Quanto mais eu ando,
Mais vejo estrada
E se eu não caminho,
Não sou é nada.
Se tenho a poeira
Como companheira,
Faço da poeira
O meu camarada.
Se tenho a poeira
Como companheira,
Faço da poeira
O meu camarada.
O dono quer ver
A terra plantada.
Diz de mim que vou
Pela grande estrada:
"Deixem-no morrer,
Não lhe dêem água,
Que ele é preguiçoso
E não planta nada."
Eu que plantei tudo
E não tenho nada,
Ouço tudo e calo,
Na caminhada.
Deixem que ele diga,
Que eu sou preguiçoso,
Mas não planto em tempo
Que é de queimada.
Deixem que ele diga,
Que eu sou preguiçoso,
Mas não planto em tempo
Que é de queimada.
Mais vejo estrada
E se eu não caminho,
Não sou é nada.
Se tenho a poeira
Como companheira,
Faço da poeira
O meu camarada.
Se tenho a poeira
Como companheira,
Faço da poeira
O meu camarada.
O dono quer ver
A terra plantada.
Diz de mim que vou
Pela grande estrada:
"Deixem-no morrer,
Não lhe dêem água,
Que ele é preguiçoso
E não planta nada."
Eu que plantei tudo
E não tenho nada,
Ouço tudo e calo,
Na caminhada.
Deixem que ele diga,
Que eu sou preguiçoso,
Mas não planto em tempo
Que é de queimada.
Deixem que ele diga,
Que eu sou preguiçoso,
Mas não planto em tempo
Que é de queimada.
Contributed by Dead End - 2013/3/26 - 12:05
Language: Italian
Traduzione italiana di Riccardo Venturi
26 marzo 2013
26 marzo 2013
Per l'inconsistenza manifesta di un termine come "piantatore" in italiano, ho tradotto con "coltivatore"; ma il brasiliano "plantador" riporta direttamente a "plantação", la piantagione latifondista. La traduzione corretta del termine sarebbe quindi "bracciante di una piantagione", così come il verbo "plantar" significa "fare il bracciante" (non soltanto "piantare"). Avvertenze necessarie per una migliore comprensione; si veda ancora la nota alla traduzione.
IL COLTIVATORE
Quanto più vado,
più vedo strada.
Se non cammino
non sono niente.
Se ho la polvere
che mi accompagna,
fo della polvere
la mia compagna. 1
Se ho la polvere
che mi accompagna,
fo della polvere
la mia compagna.
Il padrone vuol vedere
la terra coltivata.
Dice di me, che vado
per la gran strada:
“Lasciatelo morire,
non dategli acqua,
ché è indolente
e non coltiva nulla.”
Io che ho coltivato tutto
e che non ho niente,
sento tutto e taccio
mentre cammino.
Lasciatelo dire
che sono pigro,
ma non pianto in tempo
quel che è da bruciare.
Lasciatelo dire
che sono pigro,
ma non pianto in tempo
quel che è da bruciare.
Quanto più vado,
più vedo strada.
Se non cammino
non sono niente.
Se ho la polvere
che mi accompagna,
fo della polvere
la mia compagna. 1
Se ho la polvere
che mi accompagna,
fo della polvere
la mia compagna.
Il padrone vuol vedere
la terra coltivata.
Dice di me, che vado
per la gran strada:
“Lasciatelo morire,
non dategli acqua,
ché è indolente
e non coltiva nulla.”
Io che ho coltivato tutto
e che non ho niente,
sento tutto e taccio
mentre cammino.
Lasciatelo dire
che sono pigro,
ma non pianto in tempo
quel che è da bruciare.
Lasciatelo dire
che sono pigro,
ma non pianto in tempo
quel che è da bruciare.
Nota alla traduzione.
[1] L'originale non è facilmente coglibile, ed è molto importante. Si ha la contrapposizione tra "companheira" (compagna in senso di sodale, di accompagnatrice, di compagna di strada) e "camarada", che ha un senso politico pregnante. In italiano non è semplice rendere questa distinzione.
[1] L'originale non è facilmente coglibile, ed è molto importante. Si ha la contrapposizione tra "companheira" (compagna in senso di sodale, di accompagnatrice, di compagna di strada) e "camarada", che ha un senso politico pregnante. In italiano non è semplice rendere questa distinzione.
Non so se intendiamo la stessa cosa, ma "ma non pianto in tempo quel che è da bruciare" io l'avrei tradotto "io non semino nella stagione più calda"...
Vedi Vandré não plantava em tempo de queimada, di Edson Silva.
Vedi Vandré não plantava em tempo de queimada, di Edson Silva.
Bernart - 2013/3/27 - 00:37
Può essere che tu abbia ragione, senz'altro. Io ho inteso "queimada" nel suo significato di "stoppie da bruciare in un campo", ma potrei essermi sbagliato...certo che alla luce da quanto scritto da Edson Silva direi proprio che tu abbia ragione.
Riccardo Venturi - 2013/3/27 - 11:00
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Scritta da Geraldo Vandré e Hilton Accioli (1939-), cantante e compositore brasiliano di musica popolare.
Nell’album “Canto Geral”, uno dei dischi più espliciti contro la dittatura miitare che in quegli anni andava consolidandosi e allungando i suoi tentacoli sulla società brasiliana.
Una canzone che ricorda molto nel testo Sina de caboclo di João do Vale…
Nella voce del contadino tutta la relazione profonda tra la terra e l’uomo che la coltiva. Ma il frutto della terrra non è mai di chi dissoda, di chi semina, di chi lavora per raccogliere, ma è di “quem não plantou nada”, il padrone, il latifondista. Il quale, senza far nulla, sfruttando il lavoro altrui, si permette anche di dare del pigro al contadino se il raccolto è scarso e vorrebbe che lui seminasse anche quando non è tempo, quando la terra è arida e non pronta ad accogliere il seme…
Ma negli ultimi versi finalmente si annuncia la ribellione…