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װער עס האָט אין בלאַט געלעזן

anonimo
Lingua: Yiddish


Lista delle versioni e commenti


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Ver es hot in blat gelezn
[Fine 800]
Canzone raccolta negli anni 50, da qualche parte negli USA, da Ruth Rubin, folksinger ed etnomusicologa ebrea americana di origine russa.
L’interprete era un vecchio mendicante cieco, un immigrato ebreo originario di Vilnius, Lituania.
La registrazione è inclusa nel disco intitolato “Jewish Life: The Old Country”, pubblicato nel 1958 dalla Folkways Records.
Il testo in caratteri ebraici è presente nel libretto del disco (pag. 11).
Per quanto riguarda quello in caratteri latini, la versione presente su YouTube e quella nel libretto del disco differiscono un poco, ma mi pare che superino entrambe il controllo “anti-francioso” suggeritomi da Riccardo.

Jewish Life: The Old Country

La canzone si riferisce ad uno dei tanti pogrom antisemiti che ebbero luogo nell’impero zarista nel corso dell’800. Ad Odessa, in particolare, i pogrom furono molto frequenti. I primi – nel 1821 e 1859 – furono scatenati dalla locale comunità greca sia per motivi politici (gli ebrei erano visti come sostenitori degli odiati Ottomani) che per i soliti pregiudizi religiosi.



Nel 1871 i pogrom – ed è proprio a questi che si riferisce la canzone - videro la partecipazione sia di greci che di russi e costituirono un po’ un punto di svolta, sia perché il più puro e bieco odio religioso prese da questo momento il sopravvento, sia perché le vittime cominciarono seriamente a pensare all’impossibilità della convivenza con i cristiani. E’ infatti proprio nell’Impero russo negli ultimi decenni dell’800 che cominciò non solo una forte emigrazione ebraica ma che si sviluppò l’idea sionista, concretizzatasi già nel 1882 con la Prima Aliyah, la prima ondata di immigrazione in Palestina.
Intanto ad Odessa i pogrom continuarono ciclicamente: ancora nel 1881, nel 1886 e nel 1905, questi ultimi i più feroci di tutti, con centinaia di ebrei massacrati e migliaia di loro proprietà distrutte ad opera di gruppi di cristiani russi, greci ed ucraini… E le stragi non si fermarono nemmeno durante la guerra civile e gli anni d’oro dello stalinismo, congiungendosi quasi senza soluzione di continuità all’Olocausto.
װער עס האָט אין בלאַט געלעזן
װעגן אַ באַרימטער שטאָט אַדעס,
אַך װאָס פֿאַר אַן אומגליק 'ס האָט געטראַפֿן
אין אײנע צװײ־דרײַ מעת־לעת

פּלוצלינג האָט מען אױסגעשריען:
אײַ שלאָג דעם יּידן װי װײַט איר קאָנט!
אױ, שטײנער אין די פֿענסטער האָבן גענומען פֿליען,
אַ פּאָגראָם האָט זיך אױפּגעריסן אין אײן מאָמענט.

מערדער זײַנען אין די גאַסן געפֿלױגן.
מיט די העק, מיט די מעסערס אין די הענט געגרײט,
אײַ, װוּ נאָר אַ יּידן געטראָפֿן,
אױ, גלײַך אים אױף אַן אָרט געטױט.

דאָרטן ליגט אַ כּלה אַ שײנע,
זי ליגט אָנגעטאָן אין חופּה־קלײד,
אױ לעבן איר שטײט אַ מערדער אײנער,
און האַלט דעם שאַרפֿן חלף אָנגעגרײט.

דאָרטן ליגט אַ פֿרױ אַ שײנע,
זי ליגט פֿאַרװאָרפֿן אין די מיסט.
לעבן איר ליגט אַ קינד אַ קלײנע,
און זײגט איר קאַלטע טױטע בריסט

inviata da Bernart Bartleby - 14/3/2014 - 10:09




Lingua: Yiddish

La trascrizione del testo in caratteri latini.

Rispetto a quella proposta originariamente (v. introduzione), è stata corretta in alcuni punti (eliminazione delle scritture tupo "gefli-en" e "messer", chiaramente tedeschizzanti, al posto di quelle YIVO "geflien" e "meser"). Interezzante, a partire dal titolo, il germanismo gelezn "letto" (gelesen) al posto dell'antica parola yiddish geleyent (infinito: leyenen), di origine romanza e forse addirittura italiana. [RV]
VER ES HOT IN BLAT GELEZN?

Ver es hot in blat gelezn,
Vegn a barimter shtot Ades,
Akh vos far an umglik 's hot getrofn
In eyne tsvey-dray mesles.

Plutsling hot men oysgeshrien:
Ay shlog dem Yidn vi vayt ir kont!
Oy, shteyner in di fenster hobn genumen flien,
A pogrom hot zikh oypgerisn in eyn moment.

Merder zaynen in di gasn gefloygn,
Mit di hek, mit di mesers in di hent gegreyt,
Ay, vu nor a Yidn getrofn,
Oy, glaykh im oyf an ort getoyt.

Dortn ligt a kale a sheyne,
Zi ligt ongeton in khupe-kleyd,
Oy lebn ir shteyt a merder eyner,
Un halt dem sharfn khalef ongegreyt.

Dortn ligt a froy a sheyne,
Zi ligt farvorfn in di mist.
Lebn ir ligt a kind a kleyne,
Un zeygt ir kalte toyte brist.

17/3/2014 - 19:52




Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
18 marzo 2014
CHI HA LETTO SUL GIORNALE?

Chi ha letto sul giornale
dell'illustre città di Odessa?
Oh, che disgrazia l'ha colpita
in soli due o tre giorni.

D'improvviso hanno gridato:
Colpite il Giudeo quanto potete!
Oh, hanno preso a volare pietre contro le finestre
E un pogrom si è scatenato in un attimo.

Gli assassini sciamavano per le strade
Con asce e coltelli pronti in mano,
Ah, ovunque trovassero un ebreo
Oh, lo ammazzavano sul posto.

Ecco là una bella sposa,
Sta là col suo vestito da sposa.
Vicino a lei c'è un assassino
Con l'aguzzo pugnale pronto a colpire.

Ed ecco là una bella donna,
Accartocciata nel sudiciume.
Vicino a lei c'è un bambino
Che le succhia il seno freddo e morto.

18/3/2014 - 09:53




Lingua: Inglese

Traduzione inglese dal libretto del disco “Jewish Life: The Old Country”, 1958.
HAVE YOU READ IN THE NEWSPAPERS?

Oh, have you read in the newspapers
About the famous city Odessa?
Oh, what a calamity befell it
In only two-three days.

Suddenly, someone yelled:
“Hey, beat the Jews with all your might!”
Oh, stones began flying through windows,
And a pogrom was raging in a moment.

Murderers flew through the streets,
With axes and knives ready in their hands.
And wherever they found a Jew
They killed him on the spot.

There lies a beautiful bride,
She lies there in her wedding gown,
Oh near her stands a murderer
And holds his dagger poised to strike.

There lies a handsome woman,
She lies crumpled in the dirt.
Near her lies a little baby
Sucking her cold, dead breast.

inviata da Bernart Bartleby - 14/3/2014 - 10:10


Non mi ero dimenticato di questa pagina; e così, sia rispetto al testo in caratteri ebraici presente nel libretto, sia rispetto alla trascrizione sottostante, ho un po' agito di testa mia. Nel senso che il testo in caratteri ebraici presenta un'ulteriore complicazione, vale a dire la tendenza a non scrivere certe "puntature" che io invece preferisco sempre mettere, mentre la trascrizione si lascia sfuggire a volte alcuni tedeschismi (gefli-en, messer). Naturalmente nulla a discapito di Bernart Bartleby, che anzi sembra aver ben capito i princìpi basilari della trascrizione yiddish: assolutamente bravo! Gli aggiungo due ulteriori trucchetti: una perfetta trascrizione YIVO non ha mai doppie (tipo "messer": sempre "meser") e non ha mai il trattino "i-e" che evita a un tetesko di pronunciare "ii": scrive sempre "geflien" e pronuncia "gheflìen" (non "gheflìin"). Anche se la mia missione della vita sarà portare Bernart Bartleby a imparare l'alfabeto ebraico. Scialòmme.

Riccardo Venturi - 17/3/2014 - 20:13


Ma per l'ebraico non c'è un modo veloce, tipo "Prendi i soldi e scappa", dove Woody Allen/Virgil Starkwell già anticipava "Zelig"?:

Take the Money and Run

Bernart Bartleby - 17/3/2014 - 21:10




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