Il était cinq heures du matin
On avançait dans les marais
Couverts de brume
J'avais mon fusil dans les mains
Un passereau prenait au loin
De l'altitude
Les chiens pressées marchaient devant
Dans les roseaux
Par dessus l'étang
Soudain j'ai vu
Passer les oies sauvages
Elles s'en allaient
Vers le midi
La Méditerranée
Un vol de perdreaux
Par dessus les champs
Montait dans les nuages
La forêt chantait
Le soleil brillait
Au bout des marécages
Avec mon fusil dans les mains
Au fond de moi je me sentais
Un peu coupable
Alors je suis parti tout seul
J'ai emmené mon épagneul
En promenade
Je regardais
Le bleu du ciel
Et j'étais bien
Par dessus l'étang
Soudain j'ai vu
Passer les oies sauvages
Elles s'en allaient
Vers le midi
La Méditerranée
Et tous ces oiseaux
Qui étaient si bien
Là-haut dans les nuages
J'aurais bien aimé les accompagner
Au bout de leur voyage
Oui tous ces oiseaux
Qui étaient si bien
Là-haut dans les nuages
J'aurais bien aimer les accompagner
Au bout de leur voyage
On avançait dans les marais
Couverts de brume
J'avais mon fusil dans les mains
Un passereau prenait au loin
De l'altitude
Les chiens pressées marchaient devant
Dans les roseaux
Par dessus l'étang
Soudain j'ai vu
Passer les oies sauvages
Elles s'en allaient
Vers le midi
La Méditerranée
Un vol de perdreaux
Par dessus les champs
Montait dans les nuages
La forêt chantait
Le soleil brillait
Au bout des marécages
Avec mon fusil dans les mains
Au fond de moi je me sentais
Un peu coupable
Alors je suis parti tout seul
J'ai emmené mon épagneul
En promenade
Je regardais
Le bleu du ciel
Et j'étais bien
Par dessus l'étang
Soudain j'ai vu
Passer les oies sauvages
Elles s'en allaient
Vers le midi
La Méditerranée
Et tous ces oiseaux
Qui étaient si bien
Là-haut dans les nuages
J'aurais bien aimé les accompagner
Au bout de leur voyage
Oui tous ces oiseaux
Qui étaient si bien
Là-haut dans les nuages
J'aurais bien aimer les accompagner
Au bout de leur voyage
Contributed by Bartleby - 2012/5/15 - 13:53
Language: Italian
Tentativo di traduzione italiana di Bartleby
TORINO 3 GIUGNO 2012 ore 15,30
Manifestazione Nazionale
Restituiteci il Referendum e la Democrazia
Referendum caccia
Con un atto liberticida e antidemocratico il Consiglio Regionale del Piemonte e la Giunta presieduta dal leghista Cota hanno abrogato la Legge sulla caccia, cancellando di fatto il Referendum regionale, fIssato per il 3 giugno.
Questo è avvenuto a trenta giorni dalla data della consultazione, quando la macchina referendaria era già attiva da mesi e aveva già coinvolto migliaia di volontari. L’arma utilizzata per raccogliere consenso intorno a questo scippo senza precedenti è stata quella crisi economica che questa stessa classe politica ha contribuito a generare!
Così, tramite uno scientifIco ribaltamento della realtà, i referendari sono stati dipinti come coloro che volevano sperperare 22 milioni di Euro (cifra, peraltro, campata per aria) mentre in Giunta tutti si dichiaravano – per la prima volta – preoccupati per coloro che stanno peggio, speculando in modo inaccettabile sui drammi reali delle persone ammalate, degli anziani con pensione al minimo, dei disabili, dei disoccupati, dei precari.
Peccato che tutti gli appelli del Comitato referendario a trovare soluzioni alternative (tra cui l’accorpamento alle elezioni amministrative) che impedissero di spendere soldi pubblici siano stati ignorati se non addirittura sbeffeggiati da Cota, dall’assessore Sacchetto e soci.
Giunta e maggioranza, col solo scopo di assecondare poche migliaia di cacciatori, i cui consensi fanno sempre gola a politicanti alla ricerca di voti facili, hanno così calpestato il diritto legittimo di quattro milioni di piemontesi ad esprimere democraticamente la propria posizione su un tema di grande importanza. Questo provvedimento – figlio di una classe politica sempre più slegata dalle persone che pretende di rappresentare – si è fatto beffe dei cittadini e di 25 anni di battaglie legali, risoltesi con l’imposizione da parte dei giudici di indire la consultazione. Non bastasse, gli autori di questo atto inqualificabile hanno strumentalizzato le fasce più deboli, quelle persone che stentano più di tutte a sopravvivere alla crisi.
Questa VERGOGNA merita una reazione forte e univoca da parte di tutte le forze democratiche, dal mondo animalista e ambientalista ai partiti, ai movimenti e le associazioni dei cittadini, a coloro che, come molti di noi, appartengono proprio a quelle categorie sociali sempre più precarie, che ovviamente non avranno alcun beneficio dalla cancellazione del Referendum, al contrario di quanto in molti hanno blaterato dai palazzi del potere regionale.
Oggi, con la scusa della crisi economica, hanno cancellato una legge per impedire il Referendum sulla caccia. Domani, seguendo la stessa logica perversa, possono cancellare il diritto di voto !
Torino, 3 giugno 2012 MANIFESTAZIONE NAZIONALE
Concentramento alle ore 14.30 in Corso Bolzano 30 (a 100 mt da Porta Susa)
• Per il ripristino della democrazia e del diritto costituzionale alla partecipazione
• Per la restituzione del Referendum sulla caccia scippato da Cota e Sacchetto
• Contro la strumentalizzazione di ammalati, pensionati, disabili e disoccupati, per una politica che si occupi realmente di risolvere i problemi dei cittadini
• Per le immediate dimissioni della Giunta Cota, responsabile del furto del Referendum e dello scempio della legalità democratica!
Manifestazione Nazionale
Restituiteci il Referendum e la Democrazia
Referendum caccia
Con un atto liberticida e antidemocratico il Consiglio Regionale del Piemonte e la Giunta presieduta dal leghista Cota hanno abrogato la Legge sulla caccia, cancellando di fatto il Referendum regionale, fIssato per il 3 giugno.
Questo è avvenuto a trenta giorni dalla data della consultazione, quando la macchina referendaria era già attiva da mesi e aveva già coinvolto migliaia di volontari. L’arma utilizzata per raccogliere consenso intorno a questo scippo senza precedenti è stata quella crisi economica che questa stessa classe politica ha contribuito a generare!
Così, tramite uno scientifIco ribaltamento della realtà, i referendari sono stati dipinti come coloro che volevano sperperare 22 milioni di Euro (cifra, peraltro, campata per aria) mentre in Giunta tutti si dichiaravano – per la prima volta – preoccupati per coloro che stanno peggio, speculando in modo inaccettabile sui drammi reali delle persone ammalate, degli anziani con pensione al minimo, dei disabili, dei disoccupati, dei precari.
Peccato che tutti gli appelli del Comitato referendario a trovare soluzioni alternative (tra cui l’accorpamento alle elezioni amministrative) che impedissero di spendere soldi pubblici siano stati ignorati se non addirittura sbeffeggiati da Cota, dall’assessore Sacchetto e soci.
Giunta e maggioranza, col solo scopo di assecondare poche migliaia di cacciatori, i cui consensi fanno sempre gola a politicanti alla ricerca di voti facili, hanno così calpestato il diritto legittimo di quattro milioni di piemontesi ad esprimere democraticamente la propria posizione su un tema di grande importanza. Questo provvedimento – figlio di una classe politica sempre più slegata dalle persone che pretende di rappresentare – si è fatto beffe dei cittadini e di 25 anni di battaglie legali, risoltesi con l’imposizione da parte dei giudici di indire la consultazione. Non bastasse, gli autori di questo atto inqualificabile hanno strumentalizzato le fasce più deboli, quelle persone che stentano più di tutte a sopravvivere alla crisi.
Questa VERGOGNA merita una reazione forte e univoca da parte di tutte le forze democratiche, dal mondo animalista e ambientalista ai partiti, ai movimenti e le associazioni dei cittadini, a coloro che, come molti di noi, appartengono proprio a quelle categorie sociali sempre più precarie, che ovviamente non avranno alcun beneficio dalla cancellazione del Referendum, al contrario di quanto in molti hanno blaterato dai palazzi del potere regionale.
Oggi, con la scusa della crisi economica, hanno cancellato una legge per impedire il Referendum sulla caccia. Domani, seguendo la stessa logica perversa, possono cancellare il diritto di voto !
Torino, 3 giugno 2012 MANIFESTAZIONE NAZIONALE
Concentramento alle ore 14.30 in Corso Bolzano 30 (a 100 mt da Porta Susa)
• Per il ripristino della democrazia e del diritto costituzionale alla partecipazione
• Per la restituzione del Referendum sulla caccia scippato da Cota e Sacchetto
• Contro la strumentalizzazione di ammalati, pensionati, disabili e disoccupati, per una politica che si occupi realmente di risolvere i problemi dei cittadini
• Per le immediate dimissioni della Giunta Cota, responsabile del furto del Referendum e dello scempio della legalità democratica!
IL CACCIATORE (LE OCHE SELVATICHE)
Erano le cinque del mattino
Avanzavamo nella palude
In mezzo alla nebbia
Avevo il mio fucile tra le mani
In lontananza un uccelletto
Si alzava in volo
I cani impazienti ci precedevano
tra i giunchi
Sopra lo stagno
All’improvviso ho visto
Passare le oche selvatiche
Se ne andavano
verso il sud
Il Mediterraneo
Un volo di pernici
dai campi
Saliva fino alle nuvole
La foresta cantava
Il sole splendeva
In mezzo alla palude
Col mio fucile tra le mani
Dentro di me io mi sentivo
Un po’ in colpa
Allora me ne sono andato per conto mio
Col mio cane
Passeggiando
E guardavo
L’azzurro del cielo
E stavo bene
Sopra lo stagno
All’improvviso ho visto
Passare le oche selvatiche
Se ne andavano
verso il sud
Il Mediterraneo
E tutti quegli uccelli
Erano così belli
Lassù tra le nuvole
Mi sarebbe piaciuto andar con loro
Fino alla fine del loro viaggio
Sì, tutti quegli uccelli
Erano così belli
Lassù tra le nuvole
Mi sarebbe piaciuto andar con loro
Fino alla fine del loro viaggio
Erano le cinque del mattino
Avanzavamo nella palude
In mezzo alla nebbia
Avevo il mio fucile tra le mani
In lontananza un uccelletto
Si alzava in volo
I cani impazienti ci precedevano
tra i giunchi
Sopra lo stagno
All’improvviso ho visto
Passare le oche selvatiche
Se ne andavano
verso il sud
Il Mediterraneo
Un volo di pernici
dai campi
Saliva fino alle nuvole
La foresta cantava
Il sole splendeva
In mezzo alla palude
Col mio fucile tra le mani
Dentro di me io mi sentivo
Un po’ in colpa
Allora me ne sono andato per conto mio
Col mio cane
Passeggiando
E guardavo
L’azzurro del cielo
E stavo bene
Sopra lo stagno
All’improvviso ho visto
Passare le oche selvatiche
Se ne andavano
verso il sud
Il Mediterraneo
E tutti quegli uccelli
Erano così belli
Lassù tra le nuvole
Mi sarebbe piaciuto andar con loro
Fino alla fine del loro viaggio
Sì, tutti quegli uccelli
Erano così belli
Lassù tra le nuvole
Mi sarebbe piaciuto andar con loro
Fino alla fine del loro viaggio
Contributed by Bartleby - 2012/5/18 - 22:34
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Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
Parole di Michel Delpech e Jean-Michel Rivat
Musica di Michel Pelay
Album “Le chasseur”
Contribuisco questa canzone per raccontare una vicenda davvero indegna…
Nel lontano 1987 – prima ancora dei referendum nazionali degli anni 90, quelli che andarono deserti perché allora si abusava di questo strumento di democrazia diretta – in Piemonte furono raccolte 60.000 firme perché fosse indetto un referendun regionale non per l’abolizione della caccia ma per il ridimensionamento delle specie cacciabili, per il divieto di caccia domenicale e su terreno innevato e per il ridimensionamento dei privilegi concessi allae aziende faunistico-venatorie. La lobby dei “dispensatori di morte per gioco” riuscì per 25 anni (un quarto di secolo!) a far sì che quella consultazione popolare non si tenesse. Poi, dopo una decina di ricorsi e altrettanti giudizi, finalmente la Regione Piemonte fu costretta ad indire il referendum abrogativo, previsto per il prossimo 3 giugno…
Oggi, il leghista Cota e la sua banda di fucilatori di animali sono riusciti (grazie anche al totale disinteresse dei media e con la scusa della crisi) a scippare ai cittadini il diritto ad esprimersi direttamente e democraticamente sulla questione. Complimenti!
Intanto il comitato per il referendum sulla caccia ha indetto una manifestazione a Torino proprio per il 3 giugno…
Quello che sta succedendo in questi giorni in Piemonte è indegno non solo di uno Stato democratico, ma addirittura di un Paese che si ritiene civile e ricorda l’aspetto peggiore delle dittature dei Paesi sudamericani o centroafricani.
Il Consiglio Regionale, su proposta dell’Assessore leghista Sacchetto (in pieno accordo con il Presidente Cota), ha infatti approvato un emendamento alla Legge Finanziaria, mediante il quale è stata abrogata la Legge Regionale sulla caccia. In questo modo sarà possibile cancellare il referendum del prossimo 3 giugno, visto che riguarda una legge non più in vigore. Referendum che, ricordiamo, era stato richiesto nel lontano 1987 da 60.000 elettori, ma che non si è mai potuto svolgere per la politica ostruzionistica adottata fino ad ora dalla Regione, indipendentemente dalla parte politica di appartenenza dei suoi vertici. Solo ad inizio dell’anno il Tar aveva imposto alla Regione l’indizione del referendum, a conclusione di una estenuante battaglia legale che si è trascinata attraverso ben 9 gradi di giudizio.
La gravità dell’atto della Regione è evidente. Pur di evitare un referendum e sotto l’ipocrita paravento del risparmio delle spese che questo avrebbe comportato, si calpestano in modo indegno i diritti della cittadinanza. Le discussioni sull’iniziativa sono infatti quasi sempre ruotate intorno ai costi della consultazione. O meglio, questa è l’informazione che, salvo qualche rara eccezione, è stata fornita dai media, come al solito molto più attenti alle dichiarazioni di chi detiene il potere che non a quelle di chi questo potere vorrebbe gestirlo in modo partecipativo e democratico. Così, la proposta del Comitato referendario di abbinare la consultazione alle elezioni amministrative che si tengono in questi giorni è passata sotto silenzio, così come la più ovvia delle soluzioni in grado di consentire un risparmio totale: il recepimento per legge dei quesiti referendari. Inoltre, con riferimento ai costi del referendum, diciamo che sarebbe stata una spesa (o, meglio, un investimento) e non certo uno spreco. Le iniziative che favoriscono la democrazia e la partecipazione diretta del popolo alla gestione dei beni comuni non possono essere semplicemente liquidate come “uno spreco”. Se così fosse, cosa dovremmo allora dire del finanziamento pubblico (scusate, rimborso elettorale…) che viene concesso ai partiti politici? Tra l’altro per importi ben superiori a quelli di cui si parla nel caso del referendum. Si dirà: perché i partiti sono uno strumento fondamentale nell’esercizio democratico. Già, e invece il referendum no? E addirittura, perché fare le elezioni? Anche loro sono uno “spreco”? Potremmo risolvere il problema della rappresentanza del popolo nelle istituzioni ad esempio con un sondaggio. Ci costerebbe molto di meno! Non si capisce poi perché le risorse necessarie per il referendum debbano sempre essere poste in alternativa alle spese per l’assistenza sociale. Sembra quasi che o si fa il referendum o si interviene a favore dei disoccupati, degli anziani, dei malati, ecc. Perché non si può invece dire che per il referendum vengono utilizzate risorse altrimenti destinate alle spese di rappresentanza della Regione, oppure ai viaggi all’estero dei consiglieri, oppure ancora al funzionamento dei Gruppi Consiliari? Per non parlare, ovviamente, dei compensi che vengono elargiti ai Consiglieri e al nutrito stuolo di loro collaboratori… Gli sprechi nella gestione delle risorse economiche da parte degli Enti Pubblici sono sotto gli occhi di tutti e, pare, assolutamente incontrollabili. Eppure qui va tutto bene: la causa dell’eventuale tracollo finanziario della Regione sarebbe il referendum…
E poi non si capisce perché debba essere solo il Comitato promotore il referendum il responsabile della spesa. Il Comitato ha promosso un referendum, applicando e rispettando in modo rigoroso le leggi esistenti. Tutto ciò che è successo in seguito è una conseguenza automatica: dire che la spesa è colpa dei promotori è come accusare di omicidio chi denuncia un assassino, nei Paesi in cui vige la pena di morte!
Nemmeno una proposta di mediazione approvata recentemente dalla Terza Commissione del Consiglio pare verrà tenuta in considerazione. Sacchetto e i suoi non sono disposti a concedere nulla pur di compiacere a una frangia del tutto minoritaria della popolazione: ricordiamo che i cacciatori rappresentano solo lo 0,6% dei piemontesi.
Da rimarcare come il Comitato Promotore del referendum aveva dichiarato la propria disponibilità a trovare una soluzione “politica” alla vicenda, in grado di consentire il risparmio delle spese necessarie per indire la consultazione popolare. Ma la Giunta ha rifiutato ogni possibile dialogo ed ha proseguito imperterrita nella propria strada.
Abrogando la legge regionale, in Piemonte entrerà automaticamente in vigore quella nazionale, che però ne è molto più permissiva. Non solo quindi il popolo viene scippato del suo sacrosanto diritto di esprimere il proprio parere sulla caccia, ma addirittura si opera in modo diametralmente opposto a quella che è la richiesta referendaria. Insomma, un vero scandalo, che ci stupisce abbia scatenato le ire dei piccoli partiti di opposizione, ma non del PD, che anzi ha fornito sostegno e supporto alla maggioranza fino alla vigilia del colpo di mano di questi ultimi momenti.
Il Comitato del Referendum attiverà immediatamente i propri avvocati per chiedere il ripristino della legalità e denuncerà l’atteggiamento di quei consiglieri regionali che si sono dichiarati favorevoli all’ aberrante e liberticida proposta di Sacchetto. Esistono dei diritti dei cittadini, riconosciuti anche dalla Costituzione: non possiamo permettere che vengano calpestati in modo così ignobile senza reagire. Anche perché oggi tocca al referendum sulla caccia, domani magari a qualche altra regola democratica.Piero Belletti