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Hiroshima

Metamorfosi
Language: Italian


Metamorfosi

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(Metamorfosi)
...e lui amava i fiori
(Metamorfosi)
Hiroshima, My Love
(Dogwood Daughter)


[1972]
Testo e musica di Enrico Olivieri e Jimmy Spitaleri
Album «... e fu il Sesto giorno»

...e fu il Sesto giorno

Non so se gli «Hibakusha», i sopravvissuti all’Olocausto atomico di Hiroshima e Nagasaki siano tanto inclini al perdono, nemmeno oggi dopo tanti anni... Comunque questo è ciò che pensavano i Metamorfosi - formazione nata a Roma nel 1969 intorno alla voce del siciliano Jimmy Spitaleri e gruppo seminale per il rock progressive italiano - nei primi anni 70.

I versi «Un mostro ti spinse a cercare la morte che ora tortura il tuo cuore» non sono però completamente fuori luogo: alla vigilia del bombardamento, un sondaggio condotto tra la popolazione americana rivelò che, per quanto i giapponesi fossero comunemente percepiti come «un’informe massa di vermi», solo il 13% degli intervistati sarebbe stato favorevole allo sterminio indiscriminato di uomini, donne e bambini (anche si di fatto il governo statunitense aveva già in parte adottato questa soluzione visto che dal 1943 l’US Air Force era impegnata in massicci bombardamenti sulle città giapponesi a colpi di bombe incendiarie e al fosforo). E dopo la distruzione di Hiroshima e Nagasaki, anche se la maggioranza dell’opinione pubblica americana salutò il definitivo trionfo e la fine della guerra, solo una minoranza si mostrò favorevole a proseguire il lancio di bombe atomiche sulle città giapponesi. La censura militare e del governo lavorò alacremente per nascondere agli occhi degli americani gli effetti devastanti dei bombardamenti sui civili inermi, ma quando trapelarono i primi servizi giornalistici, quelli di Wilfred Burchett e William L. Laurence, che rivelavano le vere proporzioni del massacro e gli effetti delle radiazioni sui sopravvissuti e sulla popolazione giapponese a venire, allora il sentimento espresso dal co-pilota dell’Enola Gay, il capitano Robert A. Lewis, nell’immediatezza dell’esplosione fu condiviso da moltissimi americani: «My God, what have we done?»
Una luce si spegne la sera
son triste, non voglio pensare
Ma un ricordo mi riempie la mente
uno sguardo è spento per sempre

Quanti occhi smarriti han veduto
la luce del giorno svanire
E una nube di fuoco li ha avvolti
e un grido è salito nel cielo

Quel mio mondo è finito oramai
Cerco di dimenticare
tutto quel che ho lasciato laggiù
Sulla cenere i ricordi son rimasti vivi

Uomo che hai ucciso non puoi tu vedere
colui che ora sta camminando
Fra fumo e macerie tenendo per mano
migliaia di voci nel vento

Tra loro si leva un canto di fede
Fratello, sei già perdonato
Un mostro ti spinse a cercare la morte
che ora tortura il tuo cuore

Non avere paura se poi
tu mi dovrai incontrare
In te si vedrà, lo so
Il volto di un fratello che chiede perdono

Hiroshima
Hiroshima
Hiroshima
Hiroshima
Hiroshima
Hiroshima
Hiroshima
Hiroshima...

Contributed by Dead End - 2013/2/22 - 12:43




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