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Ulisse coperto di sale

Lucio Dalla
Language: Italian


Lucio Dalla

List of versions


Related Songs

Mela di scarto
(Lucio Dalla)
Don Chisciotte
(Francesco Guccini)
Itaca
(Lucio Dalla)


[1975]
Testo di Roberto Roversi
Musica di Lucio Dalla

Lyrics by Roberto Roversi
Music by Lucio Dalla

Album: Anidride Solforosa

Come in tutti i casi in cui un grande poeta, e Roberto Roversi è stato tra i massimi in lingua italiana del XX secolo- e un genio della musica si incontrono, ne scaturiscono delle cose vastissime. Sarebbe infatti riduttivo definire "Ulisse coperto di sale" una "canzone", anche se lo è e così viene semplicemente e modestamente presentata anche nel sito di Roberto Roversi stesso. Si tratta di qualcosa che esula da ogni definizione, tutto qui. Autorizza ogni tipo di lettura, dal ritorno di un Ulisse o di un nessuno dalla guerra (un tema caro a Lucio Dalla: si veda Itaca) a quello che più ci vedo io, vale a dire un Ulisse sì di nuovo a casa, ma dal mare della galera; forse, chissà, una specie di finale diverso de La casa in riva al mare); altro tema consueto per Lucio Dalla. Ma tutto ci può stare in questa architettura, lo ripeto, di vastità non comune; un'architettura dove la vita è un lungo, lungo ritorno. Da un lunghissimo viaggio e dalle sue incrostazioni di ogni genere, di sale come di merda, di bellezza come di lacrime. Con l'avvertenza che, in fondo, dalla guerra si torna sempre, con tutte le sue battaglie, i suoi cavalli di Troia, le sue sirene e le sue isole dei Feaci. Poi, chissà. Il grande Nikos Kazantzakis fece sì tornare Ulisse a Itaca, ma lo fece anche ripartire quasi subito verso l'ignoto in un poema di 33.333 versi. L'Ulisse di Roversi e Dalla non sembra invece aver nessuna intenzione di ripartire, anche perché l'ignoto non importa andarlo a cercare per il mare. Lo abbiamo dentro. E basta così; è solo il momento di ascoltare questa canzone, vasta, vasta, che pochi uguali ha in lingua italiana. [RV]

Ulisse e Penelope interpretati da Bekim Fehmiu e Irene Papas.
Ulisse e Penelope interpretati da Bekim Fehmiu e Irene Papas.



Anidride Solforosa
dieci canzoni su testi di Roberto Roversi

Anidride Solforosa - La borsa valori - Ulisse coperto di sale - Carmen Colon - Tu parlavi una lingua meravigliosa - Mela di scarto - Merlino e l'ombra - Non era più lui - Un mazzo di fiori - Le parole incrociate

Vedo le stanze imbiancate
tutte le finestre spalancate.
Neve non c’è, il sole c’è,
nebbia non c’è, il cielo c’è!

Tutto scomparso, tutto cambiato
mentre ritorno da un mio passato
tutto è uguale, irreale
sono Ulisse coperto di sale!

È vero
la vita è sempre un lungo, lungo ritorno.
Ascolta,
io non ho paura dei sentimenti.
E allora guarda,
io sono qui,
ho aperto adagio adagio con la chiave;
come un tempo
ho lasciato la valigia sulla porta
‒ ho lasciato la valigia sulla porta.

Ho guardato intorno prima di chiamare, chiamare
non ho paura,
ti dico che sono tornato per trovare, trovare
come una volta
dentro a questa casa
la mia forza
come Ulisse che torna dal mare
come Ulisse che torna dal mare.

Una mano di calce bianca
sulle pareti della mia stanza
cielo giallo di garbino,
occhio caldo di bambino!

Tiro il sole fin dentro la stanza
carro di fuoco che corre sul cuore
perché ogni giorno è sabbia e furore
e sempre uguali non sono le ore!

Voglio dirti:
non rovesciare gli anni come un cassetto vuoto.
Ascolta:
anche i giovani non hanno paura di un amore
e mai, mai, mai
strappano dal cuore i sentimenti;
io ti guardo,
la tua forza è un’ombra di luce
la tua forza è un’ombra di luce.

‒ La mano affondata
nel vento del vento,
aria calda,
urlano quelle nostre ore
strette in un pugno
urlano come gli uccelli,
i sassi si consumano,
non si consuma la vita
la giornata è uguale
a una mano che è ferita
io sono Ulisse al ritorno
Ulisse coperto di sale!
Ulisse al principio del giorno!

Contributed by Riccardo Venturi - 2013/2/26 - 18:21




Language: French

Version française – ULYSSE COUVERT DE SEL – Marco Valdo M.I. – 2013
Chanson italienne – Ulisse coperto di sale – Lucio Dalla – 1975
Texte de Roberto Roversi
Musique de Lucio Dalla

andisolf
ULYSSE COUVERT DE SEL

Je vois les chambres blanchies
Toutes les fenêtres grand ouvertes.
Pas de neige, du soleil
Pas de brouillard, le ciel !

Tout a disparu, tout a changé
Je reviens de mon passé
Tout est égal, irréel
Je suis Ulysse couvert de sel !

Il est vrai
la vie est toujours un long, long retour.
Écoute,
Je n'ai pas peur des sentiments.
Et alors regarde,
Je suis ici,
J'ai ouvert précautionneusement avec la clé ;
Comme dans le temps
J'ai laissé ma valise sur la porte
‒ j'ai laissé ma valise sur la porte.

J'ai regardé autour avant d'appeler, appeler
Je n'ai pas peur,
Je te dis que je suis revenu pour trouver, trouver
Comme autrefois
Dans cette maison
Ma force
Comme Ulysse qui revient de la mer
Comme Ulysse qui revient de la mer.

Une main de chaux blanche
Sur les murs de ma chambre
Ciel jaune d'Afrique,
Œil chaud d'enfance !

Je tire le soleil dans la chambre
Char de feu qui court sur le cœur
Car chaque jour est sable et fureur
Et pas toujours égales les heures !

Je veux te dire :
Ne retourne pas les ans comme un tiroir vide.
Écoute :
Même les jeunes n'ont pas peur d'un amour
Et jamais, jamais, jamais
N'arrachent de leur cœur les sentiments ;
Je te regarde,
Ta force est une ombre de lumière
Ta force est une ombre de lumière.

‒ La main plongée
Dans le vent du vent,
Air chaud,
Hurlent nos heures
Serrées dans un poing
Hurlent comme les oiseaux,
Les cailloux se consument,
On ne consume pas la vie
La journée est égale
À une main qui est blessée
Je suis Ulysse de retour
Ulysse couvert de sel !
Ulysse au lever du jour !

Contributed by Marco Valdo M.I. - 2013/2/26 - 22:05




Language: Greek (Modern)

Μετέφρασε στα Ελληνικά ο Ρικάρντος Βεντούρης
Traduzione greca di Riccardo Venturi
26.2.2013

Ringraziare qualcuno con una traduzione potrà sembrare qualcosa di estremamente immateriale; però, per il sottoscritto, è di gran lunga la cosa più intimamente concreta che possa esistere, specie se riguarda una canzone come questa e ben al di là del valore effettivo della propria fatica. Per questo motivo, questa traduzione è per Giuseppina Dilillo e Gian Piero Testa, και το ξἐρουν καλά γιατί. [RV]
Ο ΟΔΥΣΣΕΑΣ ΚΑΛΥΜΜΕΝΟΣ ΜΕ ΑΛΑΤΙ

Βλέπω ασπρισμένα τα δωμάτια,
όλα ανοιχτά τα παράθυρα.
Χιόνι δέν είναι, είναι ο ήλιος,
ομίχλη δεν είναι, είναι ο ουρανός!

Χάθηκαν όλα, άλλαξαν όλα
ενώ γυρίζω από παρελθόν μου
όλ' είναι όμοια, μη πραγματικά,
είμ' ο Οδυσσέας καλυμμένος με αλάτι!

Είν' αλήθεια,
πάντα η ζωή μακριά, μακριά επιστροφή.
Άκου,
δε φοβάμαι τα συναισθήματα.
Και κοίτα τότε,
είμαι εδώ,
άνοιξα αργά αργά με το κλειδί
όπως μια φορά
άφησα τη βαλίτσα μου κοντά στη πόρτα
άφησα τη βαλίτσα μου κοντά στη πόρτα.

Κοίταξα γύρω πριν καλέσω, πριν καλέσω
δεν έχω φόβο,
σου λέω ότι γύρισα για να βρω, να βρω
όπως μια φορά
στο σπίτι αυτό
τη δύναμή μου
σαν ο Οδυσσέας ἐκ πελάγους ἐπιστρέφων
σαν ο Οδυσσέας ἐκ πελάγους έπιστρέφων.

Ένα στρώμα άσπρο ασβέστη
στους τοίχους του δωμάτιου μου
ουρανός κίτρινος με γαρμπή,
ζεστό μάτι παιδιού!

Τραβώ τον ήλιο μέχρι στο δωμάτιο
άρμα φωτιάς που τρέχει στην καρδιά
γιατί κάθε μέρα είναι άμμος και θυμός
και πάντα όμοιες δεν είναι οι ώρες!

Θέλω να σου πω·
να μην ανατρέψεις τα χρόνια σαν άδειο κιβώτιο.
Άκου·
ούτε οι νέοι δε φοβούνται μίαν αγάπη
και ποτέ ποτέ ποτέ
δεν αρπάζουν απ' την καρδιά τα συναισθήματα.
Σε κοιτάζω,
η δύναμή σου είναι σκιά φωτός
η δύναμή σου είναι σκιά φωτός.

‒ Χέρι βυθισμένο
στον άνεμο του ανέμου,
ζεστός αέρας,
φωνάζουν οι ώρες μας
κλειστές σε μπουνιά
φωνάζουν σα πουλιά,
οι πέτρες λιώνονται,
δε λιώνεται η ζωή,
η μέρα είναι όμοια
με πληγωμένο χέρι,
είμαι ο Οδυσσέας που γυρίζει
καλυμμένος με αλάτι!
Ο Οδυσσέας στην αρχή της μέρας!

2013/2/26 - 22:57


Γιάσου χαράσου Ρικάρντε, πολύ σ'αγάπαμε. Και καλό έργο βγήκε απ'τα χέρια σου. 'Εκανα κι εγώ μετάφραση στα ελληνικά του τραγουδιού Creuza de Mä του Φάμπερ και την έστειλα στην καλή μας την Ιωσηφίνα, μα δεν την διάβασε κι ούτε δεν την τραγούδησε ακόμη. Επείσης ακόμη δεν μου είπε τι θέλει από μένα για όλες τις φασαρίες που τής έδωσα για να βρει και να σου στείλει το λεξικό. Μοιάζει ήδη πιο πολύ με Ελληνίδα από με Ιταλίδα, και σίγουρα δεν θα την έπαιρνε γυναίκα ο Ρομπέρτο Μαρόνι.

Gian Piero Testa - 2013/2/26 - 23:53


La cover di Luciano Chessa



Dall'album Peyrano (2008)
Luciano Chessa: voci e chitarre
Andrea Agostini: basso
Andrea Lubino: batteria
Marco Rausa: tromba.
Video by Luciano Chessa

Peyrano

Riccardo Venturi - 2013/2/27 - 14:30


L’Ulisse qui effettivamente non sembra aver alcuna voglia di ripartire. Il mare, i grandi viaggi sembrano un lontano ricordo. Non più un posto dove cercare se stesso. La canzone ferma l’attimo su un uomo meditativo, che vorrebbe tirar conclusioni accettabili, rassicuranti. A chi si rivolge? Non ci sono altri personaggi nel testo. Esce dal suo io per darsi dei consigli? Nell’Iliade era stato nobile, bello, spietato. Nell’interpretazione di Joyce la sua è una vita qualsiasi, come un sogno, un chiacchiericcio intimo. Adorno invece sottolinea che per salvarsi dalle sirene ha dovuto negare la sua natura e ingannare se stesso. Dante Alighieri lo sbatte all’inferno e non se ne parli più. Nella canzone, Roversi sembra descrivere la storia di tutti gli uomini che invecchiando ricercano serenità. A questo punto chissà il viaggio Ulisse potrebbe anche esserselo solo sognato, sarebbe lo stesso. Straordinario Roberto Roversi! Straordinario Lucio Dalla! Questa canzone (come l’intero disco e anche quello precedente) è un capolavoro! Dove si trovano ora, spero che esistano sale di registrazione e che abbiano preparato un altro disco insieme, nella Canzone d’Autore Italiana dischi così non se ne vedono più da tempo, purtroppo. Ad Ulisse possiamo dare il consiglio di cercare un certo Jacques Brel che una parola di conforto gliela può dare meglio di chiunque altro:


“Conosco delle barche
che restano nel porto per paura
che le correnti le trascinino via con troppa violenza.
Conosco delle barche che arrugginiscono in porto
per non aver mai rischiato una vela fuori.
Conosco delle barche che si dimenticano di partire
hanno paura del mare a furia di invecchiare
e le onde non le hanno mai portate altrove,
il loro viaggio è finito ancora prima di iniziare.
Conosco delle barche talmente incatenate
che hanno disimparato come liberarsi.
Conosco delle barche che restano ad ondeggiare
per essere veramente sicure di non capovolgersi.
Conosco delle barche che vanno in gruppo
ad affrontare il vento forte al di là della paura.
Conosco delle barche che si graffiano un po’
sulle rotte dell’oceano ove le porta il loro gioco.
Conosco delle barche
che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora,
ogni giorno della loro vita
e che non hanno paura a volte di lanciarsi
fianco a fianco in avanti a rischio di affondare.
Conosco delle barche
che tornano in porto lacerate dappertutto,
ma più coraggiose e più forti.
Conosco delle barche straboccanti di sole
perché hanno condiviso anni meravigliosi.
Conosco delle barche
che tornano sempre quando hanno navigato.
Fino al loro ultimo giorno,
e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti
perché hanno un cuore a misura di oceano.”


Flavio Poltronieri

Flavio Poltronieri - 2020/11/28 - 10:14




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