetti onusiani di una capillare, diffusa educazione stradale rappresentano comunque un atto di buona volontà, insistere ulteriormente sull’omologazione al modello occidentale (più strade e autostrade - asfaltate - più auto private…) mi sembra non solo inutile, ma controproducente.



Ovviamente spetterà alle popolazioni interessate decidere. Sempre che sia loro consentito.



Gianni Sartori

Gianni Sartori - 3/2/2023 - 19:00




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