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Bάζει o Nτούτσε τη στολή του

Yorgos Thisvios / Γιώργος Θίσβιος
Langue: grec moderne


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Sul ponte di Perati bandiera nera
(anonyme)
Στον πόλεμο βγαίν' ου Ιταλός
(Yorgos Thisvios / Γιώργος Θίσβιος)
Τραγούδι Σωτήρη Πέτρουλα [Canzone per Sotiris Petrulas]
(Mikis Theodorakis / Mίκης Θεοδωράκης)


[1940]
Στίχοι: Γιώργος Θίσβιος
Μουσική: Θεόφραστος Σακελλαρίδης
Πρώτη εκτέλεση: Σοφία Βέμπο

Testo: Yorgos Thisvios
Musica: Theophrastos Sakellaridis
Prima interprete: Sophia Vembo

Canzone della resistenza greca.
Da "Atene in piazza - Canti della resistenza greca" (la canzone è qui eseguita da Retty Zalokostas).

Grecia 1941. Alpini in marcia.
Grecia 1941. Alpini in marcia.
28 ottobre 1941: dopo la scadenza dell'ultimatum di Mussolini al dittatore greco Georgios Metaxas, le truppe italiana di stanza in Albania invadono il paese ellenico. Devono, come ha detto il duce ("il più grande statista del secolo", così pochi anni fa lo definiva il futuro vicepresidente del consiglio del governo Berlusconi, Gianfranco Fini), "spezzare le reni alla Grecia". La Grecia che non ha fatto assolutamente niente all'Italia, che -seppur storicamente alleata della Gran Bretagna- è retta da un regime dittatoriale ideologicamente vicino al fascismo, viene invasa per quella che, nelle intenzioni del duce, deve essere una passeggiata. Si rivela invece una disfatta. Per le condizioni ambientali e per il territorio sconosciuto e impervio, l'esercito greco, bene organizzato e motivato nella difesa della propria terra, non solo resiste, ma respinge l'invasore italiano e addirittura occupa metà della colonia albanese. Soltanto l'intervento della Germania hitleriana salva l'alleato italiano da una disfatta di proporzioni umilianti; e per intervenire a fianco del ridicolo, tronfio e stupido alleato, Hitler deve rimandare di settimane la prevista invasione dell'Unione Sovietica. Il risultato è la morte inutile, sulle aspre montagne greche e albanesi, di migliaia di ragazzi italiani, soprattutto alpini; dalla guerra greca nasce, ad esempio, Sul ponte di Perati bandiera nera (che poi diverrà uno dei più celebri canti partigiani, Pietà l'è morta). Questa canzone popolare della resistenza greca mette in ridicolo il duce e la sua "guerra lampo". La traduzione integrale del canto è opera di Gian Piero Testa. La traduzione italiana (ripresa da La musica dell'altra Italia) è invece incompleta [RV]
Βάζει ο Ντούτσε τη στολή του
και τη σκούφια την ψηλή του,
μ' όλα τα φτερά,
και μια νύχτα με φεγγάρι
την Ελλάδα πάει να πάρει,
βρε, το φουκαρά!

Ωωωωωωωωωωωωωχ.

Τον τσολιά μας τον λεβέντη
βρίσκει στα βουνά
και ταράζει τον αφέντη
τον μακαρονά.

Αχ, Τσιάνο, θα τρελαθώ Τσιάνο,
με τους τσολιάδες ποιος μου είπε να τα βάνω.

Αααααααααααααχ.

Ξεκινάει την άλλη μέρα,
μα και πάλι ακούει "Αέρα"
από τον τσολιά,
δρόμο παίρνει και δρομάκι
και πηδάει το ποταμάκι,
ξέρει τη δουλειά.

Ωωωωωωωωωωωωωχ.

Τρώει τις σφαίρες σαν χαλάζι από τον τσολιά,
κι όλο στρατηγούς αλλάζει για να βρει δουλειά.

Αχ, Τσιάνο, θα τρελαθώ Τσιάνο,
και στείλε γρήγορα τα μαύρα μου να βάνω.

Αααααααααααααχ.

Στέλνει ο νέος Ναπολέων
μεραρχίες πειναλέων
στο βουνό ψηλά,
για να βρουν τον διάβολό τους
κι ο στρατός μας αιχμαλώτους
τσούρμο κουβαλά.

Ωωωωωωωωωωωωωχ.

Και οι Κένταυροι οι καημένοι,
βρε τι τρομερό,
νηστικοί, ξελιγωμένοι
πέφτουν στο νερό.

Αχ! Γκράτσι, να μη σε δω Γκράτσι,
γιατί σε κάρβουνα αναμμένα έχω κάτσει.

Αααααααααααααχ.

Τρέχουν σαν τρελοί στους βράχους
κι από μας και τους συμμάχους
τρώνε τη κλωτσιά,
και χωρίς πολλές κουβέντες
μπήκαν Έλληνες λεβέντες
μεσ' τη Κορυτσά.

Ωωωωωωωωωωωωωχ.

Μέσα στ' Αργυρόκαστρο εμπήκε το χακί
και σημαία κυματίζει τώρα Ελληνική,
Αχ! Τσιάνο, θα σκοτωθώ Τσιάνο,
γιατί σε λίγο και τα Τίρανα τα χάνω.

Και 'πάθαν οι καημένοι
μεγάλη συμφορά,
κι η Ρώμη περιμένει
κι εκείνη τη σειρά.

Αααααααααααααχ.

envoyé par Riccardo Venturi - 11/8/2006 - 00:39




Langue: italien

Versione italiana di Gian Piero Testa
IL DUCE SI METTE IN DIVISA

Il duce si mette in divisa
col suo fez alto alto,
con tutte le penne,
e in una notte di luna
va a prendersi la Grecia
eh, poveretto !

Oooooooooooooooh.

Il nostro valoroso euzono
trova sulle montagne
e scombussola il padrone
quel maccherone.

Ah, Ciano, qui esco pazzo, Ciano
chi me l'ha fatti fare i conti con gli euzoni.

Aaaaaaaaaaaaah.

Si mette in marcia il giorno dopo
ma di nuovo sente: "Aèra!" *
che si leva dall'euzono,
prende strade e stradicciole
e salta oltre il ruscello
conosce la sua parte.

Oooooooooooooooh.

Una gragnuola di palle si becca dall'euzono
e di continuo cambia generali pur di far qualcosa.

Ah, Ciano, qui esco pazzo, Ciano
e presto mandami un vestito a lutto da indossare.

Aaaaaaaaaaaaaah.

Manda il novello Napoleone
divisioni di morti di fame
lassù sulle montagne,
a trovare il loro diavolo
e il nostro esercito riconduce
caterve di prigionieri.

Ooooooooooooooooh.

E i poveretti della Centauro
mamma che spavento,
digiuni, sfiniti
cadono nell'acqua.

Ah ! Grazzi, non ti voglio vedere Grazzi **
perché mi son seduto sui carboni ardenti.

Aaaaaaaaaaaaaah.

Corrono come pazzi sulle rocce
ma da noi e dagli alleati
si beccano pedate,
e senza tanti discorsi
entrarono i Greci valorosi
dentro a Koritsà.***

Ooooooooooooooooh.

Dentro Argirocastro entrarono le nostre divise
e ora garrisce la bandiera greca.
Ah ! Ciano, mi tiro un colpo Ciano
perché tra poco perderò anche Tirana.

E patirono quei poveretti
una grande sciagura,
e anche Roma aspetta
il suo turno pure lei.

Aaaaaaaaaaaaaah.
NOTE


* "Aèra", aria: il grido di guerra, segnale di attacco, che risuonava sui monti di Albania nella guerra italo-greca.

** Ermanno Grazzi, l'ambasciatore italiano ad Atene che consegnò il diktat respinto dal dittatore greco Metaxas il 28 Ottobre 1940.

*** Koritsà, toponimo greco dell' odierna cittadina albanese di Corçe

envoyé par Gian Piero Testa - 19/1/2009 - 17:14




Langue: italien

La versione italiana, parziale, proveniente da La musica dell'altra Italia, sezione Canzoniere internazionale. La tsoliá è un corpo di truppe da montagna dell'armata greca.
INDOSSA IL DUCE LA SUA DIVISA

Indossa il duce la sua divisa
e il suo alto cappello
con tutte le penne, con tutte le penne

e una notte al chiar di luna
la Grecia va a conquistare,
il povero illuso!

Trova il nostro fiero tsolia
sopra le montagne
che dà del filo da torcere al padrone,
quel maccherone!

«Ah, Ciano,
mi fa impazzire Ciano!
Ma chi me l'ha fatto fare
di mettermi contro la Grecia?»

E la gloriosa e invidiata
terra di Grecia
il duce coperto di ridicolo
attende con fermezza.

E la lodata, invidiabile
terra di Grecia
il duce coperto di ridicolo
attende con fermezza.

envoyé par Riccardo Venturi - 11/8/2006 - 00:50




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