Un demonio mi ha promesso
le tenebre a Natale
avvolgendo un silenzio spesso
nei salmi dei telegiornali
Sorge un sole nucleare
dal marciume di un mondo piatto
e il ritratto che ci appare
ha il profilo di un uomo distratto
E' morto un gatto col volto disfatto
da un impotente miagolare
I topi ballano al suo cospetto
E alle politiche sale il migliore
Arriva un cane Chiede perdono
per il suo lungo e inatteso ritardo
e per scusarsi dirige in dono
sette concerti per arpa e petardo
L'alba tra gli alberi
assale la folla
Piovono ai poveri
scarpe di colla
Nel deserto della domenica
come un plotone d'esecuzione
prende luce una scatola cubica
che regala una cieca visione
Dopo gli uomini sono le immagini
a governare la nazione
e simulare una somma d'indagini
dove è incastrata l'alienazione
E' in straduncole private abbandonate
che si incontrano un politico e un magnate
con i soldi di ragazzi colabrodo
che domandano alle vene un mondo nuovo
Dalle due fanno la ronda i clandestini
a un centimetro dal chiosco dei panini
schiavizzati in strategie terrificanti
dietro i santi i monumenti e i pagamenti
Una splendida camicia dalla Grecia
come simbolo di un patto suggellato
In regalo da una mente della mafia
a una mente raffinata dello Stato
C'è il guadagno su un bambino minatore
alto il giusto per cercare ferro ed oro
C'è una terra che ci insulta grida e muore
Molti soffrono Altri vivono su loro
L'alba tra gli alberi
assale la folla
Piovono ai poveri
scarpe di colla
le tenebre a Natale
avvolgendo un silenzio spesso
nei salmi dei telegiornali
Sorge un sole nucleare
dal marciume di un mondo piatto
e il ritratto che ci appare
ha il profilo di un uomo distratto
E' morto un gatto col volto disfatto
da un impotente miagolare
I topi ballano al suo cospetto
E alle politiche sale il migliore
Arriva un cane Chiede perdono
per il suo lungo e inatteso ritardo
e per scusarsi dirige in dono
sette concerti per arpa e petardo
L'alba tra gli alberi
assale la folla
Piovono ai poveri
scarpe di colla
Nel deserto della domenica
come un plotone d'esecuzione
prende luce una scatola cubica
che regala una cieca visione
Dopo gli uomini sono le immagini
a governare la nazione
e simulare una somma d'indagini
dove è incastrata l'alienazione
E' in straduncole private abbandonate
che si incontrano un politico e un magnate
con i soldi di ragazzi colabrodo
che domandano alle vene un mondo nuovo
Dalle due fanno la ronda i clandestini
a un centimetro dal chiosco dei panini
schiavizzati in strategie terrificanti
dietro i santi i monumenti e i pagamenti
Una splendida camicia dalla Grecia
come simbolo di un patto suggellato
In regalo da una mente della mafia
a una mente raffinata dello Stato
C'è il guadagno su un bambino minatore
alto il giusto per cercare ferro ed oro
C'è una terra che ci insulta grida e muore
Molti soffrono Altri vivono su loro
L'alba tra gli alberi
assale la folla
Piovono ai poveri
scarpe di colla
envoyé par Erika - 10/4/2013 - 09:35
×
Arrangiamenti, programmazioni, chitarre: Matteo Dolla
Piano Rhodes, Hammond, Pad: Emanuele Gianeri
Steel guitar: Marco Vero
Armonica a bocca: Eugenio Ripepi
Basso: Luca Scansani
Batteria: Ellade Bandini
Cori: Sergio Limuti
Tratto da "La buccia del buio" (2011) l'album d'esordio del cantautore-scrittore che ha ricevuto unanimi consensi.
"Chi non ha nulla deve camminare con delle calzature adesive. Per rimanere incollato alla sua realtà. E non contaminare il benessere di un sole pulito, che sorprende le giornate degli ultimi come un bombardamento. Il telegiornale srotola la sua omelia sull'alito dell'apocalisse. L'ultima distrazione governativa. Le bestie si riappropriano della loro titolarità istituzionale, e imitano l'intrattenimento reazionario dei loro predecessori umani. Le uscite fatate si moltiplicano, note agli incroci di potere. Tutto piccolo. Sempre di più. Conviene. Lo si può nascondere meglio". (Eugenio Ripepi)
La strada angusta che non dà riscatto ai poveri, dove si consumano le peggiori nefandezze. Sopra questo luogo sorgono altri posti più tranquilli. Tutti chiusi con delle porte molto spesse. All'interno di questi luoghi altre particolari nefandezze, tra cui quella dell'omissione. Lontano dagli occhi, lontano dai portafogli e ancora dai telegiornali.