Seguite la vostra strada onorevole ministro
e noi seguiam la nostra: l'internazionalista.
Non é la rivoluzione osso per i vostri denti
con le persecuzioni non arriverete a niente.
Ci chiamate agitatori canaglie della via:
"vogliamo che finisca il regno della borghesia."
Voi siete un mentitore, borioso ed ignorante.
Un ministro messo aposta, un ladro ed un furfante.
E se altre volte abbiamo tentato il dialogare
con voi non si può più: é meglio bastonare.
Vivete pur tranquillo, onorevole barone.
Arrivederci al giorno della rivoluzione.
e noi seguiam la nostra: l'internazionalista.
Non é la rivoluzione osso per i vostri denti
con le persecuzioni non arriverete a niente.
Ci chiamate agitatori canaglie della via:
"vogliamo che finisca il regno della borghesia."
Voi siete un mentitore, borioso ed ignorante.
Un ministro messo aposta, un ladro ed un furfante.
E se altre volte abbiamo tentato il dialogare
con voi non si può più: é meglio bastonare.
Vivete pur tranquillo, onorevole barone.
Arrivederci al giorno della rivoluzione.
inviata da Dead End - 15/8/2012 - 14:36
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Nell’album «Lettres d'amour et de haine» del 2002.
Si tratta di una suprema sintesi in forma di canzone della lunga lettera che Andrea Costa, uno dei padri del socialismo italiano, inviò nel 1877, uscendo dal carcere, a Giovanni Nicòtera, allora ministro dell’interno in uno dei tanti governi di Depretis, che nel 1874 aveva duramente represso un’insurrezione di internazionalisti anarchici, fra i quali lo stesso Costa, Anna Kuliscioff (che di Costa fu compagna) e Michail Bakunin.