Lingua   

Billy Austin

Steve Earle
Lingua: Inglese


Steve Earle

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‎[1990]‎
Album “The Hard Way”‎

The Hard Way


‎“… Le canzoni più importanti sulla pena di morte sono canzoni narrative, vere e proprie storie di ‎vita. ‘Billy Austin’ di Steve Earle è la più compiuta. Il protagonista è un ragazzo dell’Oklahoma, ‎sradicato e senza memoria (“non ricordo l’Oklahoma, è passato tanto tempo da quando sono ‎andato via… mi sembra di essere stato sempre in carcere, di essere sempre stato solo”); ‎compie una serie di rapine, ma “non volevo fare male a nessuno, non avrei mai pensato di ‎passare quel limite”. Ma una rapina a un distributore finisce con un omicidio: “non ‎sono andato nemmeno sui giornali, avevo ammazzato una persona sola”. Il processo è breve, ‎l’avvocato d’ufficio non ha il coraggio di guardarlo negli occhi mentre si alza, chiude la borsa e se ‎ne va. E cominciano la lunga attesa e le domande: siamo quasi tutti colpevoli qui dentro, ma chi ‎siete voi per esserne sicuri?...”‎
‎(Alessandro Portelli, da “Note Americane. Musica e culture negli Stati Uniti”, Shake/Acoma ‎edizioni, 2011)‎

‎“… Quello che obietto alla pena di morte non è che sto cercando di salvare qualcuno dal braccio ‎della morte. Sto cercando di salvare me dall’inferno. In democrazia, se il governo uccide qualcuno, ‎sono io che uccido qualcuno, e obietto al danno che questo fa al mio spirito. Punto. Poi obietto ‎anche per ragioni politiche, ma è secondario. Politicamente, obietto al fatto che il governo abbia un ‎potere simile. Il solo modo per evitare che ne abusi è non darglielo.”‎
‎(Steve Earle in un’intervista pubblicata su Salon del ‎‎13 novembre 2002, traduzione italiana di Alessandro Portelli)‎
My name is Billy Austin
I'm Twenty-Nine years old
I was born in Oklahoma
Quarter Cherokee I'm told

Don't remember Oklahoma
Been so long since I left home
Seems like I've always been in prison
Like I've always been alone ‎

Didn't mean to hurt nobody
Never thought I'd cross that line
I held up a filling station
Like I'd done a hundred times ‎

The kid done like I told him
He lay face down on the floor
guess I'll never know what made me
Turn and walk back through that door ‎

The shot rang out like thunder
My ears rang like a bell
No one came runnin'
So I called the cops myself ‎

Took their time to get there
And I guess I could'a run
I knew I should be feeling something
But I never shed tear one ‎

I didn't even make the papers
‎'Cause I only killed one man
but my trial was over quickly
And then the long hard wait began ‎

Court appointed lawyer
Couldn't look me in the eye
He just stood up and closed his briefcase
When they sentenced me to die ‎

Now my waitin's over
As the final hour drags by
I ain't about to tell you
That I don't deserve to die ‎

But there's twenty-seven men here
Mostly black, brown and poor
Most of em are guilty
Who are you to say for sure? ‎

So when the preacher comes to get me
And they shave off all my hair
Could you take that long walk with me
Knowing hell is waitin' there ‎

Could you pull that switch yourself sir
With a sure and steady hand
Could you still tell youself
That you're better than I am ‎

My name is Billy Austin
I'm twenty-nine years old
I was born in Oklahoma
Quarter Cherokee I'm told

inviata da Dead End - 20/9/2012 - 15:24



Lingua: Italiano

Versione italiana
in gran parte tratta da “Note Americane. Musica e culture negli Stati Uniti" di Alessandro Portelli (op. cit.)
BILLY AUSTIN

Mi chiamo Billy Austin
ho ventinove anni
Sono nato in Oklahoma
Per un quarto Cherokee mi dicono

Non ricordo l'Oklahoma
è passato tanto tempo da quando sono andato via
mi sembra di essere sempre stato in carcere
di essere sempre stato solo.

Non volevo fare male a nessuno
non avrei mai pensato di passare quel limite
ho rapinato un distributore
come avevo già fatto altre cento volte

Il ragazzo ha fatto come gli dicevo
si è steso faccia a terra sul pavimento
penso che non saprò mai cos'è stato
a farmi voltare e tornare indietro

Lo sparo risuonò come il tuono
le orecchie mi rintoccavano come una campana
non accorse nessuno
così chiamai io stesso la polizia

Ci misero il loro tempo
forse potevo anche scappare
sapevo che avrei dovuto provare qualcosa
ma non versai nemmeno la prima lacrima

Non sono nemmeno finito sui giornali
avevo ammazzato una persona sola
il processo è finito in fretta
e poi la lunga attesa è cominciata

L'avvocato d'ufficio
non è riuscito neanche a guardarmi negli occhi
si è alzato ha chiuso la borsa e se n'è andato
quando mi hanno condannato a morte

Ora l'attesa è finita
e mentre l'ora finale si avvicina
non vi verrò a dire
che non merito di morire

Ma ci sono ventisette uomini qui
Per la maggior parte neri, scuri e poveri
La maggior parte sono colpevoli
ma chi siete voi per esserne sicuri?

E quando verrà il predicatore a prendermi
e mi raseranno la testa
ce la faresti a fare con me quella lunga passeggiata
sapendo che alla fine aspetta l'inferno?

Te la sentiresti di tirare tu stesso la leva
con mano ferma e sicura?
E te la sentiresti di dire a te stesso
che sei migliore di me?

Mi chiamo Billy Austin
ho ventinove anni
Sono nato in Oklahoma
Per un quarto Cherokee mi dicono

9/4/2013 - 22:33




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