Wenn die Leute fragen,
Lebt der Hecker noch,
Sollt ihr ihnen sagen,
Ja er lebet noch.
Er hängt an keinem Baume,
Er hängt an keinem Strick,
Sondern an dem Traume
Der freien Republik
Gebet nur ihr Großen,
Euren Purpur her
Das gibt rote Hosen
Für der Freiheit Heer
Ja 33 Jahre
Währt die Sauerei,
Wir sind keine Knechte,
Wir sind alle frei
An den Darm der Pfaffen
Hängt den Edelmann
Laßt ihn dran erschlaffen,
Hängt ihn drauf und dran
Ja 33 Jahre
Währt die Knechtschaft schon
Nieder mit den Hunden
Von der Reaktion!
Schmiert die Guillotine
Mit Tyrannenfett
Reißt die Konkubine
Aus dem Pfaffenbett
Ja 33 Jahre
Währt die Knechtschaft schon
Nieder mit den Hunden
Von der Reaktion
Fürstenblut muß fließen,
Muß fließen stiefeldick
Und daraus ersprießen
Die freie Republik
Ja 33 Jahre
Währt die Knechtschaft schon
Nieder mit den Hunden
Von der Reaktion!
Lebt der Hecker noch,
Sollt ihr ihnen sagen,
Ja er lebet noch.
Er hängt an keinem Baume,
Er hängt an keinem Strick,
Sondern an dem Traume
Der freien Republik
Gebet nur ihr Großen,
Euren Purpur her
Das gibt rote Hosen
Für der Freiheit Heer
Ja 33 Jahre
Währt die Sauerei,
Wir sind keine Knechte,
Wir sind alle frei
An den Darm der Pfaffen
Hängt den Edelmann
Laßt ihn dran erschlaffen,
Hängt ihn drauf und dran
Ja 33 Jahre
Währt die Knechtschaft schon
Nieder mit den Hunden
Von der Reaktion!
Schmiert die Guillotine
Mit Tyrannenfett
Reißt die Konkubine
Aus dem Pfaffenbett
Ja 33 Jahre
Währt die Knechtschaft schon
Nieder mit den Hunden
Von der Reaktion
Fürstenblut muß fließen,
Muß fließen stiefeldick
Und daraus ersprießen
Die freie Republik
Ja 33 Jahre
Währt die Knechtschaft schon
Nieder mit den Hunden
Von der Reaktion!
inviata da Bernart Bartleby - 21/2/2014 - 13:56
Lingua: Italiano
Versione italiana di Francesco Mazzocchi
Questa canzone, legata alla figura tipicamente risorgimentale di Friedrich Hecker (che per la Germania fu quasi un nascente ma sfortunato Garibaldi) ebbe innumerevoli varianti; ci sono diversi libri che ne trattano: tra questi, consultabili anche online, di H. C. Grünefeld “Die Revolution marschiert”, e “Revolution und Revolutionslieder in Mannheim 1848-1849”.
Questa canzone in effetti non è certo pacifista, e la sua carica violenta è stata reimpiegata nei decenni successivi contro nemici che non erano solo i potenti e gli oppressori; tra le varianti del periodo post-1848 esistono anche quelle antisemite, ovviamente valorizzate dal nazismo.
Quanto alle spiegazioni da dare nella traduzione:
per porpora, come si ricava anche da altre versioni, si intende i mantelli color porpora, per stivali i grossi boccali a forma di stivale, di varia capacità, ordinariamente da 2 litri, ma anche fino a 5.
Questa canzone, legata alla figura tipicamente risorgimentale di Friedrich Hecker (che per la Germania fu quasi un nascente ma sfortunato Garibaldi) ebbe innumerevoli varianti; ci sono diversi libri che ne trattano: tra questi, consultabili anche online, di H. C. Grünefeld “Die Revolution marschiert”, e “Revolution und Revolutionslieder in Mannheim 1848-1849”.
Questa canzone in effetti non è certo pacifista, e la sua carica violenta è stata reimpiegata nei decenni successivi contro nemici che non erano solo i potenti e gli oppressori; tra le varianti del periodo post-1848 esistono anche quelle antisemite, ovviamente valorizzate dal nazismo.
Quanto alle spiegazioni da dare nella traduzione:
per porpora, come si ricava anche da altre versioni, si intende i mantelli color porpora, per stivali i grossi boccali a forma di stivale, di varia capacità, ordinariamente da 2 litri, ma anche fino a 5.
SE LA GENTE CHIEDE
(CANZONE DI HECKER)
Se la gente chiede,
se l’Hecker vive ancora,
dovete dirle,
Sì vive ancora.
Non pende da nessun albero,
non pende da nessuna corda,
ma dal sogno
della libera repubblica.
Restituite un po’, voi grandi,
la vostra porpora.
Questo darà calzoni rossi
all’esercito della libertà.
Sono ben 33 anni
che dura l’indecenza,
noi non siamo servi,
siamo tutti liberi.
Alle budelle dei preti
appendete il nobile,
lasciatecelo afflosciare,
Appendetelo lì per lì.
Sono ben 33 anni
che già dura la servitù.
Abbasso i cani
della reazione!
Ungete la ghigliottina
con grasso di tiranni,
strappate la concubina
dal letto del prete!
Sono ben 33 anni
che già dura la servitù.
Abbasso i cani
della reazione!
Deve scorrere sangue di principi,
deve scorrere a stivali,
e da questo germogliare
la libera repubblica.
Sono ben 33 anni
che già dura la servitù.
Abbasso i cani
della reazione!
(CANZONE DI HECKER)
Se la gente chiede,
se l’Hecker vive ancora,
dovete dirle,
Sì vive ancora.
Non pende da nessun albero,
non pende da nessuna corda,
ma dal sogno
della libera repubblica.
Restituite un po’, voi grandi,
la vostra porpora.
Questo darà calzoni rossi
all’esercito della libertà.
Sono ben 33 anni
che dura l’indecenza,
noi non siamo servi,
siamo tutti liberi.
Alle budelle dei preti
appendete il nobile,
lasciatecelo afflosciare,
Appendetelo lì per lì.
Sono ben 33 anni
che già dura la servitù.
Abbasso i cani
della reazione!
Ungete la ghigliottina
con grasso di tiranni,
strappate la concubina
dal letto del prete!
Sono ben 33 anni
che già dura la servitù.
Abbasso i cani
della reazione!
Deve scorrere sangue di principi,
deve scorrere a stivali,
e da questo germogliare
la libera repubblica.
Sono ben 33 anni
che già dura la servitù.
Abbasso i cani
della reazione!
inviata da Francesco Mazzocchi - 21/2/2019 - 15:05
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Canto dalla “Primavera dei Popoli” tedesca, che ebbe il suo inizio nel Baden quando, nell’aprile del 1848, Friedrich Hecker (1811-1881) e Gustav von Struve (1805-1870), insieme ad altri radicali repubblicani come il poeta Georg Herwegh (1817-1875) riuscirono a deporre il locale gran duca. Durò poco. Già il 14 aprile le truppe della “Deutscher Bund”, la confederazione tedesca nata dalla Restaurazione, sconfissero le milizie di Hecker, il quale fuggì in America finendo a combattere nella guerra civile nelle fila dell’Unione.
Da quello che posso capire, non certo una CCG, anzi, si tratta di una canzone piuttosto sanguinaria, come sanguinarie e sanguinose sono il più delle volte le rivoluzioni (Ucraina docet).
A voi, o perfidi ma giusti Admins, l’ardua sentenza.