Ένα μεσημέρι
στης Ακρόπολης τα μέρη
άπονοι ληστές
κάναν τις πέτρες τις ζεστές
λημέρι
Στο Μοναστηράκι
Βαυαροί χωροφυλάκοι
μες στην αντηλιά, χορεύουν μπρος στον βασιλιά
συρτάκι
Στην Κρήτη και στη Μάνη
θα στείλουμε φιρμάνι
σε πολιτείες και χωριά
θα στείλουμε φιρμάνι
να'ρθούν οι πολιτσμάνοι
να κυνηγήσουν τα θεριά.
Κάτω στο λιμάνι
τραγουδούν οι πολιτσμάνοι
ήρθαν τα παιδιά
μα έχουν ακόμα την καρδιά
στην Μάνη
Ήρθανε την Τρίτη
τα παιδιά του Ψηλορείτη
πίνουν τσικουδιά, μα έχουν ακόμα την καρδιά
στην Κρήτη
Στην Κρήτη και στη Μάνη
εστείλαμε φιρμάνι
σε πολιτείες και χωριά
εστείλαμε φιρμάνι
κι ήρθαν οι πολιτσμάνοι
και διώξαν όλα τα θεριά.
στης Ακρόπολης τα μέρη
άπονοι ληστές
κάναν τις πέτρες τις ζεστές
λημέρι
Στο Μοναστηράκι
Βαυαροί χωροφυλάκοι
μες στην αντηλιά, χορεύουν μπρος στον βασιλιά
συρτάκι
Στην Κρήτη και στη Μάνη
θα στείλουμε φιρμάνι
σε πολιτείες και χωριά
θα στείλουμε φιρμάνι
να'ρθούν οι πολιτσμάνοι
να κυνηγήσουν τα θεριά.
Κάτω στο λιμάνι
τραγουδούν οι πολιτσμάνοι
ήρθαν τα παιδιά
μα έχουν ακόμα την καρδιά
στην Μάνη
Ήρθανε την Τρίτη
τα παιδιά του Ψηλορείτη
πίνουν τσικουδιά, μα έχουν ακόμα την καρδιά
στην Κρήτη
Στην Κρήτη και στη Μάνη
εστείλαμε φιρμάνι
σε πολιτείες και χωριά
εστείλαμε φιρμάνι
κι ήρθαν οι πολιτσμάνοι
και διώξαν όλα τα θεριά.
Contributed by Gian Piero Testa - 2012/11/1 - 19:53
Language: Italian
AI TEMPI DEL RE OTTONE
Una volta a mezzogiorno
dalle parti dell'Acropoli
dei briganti spietati
facevano di quelle calde pietre
un covo
A Monastiraki 1
guardie Bavaresi
sotto la vampa ballano un sirtaki 2
al cospetto del re
A Creta e nella Maina
manderemo un firmano 3
alle città e ai villaggi
manderemo un firmano
che vengano i poliziotti
a dar la caccia alle belve.
Giù al porto
cantano i poliziotti
sono arrivati i ragazzi
ma hanno ancora il cuore
nella Maina
Sono arrivati martedì
i ragazzi dello Psiloriti 4
bevono grappini 5 ma hanno ancora il cuore
a Creta
A Creta e nella Maina
mandammo un firmano
alle città e ai villaggi
mandammo un firmano
giunsero i poliziotti
e scacciarono tutte le belve.
Una volta a mezzogiorno
dalle parti dell'Acropoli
dei briganti spietati
facevano di quelle calde pietre
un covo
A Monastiraki 1
guardie Bavaresi
sotto la vampa ballano un sirtaki 2
al cospetto del re
A Creta e nella Maina
manderemo un firmano 3
alle città e ai villaggi
manderemo un firmano
che vengano i poliziotti
a dar la caccia alle belve.
Giù al porto
cantano i poliziotti
sono arrivati i ragazzi
ma hanno ancora il cuore
nella Maina
Sono arrivati martedì
i ragazzi dello Psiloriti 4
bevono grappini 5 ma hanno ancora il cuore
a Creta
A Creta e nella Maina
mandammo un firmano
alle città e ai villaggi
mandammo un firmano
giunsero i poliziotti
e scacciarono tutte le belve.
NOTE alla traduzione
[1] Monastiraki: quartiere storico ai piedi dell'Acropoli che con quello di Plaka concentra il maggior numero di locali ateniesi dove si esegue musica popolare.
[2] Sirtaki (συρτάκι): diminutivo di sirtós (συρτός, aggettivo verbale dal verbo σύρω), tradizionale ballo "strascicato"
[3] Firmano: un decreto reale, secondo la sopravvivente terminologia turca
[4] Psiloriti: il nome popolare della vetta più alta di Creta, oggi ufficialmente tornata a chiamarsi Ida
[5] Grappini: ho tradotto così, ma si tratta della "tsikoudià", l'acquavite cretese.
[1] Monastiraki: quartiere storico ai piedi dell'Acropoli che con quello di Plaka concentra il maggior numero di locali ateniesi dove si esegue musica popolare.
[2] Sirtaki (συρτάκι): diminutivo di sirtós (συρτός, aggettivo verbale dal verbo σύρω), tradizionale ballo "strascicato"
[3] Firmano: un decreto reale, secondo la sopravvivente terminologia turca
[4] Psiloriti: il nome popolare della vetta più alta di Creta, oggi ufficialmente tornata a chiamarsi Ida
[5] Grappini: ho tradotto così, ma si tratta della "tsikoudià", l'acquavite cretese.
Contributed by Gian Piero Testa - 2012/11/1 - 20:00
Gian Piero, scusa la correzione nell'introduzione, ma il grande attore messicano si chiamava Anthony Quinn, non "Queen"; "supervirile" com'era, a chiamarlo "regina" (Queen) non so quanto gli avresti fatto piacere :-PP. Un altro appuntino: se usi "Irini", allora in greco si chiama Irini Papà (Ειρήνη Παππά). Ma da noi la si conosce come Irene Papas. Un'altra correzione che ti ho fatto è nella traduzione: io sono per l'uso del toponimo italiano quando esiste storicamente. La Μάνη, la penisola del Taigeto, in italiano si chiama "Maina". Prima o poi ce la farò a convertirti al pignolismo esasperato, stai pur sicuro....! PS: Certo che a te la povera Vouyouklaki ti sta proprio sul gozzo, eh...:-PP
Riccardo Venturi - 2012/11/1 - 20:21
Vorrei dare un piccolo contributo per il significato di "diplopenià"- Nelle lezioni di buzuki on-line si legge:
Η πένα κινείται συνεχώς πάνω κάτω στην διπλοπενιά e cioè il plettro si muove continuamente su e giù, ottenendo un suono analogo a quello che nel mandolino viene chiamato "trillo".
Segnalo inoltre che sul "tubo", al link indicato a parte, si trova (per ora) l'intero film con le sue canzoni.
La trama, anche se edulcorata per il film musicale, contiene una piccola guerra del lavoro, in cui l'imbianchino-cantante Grigoris, scritturato come artista low-cost per arrotondare il salario, è costretto a scegliere tra il lavoro edile e la chitarra, perchè si addormenta sul lavoro diurno.
Una curiosità: il suonatore di buzuki a sinistra è il giovane Stamatis Kokotas, cantante e compositore che nel disco "ENA MESSIMERI" con le canzoni di Stavros Xarchakos, interpreta proprio questa canzone che l'ha portato poi al successo.
Η πένα κινείται συνεχώς πάνω κάτω στην διπλοπενιά e cioè il plettro si muove continuamente su e giù, ottenendo un suono analogo a quello che nel mandolino viene chiamato "trillo".
Segnalo inoltre che sul "tubo", al link indicato a parte, si trova (per ora) l'intero film con le sue canzoni.
La trama, anche se edulcorata per il film musicale, contiene una piccola guerra del lavoro, in cui l'imbianchino-cantante Grigoris, scritturato come artista low-cost per arrotondare il salario, è costretto a scegliere tra il lavoro edile e la chitarra, perchè si addormenta sul lavoro diurno.
Una curiosità: il suonatore di buzuki a sinistra è il giovane Stamatis Kokotas, cantante e compositore che nel disco "ENA MESSIMERI" con le canzoni di Stavros Xarchakos, interpreta proprio questa canzone che l'ha portato poi al successo.
Giovanni - 2020/3/24 - 02:56
Anche il secondo link al film è stato rimosso a cura di un'organizzazione che ha un team con tutti nomi greci. Ma si ritrova attualmente sul "tubo" (con sottotitoli in Bulgaro). Non riporto il link ma consiglio ora di fare una ricerca con il nome del film (v. testo di GPT) in caratteri latini e con 2 enne.
Giovanni - 2024/10/7 - 12:38
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Στίχοι: Νίκος Γκάτσος
Μουσική: Σταύρος Ξαρχάκος
Πρωτη εκτέλεση: Δημήτρης Παπαμιχαήλ (Tαινία «Διπλοπενιές»,1966)
Δίσκος: «Ένα μεσημέρι», 1966
Testo di Nikos Gatsos
Musica di Stavros Xarchakos
Prima esecuzione: Dimitris Papamichail (Film: «Διπλοπενιές», 1966)
Disco: «Ένα μεσημέρι / Un mezzogiorno», 1966
Il testo di una di queste canzoni è per me una specie di enigma: non ho mai capito bene perché lo si trovi in un filmetto di genere, e non invece - che so - in un'opera come "Il nostro grande circo" Το μεγάλο μας τσίρκο, quella sì di esplicito argomento storico e civile, composta negli anni Settanta da Xarchakos su testi di Iakovos Kambanellis. Si tratta della canzone "Ai tempi del re Ottone". Dal lato musicale è forse il sirtaki più noto ai Greci e ai turisti, dopo quello di Zorba il Greco (1964) e il "Σήκω, χόρεψε συρτάκι / Sveglia, balla il sirtaki" di Zambetas, portato al successo (e alla noia) dalla Vouyouklaki, sempre affiancata da Papamichail, nel film di Alekos Sakellarios "Mia figlia socialista"(1966). Chiaro segno che il "genere" macinava bene.
Dal lato testuale è invece una divagazione nella storia, il cui senso può, di epoca in epoca, attualizzarsi. Siamo al tempo del re Ottone (1815 - 1867), che regnò sui Greci per trent'anni, dal 1832 al 1862. In cambio del riconoscimento di un neonato Stato greco, e dei crediti che già da lquello vantavano in abbondanza, le grandi potenze vollero una grande fetta della sua indipendenza, e lo fornirono pure di un sovrano straniero, il tedesco cattolico bavarese Ottone di Wittelsbach, spacciato, grazie a qualche gocciolina di remoto sangue di famiglia, come un discendente dei Comneni (d'altra parte, anche Totò si diceva imperatore di Bisanzio, e i Savoja si vantano tuttora di essere i re di Cipro e di Gerusalemme). Il giovane Ottoncino sbarcò ad Anapli, la prima capitale della nuova Grecia, oggi Nafplion, accompagnato da un codazzo di ministri, a fargli da reggenti, e da uno stuolo di guardie bavaresi. Non riuscì mai a sembrare un greco, per quanto si sforzasse con vari mascheramenti di colore locale. Viveva nel sospetto della chiesa ortodossa, dei vecchi combattenti dell'indipendenza e dei partiti politici che funzionavano come propaggini della Francia, dell'Inghilterra e della Russia. Il paese era povero, e il popolo più tartassato dalle tasse che sotto i Turchi; mancava di una vera amministrazione e la periferia pullulava di briganti, i quali spesso erano gli stessi "pallikari" che avevano combattuto per l'indipendenza, ma che i Bavaresi non avevano voluto inquadrare nell'esercito nazionale; infine, il debito con i prestatori stranieri era impressionante.
Per mantenersi in sella puntò sulla forza armata bavarese portata con sé e su una linea di assolutismo, che dovette abbandonare nel settembre del 1843, per la rivolta costituzionale di Kalergi e Makrygiannis. Questo gli diede un altro ventennio di corona, che, non più difesa da un contingente bavarese, perse finalmente nel 1862, dopo avere sperperato altri quattrini - ma non quelli che si era portato dalla patria e che là riportò intatti, quando gli inglesi gli offrirono un passaggio su una delle loro navi perché sparisse dalla circolazione - nel tentativo di ampliare il suo regno con l'isola di Creta.
Gatsos, che spesso amava riandare nei suoi testi alla storia dei Greci, ironizza su questo re che si atteggia a greco (le guardie bavaresi che eseguono il sirtaki in suo onore), mentre dei Greci in realtà se ne fotte. Il paese è in disordine; i briganti hanno fatto il covo perfino sull'Acropoli. Solo i Greci possono risolvere i problema dei Greci: e quando finalmente il re si decide a chiamarne i più combattivi come "polismani/policemen" dall'aspra Mani e dall'irredenta Creta, allora si vede che qualcosa si può sperare di combinare.
Non ho tradotto il titolo del film, "Diplopeniès", che mi sembra intraducibile, ma del quale cercherò di spiegare il senso. Alla lettera, "diplopenià" significa doppio colpo di plettro (sulle corde del buzuki), dicendosi il plettro "penna" e significando "diplos" doppio. Al corrispondente lemma il mio Babiniotis spiega: "modo di eseguire un pezzo musicale al buzuki, che combina note primo-secondo": e qui mi fermo per mia ignoranza della tecnica musicale. Con la stessa parola si indica però anche il virtuosismo con cui si suona il buzuki. (gpt)