J’étais encore petit garçon
je suis parti de ma maison
pour aller-s-en France
‘vec la spérance
gagner beaucoup d’argent
Tout en passant pour Pontarlier
j’ai demandé pour travailler
patron carrière
m’a répondu “Très bien
tailleur de pierre
d’embauche il y en a point
Y a pas d’embauche aujourd’hui
et nous allons retirer les outils
et jusqu’à Pâques
dans la bonne saison
le coucou chante
nous les déterrerons”
Bonne saison l’est arrivée
et le coucouc il est retourné
sans sou sans maille
pas beaucoup de gilet
et sa chemise
est toute déchirée
sans sou sans maille
pas beaucoup de gilet
et sa chemise
est toute déchirée
[Mais l’hiver il est bien revenu
mon compagnon que feras-tu?
Sans sou et sans maille
ni d’or et ni d’argent
voilà l’usage
des compagnons roulants]
je suis parti de ma maison
pour aller-s-en France
‘vec la spérance
gagner beaucoup d’argent
Tout en passant pour Pontarlier
j’ai demandé pour travailler
patron carrière
m’a répondu “Très bien
tailleur de pierre
d’embauche il y en a point
Y a pas d’embauche aujourd’hui
et nous allons retirer les outils
et jusqu’à Pâques
dans la bonne saison
le coucou chante
nous les déterrerons”
Bonne saison l’est arrivée
et le coucouc il est retourné
sans sou sans maille
pas beaucoup de gilet
et sa chemise
est toute déchirée
sans sou sans maille
pas beaucoup de gilet
et sa chemise
est toute déchirée
[Mais l’hiver il est bien revenu
mon compagnon que feras-tu?
Sans sou et sans maille
ni d’or et ni d’argent
voilà l’usage
des compagnons roulants]
envoyé par Bernart - 9/8/2013 - 12:52
Langue: italien
Traduzione italiana dalla raccolta intitolata “Tin Tun Teno - Registrazioni dal vivo di cantori e suonatori delle Valli Chisone e Germanasca” pubblicata nel 1989.
ERO ANCORA RAGAZZINO
Ero ancora ragazzino
quando partii da casa
per andare in Francia
con la speranza
di guadagnare molti soldi
Passando da Pontarlier
ho chiesto se c’era lavoro
il capocantiere
mi ha risposto: “Ma bene,
tagliapietre,
proprio non abbiamo posti liberi
Oggi il lavoro manca
e dobbiamo riporre i nostri attrezzi
e fino a Pasqua
fino alla bella stagione
quando canterà il cuculo
non li tireremo fuori."
La bella stagione è arrivata
e il cuculo è ritornato
senza il becco di un quattrino
il gilè consumato
e la camicia
tutta stracciata
[Ma l’inverno ora è tornato
mio “compagnon”, cosa farai?
Senza il becco di un quattrino
con né oro né argento
cosi è la vita
dei “compagnons roulants”]
Ero ancora ragazzino
quando partii da casa
per andare in Francia
con la speranza
di guadagnare molti soldi
Passando da Pontarlier
ho chiesto se c’era lavoro
il capocantiere
mi ha risposto: “Ma bene,
tagliapietre,
proprio non abbiamo posti liberi
Oggi il lavoro manca
e dobbiamo riporre i nostri attrezzi
e fino a Pasqua
fino alla bella stagione
quando canterà il cuculo
non li tireremo fuori."
La bella stagione è arrivata
e il cuculo è ritornato
senza il becco di un quattrino
il gilè consumato
e la camicia
tutta stracciata
[Ma l’inverno ora è tornato
mio “compagnon”, cosa farai?
Senza il becco di un quattrino
con né oro né argento
cosi è la vita
dei “compagnons roulants”]
envoyé par Bernart - 9/8/2013 - 12:54
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L’ultima strofa tra parentesi è tratta invece dalla versione di Emilio Travers di Pramollo, sostanzialmente identica a quella di Oliva ma contenente un importante riferimento alla “società di mutuo soccorso” dei cosiddetti “Compagnons du Tour de France”.
Nella raccolta intitolata “Tin Tun Teno - Registrazioni dal vivo di cantori e suonatori delle Valli Chisone e Germanasca” pubblicata nel 1989
Purtroppo la collezione citata, come gli altri contenuti originari del sito de La Cantarana (www.lacantarana.it), non sono più consultabili on line, salvo far uso della Macchina del Tempo…
Canzone originaria della Franche-Comté, regione francese al confine con la Svizzera, ma diffusa anche in Val Chisone dove anche parecchi valligiani, giovani valdesi in particolare, andavano in Francia e Svizzera a cercare fortuna, spesso per sfuggire alla miseria o al servizio militare ma anche per guadagnare e poi tornare a casa e sposarsi oppure per imparare un mestiere, o impararlo meglio, attraverso la rete del “compagnonnage”.
Quella dei “Compagnons du Tour de France” è stata una sorta di rete di mutuo aiuto nata spontaneamente in Francia all’inizio dell’800 tra artigiani ed operai allo scopo di sostenere e formare i giovani apprendisti e i lavoratori che volessero specializzarsi nel loro mestiere. Gli aderenti alla società, i “compagnons”, non erano sedentari bensì “roulants”, cioè viaggiavano per tutto il paese ad imparare e ad insegnare ad altri compagni. Il “compagnonnage” raggiunse il suo apice nella metà dell’800 grazie allo sforzo organizzativo di un falegname di Avignone, Agricol Perdiguier (1805-1875), ma in seguito inevitabilmente declinò a causa dell’industrializzazione, della nascita dei sindacati operai e dell’introduzione delle norme sull’apprendistato. E’ però tornato in auge nel secondo dopoguerra grazie all’Association ouvrière des compagnons du devoir e all’Union compagnonnique.
Il “Compagnonnage” ottocentesco - diffuso oltre che in Francia anche in Belgio, Germania e Canada – è stata comunque un’importante esperienza di autorganizzazione operaia, libertaria ed egualitaria e solidale, fondata sul viaggio, la comunione di esperienze diverse e distanti, il desiderio di migliorare la propria e l’altrui esistenza attraverso il lavoro, di arricchirsi scoprendo nuove tecniche, di autogestire la propria formazione ed il lavoro insieme ai propri pari…