Oho pyhare puku, puku,
ha ojajái ára rendy sakã.
Máva piko toimo'ã,
iñambue niko ko ko'êmba.
Ku isasõ soro
ha maymáva tetãygua
oñe'ê rory ha opurahéi
omomorãvo ko ko'êmba.
Iporáma, he'i Nandejára.
Apevénte, he'i Paraguái.
Topa teko vai, teko joja'ÿ,
tou katu ko'êmba.
Ipotîma ñande rape,
topu'ãke ñane retã.
Aniangáke itatachinave
horyñehêva ko ko'êmba.
ha ojajái ára rendy sakã.
Máva piko toimo'ã,
iñambue niko ko ko'êmba.
Ku isasõ soro
ha maymáva tetãygua
oñe'ê rory ha opurahéi
omomorãvo ko ko'êmba.
Iporáma, he'i Nandejára.
Apevénte, he'i Paraguái.
Topa teko vai, teko joja'ÿ,
tou katu ko'êmba.
Ipotîma ñande rape,
topu'ãke ñane retã.
Aniangáke itatachinave
horyñehêva ko ko'êmba.
Contributed by Riccardo Venturi - 2014/2/20 - 01:24
Language: Spanish
Traducción al castellano por Wolf Lustig
Guarani Ñanduti Rogue, Cultura Paraguaya de expresión Guarani
Guarani Ñanduti Rogue, Cultura Paraguaya de expresión Guarani
SAN BLAS
Se va la noche larga, larga
y brilla la clara luz del día.
Quién lo habría pensado:
¡es diferente este amanecer!
De pronto somos libres
y todos en nuestro país
hablan alegres y cantan,
celebrando este amanecer.
Basta ya, dijo Nuestro Señor
hasta aquí nomás, dijo el Paraguay.
Se acaba el sufrimiento, la opresión,
que venga, pues, el amanecer.
Ya está limpio nuestro camino,
que se levante nuestro país.
Que no se enturbie más
este amanecer colmado de alegría.
Se va la noche larga, larga
y brilla la clara luz del día.
Quién lo habría pensado:
¡es diferente este amanecer!
De pronto somos libres
y todos en nuestro país
hablan alegres y cantan,
celebrando este amanecer.
Basta ya, dijo Nuestro Señor
hasta aquí nomás, dijo el Paraguay.
Se acaba el sufrimiento, la opresión,
que venga, pues, el amanecer.
Ya está limpio nuestro camino,
que se levante nuestro país.
Que no se enturbie más
este amanecer colmado de alegría.
Contributed by Riccardo Venturi - 2014/2/20 - 01:42
Language: Italian
Traduzione italiana di Riccardo Venturi
(dalla traduzione castigliana)
20 febbraio 2014
(dalla traduzione castigliana)
20 febbraio 2014
SAN BIAGIO
Finisce la lunga, lunga notte
e brilla la chiara luce del giorno.
Chi mai lo avrebbe pensato:
quest'alba è diversa!
All'improvviso siamo liberi
e tutti, nel nostro paese
parlano allegri e cantano,
celebrando quest'alba.
Ora basta, disse Nostro Signore;
mai più fin qui, disse il Paraguay.
Finiscon la sofferenza e l'oppressione
e venga, finalmente, l'alba.
Ora è limpido il nostro cammino,
si risvegli il nostro paese
e non si offuschi più
quest'alba colma d'allegria.
Finisce la lunga, lunga notte
e brilla la chiara luce del giorno.
Chi mai lo avrebbe pensato:
quest'alba è diversa!
All'improvviso siamo liberi
e tutti, nel nostro paese
parlano allegri e cantano,
celebrando quest'alba.
Ora basta, disse Nostro Signore;
mai più fin qui, disse il Paraguay.
Finiscon la sofferenza e l'oppressione
e venga, finalmente, l'alba.
Ora è limpido il nostro cammino,
si risvegli il nostro paese
e non si offuschi più
quest'alba colma d'allegria.
Language: Chibcha (Choko)
La traduzione in lingua Chocó (Embera) del nordest della Colombia. Di Memo Huatumayi Pagnki.
Traducción al Chocó (Embera) del noroeste de Colombia. Por Memo Huatumayi Pagnki
Non Parlo Italiano molto, io voglio qui una canzone lasciare per tutto le americani indigeni e la liberta de mio popoplo. Wauuna unabi pehmalakti! Ayaaa!!!!
Traducción al Chocó (Embera) del noroeste de Colombia. Por Memo Huatumayi Pagnki
Non Parlo Italiano molto, io voglio qui una canzone lasciare per tutto le americani indigeni e la liberta de mio popoplo. Wauuna unabi pehmalakti! Ayaaa!!!!
[SÃ BLA]
Isig eg aroőn, cherya, cherya
Aramgla parahnãki brum'mo tãli.
Chahni matãkhliya ike:
Norãkit'a pahka brum'ani!
Cheg'nyoti eti artipanya
Ce eritibi namkẽsa'li
Mechepa sergari ce'tapati,
Geryalibi na' brumi'tehni
Sempi, gẽlee eri ta yahyi,
Sempi catő, gelebi Paraguãyi.
Chẽnke men papã'agyba eg, mokaran,
Cherikhina, chemka brumi.
Sapata nanhi ertib panhmi,
Anãpi gayemahonyi eg ertib bupahnyi.
Ce wãra daragmayi plig
Ani'brumi Ger'etagpi.
Isig eg aroőn, cherya, cherya
Aramgla parahnãki brum'mo tãli.
Chahni matãkhliya ike:
Norãkit'a pahka brum'ani!
Cheg'nyoti eti artipanya
Ce eritibi namkẽsa'li
Mechepa sergari ce'tapati,
Geryalibi na' brumi'tehni
Sempi, gẽlee eri ta yahyi,
Sempi catő, gelebi Paraguãyi.
Chẽnke men papã'agyba eg, mokaran,
Cherikhina, chemka brumi.
Sapata nanhi ertib panhmi,
Anãpi gayemahonyi eg ertib bupahnyi.
Ce wãra daragmayi plig
Ani'brumi Ger'etagpi.
Contributed by Memo Huatumayi Pagnki - 2014/2/20 - 12:23
forse... "mai più a questo punto" è leggermente ambigua...o deve essere così?
(krzyś)
(krzyś)
Cercherò di trovare un'espressione migliore... [RV]
Language: Aymara
Aymar Aru
San Blas
Arumax wali jaya, jaya
ukat qhana uru qhanax qhant’i.
Khitis akham amuyaspäna:
¡Aka alwax mayjawa!
Mä akatjamatwa librëjjtanjja
ukhamaraki taqini markasana
kusisit parlapxi, q'uchupxi,
aka alwa uru amtañataki.
Wakisiwa, sasaw Tatitusajj säna
Akakamakiwa, sasaw Paraguay markax satayna.
T’aqhisiña, t’aqhisiyaña, tukusiña
Ukhamajj alwajj purinpan.
Jichhax thakisax qhanawa,
Jiwasan markasax sartasipxpan.
Janiw jukʼamp chʼamaktʼayañamäkiti
aka alwax kusisiñampiw phuqt’ata.
Arumax wali jaya, jaya
ukat qhana uru qhanax qhant’i.
Khitis akham amuyaspäna:
¡Aka alwax mayjawa!
Mä akatjamatwa librëjjtanjja
ukhamaraki taqini markasana
kusisit parlapxi, q'uchupxi,
aka alwa uru amtañataki.
Wakisiwa, sasaw Tatitusajj säna
Akakamakiwa, sasaw Paraguay markax satayna.
T’aqhisiña, t’aqhisiyaña, tukusiña
Ukhamajj alwajj purinpan.
Jichhax thakisax qhanawa,
Jiwasan markasax sartasipxpan.
Janiw jukʼamp chʼamaktʼayañamäkiti
aka alwax kusisiñampiw phuqt’ata.
Contributed by Giuseppe Peretti - 2024/1/29 - 16:23
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Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
Texto: Modesto Escobar Aquino
Música: José Asunción Flores
Ñe'ã ñe'ê yvoty ha Ñemongeta Kito Kolõndive,
Asunción 1993
Testo: Modesto Escobar Aquino
Musica: José Asunción Flores
Ñe'ã ñe'ê yvoty ha Ñemongeta Kito Kolõndive,
Asunción 1993
Ma come si era potuta reggere per trentacinque anni una dittatura come quella di Stroessner? La risposta, in gran parte, la dà una cordialissima e entusiastica lettera ufficiale che il dittatore ricevette nel 1959 dal presidente degli Stati Uniti, il generale Dwight Eisenhower. Una risposta è data anche da Manuel Almada, un giovane professore che negli anni '70 si era opposto al regime e aveva pagato con il carcere duro e con la moglie 33enne stuprata e uccisa dalla polizia, che aveva filmato tutto per divertimento. “La paura era diventata la nostra seconda pelle”, ebbe a dire Almada.
Il sostegno incondizionato degli Stati Uniti al “baluardo anticomunista”, così come a tutte le altre dittature militari sudamericane del “giardino di casa”; e, naturalmente, il Paraguay di Stroessner fu un pilastro dell' “operazione Condor” messa in atto a partire dal 1975. Al tempo stesso, avere un Paraguay come quello di Stroessner faceva un gran comodo; durante la sua dittatura, il paese divenne un autentico santuario per trafficanti d'armi, narcotrafficanti ed ogni sorta di criminali internazionali (come il famoso trafficante d'eroina Auguste Ricord, francese di nascita e esponente collaborazionista durante il regime di Vichy). Ma in Paraguay si trovava di tutto, dal whisky illegale ai pezzi di ricambio trafugati. Il paese funzionava alla perfezione anche come rifugio sicuro per estremisti di destra, che vi si addestravano in tutta tranquillità e con la complicità del regime, e per dittatori deposti come Juan Domingo Perón e il nicaraguense Anastasio Somoza. Per quest'ultimo, però, le cose non andarono troppo bene alla fine; il 17 settembre 1980 sei militanti di sinistra argentini lo ammazzarono proprio nel suo buen retiro di Asunción. Nel Paraguay di Stroessner trovò rifugio, con tutta probabilità, anche il famigerato dottor Mengele, l' “angelo della morte”.
Si dice che il regime di Stroessner ricevette dagli Stati Uniti aiuti colossali in denaro e armamenti; questi declinarono negli anni '80 di fronte alla progressiva intollerabilità di una figura del genere. Dopo la chiusura dei rubinetti effettuata da Jimmy Carter, il presidente più a “sinistra” della storia americana, neppure la successiva amministrazione di Ronald Reagan, che certo a sinistra non era, se la sentì di sostenere ulteriormente Stroessner. Nel frattempo i paraguayani dormivano il sonno del terrore. Apparentemente, il Paraguay era il paese più tranquillo del mondo; Stroessner faceva visite di stato, e non soltanto a un decrepito Francisco Franco in Spagna; visitava anche l'imperatore Hirohito, il generale De Gaulle e il Sudafrica dell'apartheid. Si lanciava in colossali opere pubbliche, come la rete stradale (le peggiori dittature sono appassionate di strade) e, soprattutto, la diga di Itaipu, che formò il più grande impianto idroelettrico del mondo (superato solo di recente dalla “Diga delle Tre Gole” in Cina). Un'opera per la quale il Paraguay ricevette però solo il 15% dei contratti d'appalto. In seguito, Stroessner fece costruire un'altra diga colossale, quella di Yacyretá, espellendo ottantamila persone dalla zona al confine con l'Argentina, spesso senza alcun rimborso. Per la costruzione della diga di Itaipu morirono 160 lavoratori.
Nel 1992 furono scoperti gli “Archivi del terrore” della dittatura di Stroessner. La polizia segreta, i terribili pyragüés (“piedi pelosi” in guaraní) guidati da Pastor Coronel, interrogava i sospettati col sistema della pileta, ovvero immergendoli in un bagno di merda umana prima, e infilando loro poi degli elettrodi nel culo. Il segretario del Partito Comunista Paraguayano clandestino, Miguel Ángel Soler, nel 1975, dopo innominabili torture, fu squartato vivo con una sega a nastro mentre tutto l'evento veniva “trasmesso” in diretta per telefono a Stroessner, che ascoltava dall'altro capo. La popolazione indigena degli Aché, che viveva nella zona est del paese, fu sterminata per impadronirsi delle sue terre: nel 1974, l'ONU accusò il Paraguay di genocidio e riduzione in schiavitù. C'è anche da dire che nel 1988, l'anno prima della sua destituzione, Stroessner ricevette una visitina anche dal signore biancovestito che qui si vede:
E' molto famosa l'immagine del medesimo signore in compagnia di Augusto Pinochet; questa immagine, credo, è meno nota.
L'odontoiatra poeta: Modesto Escobar Aquino, nato nel 1940 a Ciudad de Villarrica, è odontoiatra di fama e docente di odontologia presso l'università della sua città natale. Ha pubblicato raccolte di poesia sia in castigliano che in guaraní. José Asunción Flores ha musicato parecchie poesie di autori del suo paese. [RV]