Qualcuno che la sa lunga
mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi
di ogni occhio è il cielo intero.
E' mio, quando lo guardo.
E' del vecchio, del bambino,
del re, dell'ortolano,
del poeta, dello spazzino.
Non c'è povero tanto povero
che non ne sia il padrone.
Il coniglio spaurito
ne ha quanto il leone.
Il cielo è di tutti gli occhi,
ed ogni occhio, se vuole,
si prende la luna intera,
le stelle comete, il sole.
Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.
Spiegatemi voi dunque,
in prosa od in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la terra è tutta a pezzetti.
mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi
di ogni occhio è il cielo intero.
E' mio, quando lo guardo.
E' del vecchio, del bambino,
del re, dell'ortolano,
del poeta, dello spazzino.
Non c'è povero tanto povero
che non ne sia il padrone.
Il coniglio spaurito
ne ha quanto il leone.
Il cielo è di tutti gli occhi,
ed ogni occhio, se vuole,
si prende la luna intera,
le stelle comete, il sole.
Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.
Spiegatemi voi dunque,
in prosa od in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la terra è tutta a pezzetti.
envoyé par Bartleby - 23/5/2012 - 13:24
Sempre più in compagnia (Ciao, Margherita)
di Riccardo Venturi
Andrà a finire che la cosa più bella su Margherita Hack, subito dopo che è tornata alla terra, l'ha detta l'astronauta siciliano che sta orbitando lassù, da qualche parte giro giro. "Le stelle che hai amato ti rispettano", ha detto; e su questo non mi sembra che possa esistere alcun dubbio. Non sarà nemmeno una gran frase, per carità; ma credo che immaginare le stelle che, per un millesimo dei loro secondi (che corrisponderà senz'altro a qualche nostro millennio), si inchinano al pensiero di questa donna, può servire.
E così, da poche ore, siamo sempre più in compagnia. Quando muore qualcuno, si è soliti dire di essere sempre più soli; in questo caso, va detto, senza Margherita Hack siamo sempre di più in compagnia. Ma non di lei.
Siamo sempre più in compagnia di cialtroni di ogni sorta, a base di dèi, miracoli, "soprannaturali" e quant'altro; siamo sempre più in compagnia dei loro mortiferi bruciori. Sempre più in compagnia di padripìi, papibuoni, papiemeriti, barboni con le vergini in paradiso e le cinture al tritolo (di altri), apparizioni di madonne, Brosio a Medjugorje, buddismi e buddanate, misteri misteriosi, fantasmi, morali e moralismi, teocrazie e tutto il resto.
Sono di più, negarlo sarebbe inutile e stupido. Così, quando se ne va qualcuno che certe cose non ha avuto mai paura a dirlo, e ha contrapposto a tutto ciò una scienza che non si era mai isolata in nessun empireo irraggiungibile, bisogna prenderne atto e basta. Come bisogna prendere, in ogni momento, atto della morte, ed accettarla come semplice fine di quel gioco incredibile che si chiama vita.
Che dire d'altro? Più niente, e forse riuscire ad emettere, su qualche radiofrequenza cosmica, anche qualche sorriso. Mancherai, ma ci sarai. Ciao, Margherita.
di Riccardo Venturi
Andrà a finire che la cosa più bella su Margherita Hack, subito dopo che è tornata alla terra, l'ha detta l'astronauta siciliano che sta orbitando lassù, da qualche parte giro giro. "Le stelle che hai amato ti rispettano", ha detto; e su questo non mi sembra che possa esistere alcun dubbio. Non sarà nemmeno una gran frase, per carità; ma credo che immaginare le stelle che, per un millesimo dei loro secondi (che corrisponderà senz'altro a qualche nostro millennio), si inchinano al pensiero di questa donna, può servire.
E così, da poche ore, siamo sempre più in compagnia. Quando muore qualcuno, si è soliti dire di essere sempre più soli; in questo caso, va detto, senza Margherita Hack siamo sempre di più in compagnia. Ma non di lei.
Siamo sempre più in compagnia di cialtroni di ogni sorta, a base di dèi, miracoli, "soprannaturali" e quant'altro; siamo sempre più in compagnia dei loro mortiferi bruciori. Sempre più in compagnia di padripìi, papibuoni, papiemeriti, barboni con le vergini in paradiso e le cinture al tritolo (di altri), apparizioni di madonne, Brosio a Medjugorje, buddismi e buddanate, misteri misteriosi, fantasmi, morali e moralismi, teocrazie e tutto il resto.
Sono di più, negarlo sarebbe inutile e stupido. Così, quando se ne va qualcuno che certe cose non ha avuto mai paura a dirlo, e ha contrapposto a tutto ciò una scienza che non si era mai isolata in nessun empireo irraggiungibile, bisogna prenderne atto e basta. Come bisogna prendere, in ogni momento, atto della morte, ed accettarla come semplice fine di quel gioco incredibile che si chiama vita.
Che dire d'altro? Più niente, e forse riuscire ad emettere, su qualche radiofrequenza cosmica, anche qualche sorriso. Mancherai, ma ci sarai. Ciao, Margherita.
daniela -k.d.- - 29/6/2013 - 14:19
La filastrocca "Il cielo è di tutti" fa parte della raccolta
di - Il libro degli errori, alla pag. 182 Torino, Einaudi, anno 1964.
di - Il libro degli errori, alla pag. 182 Torino, Einaudi, anno 1964.
Ida Accorsi - 19/6/2018 - 16:28
Gentile Ida Accorsi, la sua precisazione sulla fonte de "Il cielo è di tutti" è molo utile. Come giustamente viene detto all'inizio di questa pagina, molti non citano mai l'origine e l'anno dei versi di Rodari. Io sto facendo una ricerca in questo senso e ho qualche lacuna. Mi pare che lei sia competente in materia, mi piacerebbe porle qualche interrogativo. Non so se leggerà questo mio commento, ma se volesse contattarmi lascio la mia mail ai responsabili di questo benemerito sito, autorizzandoli a comunicarglielo. Grazie.
Enrico de Angelis - 20/8/2020 - 19:43
La poesia è stata interpretata recentemente (su una musica diversa) anche da Bungaro e Fiorella Mannoia
Testo di Gianni Rodari
Musica di Bungaro e Cesare Chiodo
comunque preferisco la versione di Bobo!
Testo di Gianni Rodari
Musica di Bungaro e Cesare Chiodo
comunque preferisco la versione di Bobo!
Lorenzo - 27/10/2020 - 23:30
×
Musica di Bobo Rondelli.
C’è una certa faciloneria in Rete nell’usare le opere di Gianni Rodari, quasi che le sue filastrocche non siano degne di venir riportate citando l’opera e l’anno in cui furono pubblicate… Così non sono riuscito a capire in quale delle tante opere, pubblicate nell’arco di più di trent’anni, compaiano questa strofe.
Però Bobo Rondelli ne ha fatto una canzone inclusa nel suo disco del 2009 intitolato “Per amor del cielo”…