Lingua: Francese
Versione francese di Dina Vierny
LE COSTUME NEUF
Le costume neuf et les souliers qui grincent
J'ai échangé contre le droguet des prisons.
En ces huit ans, j'ai eu pas mal de peine
Et pas un de mes cheveux a changé de couleur.
Mais dehors le temps est beau,
Par la fenêtre, la nouvelle lune me regarde,
Et moi j'ai encore quatre ans à tirer,
J'ai mal, je voudrais être à la maison.
Le costume neuf et les souliers qui grincent
J'ai échangé contre le droguet des prisons.
En ces huit ans, j'ai eu pas mal de peine
Et pas un de mes cheveux a changé de couleur.
Mais dehors le temps est beau,
Par la fenêtre, la nouvelle lune me regarde,
Et moi j'ai encore quatre ans à tirer,
J'ai mal, je voudrais être à la maison.
Lingua: Inglese
Translated by Jeremy Grant and Laurent d'Aumale
THE NEW SUIT
I swapped my new suit and my squeeky shoes for prison rags.
In these eight years I've had some heartache,
and not one of my hair lost its colour.
But outside in the yard the weather's fair,
And the new moon stares at me through the window.
And I still have four years to serve,
It pains my soul, I wish I was home.
I swapped my new suit and my squeeky shoes for prison rags.
In these eight years I've had some heartache,
and not one of my hair lost its colour.
But outside in the yard the weather's fair,
And the new moon stares at me through the window.
And I still have four years to serve,
It pains my soul, I wish I was home.
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L'Unione Sovietica stalinista tra gli anni '20 e gli anni '50: sono i decenni delle grandi "purghe" dove ogni potenziale nemico del regime viene mandato nei gulag, nei campi di lavoro della Siberia.
La Siberia, in mezzo al nulla, nella parte asiatica della Russia, con un clima estremo, pochissimo popolata è tuttavia ricca di risorse minerarie. Lo sfruttamento delle miniere ucciderà 25000 prigionieri condannati per furto, omicidio, omosessualità...
Nei canti del gulag (raccolti negli anni '70 in un raro LP - l'unico pubblicato dalla modella di importanti pittori e scultori e collezionista d'arte Dina Vierny) l'asprezza delle parole evoca a volte le dure condizioni di vita nei campi di lavoro. Ma anche dei ricordi che esprimono la libertà interiore quando fuggire è impossibile. Questa libertà, la libertà interiore, è quella che i russi chiamano "volya" in contrapposizione con la libertà in senso giuridico, "svoboda", cioè quella di cui i prigionieri erano privati.
Traduzione dal libretto del disco di Noemi Wasfield & BLK