Compagni, operai, state a sentire:
giovedì tre aprile è morto un operaio
ai Cantieri Navali della Giudecca,
un altro alla S.A.V.A, pochi giorni fa.
Il padrone e il « Gazzettino » li chiamano incidenti,
incidenti sul lavoro: è per fatalità!
ma bisogna aprire gli occhi tutti quanti
per dire insieme la verità.
Si muore soltanto per lo sfruttamento
che diventa ogni giorno sempre più pesante:
se con impianti vecchi hai ritmi più duri
non sono incidenti, sono delitti.
Se per vivere bisogna lavorare più in fretta
e correre ogni giorno rischi più gravi,
se il cottimo è la loro macchina maledetta,
non sono incidenti, sono delitti!
Perché cottimo vuoi dire auto-sfruttamento,
cottimo vuoi dire servire il padrone;
senza fermarti per dieci ore
ti vuol vedere, per essere contento.
Cottimo vuoi dire che in ogni momento
sei disposto a rischiare persino la pelle,
perché per vivere bisogna produrre:
tu non gli importi, è il lavoro che serve.
Cottimo vuoi dire fare sempre più in fretta:
tre pezzi in più, sono venti lire;
a fine mese ci paghi una rata
oppure compri il televisore.
Compagni, operai, state a sentire:
il prossimo autunno è tempo di lotta;
da troppo si aspetta questo momento,
non possiamo davvero lasciarlo passare.
Non vogliamo aumentare la produzione,
il lavoro è per vivere e non per morire,
non vogliamo lasciarci sfruttare più a lungo,
il padrone l’ha fatto per troppo tempo.
Più soldi per vivere e meno lavoro
è quanto vogliamo ottenere domani.
ma la lotta va avanti finché il potere
sarà del tutto nelle nostre mani.
Da quest’autunno, giorno per giorno,
ora per ora, contro il padrone,
vogliamo tutto, non un po’ meglio,
non gli faremo una concessione!
Compagni, operai, state a sentire:
giovedì tre aprile è morto un operaio
ai Cantieri Navali della Giudecca,
un altro alla S.A.V.A. pochi giorni fa.
giovedì tre aprile è morto un operaio
ai Cantieri Navali della Giudecca,
un altro alla S.A.V.A, pochi giorni fa.
Il padrone e il « Gazzettino » li chiamano incidenti,
incidenti sul lavoro: è per fatalità!
ma bisogna aprire gli occhi tutti quanti
per dire insieme la verità.
Si muore soltanto per lo sfruttamento
che diventa ogni giorno sempre più pesante:
se con impianti vecchi hai ritmi più duri
non sono incidenti, sono delitti.
Se per vivere bisogna lavorare più in fretta
e correre ogni giorno rischi più gravi,
se il cottimo è la loro macchina maledetta,
non sono incidenti, sono delitti!
Perché cottimo vuoi dire auto-sfruttamento,
cottimo vuoi dire servire il padrone;
senza fermarti per dieci ore
ti vuol vedere, per essere contento.
Cottimo vuoi dire che in ogni momento
sei disposto a rischiare persino la pelle,
perché per vivere bisogna produrre:
tu non gli importi, è il lavoro che serve.
Cottimo vuoi dire fare sempre più in fretta:
tre pezzi in più, sono venti lire;
a fine mese ci paghi una rata
oppure compri il televisore.
Compagni, operai, state a sentire:
il prossimo autunno è tempo di lotta;
da troppo si aspetta questo momento,
non possiamo davvero lasciarlo passare.
Non vogliamo aumentare la produzione,
il lavoro è per vivere e non per morire,
non vogliamo lasciarci sfruttare più a lungo,
il padrone l’ha fatto per troppo tempo.
Più soldi per vivere e meno lavoro
è quanto vogliamo ottenere domani.
ma la lotta va avanti finché il potere
sarà del tutto nelle nostre mani.
Da quest’autunno, giorno per giorno,
ora per ora, contro il padrone,
vogliamo tutto, non un po’ meglio,
non gli faremo una concessione!
Compagni, operai, state a sentire:
giovedì tre aprile è morto un operaio
ai Cantieri Navali della Giudecca,
un altro alla S.A.V.A. pochi giorni fa.
Contributed by Dead End - 2013/3/5 - 13:25
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Dall’album “I giorni della lotta”, I Dischi del Sole, 1970
Testo trovato su La Musica de L’Altra Italia