El hombre se come el pasto,
el burro los caramelos,
la nieta manda al abuelo
y la sota al rey de bastos.
L’agua la llevo en canasto,
me duermo debajo el catre,
todo lo endulzo con natre,
bailo en la tumba del muerto.
«Mentira todo lo cierto»,
gritaba desnú’o un sastre.
Los pajes son corona’os,
los reyes friegan el piso,
el diablo en el paraíso
y presos van los solda’os.
Se premiaron los peca’os,
fusilamiento de jueces,
en seco nadan los peces;
será un acabo de mundo
cuando en los mares profundos
las arboledas florecen.
Los justos andan con grillos
y libres van los perversos,
noventa cobres, un peso,
seiscientos gramos, un kilo.
Los futres andan pililos,
los gordos son raquíticos,
brincaba un paralítico
sobre un filudo machete.
Ocho por tres, veintisiete,
divide un matemático.
De asiento tienen el piano,
tocan música en la silla,
Caín es la maravilla
para el Abel de su hermano.
Camínase con las manos,
los santos son pendencieros,
bendicen a los rateros,
se acuesta el perro en la cuna,
debajo ’e la blanca luna
la guagua muerde al rondero.
Despedida:
Al fin termina el ejemplo:
fue por el mundo al revés,
y con la venia de usted
al teatro lo llaman templo.
«Muy plácido te contemplo»,
dice el bandido a su presa,
es más hereje el que reza,
los viejos van a la escuela,
los niños a la rayuela.
Ya naide tiene cabeza.
el burro los caramelos,
la nieta manda al abuelo
y la sota al rey de bastos.
L’agua la llevo en canasto,
me duermo debajo el catre,
todo lo endulzo con natre,
bailo en la tumba del muerto.
«Mentira todo lo cierto»,
gritaba desnú’o un sastre.
Los pajes son corona’os,
los reyes friegan el piso,
el diablo en el paraíso
y presos van los solda’os.
Se premiaron los peca’os,
fusilamiento de jueces,
en seco nadan los peces;
será un acabo de mundo
cuando en los mares profundos
las arboledas florecen.
Los justos andan con grillos
y libres van los perversos,
noventa cobres, un peso,
seiscientos gramos, un kilo.
Los futres andan pililos,
los gordos son raquíticos,
brincaba un paralítico
sobre un filudo machete.
Ocho por tres, veintisiete,
divide un matemático.
De asiento tienen el piano,
tocan música en la silla,
Caín es la maravilla
para el Abel de su hermano.
Camínase con las manos,
los santos son pendencieros,
bendicen a los rateros,
se acuesta el perro en la cuna,
debajo ’e la blanca luna
la guagua muerde al rondero.
Despedida:
Al fin termina el ejemplo:
fue por el mundo al revés,
y con la venia de usted
al teatro lo llaman templo.
«Muy plácido te contemplo»,
dice el bandido a su presa,
es más hereje el que reza,
los viejos van a la escuela,
los niños a la rayuela.
Ya naide tiene cabeza.
inviata da Riccardo Venturi - 13/1/2014 - 23:30
Lingua: Italiano
IL DIAVOLO IN PARADISO
L'uomo si mangia il pastone,
l'asino le caramelle,
la nipote comanda al nonno
e il fante al re di bastoni.
L'acqua la porto in un cesto,
dormo sotto la brandina,
tutto addolcisco col natre *1
ballo sulla tomba del morto,
“Menzogna è ogni certezza”,
gridava, ignudo, un sarto.
I paggi portan la corona,
i re danno il céncio in terra,
il diavolo sta in paradiso
e in ceppi vanno i soldati.
I peccati vengon premiati,
i giudici son fucilati,
al secco nuotano i pesci
e sarà la fine del mondo
quando nel mare profondo
le foreste fioriranno.
I giusti ammanettati
e liberi i delinquenti,
novanta cent fanno un euro, *2
seicento grammi un chilo.
I ricchi vestiti da straccioni, *3
i grassi son rachitici,
saltellava un paralitico
sopra un machete affilato.
Otto per tre ventisette
divide un matematico.
Il pianoforte fa da sgabello
e si suona il seggiolino,
Caino è una meraviglia
per quell'Abele di suo fratello.
Si cammina sulle mani,
i santi sono attaccabrighe
e benedicon gli stronzi.
Si mette il cane a letto in culla
sotto il chiardiluna,
e il bimbo morde il metronotte.
Commiato:
Infine termina l'esempio:
son stata nel mondo alla rovescia
e, ve ne chiedo venia,
il teatro lo chiamano tempio.
“Ben placido ti contemplo”,
dice il bandito all'ostaggio,
eretico è chi più prega,
i vecchi vanno a scuola
e i bimbi fanno il gioco del mondo.
E nessuno ci ha giudizio.
L'uomo si mangia il pastone,
l'asino le caramelle,
la nipote comanda al nonno
e il fante al re di bastoni.
L'acqua la porto in un cesto,
dormo sotto la brandina,
tutto addolcisco col natre *1
ballo sulla tomba del morto,
“Menzogna è ogni certezza”,
gridava, ignudo, un sarto.
I paggi portan la corona,
i re danno il céncio in terra,
il diavolo sta in paradiso
e in ceppi vanno i soldati.
I peccati vengon premiati,
i giudici son fucilati,
al secco nuotano i pesci
e sarà la fine del mondo
quando nel mare profondo
le foreste fioriranno.
I giusti ammanettati
e liberi i delinquenti,
novanta cent fanno un euro, *2
seicento grammi un chilo.
I ricchi vestiti da straccioni, *3
i grassi son rachitici,
saltellava un paralitico
sopra un machete affilato.
Otto per tre ventisette
divide un matematico.
Il pianoforte fa da sgabello
e si suona il seggiolino,
Caino è una meraviglia
per quell'Abele di suo fratello.
Si cammina sulle mani,
i santi sono attaccabrighe
e benedicon gli stronzi.
Si mette il cane a letto in culla
sotto il chiardiluna,
e il bimbo morde il metronotte.
Commiato:
Infine termina l'esempio:
son stata nel mondo alla rovescia
e, ve ne chiedo venia,
il teatro lo chiamano tempio.
“Ben placido ti contemplo”,
dice il bandito all'ostaggio,
eretico è chi più prega,
i vecchi vanno a scuola
e i bimbi fanno il gioco del mondo.
E nessuno ci ha giudizio.
Note alla traduzione
[1] Il natre (Solanum crispum) appartiene alla sterminata famiglia delle solanacee. E' una pianta arbustiva della flora cilena (anche boliviana e peruviana) con dei bei fiori azzurri o color lillà; come per tutte le solanacee, il frutto è invece una specie di “pomodorino” (la pianta, infatti, è detta anche tomatillo) dal quale si estrae un succo usato, nella medicina popolare, contro la febbre. Un antipiretico naturale, insomma; il quale è amarissimo di sapore, per il suo contenuto di solanina. Dire di “addolcire tutto col natre” fa per questo parte del “mondo alla rovescia”; noi diremmo meglio “addolcisco tutto col fiele”.
[2] Veramente anche qui era tutto molto cileno nell'originale: “novanta cobres fanno un peso”. Il peso è naturalmente l'unità valutaria, e il cobre la sua frazione. In Cile, maggior produttore mondiale di rame, lo spicciolo si chiama, appunto, “rame”. Nella traduzione ho preferito però riportare a monete per noi più immediate, per non far perdere l'immediatezza dell'arrovesciamento.
[3] Cilenismi assolutamente brutali (si veda l'introduzione).
[1] Il natre (Solanum crispum) appartiene alla sterminata famiglia delle solanacee. E' una pianta arbustiva della flora cilena (anche boliviana e peruviana) con dei bei fiori azzurri o color lillà; come per tutte le solanacee, il frutto è invece una specie di “pomodorino” (la pianta, infatti, è detta anche tomatillo) dal quale si estrae un succo usato, nella medicina popolare, contro la febbre. Un antipiretico naturale, insomma; il quale è amarissimo di sapore, per il suo contenuto di solanina. Dire di “addolcire tutto col natre” fa per questo parte del “mondo alla rovescia”; noi diremmo meglio “addolcisco tutto col fiele”.
[2] Veramente anche qui era tutto molto cileno nell'originale: “novanta cobres fanno un peso”. Il peso è naturalmente l'unità valutaria, e il cobre la sua frazione. In Cile, maggior produttore mondiale di rame, lo spicciolo si chiama, appunto, “rame”. Nella traduzione ho preferito però riportare a monete per noi più immediate, per non far perdere l'immediatezza dell'arrovesciamento.
[3] Cilenismi assolutamente brutali (si veda l'introduzione).
Lingua: Francese
Version française – LE DIABLE AU PARADIS – Marco Valdo M.I. – 2014
d'après la version italienne de Riccardo venturi
Chanson chilienne en espagnol – El diablo en el paraíso – Violeta Parra – 1964
Paroles et musique: Violeta Parra
Album: Recordando a Chile (Una Chilena en París)
Interprétée aussi par Daniel Viglietti
Qui sait si quelqu'un la reconnaît, cette strophe ; elle est en allemand médiéval, ou mieux, en moyen haut allemand. Je me demandais si quelqu'un la reconnaîtrait, car elle est dans un livre que tous ont lu : Le Nom de la Rose d'Umberto Eco. Le docte Alexandrin (dans le sens d'Alessandria en Piémont, clairement), cependant, ne nous a pas donné la traduction de cette strophe. Elle veut dire ce qui suit :
Aussi vieille que le monde, l'histoire du monde à l'envers ; il était, par exemple, à la de base de cette fête de l'ancienne Rome, celle de "semel in anno licet insanire", où pour un jour par an, tout était vraiment renversé et même les esclaves étaient servis par les maîtres. Au Moyen-Âge, elle devint un thème des plus fameux du temps, probablement un moyen répandu, ou un rêve, populaire de s'opposer au « monde en place » – qui était celui de l'Église et des riches. La célèbre strophe en allemand médiéval en est témoin.
Tout ceci seulement pour vous dire où et dans quelles traditions populaires planétaires est allée puiser Violeta Parra. C'était une iconoclaste de premier ordre. Cela se voit même dans son autre chanson, ces « Souhaits à rebours » (Parabienes al revés) qui visent l'institution de la cellule familiale (la Violeta se donnait comme but de miner à la base les piliers). Son monde à rebours, à la chanson authentiquement brillante, semble en effet une sarabande médiévale ; excellente anticléricale et bouffeuse de curés, Violeta ne perd naturellement pas l'occasion de glisser immédiatement le diable dans le paradis, le comble de la subversion oui, mais à la saveur de temps reculés. En réalité, il s'agit d'un « moyen âge » qui connaît le Chili des années 50 est 60, loin de l'an mil : une description féroce de ce qui devait être fait en urgence. Renverser tout un monde, justement. La propagande des torchons comme le « Mercurio » ( "La vérité est une erreur» !"), parfaitement applicable encore aujourd'hui ; les soldats en prison (et combien aurait été opportun de les mettre en prison, on le vit bien en 1973) ; les juges mis au mur ("On fusille les magistrats") ; et ainsi de suite.
Ah oui, il s'agit bien du Chili. Et pas seulement du Chili. Cependant, à souligner à quoi elle se référait, celui de Violeta est un Moyen-Âge qui parle un chilien pointu. Parmi toutes les chansons de Violeta Parra, celle-ci est un des plus dialectales. Des phrases entières incompréhensibles à un non-Chilien. C'est tellement vrai que, lorsque l'Uruguayen Daniel Viglietti la chanta, il dut remplacer les phrases et les mots qu'aucun de ses compatriotes n'aurait compris. Par exemple, il chante « los ricos andan rotosos », en bon castillan, à la place de « los futres andan pililos ». Oui, vraiment un Moyen-Âge de rien ! [RV]
Un Moyen-Âge de rien ? Un monde à rebours ? Voilà bien une chanson étrange, dit Lucien l'âne en se frottant le museau sur l'écorce du sapin. De quoi elle cause ? D'où vient-elle ? Et au fait, qui donc l'a écrite et qui la chante ?
Voilà une bien belle série de questions, mon ami Lucien l'âne au museau gratouillant. Aurais-tu une mouche dans le nez ? Où souffrirais-tu d'une rhinite intellectuelle ? Ou d'une questionnite aiguë ? Heureusement que je te connais et que je sais que tes intentions sont pures et qu'il ne se cache pas là derrière, je ne sais quelle manie policière et investigatrice. Tu n'as rien d'un Papa Schultz et de ses « moyens de vous faire parler », ni de ces gens de services. Reprenons dans l'ordre à rebours : qui la chante ? Violeta Parra. Qui l'a écrite : Violeta Parra. D'où vient-elle ? Du Chili. De quoi elle cause ? De tout, de rien, du monde à l'envers. Et donc, de la réalité, du Chili... Tel qu'il était et selon Riccardo Venturi, du Chili à venir. Mondo alla rovescia que j'ai volontairement traduit par « monde à rebours », en mémoire de J.K. Huysmans et de l'ineffable Des Esseintes, cousin francilien d'Oblomov – lesquels deux pratiquaient vigoureusement le « monde à revers ». Au passage, George Orwell en mit en scène un fameux de monde à la renverse avec sa Ferme des Animaux, où les cochons prennent le pouvoir... Une fameuse parabole sur notre société libérale. Mais j'imagine que tu as déjà médité cette fable moderne...
Sûr que je connais Orwell et j'ai particulièrement bien aimé sa définition de la démocratie où : « Tous les animaux sont égaux. Mais certains animaux sont plus égaux que d'autres. » Nous aussi, on devrait parfois le faire, renverser notre petit monde... Tu serais l'âne et moi, le pantin... Mais en fait, je ne vois pas trop ce que ça changerait. Cela dit, revenons à notre tâche qui est de tisser le linceul et de renverser l'ordre de ce monde imbécile, trop régulier, comptable, inéquitable, étouffant et cacochyme.
Heureusement !
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
d'après la version italienne de Riccardo venturi
Chanson chilienne en espagnol – El diablo en el paraíso – Violeta Parra – 1964
Paroles et musique: Violeta Parra
Album: Recordando a Chile (Una Chilena en París)
Interprétée aussi par Daniel Viglietti
Aller wunder sî geswigen,
das erde himel hât überstîgen,
daz sult is vür ein wunder wîgen.
Erd ob und himel unter,
daz sult îr hân besunder
vür aller wunder ein wunder.
das erde himel hât überstîgen,
daz sult is vür ein wunder wîgen.
Erd ob und himel unter,
daz sult îr hân besunder
vür aller wunder ein wunder.
Qui sait si quelqu'un la reconnaît, cette strophe ; elle est en allemand médiéval, ou mieux, en moyen haut allemand. Je me demandais si quelqu'un la reconnaîtrait, car elle est dans un livre que tous ont lu : Le Nom de la Rose d'Umberto Eco. Le docte Alexandrin (dans le sens d'Alessandria en Piémont, clairement), cependant, ne nous a pas donné la traduction de cette strophe. Elle veut dire ce qui suit :
Tous les prodiges, je tairai
La terre a renversé le ciel
Et ceci vous émerveille
Le ciel en bas, la terre en l'air
Et surtout ceci soit pour vous
Le plus prodigieux des prodiges.
La terre a renversé le ciel
Et ceci vous émerveille
Le ciel en bas, la terre en l'air
Et surtout ceci soit pour vous
Le plus prodigieux des prodiges.
Aussi vieille que le monde, l'histoire du monde à l'envers ; il était, par exemple, à la de base de cette fête de l'ancienne Rome, celle de "semel in anno licet insanire", où pour un jour par an, tout était vraiment renversé et même les esclaves étaient servis par les maîtres. Au Moyen-Âge, elle devint un thème des plus fameux du temps, probablement un moyen répandu, ou un rêve, populaire de s'opposer au « monde en place » – qui était celui de l'Église et des riches. La célèbre strophe en allemand médiéval en est témoin.
Tout ceci seulement pour vous dire où et dans quelles traditions populaires planétaires est allée puiser Violeta Parra. C'était une iconoclaste de premier ordre. Cela se voit même dans son autre chanson, ces « Souhaits à rebours » (Parabienes al revés) qui visent l'institution de la cellule familiale (la Violeta se donnait comme but de miner à la base les piliers). Son monde à rebours, à la chanson authentiquement brillante, semble en effet une sarabande médiévale ; excellente anticléricale et bouffeuse de curés, Violeta ne perd naturellement pas l'occasion de glisser immédiatement le diable dans le paradis, le comble de la subversion oui, mais à la saveur de temps reculés. En réalité, il s'agit d'un « moyen âge » qui connaît le Chili des années 50 est 60, loin de l'an mil : une description féroce de ce qui devait être fait en urgence. Renverser tout un monde, justement. La propagande des torchons comme le « Mercurio » ( "La vérité est une erreur» !"), parfaitement applicable encore aujourd'hui ; les soldats en prison (et combien aurait été opportun de les mettre en prison, on le vit bien en 1973) ; les juges mis au mur ("On fusille les magistrats") ; et ainsi de suite.
Ah oui, il s'agit bien du Chili. Et pas seulement du Chili. Cependant, à souligner à quoi elle se référait, celui de Violeta est un Moyen-Âge qui parle un chilien pointu. Parmi toutes les chansons de Violeta Parra, celle-ci est un des plus dialectales. Des phrases entières incompréhensibles à un non-Chilien. C'est tellement vrai que, lorsque l'Uruguayen Daniel Viglietti la chanta, il dut remplacer les phrases et les mots qu'aucun de ses compatriotes n'aurait compris. Par exemple, il chante « los ricos andan rotosos », en bon castillan, à la place de « los futres andan pililos ». Oui, vraiment un Moyen-Âge de rien ! [RV]
Un Moyen-Âge de rien ? Un monde à rebours ? Voilà bien une chanson étrange, dit Lucien l'âne en se frottant le museau sur l'écorce du sapin. De quoi elle cause ? D'où vient-elle ? Et au fait, qui donc l'a écrite et qui la chante ?
Voilà une bien belle série de questions, mon ami Lucien l'âne au museau gratouillant. Aurais-tu une mouche dans le nez ? Où souffrirais-tu d'une rhinite intellectuelle ? Ou d'une questionnite aiguë ? Heureusement que je te connais et que je sais que tes intentions sont pures et qu'il ne se cache pas là derrière, je ne sais quelle manie policière et investigatrice. Tu n'as rien d'un Papa Schultz et de ses « moyens de vous faire parler », ni de ces gens de services. Reprenons dans l'ordre à rebours : qui la chante ? Violeta Parra. Qui l'a écrite : Violeta Parra. D'où vient-elle ? Du Chili. De quoi elle cause ? De tout, de rien, du monde à l'envers. Et donc, de la réalité, du Chili... Tel qu'il était et selon Riccardo Venturi, du Chili à venir. Mondo alla rovescia que j'ai volontairement traduit par « monde à rebours », en mémoire de J.K. Huysmans et de l'ineffable Des Esseintes, cousin francilien d'Oblomov – lesquels deux pratiquaient vigoureusement le « monde à revers ». Au passage, George Orwell en mit en scène un fameux de monde à la renverse avec sa Ferme des Animaux, où les cochons prennent le pouvoir... Une fameuse parabole sur notre société libérale. Mais j'imagine que tu as déjà médité cette fable moderne...
Sûr que je connais Orwell et j'ai particulièrement bien aimé sa définition de la démocratie où : « Tous les animaux sont égaux. Mais certains animaux sont plus égaux que d'autres. » Nous aussi, on devrait parfois le faire, renverser notre petit monde... Tu serais l'âne et moi, le pantin... Mais en fait, je ne vois pas trop ce que ça changerait. Cela dit, revenons à notre tâche qui est de tisser le linceul et de renverser l'ordre de ce monde imbécile, trop régulier, comptable, inéquitable, étouffant et cacochyme.
Heureusement !
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
LE DIABLE AU PARADIS
L'homme mange le pré vert
L'âne, les douceurs
La petite-fille commande le grand-père
Et le valet, le roi de coeur.
Je porte l'eau dans une panière
Dessous le lit, je dors,
Je sucre tout à la salière,
Je danse sur la tombe du mort.
« La vérité est une erreur»,
Criait tout nu un tailleur.
Les pages sont couronnés,
Les rois lavent les planchers,
Le diable règne au paradis
En prison vont les soldats.
On récompense les bandits,
On fusille les magistrats,
Au sec nagent les poissons ;
Ainsi finit le monde
Quand dans les mers profondes
Mûrissent les moissons.
Les justes marchent enchaînés
Libres vont les condamnés,
Soixante centimes font un euro,
Et six cent grammes, un kilo.
Les rupins vont tête baissée
Les gras sont rachitiques,
Et danse le paralytique
Sur une machette affûtée.
Trois plus huit égale rien
Compte un mathématicien.
Assis sur le piano,
Ils jouent les mains derrière le dos
Caín est la plus belle
Pour son frère Abel .
Sur les mains, il fait le beau
Les saints sont querelleurs,
Et bénissent les voleurs ,
Le chien dort dans le berceau,
La lune blanche sort de l'eau,
Le bébé mord l'anneau.
Envoi :
À la fin de l'envoi, l'exemple :
Je viens du monde à rebours,
Et avec votre permission, à mon tour,
Le théâtre, je l'appellerai temple.
« Tout doux, je t'apprécie »,
Dit le bandit à sa prisonnière,
Le plus hérétique est celui qu'il prie,
Les vieux vont à l'école,
Les enfants à la marelle.
Et tous ont un grain de folie.
L'homme mange le pré vert
L'âne, les douceurs
La petite-fille commande le grand-père
Et le valet, le roi de coeur.
Je porte l'eau dans une panière
Dessous le lit, je dors,
Je sucre tout à la salière,
Je danse sur la tombe du mort.
« La vérité est une erreur»,
Criait tout nu un tailleur.
Les pages sont couronnés,
Les rois lavent les planchers,
Le diable règne au paradis
En prison vont les soldats.
On récompense les bandits,
On fusille les magistrats,
Au sec nagent les poissons ;
Ainsi finit le monde
Quand dans les mers profondes
Mûrissent les moissons.
Les justes marchent enchaînés
Libres vont les condamnés,
Soixante centimes font un euro,
Et six cent grammes, un kilo.
Les rupins vont tête baissée
Les gras sont rachitiques,
Et danse le paralytique
Sur une machette affûtée.
Trois plus huit égale rien
Compte un mathématicien.
Assis sur le piano,
Ils jouent les mains derrière le dos
Caín est la plus belle
Pour son frère Abel .
Sur les mains, il fait le beau
Les saints sont querelleurs,
Et bénissent les voleurs ,
Le chien dort dans le berceau,
La lune blanche sort de l'eau,
Le bébé mord l'anneau.
Envoi :
À la fin de l'envoi, l'exemple :
Je viens du monde à rebours,
Et avec votre permission, à mon tour,
Le théâtre, je l'appellerai temple.
« Tout doux, je t'apprécie »,
Dit le bandit à sa prisonnière,
Le plus hérétique est celui qu'il prie,
Les vieux vont à l'école,
Les enfants à la marelle.
Et tous ont un grain de folie.
inviata da Marco Valdo M.I. - 15/1/2014 - 21:48
Traduction française ex-tra-ör-di-nai-re!!!
Bravo, trois fois bravo, Marco Valdo !!!!!!!!!!!!
Violeta Parra parlait parfaitement le français, et elle a même écrit deux ou trois chansons en français. Je suis sûr qu'elle est en train de te faire des applauses dans son au-delà à rebours.
Bravo, trois fois bravo, Marco Valdo !!!!!!!!!!!!
Violeta Parra parlait parfaitement le français, et elle a même écrit deux ou trois chansons en français. Je suis sûr qu'elle est en train de te faire des applauses dans son au-delà à rebours.
Riccardo Venturi - 15/1/2014 - 22:32
Holà, Riccardo, rastreins ! ( comme on dit par ici...). Tout doux, bon ami ! Même si pour Marco Valdo M.I., cette version française fut un grand travail... elle n'aurait pu exister sans la version italienne. Il faut donc envoyer les fleurs au traducteur italien...
Quant à Marco Valdo M.I., il me dit qu'il est très ravi du compliment et qu'il fera mieux la prochaine fois.
Oui, je sais, c'est assez hermétique. En fait, cette dernière expression est due à certaine déclaration d'un coureur cycliste qui était arrivé bon dernier, alors qu'on l'attendait pour la victoire... « Je ferai mieux la prochaine fois ! ».
Cordial
Lucien Lane
Quant à Marco Valdo M.I., il me dit qu'il est très ravi du compliment et qu'il fera mieux la prochaine fois.
Oui, je sais, c'est assez hermétique. En fait, cette dernière expression est due à certaine déclaration d'un coureur cycliste qui était arrivé bon dernier, alors qu'on l'attendait pour la victoire... « Je ferai mieux la prochaine fois ! ».
Cordial
Lucien Lane
Lucien Lane - 16/1/2014 - 15:31
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[1964]
Letra y música: Violeta Parra
Parole e musica: Violeta Parra
Lyrics and music: Violeta Parra
Album: Recordando a Chile (Una Chilena en París)
Interpretada también por:
Interpretata anche da:
Also performed by:
Daniel Viglietti
das erde himel hât überstîgen,
daz sult is vür ein wunder wîgen.
Erd ob und himel unter,
daz sult îr hân besunder
vür aller wunder ein wunder.
Chissà se qualcuno la riconosce, questa strofa; è in tedesco medievale, o meglio, in medio alto tedesco. Chiedevo se qualcuno la riconosce, perché sta in un libro che tutti hanno letto: il Nome della rosa di Umberto Eco. Il dotto alessandrino (nel senso di Alessandria in Piemonte, chiaramente), però, la traduzione non ce la ha messa, di quella strofa. Vuol dire quanto segue:
la terra ha sovrastato il cielo,
e questo vi meravigli.
La terra su e il cielo giù,
e specie questo sia per voi
il più prodigioso dei prodigi.
Davvero vecchia quanto il mondo, la storia del mondo alla rovescia; stava, ad esempio, alla base di quella festività dell'antica Roma, quella del semel in anno licet insanire, dove per un giorno tutto veniva davvero arrovesciato e persino gli schiavi venivano serviti dai padroni. Nel Medioevo divenne uno dei più famosi topoi dell'epoca, probabilmente un diffuso artificio, o sogno, popolare da contrapporre al “mondo alla diritta” -che era quello della Chiesa e dei ricchi. La famosa strofa in tedesco medievale ne è testimone.
Solo per dirvi da che cosa, e da quali tradizioni popolari planetarie, è andata a attingere Violeta Parra. Fu una arrovesciatrice di prim'ordine: lo si vedrà anche in un'altra sua canzone, quegli “Auguri alla rovescia” (Parabienes al revés) che prendono di mira l'istituzione del nucleo familiare (la Violeta aveva come missione quella di minare alla base i pilastri). Il suo mondo alla rovescia, canzone autenticamente rutilante, sembra in effetti una sarabanda medievale; da ottima anticlericale e mangiapreti, la Violeta non perde naturalmente occasione per infilare immediatamente il diavolo in paradiso, somma sovversione sì, ma dal sapore di tempi remoti. In realtà si tratta di un “medioevo” che sa di Cile anni '50 e '60 lontano un miglio: una descrizione feroce di quel che andava fatto con urgenza. Rovesciare tutto un mondo, giustappunto. La propaganda dei giornalacci come il “Mercurio” (“Menzogna è ogni certezza!”), perfettamente applicabile anche oggi; i soldati in ceppi (e quanto sarebbe stato importante metterli in ceppi lo si vide meglio nel 1973); i giudici messi al muro; e così via.
Eh sì, sa davvero di Cile. E non solo di Cile. Però, a sottolineare a che cosa si riferiva, quello di Violeta è un medioevo che parla cileno spiccicato. Tra tutte le canzoni di Violeta Parra, questa è una delle più dialettali che esistano. Frasi intere incomprensibili a un non cileno; tant'è vero che, quando l'uruguayano Daniel Viglietti la cantò, dovette sostituire le frasi e le parole che nessun suo connazionale avrebbe capito. Ad esempio, canta los ricos andan rotosos, in buon castigliano, al posto di los futres andan pililos. Sì, proprio un Medioevo di nulla! [RV]