Lungo la strada
che mi porterà lontano
penso alle lotte disperate e sogno
una vicina libertà
Vado cantando
fino a che avrò fiato in cuore
ed il compagno che mi ascolta
canti, canti con me la libertà
Vola il mio passo
sopra questa terra amata
suona il mio passo come un gran tamburo
ritmo di gioia e libertà
Sento vicina
sento nelle nostre mani
vedo negli occhi dei compagni
tocco la sospirata Libertà
che mi porterà lontano
penso alle lotte disperate e sogno
una vicina libertà
Vado cantando
fino a che avrò fiato in cuore
ed il compagno che mi ascolta
canti, canti con me la libertà
Vola il mio passo
sopra questa terra amata
suona il mio passo come un gran tamburo
ritmo di gioia e libertà
Sento vicina
sento nelle nostre mani
vedo negli occhi dei compagni
tocco la sospirata Libertà
Contributed by Bernart - 2013/11/14 - 22:30
Minchia, che strafalcione!
Nella terza strofa, "tamburo" e non "canguro"!
(Se c'è qualcuno registrato, glielo può dire anche a quelli de Il Deposito? Grazie)
Nella terza strofa, "tamburo" e non "canguro"!
(Se c'è qualcuno registrato, glielo può dire anche a quelli de Il Deposito? Grazie)
Bernart - 2013/11/14 - 23:29
Compagni, libertà, tamburi (persino "canguri", in certe trascrizioni del brano!)... e però mi ricordo che Milva La Rossa qualche anno fa l'avevano pinzata insieme ad un centinaio di nababbi con conti milionari in certi paradisi fiscali... E' vero che la Rossa non ci teneva un gran che, solo qualcosina per le spesucce: 6 o 7 milioni di Euri..
Alla faccia dei canguri!
Alla faccia dei canguri!
Bernart - 2013/11/14 - 23:38
Beh, al Deposito hanno tenuto per anni Sante Caserio trasformato in formaggiaio ("Sante Caseario"); "Caserio fa il casaro e non la spia!"
Riccardo Venturi - 2013/11/15 - 00:08
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Non so se il testo sia di autore anonimo (partigiano?) o della stessa Milva oppure di Franco Antonicelli (che partigiano fu, dirigente del CLN in Piemonte) che introduceva la prima edizione (1965) del disco intitolato “Canti della libertà” da cui questa canzone è tratta...
La musica è invece celeberrima, composta nel 1934 da Лев Константинович Книппер (Lev Konstantinovich Knipper, 1898-1974) per “Поэма о бойце-комсомольце” (“Poesia su di un soldato del Komsomol”), meglio conosciuta con il titolo di “Полюшко-поле” (“Poljuško Pole”, ossia “Pianura, mia pianura”), una canzone scritta da Виктор Михaйлович Гусев (Victor Mikhailovich Gusev, 1909-1944).
A dispetto del fatto che Lev Knipper fosse un agente della famigerata e spietata NKVD staliniana ed il testo di Victor Gusev non fosse altro che una celebrazione dell’Armata Rossa, la versione di Milva è invece un bell’inno alla libertà...