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El mensú

Horacio Guarany
Lingua: Spagnolo


Horacio Guarany

Lista delle versioni e commenti


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‎[1957]
Parole di Ramón Ayala (1937-), cantautore argentino.
Musica di Vicente Cidade
Dall’album intitolato “Horacio Guarany”, 1957

el-mensu
el-mensu


Questa canzone segnò l’esordio del cantante folklorico argentino a Radio Belgrano di Buenos Aires.‎
‎“Mensú” – da “mensual”, con riferimento alla frequenza del salario - è come viene chiamato il ‎bracciante, in particolare quello delle piantagioni di “yerba mate”, in Paraguay e nelle province ‎argentine di Corrientes e Misiones. Originariamente il “mensú” era un lavoratore in condizione di ‎semi-schiavitù.‎
‎“Neike” è un’espressione guaranì che ha il significato di incoraggiare all’azione, traducibile con ‎‎“forza!”, dai!”…‎
‎“Capanga” o “capataz” è il braccio destro del padrone, il caposquadra, quello incaricato di ‎controllare e dirigere un gruppo di lavoratori. Sul rapporto feroce tra capanga e mensú, tra caporale ‎e bracciante, si veda il vecchio film dell’argentino Mario Soffici “Prisioneros de la tierra” del 1939, ‎tratto dai racconti dello scrittore uruguayo Horacio Quiroga (1878-1937). ‎
Selva, noche, luna
pena en el yerbal
el silencio vibra
en la soledad
y al latir del monte
quiebra la quietud
con el canto triste
del pobre mensú.

Yerba verde yerba
en tu inmensidad
quisiera perderme
para descansar
y en tus hojas frescas
encontrar la miel
que mitiga el surco
del latigo cruel.

‎¡Neike!
el grito del capanga va resonando,
‎¡neike, neike!
fantasma de la noche que se acabó.
Noche mala
que camina hacia el alba de la esperanza
día bueno
que forjaran los hombres de corazón.

Río, viejo río
que bajando va,
quiero ir contigo
en busca de hermandad,
paz para mi tierra
cada dia más
roja con la sangre
del pobre mensú.

‎¡Neike!
el grito del capanga va resonando,
‎¡neike, neike!
fantasma de la noche que se acabó.
Noche mala
que camina hacia el alba de la esperanza
día bueno
que forjaran los hombres de corazón.‎

inviata da Bernart - 9/5/2013 - 11:53



Lingua: Italiano

Traduzione italiana Meri Lao da “Basta: storia rivoluzionaria dell'America Latina attraverso la ‎canzone”, con alcuni interventi di Bernart.‎
IL MENSÚ ‎

Selva, notte, luna
sofferenza nella piantagione‎
il silenzio vibra
nella solitudine
e il battito del bosco
rompe la quiete
con il canto triste
del povero mensú

Yerba, verde yerba
nella tua immensità
vorrei perdermi
per riposare
e tra le tue foglie fresche
trovare il miele
che attenui i segni
della frusta crudele.‎

Forza!‎
Il grido del capo riecheggia
Dai! Dai!‎
Fantasma della notte che è finita
Notte dura
che cammina fino all’alba della speranza
Un buon giorno
che gli uomini coraggiosi forgeranno.‎

Fiume, vecchio fiume
che scendi a valle
voglio venire con te
a cercare la fratellanza
la pace per la mia terra
ogni giorno che passa
sempre più rossa del sangue
del povero mensú

Forza!‎
Il grido del capo riecheggia
Dai! Dai!‎
Fantasma della notte che è finita
Notte dura
che cammina fino all’alba della speranza
Un buon giorno
che gli uomini coraggiosi forgeranno.‎

inviata da Bernart - 9/5/2013 - 11:59




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