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Casida del llanto

Carlos Cano
Langue: espagnol


Carlos Cano

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‎[prima metà degli anni 30]‎
Versi di Federico Garcia Lorca, dalla raccolta poetica intitolata “Diván del Tamarit”, un progetto iniziato fin dai ‎primi anni 20 ma di cui il poeta non vide la luce, ammazzato dai fascisti il 19 agosto del 1936. ‎L’opera fu pubblicata per la prima volta nel 1940 a Buenos Aires.‎
Musica di Carlos Cano, dal disco intitolato come la raccolta di Lorca, pubblicato nel 1998, nel ‎centenario della nascita del poeta. Con la collaborazione di Leo Brouwer, della Orquesta ‎Filarmónica de Londres, della corale basca Orfeón Donostiarra, di Fernando Bellver, Mario ‎Hernández, Javier Krahe, Paco Ibáñez, Luis Pastor, José ‎Antonio Labordeta e Santiago Auserón.‎




“… Ningún hombre verdadero cree ya en esta zarandaja del arte puro. En ‎este momento dramático del mundo, el artista debe llorar y reír con su pueblo. Hay que dejar el ‎ramo de azucenas y meterse en el fango hasta la cintura para ayudar a los que buscan las ‎azucenas….”‎

‎“… Nessun uomo vero crede oggi in questa stupidaggine della pura arte. In questo momento ‎drammatico per i mondo, l’artista deve piangere e ridere con il suo popolo. Bisogna lasciar da parte ‎il ramo di gigli e immergersi nel fango fino alla cintola per aiutare coloro che i gigli li ‎cercano…”


Federico García Lorca, dall’ultima intervista al giornalista Luis Bagaría, pubblicata sul quotidiano ‎‎“El Sol” del 10 giugno 1936.‎




La casida o qasida (‎قصيدة‎ ) è una forma poetica araba preislamica che Lorca e altri poeti spagnoli del ‎‎900 recuperarono in modo originale.‎
He cerrado mi balcón
porque no quiero oír el llanto
pero por detrás de los grises muros
no se oye otra cosa que el llanto. ‎

Hay muy pocos ángeles que canten,
hay muy pocos perros que ladren,
mil violines caben en la palma de mi mano.
Pero el llanto es un perro inmenso,
el llanto es un ángel inmenso,
el llanto es un violín inmenso,
las lágrimas amordazan al viento
y no se oye otra cosa que el llanto.‎

envoyé par Bernart - 4/6/2013 - 17:29



Langue: italien

Versione italiana di Maria Cristina Costantini
CASIDA DEL PIANTO

Ho chiuso la mia finestra
perché non voglio sentire il pianto,
ma dietro i grigi muri
non si sente altro che pianto.

Ci sono pochissimi angeli che cantano,
ci sono pochissimi cani che abbaiano,
mille violini entrano nel palmo della mia mano.
Ma il pianto è un cane immenso,
il pianto è un angelo immenso,
il pianto è un violino immenso,
le lacrime fanno tacere il vento
e non si sente altro che pianto.

envoyé par Maria Cristina - 8/2/2014 - 09:39




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