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Hanno sparato a un angelo

Massimo Bubola
Language: Italian


Massimo Bubola

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(testo e musica di Massimo Bubola)

Questa una CCG, mo' pure i fatti di cronaca?
Provo a spiegarmi: hanno ammazzato sotto casa mia, nel quartiere di Torpignattara a Roma, un tempo borgata, già citata in "ragazzi di vita" di Pasolini: il cinema impero ormai è chiuso, il 409 ancora l'attraversa... Quartiere multietnico, forse uno dei più multietnici d'Italia, la scuola elementare una delle più citate quando si parla di immigrazione.
E l'omicidio di Zhou Zheng e della figlioletta Joy è stato un fatto importante per questo quartiere... Alla fiaccolata ho visto italiani sfilare insieme alle comuintà cinese, bengalese, rumena... i locali del quartiere completamente chiusi. E allora secondo me è una CCG...


Avevo inserito questa canzone prima che nascesse il progetto di Bubola instantsongs.it

hanno sparato a un angelo


I fatti

Roma, 3 gennaio 2012. Verso le ore 22, Zhou Zeng, di 31 anni, con la figlia di nove mesi, Joy, e la moglie Li Yan, 26 anni, aveva appena chiuso il bar di cui è titolare. La coppia stava rientrando a casa che si trova a poco distanza dal locale, nel quartiere Pigneto, quando sono stati avvicinati da due uomini con il casco e il volto coperto da una sciarpa. I due hanno cercato di strappare la borsa alla donna, nella quale presumibilmente ritenevano ci fosse l'incasso del locale. La donna ha però reagito cercando di resistere ai due banditi. E' intervenuto anche il marito in difesa della moglie e a questo punto sarebbe partito uno sparo. Un unico colpo - spiegano i carabinieri - che ha colpito alla testa la bimba, che era in braccio al padre. Lo stesso colpo ha poi centrato l'uomo al cuore uccidendolo sul colpo.

*

"Hanno sparato ad un angelo" parte da un fatto di cronaca preciso: il 4 gennaio 2012 a Roma, due balordi, durante una rapina, sparano e uccidono Joy una bimba di nove mesi e suo padre Zhou di 31 anni. La canzone parte da questo omicidio ma pone delle questioni che esulano dal fatto in sé domandandosi se la pietà sia veramente morta in questa civiltà, e allo stesso tempo che fine abbia fatto la cultura del dolore, il non saper più stare “ai piedi della croce”.

Ho un bambino piccolo e lo tengo spesso in braccio. Questo episodio mi ha molto colpito perché, in un certo senso, è come se avessero sparato a me. La cosa macabra e folle, è che lo stesso proiettile ha ucciso la bambina e poi trafitto il cuore del padre, particolare di una crudeltà assoluta.

La prima riflessione di “Hanno sparato ad un angelo” è su come sia possibile sparare ad un papà con in braccio una bambina di nove mesi. Le vecchie regole della criminalità avrebbero impedito un'efferatezza simile e per questo canto “non possiamo credere che morta sia pietà”: il sentimento principale è lo stupore di fronte ad un omicidio così atroce. Si sta imbarbarendo anche la malavita; perfino in carcere e nella malavita ci sono sempre state regole antiche e non scritte che preservano dalla violenza bambini e infanti.

Nella chiesa degli Eremitani di Padova c'è una “Strage degli innocenti” del Mantegna. Il particolare che più colpisce sono sono i volti delle madri e la loro bocca spalancata: anche qui c'è lo stupore che qualcuno possa arrivare a tanto.

La canzone vive di un'alternanza fra immagini reali e immagini poetiche, azione e riflessione si trovano in un alternarsi costante.

Secondo nucleo concettuale gira attorno al verso noi “che non sappiamo stare ai piedi della croce”. In questo caso il pensiero è andato alla “Pietà” di Lorenzo Lotto nella chiesa di Monte San Giusto, nelle Marche, che raffigura con drammatico realismo il dolore di Maria ai piedi della croce di Cristo, che viene sorretta dai presenti. Ecco noi stiamo perdendo proprio la cultura del dolore.

Nella società attuale manca la capacità di affrontare il dolore, mentre nel passato la metabolizzazione del dolore era un fatto collettivo che avveniva nella comunità d'appartenenza e nella famiglia. Oggi invece il dolore è una cosa strettamente personale, ha perso tutta la sua spiritualità e viene vissuto come una sfida personale di un “dio crudele”, invece fino a qualche decennio fa il dolore era accettato, anche perché arrivava in un mondo permeato di religiosità.

Quando scrissi il disco “L'Indiano” con Fabrizio De André ho approfondito la concezione della morte che hanno i nativi americani, visione collettiva e non personale: per loro se qualcuno moriva era come una foglia che si staccava dall'albero, l'importante era che l'albero continuasse a vivere. L'unica cosa tragica erano le morte infantili. E per questo il dramma di “Hanno sparato ad un angelo” è ancora più vivo.

Massimo Bubola
Hanno sparato a un angelo in fondo alla città
Hanno sparato a un angelo e adesso siamo qua
Hanno sparato a un angelo in mezzo ad una strada
A un cucciolo di sposa coperto di rugiada
Hanno sparato a un angelo in braccio al suo papà
Hanno sparato a un angelo e a un po' di Eternità

Hanno sparato a un angelo ed hanno spento un lume
Hanno sparato a un angelo che era ancora in piume
Hanno sparato a un angelo che ancora non sapeva
Gli abissi del mondo la Bestia che si cela
Hanno sparato a un angelo in braccio al suo papà
Hanno sparato a un angelo e a un po' di Eternità

Cosa possiamo piangere se non abbiamo lacrime
Cosa possiamo scrivere se non abbiamo pagine
e non possiamo credere che morta sia Pietà
Hanno sparato a un angelo e a un po' di Eternità

Hanno sparato a un angelo sul fare della sera
Mentre coi genitori se ne tornava a casa
Hanno sparato a un angelo, come si spara a un topo
Come si spara a un sogno, come si spara al vuoto
Hanno sparato a un angelo in braccio al suo papà
Hanno sparato a un angelo e a un po' di Eternità

Cosa possiamo dire se non abbiamo voce
Noi che non sappiamo stare ai piedi della Croce
e non possiamo credere che morta sia Pietà
Hanno sparato a un angelo e a un po' di Eternità

Con i suoi piedi piccoli ancora non volava
Con le sue ali tenere ancor non camminava
Con i suoi occhi a mandorla ancora sorrideva
Ai giorni che venivano come una primavera
Hanno sparato a un angelo in braccio al suo papà
Hanno sparato a un angelo e a un po' di Eternità

Contributed by DonQuijote82 - 2013/3/18 - 16:39


Grazie a Massimo Bubola per questa sua perla che scopro solo ora, da aggiungere alla sua collana di capolavori.
Una perla quanto mai attuale purtroppo, basti pensare alle varie guerre sparse nel mondo che mietono vittime innocenti e fra queste molti bambini, i più innocenti di tutti.

Antonello - 2023/3/18 - 09:10




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