Anno vi scrissi, amici,
dal baratro infernale,
facendovi conoscere
che Tiburzi stava male.
Sarà quindici giorni
San Pietro co' un sorriso,
mi disse: Caro Tiburzi,
venite in Paradiso.
Credevo di star bene
o almen discretamente:
credete a me, che il povero
non gode proprio niente.
Essere onesti e poveri
nel mondo no! non vale:
si nasce in un tugurio,
si muore allo spedale.
E mentre un signoraccolo
nasce tra dei coltroni,
si gode a più non posso
in barba dei minchioni.
Chi ricco fu nel mondo
di qua trova ricetto,
tutti gli voglion bene,
da tutti vien protetto.
Chi chiese la limosina
vien messo in un cantone,
acclamano quel ricco
che lo rubò un milione.
Chi col sangue dei poveri
empì le proprie casse,
è ammesso al Paradiso
senza pagar le tasse.
Seguii il mio caro Pietro
giulivo e baldanzoso:
a guardia della porta
trovai un cipicchioso.
Mi venne il batticuore
mi cadde un luccicone;
appena ci fu aperto
entrammo in un salone.
Un uom con grand'occhiali
mi guardò tetro in viso;
sentite, cari amici,
che cosa è il Paradiso.
In primis et ante omnia
vi debbo rammentare
che i poveri coi ricchi
non posson conversare.
Si sta tutti a buglione
dai grandi ai più piccini,
vi sono di tutte razze
compresi i contadini.
Si pratican soltanto
i ricchi con i santi,
i preti e i beati
son sempre coi regnanti.
Vi son tante beate
e queste tutte astute,
che fanno gran baldoria
con preti e prostitute.
Si vede monachelle
con certi frataccioni,
scherzar senza riguardo
dandosi sculaccioni.
Un branco di bambini
in cuffia e bavaiola,
che hanno quasi tutti
sempre la cacaiola.
Credete, cari amici,
si sta meglio in galera
dal puzzo solamente
qui si muore di colera.
dal baratro infernale,
facendovi conoscere
che Tiburzi stava male.
Sarà quindici giorni
San Pietro co' un sorriso,
mi disse: Caro Tiburzi,
venite in Paradiso.
Credevo di star bene
o almen discretamente:
credete a me, che il povero
non gode proprio niente.
Essere onesti e poveri
nel mondo no! non vale:
si nasce in un tugurio,
si muore allo spedale.
E mentre un signoraccolo
nasce tra dei coltroni,
si gode a più non posso
in barba dei minchioni.
Chi ricco fu nel mondo
di qua trova ricetto,
tutti gli voglion bene,
da tutti vien protetto.
Chi chiese la limosina
vien messo in un cantone,
acclamano quel ricco
che lo rubò un milione.
Chi col sangue dei poveri
empì le proprie casse,
è ammesso al Paradiso
senza pagar le tasse.
Seguii il mio caro Pietro
giulivo e baldanzoso:
a guardia della porta
trovai un cipicchioso.
Mi venne il batticuore
mi cadde un luccicone;
appena ci fu aperto
entrammo in un salone.
Un uom con grand'occhiali
mi guardò tetro in viso;
sentite, cari amici,
che cosa è il Paradiso.
In primis et ante omnia
vi debbo rammentare
che i poveri coi ricchi
non posson conversare.
Si sta tutti a buglione
dai grandi ai più piccini,
vi sono di tutte razze
compresi i contadini.
Si pratican soltanto
i ricchi con i santi,
i preti e i beati
son sempre coi regnanti.
Vi son tante beate
e queste tutte astute,
che fanno gran baldoria
con preti e prostitute.
Si vede monachelle
con certi frataccioni,
scherzar senza riguardo
dandosi sculaccioni.
Un branco di bambini
in cuffia e bavaiola,
che hanno quasi tutti
sempre la cacaiola.
Credete, cari amici,
si sta meglio in galera
dal puzzo solamente
qui si muore di colera.
envoyé par DonQuijote82 - 14/5/2012 - 14:50
i bastardi detentori dei diritti hanno fatto chiudere l'account audio di youtube per violazione del copyright...spero davvero che qualcuno più bravo di me riesca a trovare gli accordi da qualche parte o a rimettere on line un qualsiasi file audio, anche se è difficile da trovare...viva i menestrelli e affanculo i copyright!!!
amantedellamusica - 23/4/2014 - 14:34
Noto che la discografia di Dodi Moscati riporta imperfezioni varie e non è completa neppure dal link a cui il sito rimanda: http://digilander.libero.it/gianni61dg...
Manca addirittura il suo secondo disco "Cronache, fatti e burle... in Toscana" (tra l'altro ristampato nel 2008 anche in cd). Se qualcuno fosse eventualmente interessato consiglio piuttosto: Dodi Moscati Discography at Discogs
Manca addirittura il suo secondo disco "Cronache, fatti e burle... in Toscana" (tra l'altro ristampato nel 2008 anche in cd). Se qualcuno fosse eventualmente interessato consiglio piuttosto: Dodi Moscati Discography at Discogs
Flavio Poltronieri - 9/5/2017 - 12:27
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Canto ispirato dalla figura di Domenico Tiburzi, il più celebre brigante della Tuscia e della Maremma, che nacque a Cellere (VT) il 28 maggio 1836 e morì, ucciso in un conflitto a fuoco con i Carabinieri, il 23 ottobre 1896. Rimase latitante per ben 26 anni.(Francesca Prato)
ildeposito.org
Il testo della canzone è stato tratto da "Briganti Toscani", ristampa, Libreria editrice fiorentina.
Tiburzi nacque a Cellere, ai confini Tosco-Laziali, nel 1834 e morì verso la fine dell´800. Operava principalmente in Maremma, protetto dalla gente del luogo che gli portava cibo e tabacco e lo avvertiva quando la polizia era sulle sue tracce. Fu latitante infatti per 26 anni. Difficilmente le donne rimanevano indifferenti al fascino di Tiburzi, brigante, e più d´una lo seguì alla macchia. La "lettera" testimonia del tipo di rapporto che legava il Tiburzi alla gente della sua terra, dei legami di solidarietà che la povertà e l´oppressione non potevano che rinsaldare fino a fare del brigante la voce viva e libera che alla sopraffazione rispondeva con la ribellione del brigantaggio.