Se io potessi incontrarti
e farti ragionare su quel che hai in mente
- lo so – spareresti ugualmente:
sei un ragazzo
e non sai cosa siano la prudenza,
il calcolo, la pazienza.
Lo so, tu non sei capace
di andare dritto al macello
belando come un agnello.
Io ti chiamo e ti chiamo,
Mordechai,
per stringerti la mano.
Sei talmente lontano, sei salito
talmente in alto –
La mia voce
potrà arrivarti mai?
Scoppiava la primavera
Nei viali di Varsavia. Tigli e lillà
Spandevano inviti e profumi:
era la vita
che di nuovo intonava nelle vene
la melodia delle Sirene.
Laggiù, nella galleria,
fiutavi l’aria di aprile,
stringevi forte il fucile.
Io ti chiamo e ti chiamo,
Mordechai,
per stringerti la mano.
Sei talmente lontano, sei salito
talmente in alto –
La mia voce
potrà arrivarti mai?
Ti chiamo dal tuo futuro.
Vorrei che mi dicessi cosa nell'uomo
è forte più della paura.
Quando fa buio,
quando tutte le porte sono chiuse,
e dove guardi trovi un muro -
in che cosa uno spera?
E dopo, dove riposa?
La morte - dove lo porta?
Io ti chiamo e ti chiamo,
Mordechai,
per stringerti la mano.
Sei talmente lontano, sei salito
talmente in alto –
La mia voce
potrà arrivarti mai?
Come vorrei trovarmi
nel giorno che verrà, dentro il tuo sogno:
da ognuno secondo le sue capacità
a ogni altro secondo il suo bisogno.
Come vorrei assomigliare
anche solo di poco
agli uomini buoni e savi
che al buio tu immaginavi.
Io ti chiamo e ti chiamo,
Mordechai,
per stringerti la mano.
Guardo i fiori sul ramo, e mi domando
Dove sei, ora.
E noi, qui,
dove siamo?
e farti ragionare su quel che hai in mente
- lo so – spareresti ugualmente:
sei un ragazzo
e non sai cosa siano la prudenza,
il calcolo, la pazienza.
Lo so, tu non sei capace
di andare dritto al macello
belando come un agnello.
Io ti chiamo e ti chiamo,
Mordechai,
per stringerti la mano.
Sei talmente lontano, sei salito
talmente in alto –
La mia voce
potrà arrivarti mai?
Scoppiava la primavera
Nei viali di Varsavia. Tigli e lillà
Spandevano inviti e profumi:
era la vita
che di nuovo intonava nelle vene
la melodia delle Sirene.
Laggiù, nella galleria,
fiutavi l’aria di aprile,
stringevi forte il fucile.
Io ti chiamo e ti chiamo,
Mordechai,
per stringerti la mano.
Sei talmente lontano, sei salito
talmente in alto –
La mia voce
potrà arrivarti mai?
Ti chiamo dal tuo futuro.
Vorrei che mi dicessi cosa nell'uomo
è forte più della paura.
Quando fa buio,
quando tutte le porte sono chiuse,
e dove guardi trovi un muro -
in che cosa uno spera?
E dopo, dove riposa?
La morte - dove lo porta?
Io ti chiamo e ti chiamo,
Mordechai,
per stringerti la mano.
Sei talmente lontano, sei salito
talmente in alto –
La mia voce
potrà arrivarti mai?
Come vorrei trovarmi
nel giorno che verrà, dentro il tuo sogno:
da ognuno secondo le sue capacità
a ogni altro secondo il suo bisogno.
Come vorrei assomigliare
anche solo di poco
agli uomini buoni e savi
che al buio tu immaginavi.
Io ti chiamo e ti chiamo,
Mordechai,
per stringerti la mano.
Guardo i fiori sul ramo, e mi domando
Dove sei, ora.
E noi, qui,
dove siamo?
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