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U mari unnavi curpi

Giacomo Sferlazzo
Language: Sicilian


Giacomo Sferlazzo

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[2013]

U mari unnavi curpi


7 settembre 2013
Ad un anno dal naufragio di Lampione alcune iniziative sono state fatte in Tunisia e Sicilia per ricordare il triste evento e ricordare che molte famiglie ancora non hanno notizie certe sui loro cari ancora dispersi. Noi abbiamo dato il nostro contributo con una canzone ed un video da Lampedusa.

Giacomo Sferlazzo -associazione Askavusa Lampedusa
U mari unnavi curpi. Unnannu curpi l’ondi, ca supre e scogghi i varchi fisciru fracassari

Unnavi curpa u ventu. Unnannu curpa i pisci ca di li vostri carni ora saziati sunnu

Ora vuatri ca di lu funnu di lu mari fasciti anchianari na vusci di silenziu

Vuatri ca siti vistuti di arghi e stelli marini cantati paroli muti

Vuatri certi paroli comu giustizia, riscattu, peggiu ancora vendetta unni capiti chiù

Sti paroli ni lassati a nuatri ca circamu supra sta terra na pigghiu pon vulari nzemmula a stu duluri

I vostri matri chianceru natru mari, natra partorenza aspetta u munnu, un partu senza duluri, pirchi vuatri siti a simenza dilla terra nill’acqua, e ci ricuradati e naviganti come dusci e pericoloso stari allianati supra l’azzurru.

U mari unnavi curpi. Unnavi curpa a varca ca ora e lignu ruttu connavi chiù na forma

Unnavi curpa a pioggia. Unnannu curpa i chiova ca si scipparu comu na persica matura

E dunni sunnu li vostri assassini ca mancu li facci vui canusciti dormunu quieti

Nuatri invesci di sonnu unnuavemu e di notti co vostru pinseru u mari sempri taliamu.

Contributed by adriana - 2013/10/18 - 11:48



Language: Italian

Versione italiana dal sito dell'autore
IL MARE NON HA COLPE

Il mare non ha colpe. Non hanno colpe le onde che sopra gli scogli le barche hanno fatto fracassare.

Non ha colpe il vento. Non hanno colpe i pesci che adesso sono sazi della vostra carne.

Adesso voi che dal fondo del mare fate salire una voce di silenzio.

Voi che siete vestiti di alghe e stelle marine cantate parole mute.

Voi certe parole come giustizia, riscatto, peggio ancora vendetta, non le capite più.

Queste parole ce le lasciate a noi, che cerchiamo sopra questa terra un appiglio per non volare travolti insieme a questo dolore.

Le vostre madri hanno pianto un altro mare, un altro parto aspetta il mondo, un parto senza dolore, perchè voi siete il seme della terra nell’acqua e ricordate ai naviganti come è dolce e pericoloso stare distratti sopra l’azzurro.

Il mare non ha colpe. Non ha colpe la barca che ora è legno rotto che non ha più una forma.

Non ha colpe la pioggia. Non hanno colpe i chiodi che si sono staccati come pesche mature.

E dove sono i vostri assassini di cui non conoscete neanche le facce, loro dormono quieti.

Noi invece non abbiamo sonno e di notte col vostro pensiero il mare sempre guardiamo.

2013/10/18 - 11:52


Mi dispiace mamma, perché la barca è affondata e non sono riuscito a raggiungere l’Europa.
Mi dispiace mamma, perché non riuscirò a saldare i debiti che avevo fatto per pagare il viaggio.
Non ti rattristare se non trovano il mio corpo, cosa potrà mai offrirti,
se non il peso delle spese di rimpatrio e sepoltura?

Mi dispiace mamma,
perché si è scatenata questa guerra ed io, come tanti altri uomini, sono dovuto partire.
Eppure i miei sogni non erano grandi quanto quelli degli altri…
Lo sai, i miei sogni erano grandi quanto le medicine per il tuo colon e le spese per sistemare i tuoi denti…
A proposito… i miei denti sono diventati verdi per le alghe.
Ma nonostante tutto, restano più belli di quelli del dittatore!

Mi dispiace amore mio,
perché sono riuscito a costruirti solo una casa fatta di fantasia:
una bella capanna di legno, come quella che vedevamo nei film… una casa povera,
ma lontana dai barili esplosivi, dalle discriminazioni religiose e razziali,
dai pregiudizi dei vicini nei nostri confronti…

Mi dispiace fratello mio,
perchè non posso mandarti i 50 euro che avevo promesso di inviarti ogni mese per farti divertire un po’ prima della laurea…
Mi dispiace sorella mia, perché non potrò mandarti il cellulare con l’opzione wi-fi, come quello delle tue amiche ricche…

Mi dispiace casa mia, perché non potrò più appendere il cappotto dietro alla porta.
Mi dispiace, sommozzatori e soccorritori che cercate i naufraghi,
perché io non conosco il nome del mare in cui sono finito.
E voi dell’ufficio rifugiati invece, non preoccupatevi,
perchè io non sarò una croce per voi.

Ti ringrazio mare,
perché ci hai accolto senza visto né passaporto.
Vi ringrazio pesci,
che dividete il mio corpo senza chiedermi di che religione io sia o quale sia la mia affiliazione politica.
Ringrazio i mezzi di comunicazione,
che trasmetteranno la notizia della nostra morte per cinque minuti, ogni ora, per un paio di giorni almeno.
Ringrazio anche voi, diventati tristi al sentire la nostra tragica notizia.
Mi dispiace se sono affondato in mare.

Anonimo siriano

dal sito Polvere da sparo

daniela -k.d.- - 2017/12/24 - 18:06




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