No dormiréis, malditos de la espada,
cuervos nocturnos de sangrientas uñas,
tristes cobardes de las sombras tristes,
violadores de muertos.
No dormiréis.
Su noble canto, su pasión abierta,
su estatura más alta que las cumbres,
con el cántico libre de su pueblo
os ahogarán un día.
No dormiréis.
Venid a ver su casa asesinada,
la miseria fecal de vuestro odio,
su inmenso corazón pisoteado,
su pura mano herida.
No dormiréis.
No dormiréis porque ninguno duerme.
No dormiréis porque su luz os ciega.
No dormiréis porque la muerte es sólo
vuestra victoria.
No dormiréis jamás porque estais muertos.
Roma, 14 octubre 1973.
cuervos nocturnos de sangrientas uñas,
tristes cobardes de las sombras tristes,
violadores de muertos.
No dormiréis.
Su noble canto, su pasión abierta,
su estatura más alta que las cumbres,
con el cántico libre de su pueblo
os ahogarán un día.
No dormiréis.
Venid a ver su casa asesinada,
la miseria fecal de vuestro odio,
su inmenso corazón pisoteado,
su pura mano herida.
No dormiréis.
No dormiréis porque ninguno duerme.
No dormiréis porque su luz os ciega.
No dormiréis porque la muerte es sólo
vuestra victoria.
No dormiréis jamás porque estais muertos.
Roma, 14 octubre 1973.
inviata da Bernart - 3/6/2013 - 15:17
Lingua: Italiano
La traduzione italiana di Ignazio Delogu.
Fa parte della storica raccolta "Cile nel cuore - Omaggio internazionale a Pablo Neruda" pubblicata nel 1977 dalla casa editrice Newton Compton nella collana "Paperbacks Poeti" (n° 59). Ne posseggo una copia oramai parecchio rara, mi sa; la acquistai per lire 1800 nel '77 stesso a Marina di Campo, Isola d'Elba. Curata da Ignazio Delogu, contiene testi, oltre che di Rafael Alberti stesso (che li scrisse appositamente), di Vicente Alexandre, Miguel Angel Asturias, Evgenij Evtušenko, Allen Ginsberg, Jorge Guillén, Carlo Levi. Sul tavolo di casa mia, trentasei anni dopo:
E' con una certa emozione che rivedo questa poesia qui dentro, non sapendo che era stata musicata; il fatto è che coi libri comprati durante l'adolescenza (avevo 14 anni) si ha per tutta la vita come un rapporto "da primo amore". La poesia fu scritta da Alberti a Roma il 14 ottobre 1973, durante il suo lungo esilio italiano; eccola qui tradotta da Delogu alle pagine 72 e 73:
Riproduco la traduzione copiandola dal volume. Mi sarebbe piaciuto, se non fosse stata tanto lunga, riprodurre anche l'introduzione che Rafael Alberti fece al volume: si tratta del discorso che tenne, in un italiano fantasioso, proprio a Firenze il 20 ottobre 1973, a meno di un mese dalla morte di Neruda, in Palazzo Vecchio; pensare che ora quelle stesse mura odono i discorsi di Matteo Renzi mi fa letteralmente rècere. Durante il discorso, Rafael Alberti si dichiarò particolarmente felice di pronunciare quelle cose nella terra dei suoi avi, dato che suo nonno paterno, Tommaso Alberti Sanguinetti, era un garibaldino pistoiese rifugiatosi in Spagna. [RV]
E' con una certa emozione che rivedo questa poesia qui dentro, non sapendo che era stata musicata; il fatto è che coi libri comprati durante l'adolescenza (avevo 14 anni) si ha per tutta la vita come un rapporto "da primo amore". La poesia fu scritta da Alberti a Roma il 14 ottobre 1973, durante il suo lungo esilio italiano; eccola qui tradotta da Delogu alle pagine 72 e 73:
Riproduco la traduzione copiandola dal volume. Mi sarebbe piaciuto, se non fosse stata tanto lunga, riprodurre anche l'introduzione che Rafael Alberti fece al volume: si tratta del discorso che tenne, in un italiano fantasioso, proprio a Firenze il 20 ottobre 1973, a meno di un mese dalla morte di Neruda, in Palazzo Vecchio; pensare che ora quelle stesse mura odono i discorsi di Matteo Renzi mi fa letteralmente rècere. Durante il discorso, Rafael Alberti si dichiarò particolarmente felice di pronunciare quelle cose nella terra dei suoi avi, dato che suo nonno paterno, Tommaso Alberti Sanguinetti, era un garibaldino pistoiese rifugiatosi in Spagna. [RV]
A PABLO NERUDA
Non dormirete, malvagi della spada,
corvi notturni dalle unghie insanguinate,
tristi codardi dalle ombre tristi,
violatori di morti.
Non dormirete.
Il suo nobile canto, la sua passione aperta,
la sua statura più alta delle vette,
con il libero canto del suo popolo
vi affogheranno in un giorno.
Non dormirete.
Venite a vedere la sua casa assassinata,
la miseria fecale del vostro odio,
il suo immenso cuore calpestato,
la sua pura mano ferita.
Non dormirete.
Non dormirete perché nessuno dorme.
Non dormirete perché la sua luce vi acceca.
Non dormirete perché solo la morte
è la vostra vittoria.
Non dormirete mai, perché siete già morti.
Roma, 14 ottobre 1973.
Non dormirete, malvagi della spada,
corvi notturni dalle unghie insanguinate,
tristi codardi dalle ombre tristi,
violatori di morti.
Non dormirete.
Il suo nobile canto, la sua passione aperta,
la sua statura più alta delle vette,
con il libero canto del suo popolo
vi affogheranno in un giorno.
Non dormirete.
Venite a vedere la sua casa assassinata,
la miseria fecale del vostro odio,
il suo immenso cuore calpestato,
la sua pura mano ferita.
Non dormirete.
Non dormirete perché nessuno dorme.
Non dormirete perché la sua luce vi acceca.
Non dormirete perché solo la morte
è la vostra vittoria.
Non dormirete mai, perché siete già morti.
Roma, 14 ottobre 1973.
inviata da Riccardo Venturi - 3/6/2013 - 15:43
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Dedicata dal grande poeta spagnolo all’amico poeta Pablo Neruda, morto in Cile pochi giorni dopo il sanguinoso golpe fascista.
Nel disco di Zapata intitolato “Poesía en resistencia”, pubblicato nel 2012
…malditos de la espada, cuervos nocturnos de sangrientas uñas, tristes cobardes de las sombras tristes, violadores de muertos…