Ploretz, filhetes dal vilatge,
ploretz, que encuei nos chal anar
ploretz, filhetes dal vilatge,
lo rei en guerra nos a chamat
Anarem vers de l'Italia
per far servici a la nacion
aquest bòt contra l'Italia
per far servici a nòsta nacion
Adíu, filhetes dal vilatge
adíu, montanhes, adíu ruaas,
adíu, filhetes dal vilatge
partem per pas pus returnar
Abó l'esquiòp de travers s'l'esquina
nos marcharem en plorant l'amor
qu'avem fach dins de una bosquina
e ai nòstes dançes arubava jorn
ploretz, que encuei nos chal anar
ploretz, filhetes dal vilatge,
lo rei en guerra nos a chamat
Anarem vers de l'Italia
per far servici a la nacion
aquest bòt contra l'Italia
per far servici a nòsta nacion
Adíu, filhetes dal vilatge
adíu, montanhes, adíu ruaas,
adíu, filhetes dal vilatge
partem per pas pus returnar
Abó l'esquiòp de travers s'l'esquina
nos marcharem en plorant l'amor
qu'avem fach dins de una bosquina
e ai nòstes dançes arubava jorn
Language: Italian
Versione italiana fornita da Marco Sopegno
PIANGETE, RAGAZZE
Piangete, ragazze del villaggio,
piangete che oggi ci tocca partire
piangete, ragazze del villaggio,
il Re ci ha chiamato alla guerra.
Andremo verso l'Italia
per servire la nazione,
questa volta contro l'Italia,
per servire la nostra nazione.
Addio, ragazze del villaggio,
addio montagne, addio villaggi,
addio, ragazze del villaggio,
partiamo per non tornare più.
Col fucile di traverso sulla schiena
marceremo, rimpiangendo l'amore
che abbiamo fatto nel bosco,
e con le nostre danze si faceva giorno.
Piangete, ragazze del villaggio,
piangete che oggi ci tocca partire
piangete, ragazze del villaggio,
il Re ci ha chiamato alla guerra.
Andremo verso l'Italia
per servire la nazione,
questa volta contro l'Italia,
per servire la nostra nazione.
Addio, ragazze del villaggio,
addio montagne, addio villaggi,
addio, ragazze del villaggio,
partiamo per non tornare più.
Col fucile di traverso sulla schiena
marceremo, rimpiangendo l'amore
che abbiamo fatto nel bosco,
e con le nostre danze si faceva giorno.
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dall'album Gibous, bagase e bandì (1995)
I popoli montanari sono sempre stati tra le vittime preferite delle guerre. La resistenza alla fatica e alle condizioni difficili ha sempre fatto sì che le genti di montagna fossero considerate materiale ideale per le milizie. Purtroppo le coscrizioni privavano le famiglie e le borgate delle braccia necessarie per la durissima vita alle alte quote, e se e quando gli uomini tornavano, erano spesso invalidi e inabili al lavoro, impotenti bocche da sfamare.
La prima e la seconda mondiale, con la loro incolmabile emorragia di uomini validi, sono state tra le cause principali dell'abbandono dei nostri monti.
Per la nostra gente, nessuna attenzione, ma solo pretese arrivano da tutti i padroni. I nostri ragazzi sono costretti a combattere le loro guerre, oggi per il Re, domani per il Duca o il Marchese suoi nemici.
[Marco Sopegno dal NG it.fan.musica.de-andre]