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Töredék

Miklós Rádnoti
Language: Hungarian


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Töltik a nagy erdő útját
(Béla Bartók)
Nem tudhatom
(Miklós Rádnoti)
Lent a vén Doberdón fütyül a szél
(Anonymous)


[1944]
Versi del poeta ungherese Rádnoti Miklós.
Musica di Faggyas László, chitarrista, che con F. Sipos Bea, violinista, compone ilduo ungherese degli Hangraforgó.




Miklós Rádnoti (1909-1944) aveva studiato filosofia, voleva insegnare, ma gli fu impedito perché ebreo. Perseguitato, rinchiuso in diversi campi di concentramento, fu eliminato al Abda, nell’Ungheria nordoccidentale, al confine con Austria e Slovacchia.
Nei suoi vestiti, rintracciati in una fossa comune, fu trovato il suo ultimo taccuino di versi.
Questi furono scritti il 9 maggio del 1944, poche settimane prima di finire fucilato.
Oly korban éltem én e földön,
mikor az ember úgy elaljasult,
hogy önként, kéjjel ölt, nemcsak parancsra,
s míg balhitekben hitt s tajtékzott téveteg,
befonták életét vad kényszerképzetek.

Oly korban éltem én e földön,
mikor besúgni érdem volt s a gyilkos,
az áruló, a rabló volt a hős, -
s ki néma volt netán s csak lelkesedni rest,
már azt is gyűlölték, akár a pestisest.

Oly korban éltem én e földön,
mikor ki szót emelt, az bujhatott,
s rághatta szégyenében ökleit, -
az ország megvadult s egy rémes végzeten
vigyorgott vértől és mocsoktól részegen.

Oly korban éltem én e földön,
mikor gyermeknek átok volt az anyja,
s az asszony boldog volt, ha elvetélt,
az élő írigylé a férges síri holtat,
míg habzott asztalán a sűrű méregoldat.

[…]

Oly korban éltem én e földön,
mikor a költő is csak hallgatott,
és várta, hogy talán megszólal ujra -
mert méltó átkot itt úgysem mondhatna más, -
a rettentő szavak tudósa, Ésaiás.

[…]

Contributed by Bernart Bartleby - 2014/1/15 - 10:25



Language: Italian

Traduzione italiana di Agnes Preszler
LA GUERRA

Ho vissuto su questa terra in un'epoca
quando l'uomo è diventato talmente vile
che di notte uccideva per puro piacere
e non solo al comando,
e mentre credeva in falsi miti, agitandosi,
sua vita fu intrecciata da deliri selvaggi.

Ho vissuto su questa terra in un'epoca
quando fare la spia era un merito;
quando l'eroe era il traditore, il ladro, l'assassino,
e chi taceva magari
o era solo restio ad entusiasmarsi,
era odiato, come l'appestato.

Ho vissuto su questa terra in un'epoca
quando chi ha aveva osato protestare
si doveva nascondere,
mordendosi i pugni di vergogna.
Il Paese impazzì: ubriaco di sangue e luridume
sghignava sul suo destino terribile.

Ho vissuto su questa terra in un'epoca
quando per il bambino sua madre
era una maledizione,
era felice ad abortire la gestante,
e, avendo il veleno spumeggiante sulla tavola,
i vivi invidiavano i morti nella tomba.

[…]

Ho vissuto su questa terra in un'epoca
quando anche il poeta taceva
in attesa di poter parlare ancora,
perché una maledizione degna
non potrebbe pronunciare nessun profeta
solo il sapiente delle parole terrificanti, Isaia.

[…]

Contributed by Bernart Bartleby - 2014/1/15 - 10:25


Stai attento, Bernart, a inserire le traduzioni (peraltro molto ben fatte) della sig.ra Agnes(e) Preszler. Lo avevo fatto anche io una volta, tempo fa, con uno dei capolavori della poesia ungherese: Egy mondat a zsarnokságról, ricevendone rimostranze per non averla prima contattata. Dato che le rimostranze sono comunque legittime, ti consiglio quindi di farlo per evitare episodi antipatici. Se ci fossero problemi, te la ritraduco io senza problemi. Saluti.

Riccardo Venturi - 2014/1/15 - 13:25


Allora toglila pure, che chi pubblica in Rete cose nemmeno sue ma traduzioni di altri e poi "rimostra" anche se viene, giustamente e correttamente, citato, beh, allora meglio che le sue cose se le tenga per sè... Metti pure la tua di traduzione. Ti ringrazio.
Saluti.
(Bernart Bartleby)

Appena è pronta la metto senz'altro; sicuramente meglio fare così. [RV]

2014/1/15 - 14:07




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