[Guillaume]
Paris, comprends ton danger :
J’ai pris ton armée au piège.
Ouvre, ou je vais t’assiéger !
[Paris]
― Assiège !
[Guillaume]
Tu verras se consumer
Le vieillard, l’enfant, la femme :
Ouvre, ou je vais t’affamer !
[Paris]
― Affame !
[Guillaume]
Un cratère va flamber,
Brûlant palais et mansarde.
Ouvre, ou je vais bombarder.
[Paris]
― Bombarde !
[Guillaume]
Tous n’ont pas même raideur.
Pour la Paix qu’on maquignonne,
Quel est ton ambassadeur ?
[Paris]
― Cambronne!
Paris, comprends ton danger :
J’ai pris ton armée au piège.
Ouvre, ou je vais t’assiéger !
[Paris]
― Assiège !
[Guillaume]
Tu verras se consumer
Le vieillard, l’enfant, la femme :
Ouvre, ou je vais t’affamer !
[Paris]
― Affame !
[Guillaume]
Un cratère va flamber,
Brûlant palais et mansarde.
Ouvre, ou je vais bombarder.
[Paris]
― Bombarde !
[Guillaume]
Tous n’ont pas même raideur.
Pour la Paix qu’on maquignonne,
Quel est ton ambassadeur ?
[Paris]
― Cambronne!
envoyé par Dead End - 13/3/2013 - 14:16
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Versi di Eugène Pottier, da i suoi “Chants révolutionnaires” (prima edizione, 1887; seconda edizione accresciuta, 1908)
Pubblicata sul giornale “Le Combat” fondato da Félix Aimé Pyat (1810-1889), giornalista e personalità di spicco della Comune.
Guillaume è l’imperatore Guglielmo I di Germania, re di Prussia, le cui truppe assediavano Parigi dal settembre del 1870.
Cambronne - l’esclamazione della città di Parigi che resiste all’assediante – è il generale Pierre Jacques Étienne Cambronne (1770-1842), quello che – leggenda vuole - alla fine della battaglia di Waterloo del 1815 al generale britannico Colville, che gli intimava la resa, rispose: “La garde meurt mais ne se rend pas!” o, più semplicemente, “Merde!”… Nella realtà gli inglesi spazzarono via l’ultima resistenza francese e Cambronne, ferito, fu fatto prigioniero ma “Merde!” rimane ancora oggi in Francia come “Le mot de Cambronne”…
(A pensarci bene, questa canzone potrebbe anche essere inserita nel percorso Nostra sorella la merda...)
Tra i tanti testi è degno di nota quel “Propaganda delle canzoni” che rappresentava, all’epoca, il suo manifesto politico: In tempo di pace, l’esercito è una morsa / Nelle mani di chi governa, / Per serrare la gogna al collo / Del popolo senza giberne. / ... Aderì all’Internazionale e nel 1870 organizzò una Camera del lavoro con 500 membri aderenti anch’essi all’Internazionale, fu uno strenuo antimilitarista, oltre che pacifista; partecipò attivamente alla Comune di Parigi nel marzo 1871 ed alla sua caduta venne ricercato e condannato a morte in contumacia ma riuscì ad espatriare rifugiandosi prima in Belgio e poi a Londra e negli Stati Uniti dove soggiornò poi sette anni continuando il suo impegno sociale.
Rientrò in Francia nel 1880, in seguito all’amnistia. La raccolta “Chants révolutionnaires" fu pubblicato per la prima volta solo nel 1887, stampato in 1.500 copie qualche mese prima della scomparsa dell’autore. “Muore il 6 novembre 1887. Seimila persone seguono, il giorno dopo, il suo funerale (tra gli oratori, per gli anarchici, Luisa Michel), la polizia interviene perchè non sopporta la bandiera rossa dietro al feretro ma dovette cedere, di fronte alla protesta di quei vecchi cospiratori ex galeotti, ex garibaldini, poeti e ribelli, che conducevano al finale riposo la salma di tanto battagliero militante”.
Caserne et forêt - Défends-toi, Paris ! - Don Quichotte - Elle n'est pas morte! - En avant la classe ouvrière - Guillaume et Paris - J’ai faim - Jean Misère - L’anthropophage - L’auge - L'abolition de la peine de mort - L'insurgé - L'Internationale - La grève - La grève des femmes - La guerre - La mort d'un globe - Le pressoir - La Terreur Blanche - Laissez faire, laissez passer! - Le chômage - Le défilé de l'Empire - Le grand Krack - Le Moblot - Les classes dirigeantes - Leur bon Dieu - Madeleine et Marie - N’en faut plus - Propagande des chansons - Quand viendra-t-elle ? - Tu ne sais donc rien ?