El matrero

Continua la saga musicale dei Bandidos rurales con questa canzone dedicata a Martin ‎Aquino (1889-1917), “el último matrero” uruguayo.‎




Per farla breve, Martin Aquino aveva 17 o 18 anni e faceva i mandriano di cavalli quando, per ‎motivi non ben conosciuti, forse per una decurtazione del salario, sparò al padrone ferendolo ma ‎non mortalmente. Però il malcapitato crepò sotto le mani dei medici e così al giovane Martin ‎Aquino non restò che “ganar el monte”, darsi alla macchia, costretto a vivere di abigeato (bella ‎questa parola obsoleta!) e contrabbando.‎
Come cantano Los Olimareños in un altro brano di questo disco (“Contrabandista ’e frontera”, ‎scritto da Pancho Viera), “el pan que niega el gobierno, a balazos igual se hace”…‎
Protetto dalla popolazione dei dipartimenti Florida e di Canelones, Martin Aquino si scontrò molte ‎volte con la polizia riuscendo sempre a fuggire e alimentando così la fama di gaucho imprendibile.‎
Ma nel 1909 è la polizia brasiliana ad arrestarlo mentre cerca rifugio dopo l’ennesima sparatoria. ‎Viene estradato nel paese natale e rinchiuso nel carcere di Minas, ma da lì scappa in modo ‎rocambolesco nel 1913 tornando ad essere “matrero”.‎
Le autorità non possono sopportare che un giovane ladruncolo diventi una leggenda popolare e ‎decidono di lanciare contro la piccola banda di Aquino uno squadrone di polizia comandato dal ‎pluridecorato tenente colonnello Juan Ignacio Cardozo. L’ufficiale aveva in animo di darsi lustro ‎nella cattura del bandolero per consolidare la sua posizione di capo politico nella regione ma, per ‎sua sfortuna, venne impallinato dall’Aquino al primo scontro e ci lasciò le penne.‎
Apriti cielo! Da Montevideo fu mandato un intero reggimento di cavalleria che si lanciò sulle tracce ‎dei banditi. Nel frattempo però l’astuto matrero aveva cambiato identità e si era posto sotto la ‎protezione di un caudillo del Cerro Largo, altra provincia uruguaya, continuando il suo stile di vita ‎‎– come dire – illegale, ma un po’ più sotto tono, per non dare nell’occhio. ‎
Martin Aquino sembrava sparito senza lasciar traccia, ma i suoi nemici tramavano nell’ombra…‎
Sfruttando alcuni dissidi scoppiati in seno alla famiglia del caudillo che lo proteggeva, la polizia ‎riuscì ad infiltrare un suo informatore nel gruppo di Aquino e, svelatane l’identità, ai primi di marzo ‎del 1917 lo circondò in forze in una fattoria nei pressi di Fraile Muerto, Cerro Largo…‎



Dopo una lunga sparatoria, ferito più volte, Martin Aquino “el último matrero” riservò l’ultima ‎pallottola a se stesso, preferendo darsi la morte che cadere nelle grinfie dei suoi persecutori.

[…] Nace un niño, pobre y con un solo apellido, Martín Aquino, que comienza a ‎andar, y siendo casi un niño va a la guerra con “los blancos” de Saravia. Estaba en el bando ‎perdedor y debe retornar a su mísera vida, para sobrevivir se enrola en la policía, pero su espíritu ‎‎“orejano” lo lleva a desertar. Allí comienza su vida independiente, sin patrón ni líder, en busca de ‎su libertad económica y personal. Los hechos y la mala suerte lo van condicionando, y por ‎diferencias de dinero Martín Aquino tiene su primer muerto. Los trascendidos de sus aventuras, sus ‎espectaculares huídas, las persecuciones, las emboscadas y las traiciones, hacen que el pueblo se ‎identifique con sus ansias de libertad y su actitud desafiante con la autoridad. En el entorno van ‎surgiendo los intereses electorales de algunos caudillos de la época, la manipulación política y la ‎corrupción policial. Martín Aquino representa el antihéroe, es un grito de protesta contra la miseria ‎y la injusticia. ‎

Finalmente se produce la última emboscada en el rancho de la mujer que Aquino ama. Entre el ‎fuerte olor a pólvora, Martín Aquino se defiende, se desgañita, no quiere perder lo único que tiene, ‎su libertad. ‎
A los 27 años (5/3/1917) y luego de una década de persecución, muerte, cárcel y traiciones, es ‎cercado por las fuerzas policiales. Luego de resistir antes de entregarse, se auto elimina, como un ‎último acto de irreductible rebeldía.‎
Lo llamativo de sus muertes es que nunca las fue a buscar, todas ellas se dieron en encuentros ‎donde trataban de apresarlo.‎
Martín Aquino fue un joven donde el destino conjugó una derrota política militar de un pueblo en ‎armas, y un cambio de siglo de re acomodo político y social al cual Pedro Barrán lo denominó "El ‎disciplinamiento" (da Alias Simón Rondán - La historia no ‎oficial de Martín Aquino)