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La grève des femmes

Eugène Pottier
Langue: français


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Laissez faire, laissez passer!
(Eugène Pottier)
N’en faut plus‎
(Eugène Pottier)
Le roi boiteux
(Georges Brassens)


‎[1867] ‎
Versi di Eugène Pottier, dai Chants ‎révolutionnaires, 1908, seconda edizione.‎
Ignoro se la musica fu scritta dallo stesso Pottier o se invece il brano si cantasse su di una qualche ‎aria popolare
Con dedica “À Édouard Hachin (Lice chansonnière)”, cantautore, uno dei frequentatori abituali di ‎quella che fu una delle più celebri “goguettes” parigine, la “Lice chansonnière” per l’appunto, ‎fondata nel 1831 e scomparsa nel 1922.‎




Un omaggio alle donne ed un invito rivolto loro a rifiutare di fare figli destinati a divenire carne da ‎cannone nelle guerre dell’Impero. Quella di Crimea risaliva ad una dozzina di anni prima e ‎all’orizzonte si profilava quella con il regno di Prussia…‎
Una canzone che dovette sicuramente ispirare Gaston Montéhus per la sua La grève des mères del 1905.‎


chantsrev Eugène Pottier fu frequentatore di circoli rivoluzionari repubblicani già dal 1832 per poi approdare a quelli socialisti e fourieristi nel 1848, anno in cui partecipò alle rivoluzioni di gennaio e giugno: fu in questo periodo, frequentando anche i locali dove venivano declamate poesie e canzoni, che inizia a comporre canti di propaganda a sfondo politico-sociale stampati e diffusi su fogli volanti.

Tra i tanti testi è degno di nota quel “Propaganda delle canzoni” che rappresentava, all’epoca, il suo manifesto politico: In tempo di pace, l’esercito è una morsa / Nelle mani di chi governa, / Per serrare la gogna al collo / Del popolo senza giberne. / ... Aderì all’Internazionale e nel 1870 organizzò una Camera del lavoro con 500 membri aderenti anch’essi all’Internazionale, fu uno strenuo antimilitarista, oltre che pacifista; partecipò attivamente alla Comune di Parigi nel marzo 1871 ed alla sua caduta venne ricercato e condannato a morte in contumacia ma riuscì ad espatriare rifugiandosi prima in Belgio e poi a Londra e negli Stati Uniti dove soggiornò poi sette anni continuando il suo impegno sociale.

Rientrò in Francia nel 1880, in seguito all’amnistia. La raccolta “Chants révolutionnaires" fu pubblicato per la prima volta solo nel 1887, stampato in 1.500 copie qualche mese prima della scomparsa dell’autore. “Muore il 6 novembre 1887. Seimila persone seguono, il giorno dopo, il suo funerale (tra gli oratori, per gli anarchici, Luisa Michel), la polizia interviene perchè non sopporta la bandiera rossa dietro al feretro ma dovette cedere, di fronte alla protesta di quei vecchi cospiratori ex galeotti, ex garibaldini, poeti e ribelli, che conducevano al finale riposo la salma di tanto battagliero militante”.

Caserne et forêt - Défends-toi, Paris !‎ - Don Quichotte - Elle n'est pas morte! - En avant la classe ouvrière - Guillaume et Paris - J’ai faim‎ - Jean Misère - L’anthropophage - L’auge - L'abolition de la peine de mort - L'insurgé - L'Internationale - La grève - La grève des femmes - La guerre - La mort d'un globe - Le pressoir - La Terreur Blanche - Laissez faire, laissez passer! - Le chômage - Le défilé de l'Empire - Le grand Krack - Le Moblot - Les classes dirigeantes - Leur bon Dieu - Madeleine et Marie‎ - N’en faut plus‎ - Propagande des chansons - Quand viendra-t-elle ?‎ - Tu ne sais donc rien ?‎


Il surgit une autre Pucelle.
Insurgeant la femme, elle dit :
‎« Jusqu’à la paix universelle
Tenons l’amour en interdit.

À bas la guerre ! en grève ! en grève !
La femme doit briser le glaive.
Nargue à l’époux, nargue à l’amant !
Jusqu’au désarmement :
Les femmes sont en grève !

Cœurs dévoués, brunes ou blondes,
Que le sang versé révolta ;
Ô citoyennes des deux mondes,
Faisons notre grand coup d’État !

Puisque la guerre inassouvie
Entasse morts et mutilés,
Nous, sur les portes de la vie,
Dès ce soir posons les scellés !

Ce noble but, chastes coquettes,
Nous l’atteindrons les bras croisés !
En rayant le droit de conquêtes,
En rayant le droit aux baisers !‎

Monsieur, je suis votre servante,
Exercez-vous au chassepot !
Le lit conjugal est en vente
Pour cause de refus d’impôt.

Épouses, mères, que nous sommes,
Laissons ces héros maugréer.
Tous ceux qui massacrent les hommes
Ne sont pas dignes d’en créer.

Quoi ! mettre au monde et, folle et fière,
Allaiter mes bébés joufflus,
Pour les jeter dans la carrière
Quand leurs aînés n’y seront plus ?


S’il faut recruter vos milices,
Fécondez tigresse ou guenon :
Nous ne sommes plus vos complices
Pour fournir la chair à canon.

Dieu de paix, bénis ce chômage,
Et, pour l’honneur des temps nouveaux,
Nous ferons l’homme à ton image…
À la reprise des travaux.

À bas la guerre ! en grève ! en grève !
La femme doit briser le glaive.
Nargue à l’époux, nargue à l’amant !
Jusqu’au désarmement :
Les femmes sont en grève ! »‎

envoyé par Dead End - 27/12/2012 - 17:25



Langue: italien

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
28 dicembre 2012

Lisistrata. Disegno di Aubrey Beardsley.
Lisistrata. Disegno di Aubrey Beardsley.
LO SCIOPERO DELLE DONNE

Nasce un'altra Pulzella.
Insorgendo, la donna dice:
“Fino alla pace universale
il sesso sarà proibito.

Abbasso la guerra! In sciopero! In sciopero!
La donna deve spezzare il gladio.
Sfida lo sposo, sfida l'amante!
Fino al disarmo:
Le donne sono in sciopero!

Cuori devoti, more o bionde,
che il sangue versato ha rivoltate;
O cittadine dei due mondi,
facciamo il nostro gran colpo di stato!

Poiché la guerra mai appagata
ammassa morti e mutilati,
noi sulle porte della vita
da stasera mettiam la chiavarda!

Il nobile scopo, come caste civette,
lo raggiungeremo incrociando le braccia!
Cancellando il diritto di conquista.
Cancellando il diritto di ‎ far l'amore!

Signore, io son vostra servitrice,
esercitatevi col fucilino!
Il talamo nuziale è in vendita
per non aver pagato la tassa.

Spose o madri che siamo,
lasciamo imprecare 'sti eroi.
Chi massacra gli esseri umani
non è degno di procrearli.

Cosa? Mettere al mondo e, folle e fiera,
allattare i miei bimbi paffuti
per gettarli poi sulla strada
quando i loro fratelli maggiori non ci saran più?


Se occorre far reclute per le vostre milizie
andate a fecondare tigri o scimmioni:
noi non siamo più vostre complici
per fornire carne da cannone.

Dio della pace, benedici questo sciopero,
e, per l'onore dei tempi nuovi
noi faremo l'uomo a tua immagine...
Sì, ma quando ricominciamo a lavorare.

Abbasso la guerra! In sciopero! In sciopero!
La donna deve spezzare il gladio.
Sfida lo sposo, sfida l'amante!
Fino al disarmo:
Le donne sono in sciopero!"

28/12/2012 - 14:20


E' indubbio che le "donne in sciopero" di Pottier hanno un'antenata assai antica e illustre: la Lisistrata di Aristofane. Tanto per dire, già il nome stesso di Lisistrata (Λυσιστράτη) significa "Colei che scioglie gli eserciti". La vicenda della commedia aristofanea è il vero, primo esempio di "sciopero del sesso contro la guerra" della storia:

Lisistrata, donna ateniese, convoca numerose donne di Atene ed altre città, tra cui la spartana Lampitò, per discutere un importante problema. A causa della guerra del Peloponneso, infatti, gli uomini delle poleis greche sono perennemente impegnati nell'esercito e non hanno più il tempo di stare con le loro famiglie. Lisistrata propone allora alle altre donne di fare uno sciopero del sesso: finché gli uomini non firmeranno la pace, esse si rifiuteranno di avere rapporti sessuali con loro. Dopo un momento di sbigottimento e di rifiuto, le donne si dicono favorevoli al piano e fanno un giuramento.

A quel punto, le donne occupano l’acropoli ateniese, allo scopo di privare gli uomini dei mezzi finanziari per proseguire la guerra. Arriva il coro di vecchi ateniesi (uno dei due semicori della commedia) che vorrebbe, per vendetta, incendiare l’acropoli stessa, ma viene fermato dal coro delle vecchie (l’altro semicoro). Gli uomini mandano allora un commissario[2] per trattare con le donne, ma Lisistrata ne smaschera l’ignoranza e la poca comprensione delle vicende che stanno accadendo. Peraltro, le donne hanno molta difficoltà a mantenere il patto (anche loro patiscono l'astinenza) ed inventano varie scuse per tornare a casa dai mariti; Lisistrata deve penare non poco per impedir loro di lasciare l’acropoli. Concede solo a Mirrina la possibilità di incontrare il marito Cinesia, ma lo scopo è solo quello di stimolare le voglie dell’uomo, per poi lasciarlo con un palmo di naso. Mirrina svolge alla perfezione il suo compito: fa credere al marito di essere pronta all’atto sessuale, ma poi, dopo varie dilazioni, scappa lasciandolo insoddisfatto.

Nel frattempo, l’astinenza si fa sentire anche nelle altre città greche: arriva un araldo da Sparta per trattare la pace, col fallo palesemente eretto, ed incontra Cinesia, le cui voglie sono altrettanto evidenti. I due si mettono d’accordo: Sparta manderà ambasciatori pronti a firmare la pace, mentre Cinesia informerà le istituzioni ateniesi. Questo smorza decisamente le tensioni: i vecchi e le vecchie del coro, dopo qualche resistenza, riescono a riconciliarsi, e lo stesso fanno gli ambasciatori spartani e ateniesi davanti a Lisistrata. Quest’ultima si lancia allora in un discorso pacifista che ricorda le radici comuni di tutti i popoli greci, ma tale discorso degenera presto in un profluvio di allusioni e doppi sensi sessuali da parte degli uomini, felici per la raggiunta riconciliazione. In un tripudio di danze e banchetti si celebra il ritorno delle donne dai loro mariti.

Riccardo Venturi - 28/12/2012 - 14:28




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