Lingua   

Zi' prevete nnucente e sfortunato

Pina Cipriani
Lingua: Italiano (Cilentano)


Lista delle versioni e commenti


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Evviva Garibaldi!
(Pina Cipriani)
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(anonimo)
Tu si' lu giurici
(anonimo)


La presente canzone è ricavata da una poesia di G. Liuccio, poeta dialettale Cilentano (zona che comprende la parte più meridionale della provincia di Salerno), pubblicata nella raccolta "Chesta è la terra mia!" del 1981 (Galzerano editore) dalla quale copio peddisequamente il testo mantenendo inveriata la grafia usata dell'autore.
Musicata da Franco Nico, è cantata da Pina Cipriani e presente nel cd "Chesta è la terra mia!", Compagnia del Sancarluccio, Napoli.
A la chiazza re Salierno
ng'è na forca preparata.
Quanta gente s'è arrunata!
Mó giustizia s'adda ffà.
Ma se mpicca no ladrone,
na carogna, no bbreante
o quacche miciriante
ca le ppene adda paà?
E' no prevete nnucente,
lo canonico De Luca.
Nun è conte, nun è duca,
ma quanta paura ffà!
Prerecava la ggiustizia
pe paisi e pe contrade.
A le ggenti resperate
prumittìa libbertà.
Lo Borbone l'â saputo.
 mannato a lo Ciliento
li surdati a ciento a ciento
co scuppette nquantità.
A lo Monte Bulgaria
lo canonico è accuvato;
no surdato l'â truvato
l'â arrestato là pe là.
Li baruni só contenti:
lo periculo è passato.
Chisto prevete arrestato
che paura pote ffà?
L'arcivescovo r'â ditto:
"Nun ffà uerra a li baruni.
Giura fede a li Burbuni
si la morte vuò scanzà".
Lo canonico ha guardato
l'arcivescovo e r'â ditto:
"Forse è meglio si stai citto.
Io só pronto pe murì".
Stamattina co lo scuro
l'âno tutto carusato
maleritto e sconsacrato.
Sta vreogna adda patì.
Senza cotta e senza sola
mó lo portano a la morte
E murenno allucca forte:
"Evviva la libbertà!".
E la ggente ca stà attuorno
lo saluta ra luntano;
mena vasi co la mano.
Sulo chesto pote ffà.
Zì prevete nnucente e sfortunato
ca pe nne libberà sì muorto acciso!
Come no malfattore t'âno mpiso!
ma prima o poi t'âma vendicà.
Maòericimo viscuvi e baruni.
Só tutti servi re lo rre Borbone.
Mmiezzo la chiazza appisi a no furcone:
sta bella fine re facimmo ffà.

inviata da MarcoChe - 8/9/2006 - 11:34




Lingua: Italiano

Versione italiana di Marco "Che"
ZI' PRETE INNOCENTE E SFORTUNATO

Nella piazza di Salerno
è stata preparata la forca,
quanta gente si è radunata!
Ora bisogna fare giustizia.

Ma verrà impiccato un ladrone,
una carogna, un brigante
o qualche mendicante
che deve pagare per le sue pene?

E' un prete innocente,
il canonico De Luca.
Non è conte, non è duca,
ma quanta paura fa!

Predicava la giustizia
nei paesi e per le contrade,
alle genti disperate
prometteva libertà

Il Borbone l'ha saputo,
e ha mandato nel Cilento
i soldati, a cento a cento,
con fucili in quantità.

Sul Monte Bulgaria
il canonico è nascosto;
un soldato l'ha trovato
e l'ha subito arrestato.

I baroni sono contenti:
il pericolo è passato.
Questo prete arrestato
che paura può fare?

L'arcivescovo gli ha detto:
"Non far guerra ai baroni,
giura fede ai Borboni,
se la morte vuoi evitare!"

Il canonico ha guardato
l'arcivescovo e gli ha detto:
"Forse è meglio se stai zitto,
io sono pronto per morire".

Stamattina, quand'era ancor buio,
gli hanno tosato i capelli,
l'hanno maledetto e sconsacrato:
questa vergogna deve patire.

Senza nessuna fretta
ora lo portano alla morte,
e morendo urla forte:
"Viva la libertà!".

E la gente tutt'attorno
lo saluta da lontano,
manda baci con la mano,
solo questo ormai può fare.

"Zio" prete, innocente e sfortunato
che per liberarci sei stato ucciso!
Come un malfattore ti hanno appeso,
ma prima o poi ti dobbiamo vendicare.

Malediciamo vescovi e baroni,
sono tutti servi del re Borbone.
In mezzo alla piazza, appesi alla forca:
questa bella fine gli dobbiamo far fare.

inviata da MarcoChe - 8/9/2006 - 17:08




Lingua: Italiano

Versione italiana di Carmen
ZIO PRETE INNOCENTE E SFORTUNATO

Nella piazza di Salerno c’è una forca preparata
Quanta gente si è radunata! Ora bisogna fare giustizia
Ma verrà impiccato un ladrone, una carogna, un brigante
O qualche assassino che deve pagare le pene?
E’ un prete innocente, il canonico De Luca
Non è conte, non è duca, ma quanta paura fa!

Predicava la giustizia per paesi e per contrade
Alle persone disperate prometteva libertà.
Il Borbone l’ha saputo , ha mandato nel Cilento
I soldati, a cento a cento, con fucili in quantità.
Sul monte Bulgaria, il canonico è nascosto,
un soldato l’ha trovato, l’ha arrestato lì per lì.

I baroni sono contenti, il pericolo è passato
Questo prete arrestato che paura può fare?
L’arcivescovo gli ha detto: “Non far guerra ai baroni.
Giura fede ai Borboni se la morte vuoi evitare”.
Il canonico ha guardato l’arcivescovo e gli ha detto:
“Forse è meglio se stai zitto, io sono pronto per morire”

Stamattina, con il buio gli hanno tolto tutti i capelli
Maledetto e sconsacrato, questa vergogna deve patire.
Senza cotta e senza stola, ora lo portano alla morte
E morendo grida forte: ”Evviva la libertà”.
E la gente che sta intorno lo saluta da lontano
Banda baci con la mano, solo questo può fare.

Zio prete innocente e sfortunato,
che per liberarci sei stato ammazzato!
Come un malfattore ti hanno impiccato!
Ma prima o poi ti vendicheremo.
Malediciamo vescovi e baroni.
Sono tutti servi del re Borbone
In mezzo alla piazza appesi ad una forca:
questa bella fine gli facciamo fare.

inviata da Carmen - 8/9/2006 - 18:54




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