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Cantar de emigração

Adriano Correia de Oliveira
Langue: portugais


Adriano Correia de Oliveira

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(Marco Valdo M.I.)


‎[1880/1970]
Basata sui versi della poetessa galiziana ‎‎Rosalía de Castro (1837-1885), dalla ‎raccolta “Follas novas” del 1880.‎
Traduzione, adattamento e musica di José Niza (1938-2011), medico, compositore e deputato ‎portoghese.‎
Album “Cantaremos” del 1970.‎
vinil-lp-cantaremos-adriano-correia-de-oliveira



Este parte,
aquele parte
E todos, todos se vão
Galiza ficas sem homens
Que possam cortar teu pão

Tens em troca
órfãos e órfãs
tens campos de solidão
tens mães que não têm filhos
filhos que não têm pai

Coração
que tens e sofres
longas ausências mortais
viúvas de vivos mortos
que ninguém consolará

Este parte,
aquele parte
E todos, todos se vão
Galiza ficas sem homens
Que possam cortar teu pão

Este parte,
aquele parte
E todos, todos se vão
Galiza ficas sem homens
Que possam cortar teu pão

Tens em troca
órfãos e órfãs
tens campos de solidão
tens mães que não têm filhos
filhos que não têm pai

Coração
que tens e sofres
longas ausências mortais
viúvas de vivos mortos
que ninguém consolará

Este parte,
aquele parte
E todos, todos se vão
Galiza ficas sem homens
Que possam cortar teu pão

Este parte,
aquele parte
E todos, todos se vão
Galiza ficas sem homens
Que possam cortar teu pão

Tens em troca
órfãos e órfãs
tens campos de solidão
tens mães que não têm filhos
filhos que não têm pai

Coração
que tens e sofres
longas ausências mortais
viúvas de vivos mortos
que ninguém consolará

Este parte,
aquele parte
E todos, todos se vão
Galiza ficas sem homens
Que possam cortar teu pão

envoyé par Dead End - 10/12/2012 - 15:30




Langue: italien

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
11 dicembre 2012
CANTO DI EMIGRAZIONE

Questo parte,
quello parte
e tutti, tutti se ne vanno
Galizia, resti senza uomini
che possan tagliarti il pane

Hai, in cambio,
orfani e orfane‎,
hai campi abbandonati
hai madri senza figli
e figli senza padri

Cuore
che hai e soffri
lunghe assenze mortali
vedove di morti viventi
che nessuno consolerà

Questo parte,
quello parte
e tutti, tutti se ne vanno
Galizia, resti senza uomini
che possan tagliarti il pane.

Questo parte,
quello parte
e tutti, tutti se ne vanno
Galizia, resti senza uomini
che possan tagliarti il pane.

Hai, in cambio,
orfani e orfane‎,
hai campi abbandonati
hai madri senza figli
e figli senza padri

Cuore
che hai e soffri
lunghe assenze mortali
vedove di morti viventi
che nessuno consolerà

Questo parte,
quello parte
e tutti, tutti se ne vanno
Galizia, resti senza uomini
che possan tagliarti il pane.

Questo parte,
quello parte
e tutti, tutti se ne vanno
Galizia, resti senza uomini
che possan tagliarti il pane.

Hai, in cambio,
orfani e orfane‎,
hai campi abbandonati
hai madri senza figli
e figli senza padri

Cuore
che hai e soffri
lunghe assenze mortali
vedove di morti viventi
che nessuno consolerà

Questo parte,
quello parte
e tutti, tutti se ne vanno
Galizia, resti senza uomini
che possan tagliarti il pane.

11/12/2012 - 08:37


Il testo originale in gallego della poesia scritta da Rosália de Castro

ESTE VAISE I AQUEL VAISE

Este vaise i aquel vaise,
e todos, todos se van,
Galicia, sin homes quedas
que te poidan traballar.
Tés, en cambio, orfos e orfas
e campos de soledad,
e nais que non teñen fillos
e fillos que non tén pais.
E tés corazóns que sufren
longas ausencias mortás,
viudas de vivos e mortos
que ninguén consolará.‎

E questa è la traduzione italiana:

QUESTO PARTE, QUELLO PARTE

Questo parte, quello parte
e tutti, tutti se ne vanno
Galizia, resti senza uomini
che ti possan lavorare.
Hai, in cambio, orfani e orfane
e campi abbandonati.
e madri senza figli,
e figli senza padri.
E i tuoi cuori che soffrono
lunghe assenze mortali,
vedove di vivi e morti
che nessuno consolerà.

Dead End - 10/12/2012 - 15:30




Langue: français

Version française - CHANT D'ÉMIGRATION – Marco Valdo M.I. – 2012
d'après la version italienne de Riccardo Venturi – 2012 – CANTO DI EMIGRAZIONE d'une Chanson portugaise – Cantar de emigração – Adriano Correia de Oliveira – 1970
Tirée d'un poème (1880) de la poétesse galicienne ‎‎Rosalía de Castro (1837-1885)

Traduction, adaptation et musique de José Niza (1938-2011), médecin, compositeur et député portugais
CHANT D'ÉMIGRATION

De ce côté,
De cet autre côté,
Tous, tous s'en vont
Ô Galice sans hommes
Qui peuvent te couper ton pain

En échange, on te donne
Des orphelins et des orphelines
On te laisse des champs abandonnés
Des mères sans fils
Des fils sans père

Un cœur
Tu as et tu souffres
Des longues absences mortelles
Des veuves de morts vivants
Que personne ne consolera

De ce côté,
De cet autre côté,
Tous, tous s'en vont
Ô Galice sans hommes
Qui peuvent te couper ton pain

De ce côté,
De cet autre côté,
Tous, tous s'en vont
Ô Galice sans hommes
Qui peuvent te couper ton pain

En échange, on te donne
Des orphelins et des orphelines
On te laisse des champs abandonnés
Des mères sans fils
Des fils sans père

Un cœur
Tu as et tu souffres
Des longues absences mortelles
Des veuves de morts vivants
Que personne ne consolera

De ce côté,
De cet autre côté,
Tous, tous s'en vont
Ô Galice sans hommes
Qui peuvent te couper ton pain

De ce côté,
De cet autre côté,
Tous, tous s'en vont
Ô Galice sans hommes
Qui peuvent te couper ton pain

En échange, on te donne
Des orphelins et des orphelines
On te laisse des champs abandonnés
Des mères sans fils
Des fils sans père

Un cœur
Tu as et tu souffres
Des longues absences mortelles
Des veuves de morts vivants
Que personne ne consolera

De ce côté,
De cet autre côté,
Tous, tous s'en vont
Ô Galice sans hommes
Qui peuvent te couper ton pain

envoyé par Marco Valdo M.I. - 14/12/2012 - 09:50


Si vede, però, che ai Galiziani (o galegos) tutta questa terribile emigrazione (e povertà) non ha insegnato molto, dato che la Galizia è sempre stata la regione più a destra di tutta la Spagna (incidentalmente, pure Francisco Franco era galego di nascita). A destrissima era durante la guerra civile, a destrèrrima durante la dittatura e col ritorno della democrazia in Spagna è rimasta sempre un feudo invincibile della destra (persino ora con la crisi galoppante in Spagna e con i provvedimenti da fame del governo, ha riconfermato la maggioranza assoluta al Partido Popular di Rajoy). Ah, a proposito: Mariano Rajoy è nato a Santiago de Compostela, casualmente in Galizia. Insomma, secondo me -e nonostante il bel lamento della grande Rosalía de Castro (anch'essa nata a Santiago de Compostela) ripreso da Correia de Oliveira (date le comuni origini linguistiche lusitano-galiziane: il galego è in realtà affine al portoghese, non allo spagnolo), se la Galizia si fosse svuotata anche un po' di più non sarebbe stato male...che dite, sarò un po' fazioso...? :-PP

Riccardo Venturi - 11/12/2012 - 08:28


è certamente vero che la destra spagnola ha sempre trovato in Galizia terreno fertile, e che hanno rivotato Fraga persino dopo il disastro della Prestige... ma è anche vero che in Galizia c'è anche, certamente minoritaria, un'antica tradizione di sinistra. In quasi tutte le persone originarie della Galizia che ho conosciuto ho trovato una grande apertura verso il mondo, zero nazionalismo (gioca molto secondo me l'affinità col Portogallo, per molti versi sentito vicino quanto e più del resto della Spagna) e buone analisi del disastro che ha provocato la destra in Galizia ed in tutta la Spagna (a parte i crimini storici del franchismo, mi sembra di capire che la Galizia è il centro di una rete clientelare e di intrallazzi da fare invidia a Denis Verdini, e le varie banche che hanno fregato i piccoli risparmiatori con i metodi più sporchi sono poi state salvate dagli aiuti europei). Poi, che ci vuoi fare, i fascisti - più o meno mascherati - si trovano ovunque.

Lorenzo - 11/12/2012 - 10:04


Tutto quel che dici è senz'altro vero, Lorenzo; lungi da me, poi, "condannare" o roba del genere una regione intera perché è storicamente tendente da una certa parte. Se così fosse, ad esempio, non dovrei mettere nemmeno più piede a Marina di Campo, storicamente il paese più fascista di tutta l'Isola d'Elba. Può darsi che nell'apertura verso il mondo di cui parli c'entrino qualcosa anche le "radici celtiche" (non scordiamoci che il nome di "Galizia" viene da un chiarissimo Gallaecia), ed è simpatico che dove le radici celtiche esistono davvero non si siano prodotti nazionalismi e localismi stile Lega. Che poi i Galiziani sentano più la vicinanza col Portogallo è normale: la lingua galega è portoghese, e la stessa letteratura portoghese viene fatta iniziare nell'XI secolo con le liriche provenienti proprio dalla Galizia (la "Lirica galego-portoghese"). Per certi versi, la relazione tra portoghese e galego è simile a quella tra l'italiano e il còrso. Una curiosità che non molti, credo, sanno: in galego letterario scrisse sei poesie Federico García Lorca, che pure era tutt'altro che galego (andaluso). Qui si può leggere, ad esempio, il Noiturnio do adoescente afogado.

Riccardo Venturi - 11/12/2012 - 10:46


Giusto, a proposito delle poesie in galego di Garcia Lorca e della poesia che scrisse per riconoscenza Celso Emilio Ferreiro, poi diventata una canzone secondo me bellissima, vai a Romance de cego in memoriam de F. G. Lorca.

11/12/2012 - 11:15


Di Celso Emilio Ferreiro mi ricordo di avere una poesia in galego nella vecchissima raccolta Newton & Compton "Cile nel cuore", dedicata a Pablo Neruda dopo la sua morte e curata da Ignazio Delogu e (!) Rafael Alberti...

Riccardo Venturi - 11/12/2012 - 13:58




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