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Io se fossi Dio

Giorgio Gaber
Langue: italien


Giorgio Gaber

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[1980]
Testo e musica: Giorgio Gaber e Sandro Luporini
Album "Io se fossi Dio"
Testo dal sito http://www.giorgiogaber.org/

Dio


Ho controllato. Non c’è. Eppure tra tanti brani di quest’autore presenti sulle CCG sembrerebbe che proprio la canzone in proposito non dovrebbe mancare. Una EXTRAS per eccellenza, secondo il mio modestissimo parere. Già da qualche anno avevo l’intenzione di tradurre quel celeberrimo componimento di Giorgio Gaber; piuttosto una recitazione che una canzone, una poesia scritta a quattro mani da Gaber e il suo amico Sandro Luporini, e in seguito ripresa e riscritta in tempi più recenti. Ma il testo é lungo e di pregiata fattura, in più, pretendevo di tradurlo “come Dio comanda”, cioè, farne una versione rispettosa di ritmo e rime, a volte tortuose, o almeno cercare di imitarle, nei limiti delle mie capacità. Passavano mesi e l’idea restava appoggiata sempre là, dov’è nata. Nel frattempo ho coniato perfino uno slogan, a proprio uso e consumo, cercando di chiarire tra sé, che cosa rappresenta per me, quel flusso di parole scandite con forza e convinzione ed è uscito fuori qualcosa come: “The best rap ever” che ho sentito nella mia vita, anche se apparentemente il grande cantautore italiano non avesse nessuno legame artistico rintracciabile, con nascente in questi anni nel mezzo dellle strade dell’America, nuovo e ribelle stile musicale degli afroamericani. Va bene, lasciamo perdere, non sono mica uno che sa di queste cose più dello stretto necessario per un dilettante della letteratura e musica. Volevo solo denunciare la mia vittoria e la mia sconfitta allo stesso tempo; ho fatto la traduzione dell”Io se fossi Dio”, ma non sono riuscito per adesso raggiungere l’obiettivo prefissatomi nel, ormai lontanissimo, passato. A questo punto, una traduzione c’è, e come, ma è un misero tentativo di resa letterale dei contenuti di quest’opera immensa per volume, ma sopratutto per il messaggio nella ivi contenuto. A mo’ delle certe esperienze artigianali di un traduttore “emergente o quasi”, allego un link consultato da me durante la mia operosa fatica per dimostrare che, a volte manco i madrelingua si riescono a raccapezzare di fronte a un linguaggio colto e raffinato, come quello di Gaber. In quel caso ho deciso di rendere la misteriosa espressione “Sveda” dell’originale in termine polacco “szwajcar”, il cui significato in primo luogo vuol dire “il svizzero”, ma può essere inteso pure come metonimia dell”orologio svizzero”. La mia versione riguarda il testo del 1980, ma vorrei proporre tutte e due versioni originali, più un divertente bonus, sotto la forma delle variazioni su tema dalla mano del maestro stesso. E poi, certo, se fossi dio, avrei scritto molto, ma molto meglio, questa breve introduzione : P
(Krzysztof Wrona)

Versione 1
Io se fossi Dio
e io potrei anche esserlo
sennò non vedo chi.
Io se fossi Dio
non mi farei fregare dai modi furbetti della gente
non sarei mica un dilettante
sarei sempre presente.
Sarei davvero in ogni luogo a spiare
o meglio ancora a criticare
appunto cosa fa la gente.

Per esempio il piccolo borghese
com’è noioso
non commette mai peccati grossi
non è mai intensamente peccaminoso.
Del resto, poverino, è troppo misero e meschino
e pur sapendo che Dio è più esatto di una Sveda
lui pensa che l’errore piccolino
non lo conti o non lo veda.
Per questo
io se fossi Dio
preferirei il secolo passato
se fossi Dio
rimpiangerei il furore antico
dove si odiava e poi si amava
e si ammazzava il nemico.

Ma io non sono ancora
nel regno dei cieli
sono troppo invischiato
nei vostri sfaceli.

Io se fossi Dio
non sarei così coglione
a credere solo ai palpiti del cuore
o solo agli alambicchi della ragione.
Io se fossi Dio
sarei sicuramente molto intero e molto distaccato
come dovreste essere voi.
Io se fossi Dio
non sarei mica stato a risparmiare
avrei fatto un uomo migliore.
Sì, vabbe’, lo ammetto
non mi è venuto tanto bene
ed è per questo, per predicare il giusto
che io ogni tanto mando giù qualcuno
ma poi alla gente piace interpretare
e fa ancora più casino.

Io se fossi Dio
non avrei fatto gli errori di mio figlio
e sull’amore e sulla carità
mi sarei spiegato un po’ meglio.
Infatti non è mica normale che un comune mortale
per le cazzate tipo compassione e fame in India
c’ha tanto amore di riserva che neanche se lo sogna
che viene da dire
“Ma dopo come fa a essere così carogna?”
Io se fossi Dio
non sarei ridotto come voi
e se lo fossi io certo morirei per qualcosa di importante.
Purtroppo l’occasione di morire simpaticamente
non capita sempre
e anche l’avventuriero più spinto
muore dove gli può capitare e neanche tanto convinto.

Io se fossi Dio
farei quello che voglio
non sarei certo permissivo
bastonerei mio figlio
sarei severo e giusto
stramaledirei gli inglesi come mi fu chiesto
e se potessi
anche gli africanisti e l’Asia
e poi gli americani e i russi
bastonerei la militanza come la misticanza
e prenderei a schiaffi
i volteriani, i ladri
gli stupidi e i bigotti
perché Dio è violento!
E gli schiaffi di Dio
appiccicano al muro tutti.

Ma io non sono ancora
nel regno dei cieli
sono troppo invischiato
nei vostri sfaceli.

Finora abbiamo scherzato.
Ma va a finire che uno
prima o poi ci piglia gusto
e con la scusa di Dio tira fuori
tutto quello che gli sembra giusto.
E a te ragazza
che mi dici che non è vero
che il piccolo borghese è solo un po’ coglione
che quell’uomo è proprio un delinquente
un mascalzone, un porco in tutti i sensi, una canaglia
e che ha tentato pure di violentare sua figlia.
Io come Dio inventato
come Dio fittizio
prendo coraggio e sparo il mio giudizio e dico:
speriamo che a tuo padre gli sparino nel culo, cara figlia.
Così per i giornali diventa
un bravo padre di famiglia.

Io se fossi Dio
maledirei davvero i giornalisti
e specialmente tutti
che certamente non sono brave persone
e dove cogli, cogli sempre bene.
Compagni giornalisti avete troppa sete
e non sapete approfittare delle libertà che avete
avete ancora la libertà di pensare
ma quello non lo fate
e in cambio pretendete la libertà di scrivere
e di fotografare.
Immagini geniali e interessanti
di presidenti solidali e di mamme piangenti.
E in questa Italia piena di sgomento
come siete coraggiosi, voi che vi buttate
senza tremare un momento.
Cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti
e si direbbe proprio compiaciuti.
Voi vi buttate sul disastro umano
col gusto della lacrima in primo piano.
Sì, vabbe’, lo ammetto
la scomparsa dei fogli e della stampa
sarebbe forse una follia
ma io se fossi Dio
di fronte a tanta deficienza
non avrei certo la superstizione della democrazia.

Ma io non sono ancora
nel regno dei cieli
sono troppo invischiato
nei vostri sfaceli.

Io se fossi Dio
naturalmente io chiuderei la bocca a tanta gente
nel regno dei cieli non vorrei ministri
né gente di partito tra le palle
perché la politica è schifosa e fa male alla pelle.
E tutti quelli che fanno questo gioco
che poi è un gioco di forza ributtante e contagioso
come la lebbra e il tifo
e tutti quelli che fanno questo gioco
c’hanno certe facce che a vederle fanno schifo
che sian untuosi democristiani
o grigi compagni del Pci.
Son nati proprio brutti
o perlomeno tutti finiscono così.
Io se fossi Dio
dall’alto del mio trono
vedrei che la politica è un mestiere come un altro
e vorrei dire, mi pare Platone
che il politico è sempre meno filosofo
e sempre più coglione.
È un uomo a tutto tondo
che senza mai guardarci dentro scivola sul mondo
che scivola sulle parole
anche quando non sembra o non lo vuole.

Compagno radicale
la parola compagno non so chi te l’ha data
ma in fondo ti sta bene
tanto ormai è squalificata
compagno radicale
cavalcatore di ogni tigre, uomo furbino
ti muovi proprio bene in questo gran casino
e mentre da una parte si spara un po’ a casaccio
dall’altra si riempiono le galere
di gente che non c’entra un cazzo.
Compagno radicale
tu occupati pure di diritti civili
e di idiozia che fa democrazia
e preparaci pure un altro referendum
questa volta per sapere
dov’è che i cani devono pisciare.
Compagni socialisti
ma sì, anche voi insinuanti, astuti e tondi
compagni socialisti
con le vostre spensierate alleanze
di destra, di sinistra, di centro
coi vostri uomini aggiornati
nuovi di fuori e vecchi di dentro
compagni socialisti, fatevi avanti
che questo è l’anno del garofano rosso e dei soli nascenti
fatevi avanti col mito del progresso
e con la vostra schifosa ambiguità
ringraziate la dilagante imbecillità.

Ma io non sono ancora
nel regno dei cieli
sono troppo invischiato
nei vostri sfaceli.

Io se fossi Dio
non avrei proprio più pazienza
inventerei di nuovo una morale
e farei suonare le trombe per il Giudizio universale.
Voi mi direte: perché è così parziale
il mio personalissimo Giudizio universale?
Perché non suonano le mie trombe
per gli attentati, i rapimenti
i giovani drogati e per le bombe.
Perché non è comparsa ancora l’altra faccia della medaglia.
Io come Dio, non è che non ne ho voglia
io come Dio, non dico certo che siano ingiudicabili
o addirittura, come dice chi ha paura, gli innominabili
ma come uomo come sono e fui
ho parlato di noi, comuni mortali
quegli altri non li capisco
mi spavento, non mi sembrano uguali.
Di loro posso dire solamente
che dalle masse sono riusciti ad ottenere
lo stupido pietismo per il carabiniere
di loro posso dire solamente
che mi hanno tolto il gusto di essere incazzato personalmente.
Io come uomo posso dire solo ciò che sento
cioè solo l’immagine del grande smarrimento.
Però se fossi Dio
sarei anche invulnerabile e perfetto
allora non avrei paura affatto
così potrei gridare, e griderei senza ritegno
che è una porcheria
che i brigatisti militanti siano arrivati dritti alla pazzia.
Ecco la differenza che c’è tra noi e gli innominabili:
di noi posso parlare perché so chi siamo
e forse facciamo più schifo che spavento
di fronte al terrorismo o a chi si uccide c’è solo lo sgomento.
Ma io se fossi Dio
non mi farei fregare da questo sgomento
e nei confronti dei politicanti sarei severo come all’inizio
perché a Dio i martiri
non gli hanno fatto mai cambiar giudizio.
E se al mio Dio che ancora si accalora
gli fa rabbia chi spara
gli fa anche rabbia il fatto che un politico qualunque
se gli ha sparato un brigatista
diventa l’unico statista.

Io se fossi Dio
quel Dio di cui ho bisogno come di un miraggio
c’avrei ancora il coraggio di continuare a dire
che Aldo Moro insieme a tutta la Democrazia cristiana
è il responsabile maggiore
di vent’anni di cancrena italiana.
Io se fossi Dio
un Dio incosciente, enormemente saggio
c’avrei anche il coraggio di andare dritto in galera
ma vorrei dire che Aldo Moro resta ancora
quella faccia che era.

Ma in fondo tutto questo è stupido
perché logicamente
io se fossi Dio
la Terra la vedrei piuttosto da lontano
e forse non ce la farei ad accalorarmi
in questo scontro quotidiano.
Io se fossi Dio
non mi interesserei di odio e di vendetta
e neanche di perdono
perché la lontananza è l’unica vendetta
è l’unico perdono.

E allora
va a finire che se fossi Dio
io mi ritirerei in campagna
come ho fatto io.

envoyé par Krzysztof Wrona - 9/1/2014 - 22:33


Grazie Krzysztof per questo contributo. Vedremo poi se spostarlo negli extra o no, e di aggiungere altre versioni e commenti. Per la tua traduzione polacca il nostro consiglio e': pubblicala, anche prima di raggiungere la perfezione... potrai sempre migliorarla in seguito!

CCG Staff - 10/1/2014 - 10:42




Langue: polonais

Versione polacca di Krzysztof Wrona
8,9,10 gennaio 2014
Traduzione ibrida (filologico-letteraria) della prima versione del 1980
GDYBYM BOGIEM BYŁ

Gdybym Bogiem był,
ja zresztą, mógłbym nim być,
w przeciwnym razie kto?
Gdybym Bogiem był,
nie dawałbym się nabrać na małe ludzkie matactwa,
nie stałbym się wszak jakimś dyletantem,
byłbym zawsze obecny.
Byłbym, zaiste, wszędzie i pilnował,
powiem więcej, krytykował
to wszystko, co ludzie wyprawiają.

Taki przeciętny przedstawiciel klasy średniej, na przykład,
jakże jest nudny,
nie dopuszcza się nigdy grzechów głównych,
nigdy nie nurza się w grzechu zbyt intensywnie.
Zresztą, biedaczysko, zbyt mierny jest, zbyt marny
i wiedząc przecież, że Bóg dokładniejszy jest niźli najlepszy szwajcar,
sądzi on, iż tych malutkich błędów
nie liczy, lub nie zauważa.
Właśnie dlatego,
gdybym Bogiem był,
wolałbym we wcześniejszych wiekach się objawiać,
gdybym Bogiem był,
tęskniłbym do zamierzchłych namiętności,
gdy nienawidziło się, a potem się kochało,
gdy zabijało się nieprzyjaciół.

Lecz ja nie jestem jeszcze
w królestwie niebieskim,
zbyt jestem uwikłany
w liczne wasze klęski.

Gdybym Bogiem był,
nie byłbym, aż takim kretynem,
by wierzyć tylko w miłosne uniesienia,
czy też jedynie szkiełkiem i okiem świat mierzyć.
Gdybym Bogiem był,
byłbym z pewnością bardzo spójny i miałbym odpowiedni dystans,
jaki i wy powinniście mieć, do świata.

Gdybym Bogiem był,
nie oszczędzałbym, nie skąpił,
stworzyłbym człowieka lepszego.
Jasne, przyznaję,
niezbyt mi się udał
i dlatego właśnie, aby słuszną głosić sprawę,
co jakiś czas kogoś posyłam, tam na dół,
lecz ludzie uwielbiają wszak interpretować
i jeszcze większy zamęt robią.

Gdybym Bogiem był,
nie popełniłbym błędów mojego syna,
w temacie miłości i miłosierdzia,
byłbym zapewne trochę ściślejszy.
W rzeczy samej, nazbyt to dziwne, że śmiertelnik zwykły,
bezmierne pokłady miłości, o których nie śnił nawet, w sobie odkrywa,
gdy chodzi o bzdety w rodzaju litości, czy głodu w Indiach,
że zapytać by się chciało:
„Jak to możliwe, że już chwilę później, takie z niego ścierwo?”
Gdybym Bogiem był,
nie ograniczałbym się, jak wy,
a gdyby mi na to przyszło, zginąłbym dla idei jakiejś wielkiej.
Niestety, okazja by polec w sposób sympatyczny,
nie zdarza się zbyt często
i największy nawet śmiałek,
umiera tam, gdzie mu umrzeć przyjdzie i to bez większego przekonania.

Gdybym Bogiem był,
robiłbym, co mi się żywnie podoba,
na pewno pobłażliwy bym nie był,
sprałbym swojego syna,
surowy był bym i sprawiedliwy,
po stokroć przekląłbym anglików, jak mnie o to proszono
i gdybym tylko mógł, afrykanistów i całą Azję,
a potem amerykanów i rosjan,
tłukłbym aktywistów i sałaciarzy
i waliłbym po pyskach
miłośników Woltera oraz złodziei,
idiotów i bigotów,
bo Bóg jest gwałtowny!
A policzki wymierzone przez Boga,
każdego przylepią do muru.

Lecz ja nie jestem jeszcze
w królestwie niebieskim,
zbyt jestem uwikłany
w liczne wasze klęski.

Aż dotąd, żartowaliśmy sobie.
Lecz zazwyczaj kończy się tak,
że zaczynamy się rozsmakowywać
i pod pretekstem Boga wywlekać
wszystko to, co nam się słuszne wydaje.
A tobie, dziewczyno,
która mi mówisz, że to wszystko nieprawda,
jakoby taki mały burżuj, był tylko trochę przygłupi,
że ten człowiek to prawdziwy zbrodniarz,
łotr, świnia w pełnym tego słowa znaczeniu, kanalia
i że do tego próbował też zgwałcić własną córkę.
Ja, jako zmyślony Bóg,
jako Bóg fikcyjny,
zbieram się na odwagę i swój pogląd wyrażając, odparowuję:
„Miejmy nadzieję, że twojemu ojcu w dupę wystrzelą, kochana córko!"
To pozwoli prasie przedstawić go,
jako wzór przykładnego ojca.

Gdybym Bogiem był,
zmieszałbym z błotem dziennikarzy,
bo wszyscy oni w szczególności,
wyjątkowymi są łajdakami, to oczywiste,
i gdzie byś nie przywalił, zawsze dobrze trafisz.
Towarzysze dziennikarze, tacyście spragnieni,
a nie umiecie korzystać ze swobód jakie posiadacie,
pozostała wam jeszcze wolność myślenia,
lecz akurat tego nie robicie,
a w zamian się domagacie wolności pisania
i fotografowania.
Genialne obrazki, ciekawe zdjęcia
solidaryzujących się prezydentów i płaczących mam.
I w tej Italii struchlałej, pogrążonej w strachu,
jacy jesteście odważni, wy, co w oka mgnieniu się rzucacie
w wydarzeń wir, bez namysłu.
Kanibale, nekrofile, De Amicis’a landryny przebiegłe,
i powiedzieć by można, pełni dobrego mniemania o sobie.
Spadacie na ludzkie nieszczęście, rozkoszując się
pięknym zbliżeniem łzy w zapłakanych oczach.
Jasne, owszem, przyznaję,
że gdyby pisma znikły i gazety,
szaleństwem by to może było,
lecz gdybym Bogiem był,
w obliczu takiej sromoty,
nie uległbym przecież zabobonowi demokracji.

Lecz ja nie jestem jeszcze
w królestwie niebieskim,
zbyt jestem uwikłany
w liczne wasze klęski.

Gdybym Bogiem był,
zamknąłbym, rzecz jasna, gębę wielu ludziom,
w królestwie niebieskim nie życzyłbym sobie ministrów
i partyjniaków bym nie chciał między nogami,
bo polityka wstrętną jest i zły ma wpływ na cerę.
I wszyscy ci, którzy bawią się w tą grę,
w tą odstręczającą niczym trąd i zaraźliwą jak tyfus,
ciuciubabkę,
wszyscy oni, wielcy gracze,
mają facjaty, już na pierwszy rzut oka obrzydliwe,
czy są to opaśli i służalczy chadecy,
czy też szarzy towarzysze komuniści.
Są tak koszmarnie brzydcy od kołyski,
albo z czasem, każdy z nich tak kończy.
Gdybym Bogiem był,
z wysokości tronu mego,
dostrzegłbym, że polityka jest zawodem, jednym z wielu
i powiedzieć bym chciał, niczym jaki Platon,
że polityk jest coraz mnie filozofem,
a coraz większy z niego matoł.
Człowiekiem jest oblatanym,
ślizgającym się po powierzchni świata, w głąb nie zaglądając,
śliskie są słowa jego,
nawet, gdy inaczej się zdaje lub on sam tego nie chce.

Towarzyszu radykale,
nie wiem kto nadał ci to miano,
lecz w gruncie rzeczy, świetnie do ciebie pasuje,
choć dawno się przecież zdewaluowało,
towarzyszu radykale,
który tak śmiało sobie poczynasz, cwaniaczku drobny,
wiesz, jak się poruszać w tym zamieszaniu
i podczas, gdy palnie się coś na oślep, to tu, to tam,
równocześnie, więzienia się napełniają ludźmi,
którzy nie mają z tym nic wspólnego.
Towarzyszu radykale,
zajmuj się dalej prawami człowieka
i idiotyzmami regulującymi demokrację
i wysmaż nam następne referendum,
tym razem w sprawie miejsca,
gdzie psy szczać mają.
Towarzysze socjaliści,
ależ tak, także wy, przymilni, chytrzy i złotouści,
towarzysze socjaliści,
z waszymi beztroskimi sojuszami,
z prawicą, z lewicą, z centrum,
z waszymi ludźmi zawsze na czasie,
nowymi na zewnątrz i starymi w środku,
towarzysze socjaliści, wystąpcie na przód,
to wszakże rok czerwonego goździka i wschodzących słońc,
pokażcie się, z waszym mitem postępu
i waszą odrażającą dwulicowością,
podziękujcie panoszącemu się kretynizmowi.

Lecz ja nie jestem jeszcze
w królestwie niebieskim,
zbyt jestem uwikłany
w liczne wasze klęski.

Gdybym Bogiem był,
straciłbym zupełnie cierpliwość,
stworzyłbym na nowo moralność
i odtrąbiłbym nadejście Sądu Ostatecznego.
Powiecie: ”Czemuż to, taki stronniczy?”,
ten jakże osobisty, mój sąd ostateczny?
Dlaczego nie grzmią trąby moje
z powodu zamachów, porwań,
zaćpanej młodzieży i wybuchających bomb.
A to dlaczego, że nie ukazała się jeszcze ta druga strona medalu.
Ja Bogiem będąc, nie, żebym nie miał ochoty,
ja będąc Bogiem, nie twierdzę, że nie można ich osądzić,
czy wręcz, jak mówią strachliwi, lepiej ich imion nie wymawiać,
lecz jako człowiek, jakem był i jest,
mówiłem o nas, zwykłych śmiertelnikach,
tamtych zaś, nie rozumiem,
lęk we mnie budzą, nie wydają mi się tacy sami.
O nich mogę powiedzieć jedynie,
że wśród mas zdołali zaszczepić
tępe, nabożne posłuszeństwo wobec karabiniera,
o nich mogę powiedzieć tylko to,
że odebrali mi frajdę bycia wkurwionym osobiście.
Ja, człowiekiem będąc, mogę jedynie powiedzieć to, co czuję,
że wrażenie mam wielkiego zagubienia.
Jednak gdybym był Bogiem,
byłbym niedosiężny i doskonały,
a w takim przypadku, nie obawiałbym się wcale,
mógłbym krzyczeć i krzyczałbym bez ustanku,
że to syf,
że ci z Czerwonych Brygad zabrnęli prosto w obłęd.
Taka jest właśnie różnica miedzy nami a nienazywalnymi.
O nas mogę mówić, bo wiem kim jesteśmy
i być może wzbudzamy wstrętu więcej niźli strachu,
ale wobec terroru, wobec samounicestwienia, istnieje tylko pustka przerażenia.
Lecz gdybym Bogiem był,
nie dałbym się nabrać na tego straszaka
i w stosunku do politykierów byłbym surowy jak u zarania,
gdyż nie sprawili nigdy męczennicy,
by Bóg zmienił zdanie.
I jeśli w moim Bogu, który się jeszcze zacietrzewia,
gniew rodzi, ten, kto za broń chwyta,
tak samo fakt go mierzi, że polityk pierwszy lepszy,
uosobieniem się staje męża stanu,
bo go zastrzelił terrorysta.

Gdybym Bogiem był,
tym Bogiem, którego potrzebuję jak mirażu,
wciąż odwagę miałbym, aby powtarzać,
że Aldo Moro, razem z całą Chrześcijańską Demokracją
ponosi największą odpowiedzialność
za dwadzieścia lat gangreny toczącej Italię.
Gdybym Bogiem był,
Bogiem nieprzytomnym, bezmiernie mądrym,
miałbym również odwagę, by pójść prosto do mamra
i twierdziłbym uparcie, że Aldo Moro pozostaje wciąż,
tylko tym, kim był.

W gruncie rzeczy, wszystko to właściwie jest głupie,
Dlatego, że logicznie rzecz biorąc,
gdybym Bogiem był,
raczej z daleka Ziemię bym obserwował
i być może, nie potrafiłbym już angażować się aż tak
w te codzienne utarczki.
Gdybym Bogiem był,
nie interesowałaby mnie nienawiść i zemsta,
ani nawet przebaczenie,
gdyż oddalenie, jest jedyną wendettą
i jedynym wybaczeniem.

Zatem,
wychodzi na to, że gdybym Bogiem był,
wyprowadziłbym się na wieś,
tak jak teraz żył.

envoyé par Krzysztof Wrona - 10/1/2014 - 20:37




Langue: italien

Versione del 1991
Testo e musica: Giorgio Gaber e Sandro Luporini
Dallo spettacolo "Il Teatro Canzone" (1991)
Testo dal sito http://www.giorgiogaber.org/


Giorgio-Gaber
Versione 2

Io
se fossi Dio
e io potrei anche esserlo
se no non vedo chi...
Io se fossi Dio non mi farei fregare dai modi furbetti della gente
non sarei mica un dilettante
sarei sempre presente
sarei davvero in ogni luogo a spiare
o meglio ancora a criticare, appunto
cosa fa la gente.

Per esempio il cosiddetto uomo comune
com'è noioso
non commette mai peccati grossi
non è mai intensamente peccaminoso.
Del resto poverino è troppo misero e meschino
e pur sapendo che Dio è il computer più perfetto
lui pensa che l'errore piccolino
non lo veda
o non lo conti affatto.
Per questo io se fossi Dio
preferirei il secolo passato
se fossi Dio rimpiangerei il furore antico
dove si amava, e poi si odiava
e si ammazzava il nemico.

Ma io non sono ancora nel regno dei cieli
Sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.

Io se fossi Dio
non sarei mica stato a risparmiare
avrei fatto un uomo migliore.
Sì, vabbè, lo ammetto
non mi è venuto tanto bene
ed è per questo, per predicare il giusto
che io ogni tanto mando giù qualcuno
ma poi alla gente piace interpretare
e fa ancora più casino.

Io se fossi Dio
non avrei fatto gli errori di mio figlio
e specialmente sull'amore
mi sarei spiegato un po' meglio.
Infatti voi uomini mortali per le cose banali
per le cazzate tipo compassione e finti aiuti
ci avete proprio una bontà
da vecchi un po' rincoglioniti.

Ma come siete buoni voi che il mondo lo abbracciate
e tutti che ostentate la vostra carità.
Per le foreste, per i delfini e i cani
per le piantine e per i canarini
un uomo oggi ha tanto amore di riserva
che neanche se lo sogna
che vien da dire:
ma poi coi suoi simili come fa ad essere così carogna...

Io se fossi Dio
direi che la mia rabbia più bestiale
che mi fa male e che mi porta alla pazzia
è il vostro finto impegno
è la vostra ipocrisia.
Ce l'ho con quelli che per salvare la faccia
per darsi un tono da cittadini giusti e umani
fanno passaggi pedonali e poi servizi strani
e tante altre attenzioni
per handicappati sordomuti e nani.
E in queste grandi città
che scoppiano nel caos e nella merda
fa molto effetto un pezzettino d'erba
e tanto spazio per tutti i figli degli dèi minori.
Cari assessori, cari furbastri subdoli altruisti
che usate gli infelici con gran prosopopea
ma io so che dentro il vostro cuore li vorreste buttare
dalla rupe Tarpea.

Ma io non sono ancora nel regno dei cieli
sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.

Io se fossi Dio
maledirei per primi i giornalisti e specialmente tutti
che certamente non sono brave persone
e dove cogli, cogli sempre bene.
Signori giornalisti, avete troppa sete
e non sapete approfittare della libertà che avete
avete ancora la libertà di pensare, ma quello non lo fate
e in cambio pretendete
la libertà di scrivere
e di fotografare.

Immagini geniali e interessanti
di presidenti solidali e di mamme piangenti
e in questo mondo pieno di sgomento
come siete coraggiosi, voi che vi buttate senza tremare un momento:
cannibali, necrofili, deamicisiani, astuti
e si direbbe proprio compiaciuti
voi vi buttate sul disastro umano
col gusto della lacrima
in primo piano.

Sì, vabbè, lo ammetto
la scomparsa totale della stampa sarebbe forse una follia
ma io se fossi Dio di fronte a tanta deficienza
non avrei certo la superstizione
della democrazia.

Ma io non sono ancora nel regno dei cieli
sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.

Io se fossi Dio
naturalmente io chiuderei la bocca a tanta gente.
Nel regno dei cieli non vorrei ministri
né gente di partito tra le palle
perché la politica è schifosa e fa male alla pelle.
E tutti quelli che fanno questo gioco
che poi è un gioco di forze ributtante e contagioso
come la febbre e il tifo
e tutti quelli che fanno questo gioco
c'hanno certe facce
che a vederle fanno schifo.

Io se fossi Dio dall‚alto del mio trono
direi che la politica è un mestiere osceno
e vorrei dire, mi pare a Platone
che il politico è sempre meno filosofo
e sempre più coglione.
E' un uomo a tutto tondo
che senza mai guardarci dentro scivola sul mondo
che scivola sulle parole
e poi se le rigira come lui vuole.

Signori dei partiti
o altri gregari imparentati
non ho nessuna voglia di parlarvi
con toni risentiti.
Ormai le indignazioni son cose da tromboni
da guitti un po' stonati.
Quello che dite e fate
quello che veramente siete
non merita commenti, non se ne può parlare
non riesce più nemmeno a farmi incazzare.
Sarebbe come fare inutili duelli con gli imbecilli
sarebbe come scendere ai vostri livelli
un gioco così basso, così atroce
per cui il silenzio sarebbe la risposta più efficace.

Ma io sono un Dio emotivo, un Dio imperfetto
e mi dispiace ma non son proprio capace
di tacere del tutto.
Ci son delle cose
così tremende, luride e schifose
che non è affatto strano
che anche un Dio
si lasci prendere la mano.

Io se fossi Dio preferirei essere truffato
e derubato, e poi deriso e poi sodomizzato
preferirei la più tragica disgrazia
piuttosto che cadere nelle mani della giustizia.
Signori magistrati
un tempo così schivi e riservati
ed ora con la smania di essere popolari
come cantanti come calciatori.
Vi vedo così audaci che siete anche capaci
di metter persino la mamma in galera
per la vostra carriera.

Io se fossi Dio
direi che è anche abbastanza normale
che la giustizia si amministri male
ma non si tratta solo
di corruzioni vecchie e nuove
È proprio un elefante che non si muove
che giustamente nasce
sotto un segno zodiacale un po‚ pesante
e la bilancia non l'ha neanche come ascendente.
Io se fossi Dio
direi che la giustizia è una macchina infernale
E' la follia, la perversione più totale
a meno che non si tratti di poveri ma brutti
allora sì che la giustizia è proprio uguale per tutti.

Io se fossi Dio
io direi come si fa a non essere incazzati
che in ospedale si fa morir la gente
accatastata tra gli sputi.
E intanto nel palazzo comunale
c'è una bella mostra sui costumi dei Sanniti
in modo tale che in questa messa in scena
tutto si addolcisca, tutto si confonda
in modo tale che se io fossi Dio direi che il sociale
è una schifosa facciata immonda.

Ma io non sono ancora nel regno dei cieli
sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.

Io se fossi Dio
avrei una gran paura del futuro.
C'è un'aria di sgomento che coinvolge il mondo intero
una minaccia un tragico fermento
di popoli e di razze in via di assestamento.
Io come Dio logicamente
li vedo tutti da lontano
ma a dirla onestamente più che altro
io sono un Dio italiano
col gusto un po' indiscreto di frugare
negli antri più segreti, più nascosti
del potere.

Se fossi Dio
vedrei dall'alto come una macchia nera
una specie di paura che forse è peggio della guerra
sono i soprusi, le estorsioni i rapimenti
è la camorra.
E' l'impero degli invisibili avvoltoi
dei pescecani che non si sazian mai
sempre presenti, sempre più potenti, sempre più schifosi
è l'impero dei mafiosi.

Io se fossi Dio
io griderei che in questo momento
son proprio loro il nostro sgomento.
Uomini seri e rispettati
così normali e al tempo stesso spudorati
così sicuri dentro i loro imperi
una carezza ai figli, una carezza al cane
che se non guardi bene ti sembrano persone
persone buone che quotidianamente
ammazzano la gente con una tal freddezza
che Hitler al confronto mi fa tenerezza.

Io se fossi Dio
urlerei che questi terribili bubboni
ormai son dentro le nostre istituzioni
e anzi, il marciume che ho citato
è maturato tra i consiglieri, i magistrati, i ministeri
alla Camera e allo Senato.

Io se fossi Dio
direi che siamo masochisti e un po' dementi
che i nostri governanti non li mandiamo via.
E ormai ci possono fare qualsiasi porcheria
possono rubare e ricattare, possono ammazzare
e vomitarci addosso
che tanto noi
li votiamo lo stesso.

Io se fossi Dio
direi che siamo complici oppure deficienti
che questi delinquenti, queste ignobili carogne
non nascondono neanche le loro vergogne
e sono tutti i giorni sui nostri teleschermi
e mostrano sorridenti le maschere di cera
e sembrano tutti contro la sporca macchia nera.
Non ce n‚è neanche uno che non ci sia invischiato
perché la macchia nera
è lo Stato.

E allora io
se fossi Dio
direi che ci son tutte le premesse
per anticipare il giorno
dell'Apocalisse.
Con una deliziosa indifferenza
e la mia solita distanza
vorrei vedere il mondo e tutta la sua gente
sprofondare lentamente nel niente.
Forse io come Dio, come Creatore
queste cose non le dovrei nemmeno dire
io come Padreterno non mi dovrei occupare
né di violenza né di orrori, né di guerra
né di tutta l'idiozia di questa terra
e cose simili.
Peccato che anche Dio
ha il proprio inferno
che è questo amore eterno
per gli uomini.

envoyé par Krzysztof Wrona - 10/1/2014 - 21:03


In omaggio, come premesso, un monologo di Giorgio Gaber dallo spettacolo "Io se fossi Gaber" del 1984. Un piccolo assaggio di come il maestro indiscusso della scena teatrale italiana, era capace di buttarsi anche sul comico, in questo caso rifacendo il verso a se stesso, e prendendo si per i fondelli, dare prova che tutto si può ribaltare usando le parole, riuscendo a pija in giro se medesimi e un po' tutti.
Vorrei, d'altra parte, ringraziare in particolare Riccardo che, con il suo recente articolo sulle pagine del Ἐκβλόγγηθι Σεαυτόν BLOG, intitolato "Quando sarò Re", a fatto scattare la mola che mi a spinto di tradurre finalmente questo testo suberbo. Grazie Riccardo. L'intervento, il tuo, è stato apprezzato moltissimo da me, essendo l'esempio della tua sensibilità fuor del comune.

MONOLOGO

Io se fossi la Rai comprerei Berlusconi... tac!
Io se fossi Ornella Muti non parlerei neanche sotto tortura.
Io se fossi Strehler non farei tante scene.
Io se fossi Longo farei finta di niente.
Io se fossi Reagan mi farei scrivere i testi da Woody Allen, che fa più ridere.
Io se fossi La SAUB mi darei malata.
Io se fossi Maurizio Costanzo chiederei quante volte, con chi, anche di dietro, il resto è vita.
Io se fossi Mago Zurlì getterei la maschera e prenderei a calci in culo i bambini dello Zecchino d’Oro.
Io se fossi Jannacci farei un duo.
Io se fossi Cecco Angiolieri vorrei i diritti d’autore.
Io se fossi Dio... l’ho già detto.
Io se fossi Gaber...

Krzysztof Wrona - 10/1/2014 - 21:36


Però, dai, é proprio bella: "la mola che mi a spinto"! Lo devo ammettere, non l'ho fatto a posta, volevo scrivere: "la molla che ha fatto scattare", invece mi è venuta "la mola che mi ha schiacciato" : D
Ma va bene così...tante cose

Krzysiek Wrona - 11/1/2014 - 00:35


Cacchio, vedo adesso che mi tocca tradurre anche la versione no 2 del 1991. No, pietà!
Saludon general

Krzysiek - 23/2/2016 - 22:23


Certe citazioni maestrali (nel senso: da maestro), però...

S’i’ fosse foco

... ma come uomo come sono e fui
ho parlato di noi, comuni mortali
quegli altri non li capisco
mi spavento, non mi sembrano uguali.

Krzysiek - 20/7/2021 - 00:31




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